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giovedì 28 febbraio 2008

Sanremo. Andrea Osvart "No! Non sono lesbica". Non è che con tante canzoni che parlano di omosessualità si è creata un’atmosfera giusta per...?

(Paolo Crecchi - Il Secolo XIX) «No! Non sono lesbica! Mi piacciono gli uomini!»: come possano concludersi così le confessioni di Andrea Osvart, davanti al camerino di Bianca Guaccero in lacrime, potrebbe meritare nei prossimi giorni ulteriori approfondimenti. Del resto: le hanno scelte apposta, la valletta bionda e la valletta nera, perché affascinassero l’Italia e possibilmente la dividessero. Sono i suoi agenti a confermarlo: «Una più esile, l’altra più rotonda. Una esotica, l’altra mediterranea. Un’operazione commerciale, non abbiamo lasciato niente al caso». E tuttavia nessuno poteva prevedere che le due ragazze, entrambe non ancora trentenni, diventassero amiche per la pelle. Che pretendessero di alloggiare nella stessa suite, all’albergo Londra, e solo l’italica scorta di mamma Rosa alla sua bambina, Bianca, convincesse Andrea a rassegnarsi. La prima al secondo piano, la seconda al quarto. Con licenza di incontrarsi. E incontrate si sono eccome, una nelle braccia dell’altra, all’alba di ieri. Quando Andrea Osvart è rincasata ostentando la sua bellezza altera per le telecamere, ma profondamente ferita dalle critiche subite al Dopofestival: «Sarei bugiarda se dicessi che non ci sono rimasta male, io ho eseguito semplicemente quello che mi avevano detto di fare. Forse mi hanno preso di mira perché sono straniera». E difatti “Festival Daily”, la storica testata sanremese diretta e distribuita da Ilio Masprone, titolava beffardamente ”La colf che tutti vorremmo”. Non è forse entrata in Italia con un permesso di soggiorno da cameriera, la bella ungherese?

«Abbiamo deciso di dirlo, in televisione, per far crescere la simpatia attorno a me. Ma il mio datore di lavoro era l’agente, non ho mai spazzato un pavimento in vita mia». Bianca Guaccero ha provato a consolarla. Ancora prima delle rassicurazioni mattutine di Pippo Baudo, da lei sono venuti il notturno «tieni duro» e l’albeggiante «non penserai mica di arrenderti adesso». Lacrime liberatorie. Abbracci. Bacini. Almeno la cena era stata saltata per qualcosa. Va da sé che il personale degli alberghi è tra i più maligni, specialmente quello allenato a convivere con i Vip. E così le mezze frasi e le gomitate hanno cominciato a sprecarsi, opportunamente sollecitate naturalmente: e la bionda e la bruna hanno superato le più rosee aspettative degli agenti, risultando ancora più intriganti. Bianca: «Vieni nel mio camerino stasera, Andrea»? Andrea: «Bianca, non ti lascerò sola neanche un istante». Bianca: «Promettimi che resterai sempre con me». Andrea: «Te lo giuro!».

Mettetevi nei panni di un elettricista, di un tecnico del suono, di un operaio già esasperato dalla promiscuità del backstage, quando i costumi volano via prima ancora di raggiungere il camerino e i pensieri li seguono fino in cielo. Aggiungeteci che Bianca lasciava filtrare lacrimoni lucenti oltre il bordo inferiore delle lenti scure. Mica tutti sapevano che aveva semplici problemi di voce. Voce arrochita dal freddo preso la notte, ecco, a piedi nudi nel corridoio. Malanno invano curato con il cortisone, disagio che accresceva la tensione, contrattempo che rischiava di apparire come una fuga dalle responsabilità: «Andrea è stata criticata per come ha cantato e ballato, che figura ci faccio se io mi tiro indietro?».

Lo spettacolo doveva continuare. E mentre Andrea dichiarava «mi piacciono gli uomini maturi perché ho avuto il papà assente durante l’infanzia», lei doveva esibire la mamma, la signora Rosa di Bitonto. Se l’ungherese non rinnegava il suo ruolo nel bel film “Mare Nero”, «una storia di scambisti, io muoio durante un gioco erotico e di fatto divento la protagonista», l’italiana doveva apparire rassicurante: «Sogno un fidanzato della mia età, tanti bambini e non mi monterò la testa se avrò successo». Per il resto, complimenti e sbaciucchiamenti reciproci, insomma all’amicizia mica si comanda. Pensierino della sera: non è che con tante canzoni che parlano di omosessualità si è creata un’atmosfera giusta per...? Risate, assicurazioni, lievi rossori: «Noo! Per carità! Niente contro, naturalmente, ma…». Ma. Peccato però, dopo la pubblicazione delle foto osè sulla rivista semipornografica poteva essere lo scandalo numero due.

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