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sabato 9 febbraio 2008

In Inghilterra un Vescovo multato per discriminazione nei confronti di un gay.

(Queerway) Un vescovo inglese è stato condannato a fare un corso di formazione sulle pari opportunità e a pagare un giovane lavoratore gay quasi 50 mila sterline per avergli rifiutato un posto di lavoro a causa del suo orientamento sessuale.

John Reaney, 42 anni, si è visto bloccare l'assunzione nella diocesi di Hereford dal Vescovo di Hereford, Anthony Priddis, nonostante le persone incaricate della selezione l'avessero ritenuto il candidato perfetto per quel posto.
Nel corso di un colloquio di due ore con il vescovo Priddis, Reaney ha raccontato di aver dovuto rispondere a delle domande assurde sulla sua sessualità che lo hanno imbarazzato e sconvolto.
Tanto sconvolto da scoppiare in lacrime sulla strada di casa. Tre giorni dopo, il vescovo gli ha telefonato per comunicargli che il colloquio era andato male e che quindi non sarebbe stato assunto.

Reaney, dopo l'episodio, ha deciso di portare gli uffici finanziari della diocesi di Hereford davanti al giudice del lavoro e oggi si è dichiarato felice del risarcimento che gli è stato riconosciuto.
L'uomo ha aggiunto: "Le lesbiche e i gay cristiani che lavorano all'interno della Chiesa Inglese da oggi in poi si sono visti riconosciuti il diritto di essere trattati con umanità".
Ben Summerskill, direttore generale del gruppo Stonewall per i diritti omosessuali, ha aggiunto:
"Siamo molto felici che il tribunale abbia lanciato un segnale così forte, sia per il vescovo che per tutti gli altri datori di lavoro. Il livello significativo del risarcimento ha dato un messaggio molto chiaro. Nessuno, nemmeno un vescovo, è al di sopra di questa legge".

Il risarcimento comprende 25.000 sterline per la perdita di salario che sarebbe derivato dal lavoro negato, 8.000 sterline per la perdita dei relativi diritti pensionistici, 7.000 sterline per danni psicologici, 6.000 sterline per l'offesa subita, 1.320 sterline per l'assistenza legale e 25 sterline per le spese sostenute per la ricerca del lavoro che gli è stato ingiustamente negato.
La diocesi ha dovuto sborsare fin ora circa circa 50 mila sterline per sostenere i costi legali, ma un portavoce ha comunicato che questa cifra è già stata regalata da un donatore anonimo.
Ora dovrà pagare il risarcimento di quasi 47 mila sterline, attingendo a fondi propri.
Reaney, originario di Colwyn Bay, nel North Wales, si era candidato per il posto di lavoro nel luglio 2006.
Aveva già lavorato in due diocesi anglicane, in cui era stato elogiato per i suoi risultati.

Testimoniando davanti al tribunale, il Vescovo Priddis aveva raccontato di aver messo in chiaro con Reaney che una persona che ha una relazione sessuale al di fuori del matrimonio, sia che si tratti di una relazione eterosessuale, omosessuale, bisessuale o transgender, non avrebbe potuto svolgere le mansioni per le quali stavano cercando un nuovo impiegato.
Il vescovo ha anche affermato che il comportamento di Reaney era in contrasto con l'insegnamento della Chiesa ufficiale e che avrebbe potuto avere "un impatto potenziale sulla vita spirituale, morale ed etica all'interno della diocesi".
Stando alla Employment Equality (Sexual Orientation) Regulations del 2003, in Inghilterra è illegale discriminare le persone a causa del loro orientamento sessuale, e la legge non contiene nessuna deroga per le organizzazioni religiose.
Di conseguenza, il tribunale ha stabilito che Priddis ha agito illegalmente e ha discriminato Reaney per motivi legati all'orientamento sessuale.

La corte ha sostenuto che il vescovo avrebbe dovuto considerare solo l'attuale stile di vita di Reaney, che è single, e non avrebbe dovuto fare congetture sui suoi possibili rapporti futuri.
Anni Holden, portavoce per la Diocesi di Hereford, ha detto:
"Siamo consapevoli del fatto che da questo momento in poi, quando inizieremo una ricerca di personale, bisognerà chiarire se si tratta di un requisito professionale essenziale il fatto che il candidato creda e sostenga la fede cristiana e l'ideale del matrimonio, ossia che i rapporti sessuali debbono essere limitati nell'ambito del matrimonio religioso. E' questo è il nocciolo della questione, non l'orientamento sessuale".
Qualunque siano le conseguenze per il futuro, per ora, comunque, il vescovo si farà un bel corso e magari ci penserà due volte prima di farsi venire curiosità pruriginose a proposito dei suoi impiegati.

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