Vigonza a luci rosse. Svelata la tresca scatta un processo per calunnia. La vendetta: «Dirò a mia sorella che mi hai violentata».
(Cristina Genesin - Il Mattino di Padova) Lui, il marito. Lei, la moglie. E l'altra, l'amante. Non un'amante qualsiasi. Ma la sorella della moglie. Storia d'amore (fra cognati) e di tradimento (fra marito e moglie e fra sorelle). Tuttavia quando l'amore - forse solo una breve storia di sesso e passione - si è esaurito, non si dà per vinta l'altra, la cognata «mollata» da lui (marito della sorella di lei) perchè - si giustifica l'uomo - il senso della famiglia alla fine prevale sempre e anche il rimorso verso la consorte e i figli («dopo la consumazione », ovviamente) vengono a galla. L'amante-cognata (B.D., 42enne di Vigonza, dipendente pubblico) prova e riprova a recuperare la relazione interrotta non per sua volont à. Niente da fare. Lui, coetaneo, pure di Vigonza, appare distante. E, anche se si è trasferito a vivere in casa della madre, ha tutta l'intenzione di riannodare il filo del legame coniugale spezzato da una (momentanea) separazione. Replica dell'amante-cognata: «Dirò a mia sorella (la moglie) che mi hai violentata». Una minaccia tradotta in una denuncia per diffamazione (non violenza sessuale come promesso) fatta nella caserma dei carabinieri di Noventa dove l'11 giugno 2007 si presenta accompagnata dal marito. Denuncia risultata del tutto infondata per la stessa ammissione della protagonista che, il successivo 18 giugno, confesserà agli uomini dell'Arma: «Ho avuto con mio cognato una relazione dal dicembre 2006 al marzo 2007... Ho avuto diversi rapporti sessuali a casa sua quando mia sorella non c'era per lavoro... Tutto ha preso una brutta piega quando lei ha cominciato a diventare gelosa, temendo che il marito avesse qualche storia». Scatta la denuncia per calunnia e l'inchiesta da parte del pubblico ministero padovano Silvia Scamurra che sollecita il giudizio a carico della donna. Richiesta accolta dal gup Claudio Marassi: il 15 aprile B.D. sarà processata (difesa dal legale Marta Michelon) davanti al giudice Sonia Bello. Lui, G.S., si è costituito parte civile, assistito dall'avvocato Giorgio Gargiulo. Storia complicata da bugie, intrecci clandestini, rapporti filmati con un pizzico di voyerismo. «Da anni ci provava - ha raccontato ai carabinieri il marito-cognato-amante con aria sfinita - Mesi fa avevo problemi con mia moglie... Mia cognata, che è sua sorella, mi invit ò a casa sua... Diceva che voleva starmi vicino moralmente ». E così tutti e due sono finiti troppo vicini. E in senso fisico. Gli incontri avvenivano a casa di lui quando moglie e figli erano fuori. Incontri a luci rosse. Incontri bollenti. Tanto era «l'entusiasmo » che i cognatini non ci hanno pensato un attimo a riprendersi nella sala giochi dei bambini con una web-cam lì installata. I dvd prodotti erano custoditi dall'amante-cognata. Tuttavia (per sua fortuna) il marito, fresco di denuncia per diffamazione ed estorsione (era accusato dall'ex di pretendere 5000 euro per ritirare la querela per calunnia contro di lei), ha scoperto che due filmini erano stati registrati nella memoria della telecamera. Immediata la consegna agli investigatori che, di fronte ai due dvd girati con tanta passione e acrobatico ardimento sessuale, si sono resi conto come fosse stata B.D. a non aver raccontato la verità.
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