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mercoledì 27 febbraio 2008

Unioni gay: No al matrimonio, sì al divorzio. Rivoluzionaria decisione di un giudice federale di New York.

Due donne sposate in Canada otterranno l’annullamento legale, in ballo anche la custodia dei figli.
(La Stampa) A New York non si sarebbero potute sposare, ma la Grande Mela potrebbe essere il posto giusto dove ottenere il primo divorzio omosessuale d’America.

Protagoniste del caso giudiziario che promette di segnare una nuova frontiera nelle legislazione sulle unioni fra persone dello stesso sesso sono due donne che, dopo essersi sposate in Canada nel 2004, hanno intentato la causa di divorzio e custodia dei figli: lo stato di New York non ammette i matrimoni gay, ma riconosce quelli celebrati al di fuori dei suoi confini e ora, grazie all’interpretazione del giudice federale Laura Drager, si prepara a concedere alle coppie omosessuali anche il diritto di separarsi legalmente.
Per Raoul Felder, avvocato di Donna M., una delle parti in causa, Drager sta agendo “contro secoli di norme ben consolidate, con l’obiettivo di modificare le leggi dello stato”, che l’anno scorso aveva votato contro la proposta di riconoscere a livello costituzionale il diritto alle unioni omosessuali e aveva mantenuto la propria posizione ferma sul “no”. Il concretizzarsi di un diritto al divorzio è stato invece salutato come un successo da Susan Sommer dell’associazione per i diritti dei gay Lambda Legal, che rappresenta l’altra parte coinvolta, Beth R.: “Questa decisione mostra quanto sia importante, per le coppie omosessuali e per i loro figli, avere lo stesso accesso al divorzio e a tutto il processo che si svolge intorno alla fine di una relazione”, ha dichiarato Sommer.

La decisione del giudice Sanders potrebbe aprire nuovi scenari anche in un altro caso newyorkese portato alla ribalta dal Daily News: quello di Molly Caldwell, 37 anni, agente immobiliare, che sta combattendo perchè la fine della sua decennale unione di fatto con Halina Avery, 39 anni, cantante lirica ed erede di un impero industriale e commerciale, sia considerata a tutti gli effetti un divorzio, con tutti i diritti e doveri legali e patrimoniali che ne conseguono. L’unione, ribattono i legali di Avery, è stata significativa per i tempi e le modalità della convivenza, ma non può portare ad un divorzio perchè, semplicemente, non era un matrimonio: ad oggi solo il Massachusetts riconosce e celebra matrimoni gay, mentre sono diversi gli stati che consentono le unioni civili e le convivenze, che portano con sè responsabilità e opportunità simili a quelle connesse al matrimonio vero e proprio.

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