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sabato 30 agosto 2008

Presidenziali Usa, McCain gioca la carta rosa: Sarah Palin.

ritratto di Sarah Palin, audio

(Panorama) Era stato il britannico Times a segnalare per primo, quasi un mese fa, che John McCain aveva in mente di nominare un donna come vice: o il Governatore dell’Alaska Sarah Palin o Carly Fiorina, chief executive della Hewlett-Packard. Non si sbagliava: stamane un aereo privato proveniente da Anchorage è atterrato a Dayton, in Ohio, dove il candidato repubblicano presenterà il suo vicepresidente. Tutto lascia pensare, secondo la stampa americana, che a bordo ci fosse proprio la Palin, risposta alla scelta obamiana di Joe Biden giunta dopo aver scartato l’ipotesi femminile di Hillary. Quella repubblicana potrebbe essere una carta vincente soprattutto perché Palin è da sempre considerata una paladina di alcuni temi cari ai conservatori: è contro l’aborto (ha un figlio down) e i matrimoni gay ma a favore della pena di morte e il diritto a portare armi. Ma soprattutto potrebbe portare dalla sua parte le molte donne deluse dal fallimento della mancata candidatura della Clinton.

Se così fosse, Mitt Romney, l’ex governatore del Massachusetts, e Tim Pawlenty, il governatore del Minnesota non farebbero più parte del team di McCain, che sceglie quindi una donna, giovane e madre, per stuzzicare l’appetito di chi in queste elezioni americane voleva una figura femminile. Lei, Sarah Palin, ha un curriculum di tutto rispetto: dal 2006 è la prima donna governatore dell’Alaska. Madre di cinque figli, 44 anni nata nell’Idaho, membro tesserato della National Rifle Association, maratoneta e appassionata della vita all’aria aperta (mangia hamburger di alce), quella che potrebbe essere il numero due di McCain è la presidente della Alaska Oil and Gas Conservation Commission. Suo marito Todd è un eschimese ed è anche per questo che Palin, dopo aver posato per Vogue nel 2007, è soprannominata “la governatrice più calda dello stato più freddo”.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Più che una figura femminile, votare lei per avere una donna alla vicepresidenza, significherebbe votare l'alter ego di Bush in gonnella!
Hanno già avuto la Rice come esempio di figura femminile repubblicana al potere, e sappiano tutti il suo ruolo e gli scandali nelle insabbiature nei fatti di Abu Ghraib... fra l'altro questa non quel cucco da prof bacchettona in testa, quegli occhiali e quel tailleur, rispecchia in pieno peno lo stereotipo hollywoodiano della donna di cui diffidare! speriamo bene...