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sabato 30 agosto 2008

Silvio Berlusconi: l’icona pop che spopola in libreria, nel cinema, nell’arte.

Silvio Berlusconi icona pop

(Panorama) Il Cavaliere sta diventando una vera icona nell’immaginario italiano, alla maniera del Che o di J.F.K. Tutti sognamo o ci scontriamo con questo prototipo. Non solo fioriscono nuovi libri come l’intervista di Claudio Sabelli Fioretti al neo ministro della cultura e fedelissimo del Premier, Sandro Bondi, intitolato Io, Berlusconi, le donne, la poesia (Aliberti editore), dove è scontato l’inno appassionato alle qualità del premier e nemmeno l’ironia di Sabelli Fioretti riesce a scalfire la corazza del legionario berlusconiano, ma anche Nicola Fano, noto studioso teatrale, indaga sulla miscela teatrale del mito Berlusconi in Gli italiani di Shakespeare da Iago a Berlusconi (Gaffi editore). Il bacillo del Cavaliere ha infettato anche la letteratura di genere thrilleristico-giallo: dall’Omicidio Berlusconi di Andrea Salieri, già del 2003 per le edizioni Clandestine a Chi ha ucciso Berlusconi di Giuseppe Caruso (2005 Ponte alle Grazie) e La verità bugiarda di Raul Montanari, (2005 Baldini Castoldi) in cui il Presidente viene ucciso in piazza Duomo a Milano.

L’icona diventa tale se anche arte e cinema se ne appropriano. E allora basti guardare le opere della serie Liturgie di Gianluigi Colin, art director del Corriere della Sera (la mostra si è tenuta a luglio a Sansepolcro). Fra i suoi “decollage” dei manifesti elettorali spicca quello di Berlusconi, e anche sulla satira e l’ironia l’hanno vinta l’immagine, il rituale. E cosa dire dei film che hanno sempre in Berlusconi il leitmotiv della pellicola e non solo sotto metafora come nel noto Caimano di Nanni Moretti? I giovani registi Gian Luca Rossi e Daniele Giometto portano sullo schermo l’assassinio del Presidente del consiglio con una black comedy dal titolo, Ho ammazzato Berlusconi, trasposizione del romanzo di Salieri. E si prova ad ammazzare l’icona cavalleresca anche nel film di Berardo Carboni Shooting Silvio. Ma la caricatura al premier non è solo nazionale, come dimostra Bye bye Silvio di Jan Henrik Stahlberg. Per quanto però lo si ammazzi e strapazzi Berlusconi diventa elemento costitutivo di una sorta di allegoria e non mera riconferma di quello che è. Insomma: come Superman o l’Uomo Ragno, il Cavaliere è entrato nel mito.

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