L’icona diventa tale se anche arte e cinema se ne appropriano. E allora basti guardare le opere della serie Liturgie di Gianluigi Colin, art director del Corriere della Sera (la mostra si è tenuta a luglio a Sansepolcro). Fra i suoi “decollage” dei manifesti elettorali spicca quello di Berlusconi, e anche sulla satira e l’ironia l’hanno vinta l’immagine, il rituale. E cosa dire dei film che hanno sempre in Berlusconi il leitmotiv della pellicola e non solo sotto metafora come nel noto Caimano di Nanni Moretti? I giovani registi Gian Luca Rossi e Daniele Giometto portano sullo schermo l’assassinio del Presidente del consiglio con una black comedy dal titolo, Ho ammazzato Berlusconi, trasposizione del romanzo di Salieri. E si prova ad ammazzare l’icona cavalleresca anche nel film di Berardo Carboni Shooting Silvio. Ma la caricatura al premier non è solo nazionale, come dimostra Bye bye Silvio di Jan Henrik Stahlberg. Per quanto però lo si ammazzi e strapazzi Berlusconi diventa elemento costitutivo di una sorta di allegoria e non mera riconferma di quello che è. Insomma: come Superman o l’Uomo Ragno, il Cavaliere è entrato nel mito.
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