(Ami) Per la prima volta l'Italia avrà un registo dei casi di sieropositività, oltre a quello dei casi di Aids attivo da anni. Il provvedimento che lo autorizza sta per essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, ha detto Giampiero Carosi, membro della Commissione nazionale per la lotta contro l'Aids. L'obiettivo è portare alla luce una realtà sommersa. Ad esempio, osserva, «le stime indicano la presenza in Italia di almeno 120.000 casi di sieropositività, ma ne sono noti 60.000. Di qui l'ipotesi che ci sia un 50% di casi sommersi, che bisognerebbe individuare sia nel loro interesse, sia per limitare la trasmissione del virus». Indicazioni in questo senso sono emerse nella conferenza che nell'ottobre 2007 ha riunito a Bruxelles gli esperti europei. «Oggi - ha detto - la notificazione è necessaria alla luce dei cambiamenti della malattia. In passato tutti i casi di sierpositività al virus Hiv diventavano Aids e di conseguenza quella che veniva fotografata era una situazione reale. Ma adesso le cose sono cambiate e gran parte dei casi di sieropositività non diventano Aids». La notifica della sieropositività, nella quale la riservatezza dei dati viene garantita da un sistema crittato, viene fatta sui pazienti segnalati dai centri specializzati. Per avere un'idea dei numeri che potranno emergere, basti pensare che sui circa 3.000 pazienti in cura presso il centro di Carosi, circa 300 sono attualmente notificati.
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