(Fine delle danze) Nonostante centinaia di persone dimostrassero contro il matrimonio gay all'esterno del parlamento norvegese (i retrogradi esistono anche tra i fiordi, evidentemente), oggi pomeriggio lo Storting ha reso la Norvegia il quarto paese d'Europa (sesto nel mondo) a equiparare l'unione omosessuale a quella eterosessuale.
Gay e lesbiche norvegesi, già dal 1993 potevano godere di unioni civili che garantivano diritti pressoché identici al matrimonio etero. L' importante differenza è che però le adozioni congiunte erano precluse alle coppie gay, così come le lesbiche non potevano ricorrere alla fecondazione assistita.
Tuttavia, il governo laburista di Jens Stoltenberg ha ritenuto che il mantenimento di un contratto ad hoc per le coppie gay fosse ingiusto e discriminatorio e, seguendo le orme di Olanda, Belgio e Spagna, ha aperto il matrimonio civile alle coppie LGBT.
L'iniziativa dei Laburisti è stata appoggiata dai partner di governo dei Socialisti, ma non dal partito agrario di centro. Ciò ha reso necessario un appoggio esterno dall'opposizione di centrodestra. Mentre i Democristiani e il Partito del Progresso (maggiore partito del paese, destra populista) hanno negato il loro sostegno, i Conservatori e i Liberali hanno votato a favore del primo matrimonio LGBT di Scandinavia.
C'è da scommettere che la mossa di Oslo avrà particolare risonanza nel resto della regione. Già adesso il parlamento di Islanda ha istituito una commissione per studiare gli effetti dell'omoparentalità, mentre il governo di centrodestra della Svezia vorrebbe passare il matrimonio gay ma è tenuto in ostaggio dai Cristianodemocratici, partner junior della coalizione. La Danimarca, che fu il primo paese al mondo a introdurre le unioni civili (1989), potrebbe seguire in caso di vittoria dei Socialdemocratici, così come la Finlandia. Ma in entrambi i paesi le elezioni si svolgeranno tra non prima di 3 anni.
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