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venerdì 18 aprile 2008

Delanoë, il leader preferito dai socialisti francesi.

(Sfera pubblica) Il riconfermato sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, è il leader più apprezzato del Ps francese: un sondaggio rivela l’elevato grado di apprezzamento verso il primo cittadino parigino, davanti a Ségolène Royal, sconfitta da Nicholas Sarkozy ma ancora gradita al 19% dell’elettorato socialista. L’attuale presidente del Fmi, Dominique Strauss-Kahn, invece, viene percepito come il prossimo detentore della leadership, con un sostegno del 18% degli elettori di sinistra. Insomma, mentre Sarkò incontra le prime difficoltà di fiducia, il Parti socialiste cerca di riorganizzarsi sulla spinta dei buoni risultati conseguiti alle amministrative.

Capacità. Delanoë sfrutta un effetto positivo dal punto di vista di comunicazione: l’amministrazione di una metropoli come Parigi che lo ha lanciato sulla platea nazionale. Come per Wowereit a Berlino e Veltroni e Roma, il primo cittadino parigino è riuscito a gestire la città, costruendo l’immagine di politico capace di guidare una realtà complessa. La grande sconfitta di Delanoë, invece, è stata la mancata assegnazione delle Olimpiadi del 2012: evento che è costato molte critiche all’esponente socialista.

Omosessualità e ambientalismo. Nel 1999, due anni prima del suo mandato come sindaco di Parigi (carica che riveste dal marzo 2001), Delanoë ha annunciato in diretta televisiva la sua omosessualità, facendosi apprezzare per la sincerità (altro punto di contatto con Wowereit). La mossa di comunicazione, infatti, ha dissipato la possibilità di illazioni della stampa scandalistica. Sul piano amministrativo, inoltre, l’esponente socialista ha seguito un percorso ambientalista, sostenuto dalla galassia della gauche plurielle.

Rivali. Strauss-Kahn è percepito come leader capace, in virtù della grande esperienza politica, arricchita dalla presidenza del Fondo monetario internazionale. Per Delanoë, quindi, la sfida si profila complicata, benché possa capitalizzare la capacità di rottura rispetto al passato della gestione partitica. Più defilata la posizione di Royal, abile comunicatrice, ma che deve superare l’immagine da sconfitta tratteggiata dopo la vittoria di Sarkozy.

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