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venerdì 25 aprile 2008

Coniugi uccisi a Verona: Fermato un romeno a Civitavecchia. Movente sessuale.

(Tiscali notizie) Individuato grazie al telefono cellulare. Così è stato trovato Claudiu Stoleru, il giovane romeno fermato stamattina dai Carabinieri al porto di Civitavecchia e reo confesso dell'uccisione dei coniugi Luigi Meche e Luciana Rambaldo, massacrati ieri nella loro villetta a Lugagnano di Sona, in provincia di Verona.

Il presunto omicida lavorarva per Meche - Il nucleo investigativo dei carabinieri di Verona, subito dopo il duplice omicidio, ha setacciato la vita delle vittime e scoperto che Luigi Meche aveva una attività imprenditoriale, gestiva un gruppo di imbianchini, tutti rintracciati tranne uno. Il rumeno, appunto che da qualche giorno lavorava per l'ucciso e che aveva fornito un indirizzo vago ma era titolare di un telefono cellulare.

La fuga per la Sardegna - Dopo avere controllato gli alibi di tutti i collaboratori di Meche, i carabinieri hanno cercato di localizzare il giovane rumeno che è stato individuato nel porto di Civitavecchia, pronto ad imbarcarsi su un traghetto diretto ad Olbia. E' così scattata una operazione in grande stile per fermare il ventenne Claudiu Staleru.

Le presunte ragioni del massacro - Ammanettato e portato in caserma a Civitavecchia il rumeno ha confessato l'omicidio, spiegandone le ragioni nelle "attenzioni di carattere sessuale" dell'ucciso nei suoi confronti. Il giovane, secondo quanto si è appreso, avrebbe quindi raccontato che all'origine del duplice assassinio ci sarebbe un movente sessuale. Staleru ha detto che l'uomo gli chiedeva continuamente prestazioni sessuali e che lo bersagliava con le sue avance. Mercoledì il pensionato sarebbe stato più insistente del solito scatenando la violenta reazione del giovane. Dichiarazioni che i carabinieri prendono con le molle in attesa di riscontri dalla indagini scientifiche del Ris. Esclusa la pista della rapina.
Il sindaco: Pena esemplare e certa - ''Se anche la provocazione della pena di morte può servire da deterrente per fatti così barbari, allora ben venga''. Con queste parole il sindaco di Sona, Gualtiero Mazzi, ha commentato la notizia dell'arresto dell'assassino dei coniugi Meche. ''Se è vero che questo ragazzo ha confessato - afferma il sindaco appena eletto per la Lega Nord - possiamo dire che le forze dell'ordine hanno fatto il loro dovere in tempi rapidissimi. Adesso confidiamo in una pena esemplare e soprattutto certa. La comunità di Lugagnano e tutto il comune di Sona sono sconvolti per quello che è successo e in particolare per la ferocia con cui l'assassino si è accanito sulle sue vittime. I cittadini si sentono insicuri, poco protetti - prosegue il sindaco - e la prima richiesta che arriva anche a noi amministratori è quella di garantire maggiore sicurezza. Ecco perché è fondamentale che ci siano leggi che impediscano a criminali e assassini di tornare in libertà. Pene severe e soprattutto certe - conclude - Chi ammazza deve restare in carcere''.
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