"Se 20 anni fa l'età del primo rapporto era tra i 13 e i 15 anni, oggi si è spostata in avanti tra i 16 e i 18", spiega il sessuologo Franco Avenia, presidente Airs. Diverse le ragioni, a cominciare dalla paura dei ragazzi di non essere all'altezza della situazione.
Roma, 20 set. - (Adnkronos/Ign) - Ansia, senso di inadeguatezza, paura di fare brutte figure. A differenza dei loro coetanei di 20 anni fa, per gli adolescenti italiani di oggi, e in particolar modo per i maschi, la 'prima volta' rappresenta una vera e propria prova che spesso si preferisce rimandare piuttosto che affrontare subito.
"Se 20 anni fa l'età del primo rapporto sessuale era tra i 13 e i 15 anni, oggi si è spostata in avanti tra i 16 e i 18 - spiega Franco Avenia, presidente dell'Associazione italiana di sessuologia scientifica (Airs) - Le spiegazioni di questo 'ritardo' sono tante. A cominciare dalla paura di non essere all'altezza della situazione. Un senso di inadeguatezza che colpisce soprattutto i ragazzi che, per evitare presunte 'brutte figure', preferiscono rimandare".
La prima ragione di questo allungamento dei tempi, prosegue l'esperto, "è la paura delle malattie sessualmente trasmesse. Primo tra tutti l'Aids. C'è poi il fatto che oggi, in Occidente, il sesso ha smesso di essere trasgressivo, perché se ne vede e se ne parla tanto. E in più rispetto al passato, i giovani oggi hanno recuperato l'affettività". "Però le maggiori responsabilità - aggiunge Avenia - sono in questo caso del vero e proprio terrore che spesso attanaglia i ragazzi".
"Venti anni fa - ricorda il presidente dell'Airs - non si parlava così diffusamente di malattie sessuali e di disfunzioni. Oggi succede continuamente e queste informazioni, spesso distorte, finiscono per condizionare i giovani. Registriamo un numero crescente di problemi e disfunzioni a età sempre più precoci, ma nei ragazzi si tratta di problemi nel 99% dei casi di origine ansiosa".
L'esperto fornisce un quadro preoccupante: "Fino a qualche anno fa era impensabile trovare un paziente sotto i 50 anni nello studio del sessuologo o dell'andrologo. Oggi ci sono giorni in cui sembra di trovarsi in un liceo durante la pausa della ricreazione".
L'ansia da prestazione coinvolge anche le ragazze, pur se in minima parte. Ma le spiegazioni sono differenti: "Per i ragazzi il primo rapporto sessuale rappresenta un rito di passaggio dall'adolescenza all'età adulta, alla virilità. Le giovani invece temono il dolore, le gravidanze indesiderate. E sanno di compiere un atto irreversibile, che spesso si scontra con leggende o dettami religiosi e culturali".
In ogni caso la prima volta si è spostata in avanti per una "fuga dal sesso che parte prevalentemente dalle paure di lui. E non certo come potrebbero affermare alcuni, da una maggiore consapevolezza o responsabilità".
A sostegno di questa tesi Avenia ricorda che una ricerca condotta nel 2000 dall'Istituto superiore di Sanità aveva evidenziato che circa il 60% degli adolescenti faceva uso dei profilattici. "Una percentuale - dice - che oggi si è ridotta a meno del 50%. Un atteggiamento poco responsabile che la dice lunga sul fatto che i comportamenti sessuali non sono dettati da una maggiore conoscenza e informazione".
Il primo rapporto sessuale, infine, non solo arriva tardi rispetto al passato, "ma principalmente lascia i ragazzi insoddisfatti". Anche questa percezione fallimentare della prima volta può "creare problemi e allontanare gli adolescenti, rallentando la loro formazione della personalità, oltre che lo sviluppo sessuale".
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