(Federica Cravero - La Repubblica ) Bravi, nuotatori e gay. È una realtà consolidata a Torino quella del Gruppo Pesce, un team di una ventina di uomini dai venti ai cinquant´anni che da un po´ di tempo sono entrati a far parte del panorama del nuoto master, quello over 20. Gli allenamenti alla piscina Sospello stanno per riprendere dopo la pausa estiva ed è già iniziata la campagna tesseramenti (www.gruppopesce.org/torino).
Che siano omosessuali, in effetti, poco importa: quando si buttano in vasca sono solo degli atleti e degli avversari per le altre squadre. Ma il simbolo rainbow appiccicato sul costume è il segno di una rivendicazione politica che non nascondono. Troppi tabù da abbattere nello sport, dicono. Troppi atleti che non hanno il coraggio di manifestarsi. Ecco allora un modo per abbattere i pregiudizi. Tutto è iniziato quando in una mailing list qualcuno ha lanciato l´invito di andare a nuotare insieme. Quel manipolo di nuotatori nell´aprile 2005 si è costituito come Gruppo Pesce, seguendo le orme di Milano e Roma. Il gruppo, nonostante sia formato solo da omosessuali, è aperto a tutti: «Non facciamo certo il test d´ingresso», sorride il presidente dell´associazione, Marco Scala. Inoltre la maggior parte delle gare cui il Gruppo Pesce Torino partecipa sono quelle del calendario regionale della Uisp o quelle nazionali della Fin, anche se naturalmente va in trasferta in Italia e all´estero quando ci sono gare organizzate dagli altri gruppi omosessuali. «Certo in un mondo ideale non sarebbe necessario rivendicare il proprio orientamento sessuale anche per fare nuoto – continua Scala – ma questo non è un mondo ideale». E le altre squadre? «All´inizio la cosa veniva commentata un po´ sottovoce, ma poi hanno visto che eravamo bravi e vincevamo pure e hanno capito che facevamo sul serio».
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