Gli atleti
Gli azzurri in gara a Pechino saranno 346 (il nuoto e l’atletica la fanno da padroni con 71 e 49 atleti), contro i 377 di Atene 2004 (record nazionale). La diminuzione degli atleti è dovuta alla mancata qualificazione per Pechino di alcuni sport di squadra: baseball, basket, pallamano, hockey e softball. Per quanto riguarda le discipline individuali non siamo mai stati tanto presenti. Rispetto a quattro anni fa gareggeremo nel badminton (esordio assoluto), nel nuoto di fondo e nei pesi. La squadra detiene altri tre record assoluti rispetto al passato: maggior percentuale di donne (39,1), di ori olimpici (ben 35, uno ogni dieci atleti) e di medaglie (57). In confronto ad Atene la squadra è più esperta: ha un età media superiore (27,7 contro 27,3) e un minore numero di esordienti (186 contro 215).
Secondo i calcoli del Coni 152 atleti (ad Atene erano 119) hanno la possibilità di salire sul podio (fanno parte del club olimpico) e per loro nel 2008 sono stati stanziati 2,4 milioni di euro.
In cima alla classifica dei «medagliabili» ci sono i 24 componenti delle squadre di pallavolo maschile e femminile, poi 15 campioni della scherma, 15 canottieri, 13 nuotatori, 13 pallanuotiste, 10 ginnasti. A seguire vela (9), tiro a volo (8), atletica leggera e canoa (7 a testa). In squadra ci sono diversi pluriolimpionici. La veterana è la canoista Josefa Idem. Per lei sette olimpiadi, 2 con la Germania, 5 con l’Italia. Sei partecipazioni a testa per Andrea Benelli (tiro a volo) e Ilario Di Buò (tiro con l’arco). Quest’ultimo ha iniziato la sua esperienza a cinque cerchi nel 1984, a Los Angeles.
I premi
Un oro olimpico a Pechino varrà per gli atleti azzurri 140 mila euro (130 ad Atene), l’argento un po’ più della metà (75 mila, contro i 65 della Grecia) e il bronzo 50 mila (40 ad Atene). Il Coni, basandosi sulle 32 medaglie degli ultimi giochi olimpici, ha previsto una spesa 5 milioni e 225 mila euro. Ovviamente si tratta di uno dei pochi casi in cui il comitato olimpico sarebbe felice di aver sbagliato i conti. Per difetto.
Le spese per la spedizione
A partire dal 2005 il Coni ha investito per le Olimpiadi estive di Pechino 252 milioni e 219 mila euro, distribuiti tra le diverse federazioni per preparare i loro campioni. Nel 2008 la quota è stata di quasi 88 milioni. Ci sono, poi, i costi per la trasferta. Il comitato olimpico ha previsto di spendere circa 5 milioni di euro (4,9), a fronte di un rimborso del comitato organizzatore cinese di 600 mila euro. Ma quali sono le voci di spesa? Eccole: 2,3 milioni per Casa Italia, l’area hospitality più grande dei Giochi e l’affitto dell’adiacente campus universitario; 1 milione per le spese di viaggio; 650 mila per quelle di soggiorno (comprese le squadre fuori dal villaggio olimpico); 200 mila per i trasporti in Cina; 200 mila per il trasferimento di materiali e cavalli; 185 mila per consulenze e supporto a Pechino; 170 mila per l’acquisto di biglietti per gli stadi; 120 mila per le assicurazioni; 62 mila per la comunicazione. Le divise (firmate Freddy, un marchio italiano) per i componenti della delegazione ufficiale sono costate 1,325 milioni di euro, 347 mila dei quali per gli abiti della Cerimonia d’apertura dei Giochi. L’Italia sfilerà come centonovantunesima nazione, dopo la Nuova Zelanda e prima del Senegal, visto che si è deciso di seguire l’ordine alfabetico cinese.
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