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giovedì 24 luglio 2008

Il gay e la fidanzata. Omosessuali si diventa, scherza lei.

(Irene Spagnuolo - La Stampa) Con lui la storia inizia per uno di quegli accordi che forse le convenzioni conoscono fin troppo bene. Lei delusa dall’amore e interessata al benessere economico, lui gay e determinato a celarlo al mondo. Fare coppia è un buon affare per entrambi. La libertà è garantita, le facciate per certi condizionamenti sono salve.

Stanno bene insieme, complici e soci. Non c’è amore. Ma un rispetto incondizionato, emozionante e profondo. Una sintonia che cresce con il tempo e che attenua perfino il meschino disegno iniziale. Trovano una sorta di equilibrio e di felicità insieme.

Lui non ha che rapporti occasionali, nessun romanticismo fuori dalla sua vita con lei, nessun legame. Lei sembra non cercare altro che quella serenità delicata. Fino ad un giorno, uno strano giorno di primavera, di quelli che risvegliano qualche senso e ne impigriscono altri. Scivolano in letargo controllo, sobrietà e docilità, si agitano sogni e desideri.

Lei incontra una giovane collega, esuberante ed energica, fresca e sensuale. Si sente attratta, fortemente. E’ confusa dalla intraprendenza della giovane, dagli approcci espliciti e irruenti. Ma si sente senza difese. E non ha voglia di farsi domande, di scappare, di frenare gli impulsi. Lascia che gli attimi divorino i corpi.

Solo dopo, stretta in un abbraccio morbido, resta a lungo in silenzio. Trattiene il fiato. Vorrebbe andarsene. Pensare. Capire. Ha paura delle parole che potrebbe sentire e ha paura di doverne pronunciare. Ha bisogno di una corsa nel parco, da sola. L’amante meravigliosamente la accarezza e lieve le sussurra comprensione. Poi si alza e si allontana. Lei può sgusciare fuori dal letto tranquilla, infilarsi i vestiti in fretta e sgattaiolare fuori da quella camera ammobiliata. Quasi non ricorda come ci è arrivata lì, dopo l’ufficio.

E’ ormai buio. Ma non si ferma. Corre, corre nel parco. E piange. Fino a quando non ci sono più lacrime. La lucidità arriva improvvisa. Le scappa un sorriso. Rallenta il passo, respira profondamente. E torna alla macchina. Guarda in su, la camera ammobiliata è illuminata. Mette in moto e parte. Ride, ride mentre guida e pensa al suo strano destino. Ride e si sente un’altra donna, con un’altra vita in mano, con un passato delizioso e un presente che finalmente glielo rende chiaro!

E’ stato lui. Si, è stato lui. A mandarle lei. Sapeva che era giunto il momento, sapeva che era pronta. E’ stato lui a farle amare l’amore, a consegnarle l’anima sgombra da quelle catene che la strozzavano. Pensieri rapidi. Troppa eccitazione, troppa euforia, troppi stimoli tutti insieme…Non può mettere in ordine tutto. Arriva a casa e trova lui, in poltrona, un libro in mano che ha l’aria di non leggere, una sigaretta aspirata avidamente, uno sguardo curioso e intimorito. Non si aspettava fosse già rientrato. Ecco, è il momento. Lui leggerà i segni della sua passione nel viso sconvolto, negli occhi sfuggenti, nelle mani nervose.

E’ tradimento? Così le scoppia nel petto qualcosa che le sarebbe sembrato ridicolo fino a qualche ora prima. E’ frastornata. Loro non sono amanti, loro…loro non sono una coppia vera, pensa. Eppure…E quello sguardo curioso e intimorito le si è incollato addosso: un dubbio, una lama, un dolore. Ma sotto la doccia tornano tutte le sensazioni che l’hanno fatta godere nella camera ammobiliata. Sente sulla pelle il profumo e i brividi. Si mette un pigiama e a passo deciso entra in salotto. Lui è ancora immobile, come prima.

Tutto bene? Chiede lui. E adesso il suo sorriso è come una carezza.

A lei sembra di avere la febbre mentre gli racconta tutto, concitata e tremante.

Quella sera fanno l’amore per la prima ed unica volta. E’ un rapporto dolcissimo, quasi irreale. Si addormentano, esausti, stretti uno all’altra. Per l’ultima notte.

Forse una purezza rara. Il gay e la sua fidanzata si commuovono ancora oggi per la loro storia.

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