(Enrico Oliari*) Leggendo l'intervista che è stata rivolta a me e ad altri esponenti di GayLib sul numero di aprile del mensile omosessuale Pride, ho provato una profonda delusione. Sarà che, con il cambiamento del direttore si è alla ricerca di una nuova linea editoriale, sarà che siamo sotto campagna elettorale, ma quello che è certo è che con oggi si interrompe la mia collaborazione con la rivista milanese, un lavoro portato avanti con entusiasmo per anni partecipando alla rubrica "Voci dell'altra sponda" e ad altri servizi, ovvero le mie interviste ad Alina Castro, la figlia del Leader Maximo, a Marco, un omosessuale italiano condannato per sodomia in Tunisia, a Khalid, un giovane omosessuale in fuga dall'Afghanistan dei talebani, a Giovanni, un omosessuale diversamente abile (una delle prime interviste del genere), a Marcello Veneziani, a Ercolina Milanesi, a Paolo Karatossidis, e si potrebbe continuare a lungo.
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