Eva Mendes in una scena hot ne "I padroni della notte".
(Marco Giovannini - Panorama) Primo piano sulla faccia da macho di lui, camicia rossa e narici frementi nel momento in cui scopre lei, abitino da sera paillettato nero, calze velate e posa da gatta, che si masturba sul divano. Inginocchiato sulla moquette comincia a carezzarle le gambe. Poi cerca di aiutarla a finire quello che ha cominciato da sola. Il tutto subito dopo i titoli di testa di I padroni della notte, con le mani di lui che sembrano muoversi al ritmo della canzone Heart of glass cantata da Blondie, cioè Debbie Harry, così come le gambe e il ventre di lei.
Lo spettatore che a questo punto avesse l’imperdonabile prontezza di riflessi di distogliere gli occhi dallo schermo e buttarli sul suo orologio, scoprirebbe con sorpresa che la scena dura meno di due minuti, anche se magari gli resterà nella memoria.
Diverso il caso dei due amanti di mezz’età che irrompono sullo schermo subito dopo i titoli di testa di Onora il padre e la madre e per quattro minuti gemono, sospirano e grugniscono producendosi in una scena già definita “animalesca”, moltiplicata dagli specchi della camera d’albergo in cui si svolge.
La prima coppia era vestita, la seconda nuda, unica differenza di due quadretti che sembrano più l’incipit di una produzione di quella Hollywood alternativa che è la San Fernando Valley, la Disneyland dei film a luci rosse. Ma non è affatto così, i quattro protagonisti non sono sconosciuti attori di produzioni vietate ai minori. Anzi, sono divi celebri, hanno vinto tre Oscar. Trattasi, in ordine di apparizione, di Joaquin Phoenix ed Eva Mendes, Philip Seymour Hoffman e Marisa Tomei.
“Volevo cominciare il film con un botto” confessa il regista di I padroni della notte James Gray. “E in una storia noir ci sono solo due modi: o uccidi qualcuno o gli fai fare l’amore”. Così è nata, a tavolino, quella scena. Qualche critico ha detto che I padroni della notte somiglia a The departed, il film con cui Martin Scorsese vinse l’anno scorso l’Oscar. Ma Scorsese, ex seminarista, non ha avuto il coraggio di montare per intero una scena di sesso a tre fra Jack Nicholson e due prostitute che prevedeva anche l’uso di un fallo finto, dirottandone alcuni spezzoni agli extra del dvd.
“La sceneggiatura di Onora il padre e la madre non è mia, però quella scena di sesso sì, l’ho aggiunta. Serviva per entrare subito nei corpi e nelle anime dei personaggi. Il sesso al cinema serve se è drammaturgico” teorizza Sidney Lumet, 83 anni, passato alla storia anche per aver costretto la censura, nel lontano 1965, a dargli il nullaosta per la visione di un seno nudo in L’uomo del banco dei pegni.
Onora il padre e la madre, completamente dimenticato dagli Oscar (anche se era nella classifica dei migliori film 2007 di 21 critici), ha fatto vincere a Marisa Tomei The breast of the year, il premio per il nudo (è un gioco di parole fra breast, seno, e best, migliore). A 49 anni, sono soddisfazioni: “Non sono mai stata così nuda neanche in spiaggia. Prima di girare il film abbiamo provato per due settimane” ha raccontato Tomei.
Più cauta Eva Mendes, 33 anni, che ha una famiglia molto tradizionale: “Ho chiesto ai miei genitori di andare a vedere I padroni della notte con 15 minuti di ritardo”. Un trucco che aveva già usato per il suo film d’esordio, Training day, in cui era brevemente apparsa senza gli slip.
Se non ridono i genitori di Eva al nudo della figlia, lo fanno gli spettatori della commedia un po’ blasfema sui Dieci comandamenti diretta da David Wain. Una pellicola punteggiata dai riferimenti al sesso. Nell’episodio Non nominare il nome di Dio invano Gretchen Moll fa l’amore con un Gesù messicano. In quello Non desiderare la donna d’altri due galeotti si contendono le grazie di un terzo. Surreale l’episodio Non rubare in cui una Wynona Rider fresca sposina prende una sbandata per la marionetta di un ventriloquo, la rapisce e ci fa sesso sfrenato.
Questa febbre sessuale non colpisce tutta Hollywood. “Vedremo mai un nudo frontale di Tom Hanks e una scena in cui si rotola nelle lenzuola con Julia Roberts?” si è chiesto il mensile Movie maker a proposito del film Charlie Wilson’s war. Qui Hanks mostra il sedere per poi riapparire a letto con Roberts, immobile e con le lenzuola fino al collo, come si usava negli anni Sessanta (fino al 1950 la macchina da presa si fermava fuori dalla camera da letto).
È possibilista Jim McBride, uno che con lo pseudonimo di Mr Skin ha creato un impero: seleziona tutti i nudi dei film e li mette in rete sul suo sito a 29,99 dollari al mese. “Mi invitano a parlare alla radio almeno 300 giorni l’anno” sostiene McBride. “Le case di produzione lo sanno e ne tengono conto, mica sono stupide”.
La sua Skincyclopedia con 175 mila fra foto e filmati gli ha fatto guadagnare l’anno scorso 5,3 milioni di dollari. Quando il suo sito è stato parodiato nel film Molto incinta, i contatti sono aumentati del 35 per cento, sfiorando i 3 milioni. Anziché fargli causa, le major gli passano sottobanco le clip più osé.
Anche il regista Wes Anderson ha messo a disposizione in rete, su iTunes i 13 minuti di Hotel Chevalier, in cui Natalie Portman appariva nuda. Dopo che la sequenza è stata scaricata da 500 mila persone l’ha mandata in sala per accompagnare il suo film Il treno per Darjeeling di cui era un prequel.
Sono già cominciate le grandi manovre per accaparrarsi le due scene più chiacchierate: la doccia omosex di Sean Penn e James Franco in Milk di Gus Van Sant e il triangolo del film di Woody Allen girato a Barcellona: un duetto saffico fra Scarlett Johansson e Penélope Cruz, che diventa un trio con la partecipazione di Javier Bardem. Non saranno Tom Hanks e Julia Roberts, ma ci andiamo vicino.
-
Nessun commento:
Posta un commento