(Il Giornale) Certo sarebbe meglio ricordare lei, il suo viso grazioso e i begli occhioni azzurri, che non le smorfie del povero Mastella o la faccia granitica di un Visco, come volto-simbolo del governo Prodi. Eppure se si eccettua qualche gaffe e poche uscite pubbliche in tailleur poco rimane dell’anno e mezzo di Giovanna «Settebellezze» in versione ministro.
Peccato perché all’eterna giovane quota rosa degli ex diessini avevano cucito addosso un dicastero che era perfetto. I giovani, lo sport, la cultura della salute e bla bla bla. Ma se si facesse un quiz a sorpresa tra la gente per strada, chiunque farebbe scena muta sull’azione della Melandri allo Sport e Politiche giovanili. Si dirà, è stata sfortunata poverina: calciopoli, la violenza negli stadi, mica un bel periodo per passare alla storia come bravo ministro. Ha provato, senza fortuna, a mettere il cappello sulla vittoria azzurra ai mondiali. Qualcuno dubita del suo talento politico. Goffredo Bettini, deus ex machina del Pd, si lasciò sfuggire un commento micidiale su di lei, «è tanto carina ma di politica non capisce un ca...». La smentita successiva non servì a molto, ormai il veleno era circolato.
Oddio, la Melandri negli ultimi giorni si sta dando da fare. All’incirca da quando è una delle poche donne candidate dal Pd. Prendete la battaglia contro l’anoressia. La ministra ha prodotto un libro, un codice etico per gli stilisti, un bel po’ di raccomandazioni alle ragazze taglia over 42, ma provvedimenti zero. Invece ora, con le elezioni alle porte, zac!, ecco che arriva un milione di euro per finanziare ad aprile una campagna sui mass media. Poi ci sono le prebende per sedurre l’elettorato progressista che rischia di scivolare a sinistra. Ecco un finanziamento alla Homeless World cup 2009, un torneo di calcetto per i poveracci senza un tetto: 47mila euro per campi e attrezzature. Forse sarebbe stato più utile darli direttamente a loro. E poi i gay, meglio averceli dalla nostra parte, pensano al loft. E anche «miss Montecitorio» si è attrezzata per la bisogna. È così che nell’elenco di manifestazioni sportive finanziate dal ministero della Melandri compaiono le olimpiadi degli omosessuali. Sì proprio così. Si chiamano «Gay & lesbian games», organizzazione dell’Arcigay di Roma. L’edizione del 2009 godrà (nel senso di beneficiare) di 55mila euro da parte del suo ministero. In cosa consistano le olimpiadi dei gay non sappiamo. Ma la Melandri è comunque festante: «Oggi il Torneo Gay, domani la candidatura di Roma per le Olimpiadi Gay del 2011!», promette. Chissà se basterà a convincerli a votarla.
Perché alla Melandri, diciamolo, ogni tanto scappa qualche bugia. Come quando giurò di non aver passato il capodanno nella villa di Flavio Briatore a Malindi, Kenya. Disse anche di essere «profondamente rammaricata» perché L’Espresso aveva messo in circolazione questa falsità. Peccato che qualche giorno dopo vennero fuori le sue foto, in pareo nella villa di Briatore, presa da un ballo tipo cubista in discoteca. La Giovanna è un po’ così, dice una cosa e poi ne fa un’altra. Come la battaglia per la scuola pubblica. Domanda: dove manda i figli la Melandri. Al privatissimo Istituto San Giuseppe di Roma. Un po’ inaffidabile. Ma è tanto carina.
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Oddio, la Melandri negli ultimi giorni si sta dando da fare. All’incirca da quando è una delle poche donne candidate dal Pd. Prendete la battaglia contro l’anoressia. La ministra ha prodotto un libro, un codice etico per gli stilisti, un bel po’ di raccomandazioni alle ragazze taglia over 42, ma provvedimenti zero. Invece ora, con le elezioni alle porte, zac!, ecco che arriva un milione di euro per finanziare ad aprile una campagna sui mass media. Poi ci sono le prebende per sedurre l’elettorato progressista che rischia di scivolare a sinistra. Ecco un finanziamento alla Homeless World cup 2009, un torneo di calcetto per i poveracci senza un tetto: 47mila euro per campi e attrezzature. Forse sarebbe stato più utile darli direttamente a loro. E poi i gay, meglio averceli dalla nostra parte, pensano al loft. E anche «miss Montecitorio» si è attrezzata per la bisogna. È così che nell’elenco di manifestazioni sportive finanziate dal ministero della Melandri compaiono le olimpiadi degli omosessuali. Sì proprio così. Si chiamano «Gay & lesbian games», organizzazione dell’Arcigay di Roma. L’edizione del 2009 godrà (nel senso di beneficiare) di 55mila euro da parte del suo ministero. In cosa consistano le olimpiadi dei gay non sappiamo. Ma la Melandri è comunque festante: «Oggi il Torneo Gay, domani la candidatura di Roma per le Olimpiadi Gay del 2011!», promette. Chissà se basterà a convincerli a votarla.
Perché alla Melandri, diciamolo, ogni tanto scappa qualche bugia. Come quando giurò di non aver passato il capodanno nella villa di Flavio Briatore a Malindi, Kenya. Disse anche di essere «profondamente rammaricata» perché L’Espresso aveva messo in circolazione questa falsità. Peccato che qualche giorno dopo vennero fuori le sue foto, in pareo nella villa di Briatore, presa da un ballo tipo cubista in discoteca. La Giovanna è un po’ così, dice una cosa e poi ne fa un’altra. Come la battaglia per la scuola pubblica. Domanda: dove manda i figli la Melandri. Al privatissimo Istituto San Giuseppe di Roma. Un po’ inaffidabile. Ma è tanto carina.
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