(Emanuele Ottolenghi - Il Riformista) Fonti diplomatiche della Farnesina e della Fao confermano che il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad sarà a Roma la settimana prossima per partecipare a una conferenza della Fao che si terrà dal 3 al 5 giugno. L’Italia non ha invitato Ahmadinejad ma per dovere d’ospitalità alla Fao che a Roma ha sede, non può certo evitare la visita. Quello che può però fare è evitare che la visita romana di Ahmadinejad venga strumentalizzata dal presidente iraniano per dar l’impressione - in Iran come all’estero - che le sue politiche e la sua retorica non gl’impediscono d’intrattenere normali rapporti con paesi occidentali.
L’Iran di Ahmadinejad è un paese che viola sistematicamente i diritti civili degli omosessuali, dei sindacalisti indipendenti, delle donne, delle minoranze religiose e degli oppositori politici. E un paese che viola il Trattato di Non Proliferazione di cui è firmatario, alla ricerca di un’arma atomica che potrebbe stravolgere i fragili equilibri della regione e mettere in pericolo la sicurezza dell’Europa. Ed è un paese che fomenta l’instabilità in tutto il medio oriente, sostenendo Hezbollah in Libano, Hamas a Gaza, la guerriglia sciita in Yemen, l’armata del Mahdi e Moqtada al-Sadr in Iraq e i Talebani inAfghanistan Infine Ahmadinejad ha abbracciato la causa del negazionismo dell’Olocausto, rincarandola con una retorica che incita al genocidio contro Israele, in chiara violazione della carta dell’Onu di cui l’Iran e Israele fanno parte, e in chiara violazione della convenzione internazionale contro il genocidio.
Tutti questi sono motivi buoni per considerare il presidente iraniano persona non grata e snobbarlo durante la sua visita. Inevitabili naturalmente gli obblighi minimi che derivano dalle norme internazionali. Ma ci auguriamo che, al di là dello stretto necessario, il nostro neoeletto governo si rifiuti di concedere udienza di alcun tipo al presidente iraniano e che non ci sia nessun incontro bilaterale di qualsiasi livello. Allo stesso modo, speriamo che l’opposizione - sia quella parlamentare che quella rimasta fuori - agisca in maniera altrettanto responsabile e non ceda alla tentazione di una sua politica estera alternativa. Parimenti, contiamo sul neoeletto sindaco di Roma a non aprire le porte della città a un incontro ufficiale con Ahmadinejad - che merita d’essere ignorato dalle autorità italiane non meno che da quelle romane. Al sindaco di Roma in particolare vorremmo chiedere di considerare la seguente iniziativa. Di recente il leader studentesco Ali Nikou-Nesbati è stato condannato da una corte di Teheran a cinque mesi di prigione e dieci frustate per aver messo in pericolo la sicurezza nazionale, specificamente per aver criticato un recente discorso di Ahmadinejad all’università. Perché non ripagare l’Iran con la stessa moneta dunque, ribattezzando parte della strada dove si trova l’ambasciata iraniana con il nome di Nikou-Nesbati odi altri iraniani perseguitati dal regime? Certo, l’ambasciata iraniana a Roma si trova a via Nomentana 361 - e non ci si può aspettare che Alemanno cancelli dallo stradario la via Nomentana per fare un dispetto ad Ahmadinejad. Ma potrebbe avviare un provvedimento per ribattezzare solo il numero civico 361 - come fece il presidente americano Ronald Reagan negli anni ottanta, allorché cambiò un mezzo isolato della sedicesima strada di Washington in "Sakharov Plaza" proprio dove si trovava l’ambasciata dell’Urss. Pensate un po’ - ogni qualvolta un funzionario iraniano deve scrivere alla propria ambasciata a Roma dovrà rammentarsi di un perseguitato politico del regime; ogni qualvolta l’ambasciatore iraniano riceve posta, gli sarà ricordato come il suo governo tratta gli oppositori politici.
La dedica, almeno provvisoria, del nuovo indirizzo potrebbe avvenire alla vigilia dell’arrivo di Ahmadinejad a Roma, con una breve ma significativa manifestazione. Sarebbe un’ulteriore occasione per mostrare all’opinione pubblica il vero volto del regime iraniano e dar motivo a chi guida quel paese di rendersi conto che la nostra opposizione all’Iran non ha a che vedere né con il suo popolo né con la sua storia, cultura e società. Sono le politiche iraniane che suscitano il nostro orrore a cagione della brutalità con cui l’Iran tratta i suoi cittadini e l’arroganza con cui minaccia i suoi vicini. E speriamo che la visita romana di Ahmadinejad diventi un’occasione per le autorità italiane e la società civile di registrare il loro disappunto nei confronti di quelle politiche e di chi le rappresenta.
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Ndr. Questo Blog aderisce all'appello del Riformista contro la visita del tiranno assassino omofobo e antisemita Ahmerdinejad a Roma.
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