Presenti 2 eurodeputati. Amnesty: clima discriminazione diffusa.
(Apcom) Domani a Riga i gay, bisessuali e transessuali scendono in piazza per il Gay Pride 2008, che sfilerà lungo il fiume nonostante l'ostilità dichiarata della Chiesa cattolica e della 'indifferenza' delle autorità comunali, che hanno chiesto ai cittadini di "ignorare" l'evento.
A prendere una posizione più netta è stato il cardinale Janis Pujats (nella foto), il quale ha scritto al premier, al ministro dell'Interno e al sindaco di Riga chiedendo che la manifestazione venga dichiarata "illegale" in base ai dettami della Costituzione. "In primo luogo perché è diretta contro la moralità e il modello della famiglia esistente nella nostra nazione e protetto dalle leggi fondamentali dello Stato. In secondo luogo, l'omossessualità è contro la natura, e quindi contro le leggi di Dio. Terzo, gli omosessuali rivendicano illegalmente i diritti di minoranza", accusa Pujats.
Il cardinale spiega che le minoranze si distinguono dagli altri "per questioni di nazionalità, lingua, razza, colore della pelle e altre caratteristiche neutre, ma non in base ai valori morali.
Questo - ammonisce - vuol dire che non ci possono essere minoranze di alcolizzati, omosessuali, tossicodipendenti o qualsiasi altro gruppo se si tratta di una minoranza basata su orientamenti immorali."
Al Gay Pride lettone parteciperanno due eurodeputati, l'euroscettica svedese Hélène Goudin e la liberale olandese Sophie In't Veld, che ha chiesto di essere ricevuta dal premier e dal ministro all'Integrazione sociale. Sarà presente anche Amnesty International, inclusa la filiale italiana, che in un comunicato denuncia il "clima di discriminazione diffusa" contro i gay in Lettonia. "Gli ultimi tre Riga Pride si sono svolti in un contesto di grande tensione, con ripetuti attacchi nei confronti dei manifestanti", ricorda l'Ong.
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