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domenica 4 maggio 2008

Disprezza gli omosessuali il nuovo sindaco conservatore di Londra.

«Le unioni omosessuali? Ridicole, se permettiamo a due gay di sposarsi, allora consacriamo anche i matrimoni fra tre gay o fra due gay e un cane».
(Guido Santevecchi - Il Corriere della Sera) Ora dice che il suo eroe è Pericle e promette per Londra «un'età d'oro come quella dell'antica Atene». Ma in passato ha anche buttato lì che «votare conservatore fa venire il seno più grosso alle mogli».
Questo è il nuovo sindaco di Londra: Alexander Boris de Pfeffel Johnson, un po' genio un po' clown.
La settimana scorsa gli era arrivato l'appoggio del Sun, il quotidiano popolare di Rupert Murdoch che vende più di tre milioni di copie al giorno. E che ama dare il suo endorsement solo ai vincenti. Nel 1992 il tabloid aveva dato il bacio della morte al laburista Neil Kinnock con il titolo: «Se vince Kinnock, l'ultimo cittadino a lasciare la Gran Bretagna spenga la luce». Dopo, conquistato da Tony Blair, Murdoch si era schierato sempre con i laburisti. Questa volta, per Londra, ha gettato il suo peso sulla bilancia di Boris (come lo chiamano tutti, amici e avversari), il candidato conservatore, deputato, ex giornalista, autore di libri sulla storia dell'antica Roma. Ma anche gaffeur, intrattenitore tv, buffoon per calcolo e per natura. Spostare il Sun può contare molto anche per il futuro della politica nazionale. Dopo otto anni di regno di Ken «il rosso» Livingstone che ha rilanciato l'immagine di Londra, inventato la tassa sul traffico, ottenuto le Olimpiadi del 2012, può essere Boris l'uomo giusto per gestire un bilancio da 11 miliardi di sterline l'anno? A 44 anni, il nuovo sindaco ha nella sua biografia una moglie, quattro figli e almeno due storie extraconiugali (negate oltre i confini dell'evidenza).

BATTUTE POLITICAMENTE SCORRETTE - Delle battute politicamente ultrascorrette si è perso il conto: «Le unioni omosessuali? Ridicole, se permettiamo a due gay di sposarsi, allora consacriamo anche i matrimoni fra tre gay o fra due gay e un cane»; ha insultato intere città: Portsmouth, glorioso porto nel Sud, definendolo «culla di drogati, obesi, falliti e deputati laburisti» e Liverpool «patria di vittimisti». Non ha trascurato escursioni internazionali, dando dei «cannibali » ai governanti di Papua e «negretti» ai popoli del Commonwealth. Poi è venuta la candidatura a sindaco. Ed è cambiato. Capelli più corti e lingua a freno. Basta battute pericolose, solo qualche gioco di parole corretto, tipo: «Io sono un melting pot umano: la mia bisnonna era una schiava circassa e fu comprata dal mio bisnonno turco». E pare che sia anche vero.

AFFLUENZA RECORD ALLE URNE - Ha capitalizzato sull'effetto-stanchezza degli elettori nei confronti di Livingstone. E i londinesi sono andati alle urne in numeri record per queste parti: affluenza al 45 per cento. Più 10% rispetto al 2004. Boris ha vinto con uno scarto di 140 mila voti, 6 punti. La campagna non ha evidenziato grandi differenze nei programmi dei due avversari. Gli elettori hanno aspettative di centro: sicurezza, trasporti, case. E il sindaco di Londra ha competenza su polizia, rete dei trasporti, pianificazione urbanistica, cultura, ambiente e sviluppo economico. Tutti d'accordo sul fatto che servano ancora più poliziotti nelle strade, risparmi nella burocrazia e case a prezzi abbordabili. Sui mezzi pubblici si è assistito a uno scontro da commedia: Johnson lanciato in una crociata contro i bendy bus, gli autobus snodati introdotti da Livingstone al posto dei vecchi routemaster rossi a due piani, senza la porta di dietro, che permettevano di saltar su e giù in corsa. Boris ha promesso di rottamarli perché li giudica goffi e pericolosi per i ciclisti (lui va in bicicletta). Ha aggiunto la promessa di cacciare gli ubriachi da autobus e metropolitana. Idee misere per un sindaco di Londra? Johnson finora ha amministrato solo una rivista da 70 mila lettori (lo Spectator) e Livingstone gli ha rinfacciato di non avere esperienza. Boris non ha resistito e ha gridato: «Sì, ma ho dimostrato leadership, decidevo io dove dovevamo andare a pranzo con i colleghi ». E negli ultimissimi giorni, sentendo arrivare la vittoria, si è lasciato andare di nuovo: «Cocaina? Forse ai tempi di Oxford, a una festa me l'hanno offerta, ma mi ha fatto starnutire » (questa battuta l'ha rubata a Woody Allen).

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