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martedì 1 aprile 2008

Washington. Ucciso a scuola perchè gay ed effeminato. Aveva 15 anni.

A sparargli un compagno di classe, infastidito dai suoi modi effeminati. Larry, nuova icona della tolleranza. Aveva 15 anni.
La comunità omosessuale gli dedica la «giornata del silenzio».
L'allarme: secondo un sondaggio, il 64 per cento degli studenti gay subisce provocazioni verbali e fisiche.

(Paolo Valentino Veglia - Il Corriere della Sera) Sull'uniforme della scuola, pantaloni blu e camicia bianca, Larry King amava indossare stivaletti fucsia con un tacco di 9 centimetri. Portava gli orecchini, metteva rossetto e mascara, si laccava le unghie. Larry aveva 15 anni ed era gay. Non faceva nulla per nasconderlo. E poco sembrava importargli dei lazzi, delle battute e delle ingiurie, dei tovaglioli bagnati che volavano al suo passaggio nei corridoi, nelle aule o nelle toilette della E.O. Green Junior High School di Oxnard, una cittadina di 60 mila abitanti in California. Larry rispondeva a tono. Provava a mettere in imbarazzo quelli che lo insultavano, facendo battute caustiche.

Brandon McInerney, 14 anni, era tra i più accaniti nel dileggio anti-gay di Larry. Ma invece di arrabbiarsi, King gli aveva detto che lui gli piaceva. E molto. Anzi, pochi giorni prima del 14 febbraio gli aveva chiesto: «Do you want to be my Valentine? ». Il 12 febbraio, mentre Larry King lavorava al computer nel laboratorio della scuola, Brandon gli è arrivato alle spalle, ha tirato fuori una pistola e gli ha sparato un colpo alla testa. È morto due giorni dopo.

Incriminato per omicidio premeditato, con l'aggravante di aver agito spinto dalla tendenza sessuale della vittima, Brandon McInerney rischia ora l'ergastolo. Il suo delitto ha sconvolto genitori, insegnanti e studenti di tutto il Paese. Ma soprattutto ha riaperto una polemica nazionale sulla scarsa attenzione che le scuole americane dedicano al problema della tolleranza fra gli studenti, la mancanza di programmi specifici e l'assenza di regole che proibiscano esplicitamente il bullismo o l'harassement basati sull'orientamento sessuale. Quello di King non è il primo caso del genere. La memoria è subito andata a quello di Matthew Shepard, lo studente del Wyoming ucciso da due coetanei perché gay. O più indietro nel tempo, di Brandon Teena, il transessuale del Nebraska massacrato nel 1994 perché non testimoniasse al processo contro i suoi stupratori, la cui vicenda ispirò il film «Boys don't cry».
La comunità gay è in allarme, preoccupata che il caso di Larry sia la conseguenza estrema di un fenomeno crescente ma spesso ignorato.

Un'indagine del 2005, condotta dal gruppo di auto- difesa Gay, Lesbian and Straight Education Network, ha rivelato che il 64% degli studenti e studentesse omosessuali è oggetto di provocazione verbale e fisica a scuola e che il 30% di loro ha perso almeno un giorno di lezioni nel mese precedente, preoccupati della propria incolumità. Il gruppo ha deciso di dedicare a Larry una «giornata del silenzio» il 25 aprile prossimo. «Larry non era un cittadino di seconda classe, come io non una cittadina di seconda classe», ha detto nel suo popolarissimo talk-show Ellen De Generes, comica e gay dichiarata. Secondo Carolyn Laub, direttore dello Straigh Education Network, «con sempre più studenti che riconoscono prima la loro identità sessuale, le nostre scuole devono porsi il problema di insegnare il rispetto della diversità basata sul genere e sulla tendenza sessuale, la morte di Larry deve servirci da monito».

Mentre i club per gay, lesbiche e bisessuali sono in crescita nelle scuole superiori americane, 650 soltanto in California, nelle medie il fenomeno è ancora poco conosciuto e incoraggiato, «Larry King aveva una voce straordinaria, avrebbe cantato l'inno nazionale all'apertura della stagione di baseball », ha raccontato Avery Laskey, 13 anni, un'amica dai tempi della scuola elementare. Quanto a McInerney, si sa che amava le arti marziali e si era arruolato negli Young Marines.

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