Ma il prossimo 9 marzo – nonostante la presenza di 92 liste – il vero duello sarà fra il premier uscente Zapatero (Partito socialista) ed il Partido Popular di Mariano Rajoy.
(Francesco Cerri - La Gazzetta del Mezzogiorno) Tutti assieme appassionatamente con la speranza di conquistare un seggio in parlamento o almeno di ottenere visibilità e così in corsa per le elezioni politiche spagnole del 9 marzo – da oggi la campagna ufficiale è aperta – ci sono 92 liste: oltre ai partiti tradizionali, movimenti anticorrida, contro il fumo per il cannabis libero, e c'è anche un partito formato solo da gay e lesbiche.
Certo la vittoria, la sera del 9 marzo, si giocherà fra il Psoe del premier uscente Josè Luis Zapatero e lo sfidante del Partido Popular Mariano Rajoy. Gli ultimi sondaggi li danno testa a testa, con ancora un lieve vantaggio per i socialisti nelle intenzioni di voto ma molto vicini in seggi. Quello dell’ emittente “Cadena Ser”, vicina al Psoe, pubblicato questa mattina dava i socialisti al 41,5%, i popolari, in continua rimonta, al 40%. In seggi le proiezioni di Cadena Ser per la prima volta non escludono nulla: vittoria socialista, pareggio tecnico, vittoria del Pp. Il Psoe potrebbe ottenere infatti fra 155 e 164 deputati, il Pp fra 158 e 161.
Ma per la maggior parte degli altri, quasi 90 altri partiti in corsa per il 9 marzo, chi vincerà forse non è la cosa più importante. Meno di una decina approderà in parlamento: Izquierda Unida (Iu), la coalizione di comunisti e Verdi, arriverà terza con circa il 5%, poi ci sarà la solita mezza dozzina di partiti nazionalisti catalani, baschi, galiziani, che su scala nazionale rimarranno sotto il 5%. Il resto è una grande incognita.
Fra i nuovi partiti c'è quest’anno quello antitaurino Pacma (Partido Antitaurino contra el Maltrato Animal), coalizione di movimenti animalisti. Ha presentato liste in 45 delle 52 circoszrizioni nazionali e ha quindi diritto a spot gratuiti in Tv. In corsa c'è anche il Partido por las Libertades Civiles (Plic) formato esclusivamente da gay, lesbiche e transessuali, che chiede una «situazione di normalità». La Rapresentacion Cannabica Navarra (Rcn-Nok) rivendica la legalizzazione del “cannabis ludico” per gli adulti mentre il Partido de los No-Fumadores (Pnf) scende in campo per ottenere una legge che vieti effettivamente il fumo in bar e ristoranti. Quella attuale, molto blanda, è largamente disattesa in tutto il Paese e soprattutto a Madrid, dove i locali rimangono per la maggior parte invasi dal fumo.
In lizza c'è pure il Partido per un Mundo mas Justo (Pum+J), con candidati in tutte le circoscrizioni e un bilancio di campagna di 1500 euro, che lotta contro la povertà. Ci sono anche due movimenti che vogliono ripristinare «l'unità» della Spagna e ridurre le autonomie di catalani, baschi o galiziani, il Puede e la Accion por la Justicia, l’Assemblea per il Voto Elettronico che si propone di fare votare le decisioni del parlamento direttamente dai cittadini via internet, una decina di partiti “falangisti” di estrema destra, due anti-immigranti e la lista di un programma televisivo.
In chiave pubblicitaria la comica Eva H., che presenta sulla Cuatro il programma “Noche H.”, ha registrato la sua lista. E non mancano, in un Paese che è una monarchia costituzionale, anche diverse liste “repubblicane”, bene impiantate soprattutto in Catalogna.
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