Appello dal titolare della sauna gay, sotto sequestro dal giorno del blitz. Qui nessun dipendente ha offerto prestazioni sessuali: dopo l´ultimo no siamo decisi a andare in Cassazione . Il primo giudice del Riesame mi ha dato ragione, poi è stata ipotizzata la reiterazione del reato. È caduto il reato di sfruttamento e resta solo quello di tolleranza alla prostituzione.
(Nicola Zancan - La Repubblica, edizione di Torino) «Ho 70 anni, sono stanco e molto amareggiato per quello che è successo». L´Antares è in vendita. Il proprietario, Mario Lomarco, (nella foto) ha già firmato un mandato in esclusiva per tre mesi con un´agenzia immobiliare. Ma i locali della sauna gay di via Pigafetta sono ancora sotto sequestro, dopo il blitz della polizia del 17 aprile scorso. E sul provvedimento di chiusura si è scatenata una battaglia legale a colpi di ricorsi e sentenze contrapposte.
Gli agenti erano intervenuti per verificare la segnalazione di un cliente: «I ragazzi magrebini ti saltano addosso. Sono violenti. Pretendono di essere pagati anche se non vuoi stare con loro». Le indagini, coordinate dal pm Monica Abbatecola, sono state delegate alla squadra mobile. Gli investigatori hanno accertato che dentro l´Antares non girava droga, non c´erano minorenni e nessuno sfruttava la prostituzione. Eppure la sauna resta sotto sequestro. Indisponibile per il suo proprietario.
L´avvocato Raffaella Variglia è furibonda: «A questo punto sono sempre più convinta che si stia combattendo una crociata contro gli omosessuali. Il sequestro dei locali non ha altre spiegazioni. Il signor Lomarco è una persona perbene. Tutti i clienti hanno confermato di non aver non mai pagato soldi a lui, ad eccezione del biglietto d´ingresso. È caduto il reato di sfruttamento, resta solo quello di tolleranza della prostituzione. Un´anacronistica interpretazione della legge Merlin...». Lomarco resta indagato perché non poteva non sapere quello che succedeva nelle sua sauna. Ma sul sequestro dei locali, i giudici si sono divisi.
Il primo era stato un sequestro probatorio, disposto dalla polizia il giorno stesso dell´irruzione. Contro quella chiusura l´avvocato Variglia ha interpellato il Tribunale del Riesame. E il giudice Elga Bulgarelli, aveva osservato: «Il titolare sapeva che il suo locale era frequentato da omosessuali che avevano rapporti, ma non ha mai approfittato di tale situazione. Si discute del fatto se Lomarco sapesse o meno che si consumavano prestazioni sessuali a pagamento, fatto soggettivo che nulla ha a che fare con il sequestro operato, peraltro mai convalidato dal gip. Non si trattava di un club privé, ma tutti potevano liberamente entrare. Nessuno dei dipendenti ha mai offerto prestazioni sessuali. Inoltre, il decreto probatorio che convalida il sequestro è privo di elementi concreti e presenta un errore macroscopico, cioè indica una data errata... «. Sequestro bocciato su tutta la linea. Come da ordinanza del Riesame: «Annulla il decreto penale di convalida e dispone la restituzione del bene».
Era il 6 maggio. Manco il tempo di gioire, per il signor Lomarco, che il gip ha disposto un nuovo sequestro dei locali. Questa volta, sequestro preventivo. Per impedire cioè che all´Antares si possa consumare ancora il reato contestato: tolleranza della prostituzione. Nuovo ricorso dell´avvocato Variglia. Ancora al Tribuale del Riesame. Ma questa volta, il giudice Luca Ferrero ha dato ragione al gip. Confermato il sequestro: «Perché altrimenti potrebbe essere reiterata l´attività illecita». Chiuso. Sigillato. Anche se già in vendita, ma di fatto invendibile. Almeno per il momento: «Non ci arrendiamo - annuncia l´avvocato Variglia - faremo ricorso per Cassazione». Per inciso: nei locali sotto sequestro, nei giorni scorsi, sono entrati i ladri. Hanno svuotato il frigo e arraffato quel poco che c´era.
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