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giovedì 24 aprile 2008

Amici di Maria. Marco Carta, troppo schietto per questa tv. "Vivo di soul e mi identifico con Alex Baroni".

(TGCom) Piazza del Popolo invasa da ottantamila persone: è l'immagine che più di ogni altra fotografa il successo di quegli Amici televisivi traghettati dall'anonimato alla popolarità da Maria de Filippi. Il vincitore Marco rivela di aver collezionato tanti provini. "Per almeno quattro anni, e non mi hanno mai preso. Mi sono presentato all'ultimo provino per una scommessa con me stesso, senza speranze". E invece è arrivata la vittoria. "Se devo identificarmi con un'artista, penso ad Alex Baroni".

E' il soul che scorre nelle vene di questo cagliaritano 22enne, con alle spalle una vita difficile. Il padre morì quando aveva 8 anni e la madre è scomparsa giovane, a 28 anni. Sono state la nonna e la zia a prendersi cura di lui. "Tutti dicevano che non ero uno dei tanti - racconta a Repubblica - perché avevo una voce nera e difatti i miei primi maestri sono stati Stevie Wonder e Otis Redding". Fra le star italiane il cantante, oltre a Baroni, ama "Zarrillo, Zucchero, Giorgia e Laura Pausini, un esempio".

L'ex allievo di Amici riconosce che all'inizio del programma avevano ragione i professori a lamentarsi del suo scarso impegno. "Ho cominciato a farmi delle domande, a guardarmi dentro: era vero, non avevo dato tutto, dovevo impegnarmi di più". Gli scontri con Grazia, che alla fine del programma non ha nascosto la sua dissonanza rispetto al televoto che lo ha incoronato vincitore, l'ala protettiva di Jurman, il confronto a tratti acceso con i compagni. Guardando al suo lungo percorso dentro la scuola, Marco ora custodisce "la consapevolezza che conviene sempre essere espliciti, dire tutto, senza finzioni. Sono sicuro che hanno premiato la mia voce, ma anche la mia schiettezza".

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