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lunedì 10 marzo 2008

Una Pornoprof anche in Inghilterra. Helen, la prof che faceva la pornostar. Le foto.

Scandalo in una prestigiosa scuola londinese. Sono stati i suoi studenti a scoprire sul web le sue vecchie foto hard. La donna, 31 anni, rischia di essere licenziata.
(Simona Marchetti - Il Corriere della Sera) Il suo passato da pornostar in film lesbo trasmessi da un canale per soli adulti potrebbe costare il licenziamento a una trentunenne insegnante inglese, dopo che dozzine di scatti di quei video hard sono finiti in rete e da qui scaricati dagli studenti della «De Ferrers Technical School» di Burton-on-Trent, nello Staffordshire, sui loro cellulari. Helen Serghi, questo il nome della sexy prof, si difende sostenendo che le foto risalgono ad almeno dieci anni fa, quando ancora non faceva l’insegnante, ma le sue spiegazioni non sembrano aver convinto il preside del celebre istituto, Michael York, che, a detta del Sun che ha pubblicato l’intera storia, sarebbe furibondo con la Serghi e non si sarebbe preoccupato di nasconderlo nel durissimo faccia-a-faccia avuto con lei subito dopo la scoperta dello scandalo.

«Helen lo ha pregato di non licenziarla – ha raccontato una gola profonda al tabloid – visto che lei è assiste i ragazzi svantaggiati ed è pure molto brava nel suo lavoro. Quanto successo è un vero peccato, perché Helen è davvero popolare fra i ragazzi, ma non puoi certo pensare di lasciarla continuare ad insegnare a degli studenti che se ne vanno in giro con le foto di lei nuda sui loro telefonini, passandosele poi l’uno con l’altro». In una delle immagini pubblicate dal tabloid si vede la giovane professoressa mentre spoglia e accarezza intimamente un uomo in compagnia di altre due donne, mentre in un’altra simula un rapporto sessuale e in un terzo scatto è ritratta nuda e con le gambe aperte. Non appena la vicenda delle foto osé è diventata di dominio pubblico, la scuola ha lanciato un’indagine sul passato della Serghi, scoprendo così che la donna è apparsa su Adult Channel (canale a luci rosse della tv inglese) e in film di argomento lesbo. «Non sono orgogliosa di quello che ho fatto – ha confessato l’insegnante al giornale londinese – ma quelle foto sono state scattate prima che io iniziassi a lavorare nella scuola e ora quella parte della mia vita è chiusa per sempre». Peccato che i vertici del prestigioso istituto non la pensino allo stesso modo.

Le foto.

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Scandalo a Luci rosse. C’era chi spendeva anche 500 euro per una notte di sesso. Racconti imbarazzanti.

I clienti raccontano i segreti dei privè del sesso. L’inchiesta si allarga.
(La Città di Salerno) C’erano i giovani o gli uomini di mezza etá che frequentavano il privé sporadicamente, tanto per divertirsi un po’; c’erano poi quelli che erano entrati in comitiva in occasione di feste di addio al celibato; e, infine, c’erano i "fedelissimi", quelli cioè che in una sola notte erano capaci di spendere tra i 300 ed i 500 euro, magari per stare sempre con la stessa ragazza. Racconti, retroscena, nomi; e qualche matrimonio giá in crisi.

Da alcuni giorni, infatti, i carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale di Salerno, guidati dal maggiore Merone e dal maggiore De Maio, hanno iniziato ad interrogare come persone informate sui fatti i circa 300 "soci" dei privé "Contatto" e "Fantasy", i locali a luci rosse sottoposti a sequestro perché, secondo l’accusa, erano in realtá delle vere e proprie case d’appuntamento, con tanto di tariffe e prestazioni particolari. Convocati su ordine del pm Giusti - titolare dell’indagine che ha portato, fino ad ora, all’emissione di sette misure cautelari - i clienti-soci (alcuni, oltre ad essere stati inseriti in una speciale lista di frequentatori sequestrata dai carabinieri hanno anche lasciato una copia del loro documento d’identitá) devono ora rispondere alle domande degli inquirenti. Confermando modalitá di accesso ai due locali, il pagamento richiesto, le prestazioni ottenute.

Racconti imbarazzanti per molti che, prima di vedersela con i carabinieri, hanno dovuto spiegare a moglie e fidanzate il perché di quella convocazione. Con le relative conseguenze del caso. Interrogatori attraverso i quali i carabinieri stanno acquisendo nuovi elementi da sottoporre all’esame del pm Giusti: l’inchiesta, partita sulla base di una serie di appostamenti all’ingresso dei locali e poi sviluppatasi sulla scorta di intercettazioni telefoniche, si muove su più piani. Il principale è quello strettamente legato al presunto "giro" di sfruttamento della prostituzione che, oltre al "Contatto" di Salerno e al "Fantasy" di Fisciano, interesserebbe altri locali a "luci rosse" disseminati sul territorio provinciale e regionale. Un vero e proprio circuito del sesso, un "sistema" che, grazie alla disponibilitá di ragazze e signore spesso insospettabili, sviluppa fatturati da migliaia di euro a settimana. Decine di "belle di giorno" che in casa propria o nei locali "hard" si concedono per poche centinaia di euro. Costrette a subire le angherie di clienti spesso ubriachi e violenti, come raccontano alcune prostituite nelle loro telefonate intercettate dall’Arma. Un mondo che, lentamente e con difficoltá, i militari del Reparto operativo stanno tentando di fare emergere, anche con il contributo dei tanti clienti disposti a pagare per poche minuti di intimitá.

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Il mondo gay costellato di ghetti veri, ghetti presunti.

(cxambro) La Giornata Internazionale della Donna, tanto per cambiare.
Non sono maschilista, anzi: chi mi conosce sa di certe mie posizioni…; e tuttavia non posso certo dire di essere un femminista. Dirò che sono un anti-femminista, e che sopporto generalmente la totalità del gentil sesso, a patto che non tiri fuori questioni di parità fra i generi e di diritti delle donne.
Una tendenza abbastanza particolare della società europea è la creazione di ghetti. Esiste una società “ufficiale”, quella del Tg1, delle vacanze in Riviera e dei Circoli della Libertà di Michela Vittoria Brambilla; e poi esiste una serie più o meno infinita di ghetti, di vere e proprie sacche sociali quasi prive di relazioni con la società nel suo complesso.
E chiaramente, no, non sto parlando di donne, ma di ghetti *veri*.
Potrà sembrare che stia parlando, chessò, delle comunità maghrebine, o degli albanesi, o degli ebrei. In verità, ho in mente l’esempio dei gay.

I gay, è un dato di fatto, sono un problema che non interessa la maggior parte della gente. Anzi, non sono proprio un problema della società; sono un problema loro, come direbbero molti. E sono convinto che sia davvero così.
I ragazzi gay che crescono oggi non hanno modelli; sembrerà idiota, ma è così. Ne consegue che qualsiasi comportamento pregresso viene eretto a modello di costume e seguito pedissequamente da altri; nascono così le pellicole gay, i libri a tematica gay, le librerie gay, i centri culturali gay, i locali gay, le discoteche gay, le spiagge gay, i luoghi di vacanza gay, i siti gay.
Molti gay che conosco vivono con altri gay. “Anche il mio coinquilino è gay”. Aggiungete che molti ragazzi gay hanno un rapporto conflittuale con i genitori, ed eccoci qua: un ghetto in piena regola.

Per non parlare del gay pride. Una grande manifestazione annuale per rivendicare maggiori diritti per i gay. Unica pecca: è frequentata solo da gay.
Al pride di Roma del 2007 ho incontrato un sacco di gente che conoscevo, e anche qualche amico che non vedevo da un po’. Tutti, tutti gay.
Difficilmente si può ambire a qualche riconoscimento, se non si porta la gente comune in piazza. Detto in modo più crudo: se non fosse stato per i bianchi, i neri non avrebbero tuttora diritto a sedersi in autobus, o sbaglio?
Il prossimo pride, a giugno, sarà a Bologna. Se non siete d’accordo con la piattaforma programmatica, statevene a casa e saremo amici come prima (fermo restando che non si può “non essere d’accordo” con l’omosessualità in sè…). Ma se siete d’accordo, per cortesia, fateci un salto…

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Primarie Usa. Lo slalom tra i temi di bioetica. Si di Obama e di Hillary alle unioni tra gay, no poco convinto dei Repubblicani.

(Alberto Simoni - Giornale del Popolo) Assistenza sanitaria, lotta al terrorismo, economia, tagli alle tasse e immigrazione. Le decine di milioni di americani che si sono recate finora alle urne per le primarie hanno giudicato i candidati soprattutto su questi temi. Non deve sorprendere l’assenza in agenda dei cosiddetti “moral issues”, dalla difesa della vita alla famiglia sino alla bioetica. Questioni che furono centrali nelle presidenziali del 2004 e che consentirono a George W. Bush di prevalere su John Kerry. Tradizionalmente i temi etici non incidono nel dibattito delle primarie. Troppo complessi e laceranti per essere semplificati in slogan o programmi che poco hanno a che vedere con la battaglia interna a un partito per la nomination. Più che spariti dal dibattito i “moral issues” sono in realtà soggiacenti, pronti a spuntare e a diventare tema di scontro politico fra repubblicani e democratici in vista del voto di novembre. Quanto incideranno è difficile prevederlo. Con ogni probabilità molto meno rispetto al 2004, poiché il lotto dei candidati (McCain, Clinton e Obama) trova su altri terreni i punti forti e qualificanti della piattaforma elettorale. E poi perché è proprio sui “moral issues” che il repubblicano “atipico” McCain fatica a guadagnarsi i consensi presso lo zoccolo duro conservatore. Girare alla larga da staminali, diritto alla vita e unioni gay potrebbe essere per lui una strategia vincente. Come in fondo è stata vincente la scelta di evitare di farsi trascinare in dibattiti sull’immigrazione – il suo tallone d’Achille, visti i fallimenti della riforma nel 2006 – durante le primarie. Ma anche per i democratici, i temi etici sono scivolosi. Soprattutto oggi, quando sarà fondamentale per Obama (o la Clinton) convincere i moderati a sostenerli in novembre. E posizioni troppo radicali sui “valori non negoziabili”, potrebbero rivelarsi un boomerang.

(...) La concezione della vita e della famiglia, i limiti della scienza, la forza e il ruolo della religione nella società distinguono in maniera netta anche se non uniforme repubblicani e democratici americani. La distinzione ovviamente tocca anche i candidati alla Casa Bianca soprattutto in tema di aborto, dove McCain e i rivali democratici parlano linguaggi diversi. Il senatore dell’Arizona che il 4 marzo ha ottenuto formalmente la nomination del partito repubblicano può vantare un record di voti pienamente in linea con chi avversa l’interruzione di gravidanza. Secondo il National Journal, la sua aderenza ai principi pro-life sfiorerebbe addirittura il 100 per cento. Obama e la Clinton sull’altro fronte sono fra i senatori più liberal in materia di aborto. Se Hillary Clinton negli anni ha addolcito la sua posizione, parlando apertamente di “tragedia dell’aborto” e lasciando da parte il linguaggio da crociata abortista che la caratterizzava negli anni ’70 quando guidava il fronte femminista, Obama invece ha sempre espresso posizioni fortemente pro-choice. Nel 1999 e ancora nel 2001 quando era un deputato in Illinois si astenne e poi votò “no” contro una legge che imponeva la rianimazione dei nati vivi dopo un aborto, poiché a suo dire a loro non poteva applicarsi la definizione di “persona”. Recentemente Obama ha tentato di giustificare la sua posizione – che nel 2002 è stata addirittura criticata dai democratici del Congresso di Washington – dicendo che si sarebbe schierato con Bush sulla legge contro l’aborto parziale, ma la sua identità di pro-choice è innegabile.
Il problema di McCain con i conservatori è invece legato alle unioni gay e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Per quanto riguarda le coppie omosessuali, il senatore dell’Arizona ha sempre sostenuto la sua contrarietà a emendare la Costituzione per bandire il matrimonio gay. È una posizione, questa, che se rientra nell’alveo del conservatorismo classico (che tende a limitare i poteri del governo federale), ha fatto però arrabbiare ampie frange della galassia cristiana, evangelici e cattolici, che nel 2004 avevano accolto con favore la proposta di Bush di cambiare la Costituzione USA per certificare che il matrimonio vero e proprio è quello fra uomo e donna. Sia Obama sia la Clinton sono favorevoli alle unioni gay, ma si oppongono al matrimonio fra omosessuali.
Ma è sui temi di bioetica che McCain rischia l’autogol sia nell’elettorato cattolico sia fra i conservatori. Egli infatti è a favore del finanziamento pubblico per la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Votò “sì” alla legge che dava soldi pubblici ai centri di ricerca, alla quale Bush appose il veto.
Hillary Clinton ha più volte espresso in campagna elettorale l’intenzione di togliere i vincoli ed elargire fondi federali per la ricerca sugli embrioni. Lo scorso settembre parlando a Des Moines (Iowa), disse che avrebbe stanziato soldi per la ricerca non appena entrata nello Studio Ovale.

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Per un contributo insignificante e vergognoso ai Giochi Gay si litiga e non si toccano punti più importanti per le aspettative Glbt.

"La destra italiana conferma di non essere in grado di rappresentare tutti i cittadini".
(L'Unità) «Questi attacchi vergognosi dimostrano che la destra non è in grado di governare il Paese: in nessun’altra nazione europea si sognerebbero di dire cose simili». Anna Paola Concia, presidente dell’Agensport del Lazio e candidata del Pd nelle prossime elezioni, è indignata per le critiche di alcuni giornali (Libero, Il Giornale) e di politici di centro destra nei confronti del ministro dello Sport, Giovanna Melandri, «rea» di aver stanziato 55mila euro per le Olimpiadi gay che si svolgeranno a Roma nel 2009.
Presidente, la destra tuona contro i Gay Games...
«Ho letto attacchi di rara volgarità. C’è chi ha definito “inutili” e “soldi buttati” gli stanziamenti per i Giochi. E allora mi chiedo come sia possibile considerare ancora dei cittadini di serie B gli omosessuali, ossia il 10% degli italiani. Persone che pagano la tasse, dando allo Stato soldi utili».
Perché tanto accanimento?
«Credo che dipenda dal la campagna elettorale. Di certo, la destra italiana conferma di non essere in grado di rappresentare tutti i cittadini. Nel resto d’Europa, nessun partito di destra si azzarderebbe a dire che le Olimpiadi gay sono un evento inutile o a mancare di rispetto verso i nuovi soggetti sociali».
Che indotto economico può derivare dalla manifestazione?
«Enorme. Basti pensare che gli ultimi giochi gay hanno richiamato ad Amsterdam 400.000 persone. Qualsiasi grande evento sportivo può solo far bene alla nostra economia e alla nostra società. Ma c’è chi si ostina a non riconoscerlo, preferendo toni beceri e antistorici».
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Ndr. Anche la Concia rappresenta un momento di faziosità ineguagliabile, alla fine si sta parlando di 55 mila euro promessi dalla Melandri per farle portare a casa pochi voti e, invece di evidenziare questo dato mettendo a tacere Libero e il Giornale con argomenti ben più "pesanti" per loro (ad esempio quanto prendono questi due giornali, "campioni di libertà" di contributo dallo stato... non 55mila euro! e l'Unità che si erge paladina della manifestazione quanto si porta a casa in contributi?) ci si ostina a difendere un indifendibile atto puramente clientelare del Pd e del tutto insignificante ai fini economici della manifestazione. Vergognatevi!

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Evangelici e omosessualità.

Logo dell'AEI(Queerblog) Nel parlare di chiese e omosessualità avevo detto che “il mondo protestante è da sempre plurale, con una molteplicità di Chiese e di opinioni che possono anche essere diametralmente opposte” invitando a non esemplificare la questione omosessualità come accettata dalle chiese protestanti e rifiutata da quella cattolica. Ed ecco che l’AEI (Alleanza Evangelica Italiana) risponde al documento BMV (Battisti, Metodisti, Valdesi) sull’omosessualità. Qui potete leggere il documento, di cui riporto alcuni passi.

L’AEI dopo aver apprezzato il richiamo alla relazione come tratto fondamentale dell’antropologia biblica, afferma:

Nel contempo, sempre nell’ordine della redenzione, sono considerati peccato tutte le relazioni sessuali (sia eterosessuali, sia omosessuali) che fuoriescono dal patto matrimoniale. Quindi affermare che una generica “relazione d’amore”, ancorché reciproca e libera, sia sostenuta dalla promessa di Dio è monca rispetto all’insegnamento biblico se omette di indicare quale sia la cornice biblica della relazione d’amore benedetta dal Signore e le distorsioni dell’adulterio e della fornicazione da cui la Parola di Dio mette in guardia.

E ancora:

Chi viene accolto da Dio intraprende un cammino di cambiamento e non rimane quello che è. Ciò vale per tutti, in quanto non esiste una persona che sia sessualmente “normale”. Tutti coloro che s’incamminano nella via del discepolato cristiano sono chiamati a ricostruire la propria identità di genere e di relazione sulla base del disegno biblico della complementarietà.

Per quel che riguarda il riconoscimento civile delle coppie di fatto, ecco la posizione degli evangelici:

Riteniamo che l’invito a riconoscere i diritti civili delle coppie da parte dello stato (punto 7) debba avere come criterio la non equiparazione tra il matrimonio e altre forme di convivenza e che i diritti debbano semmai essere riconosciuti alle libere scelte di individui nell’ambito di contratti privatistici.

La strada da percorrere è ancora molta. Da parte di tutti, si intende.

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Interviste. La “porno-prof”: “Sono pronta a tornare a scuola”.

(River-blog) I principali siti di informazione italiana l’hanno ribattezzata la “porno prof di Pordenone”. Un’etichetta che non le va giù per niente: “Io col porno non c’entro proprio niente”. Lei si chiama Anna Ciriani, e sul web usa il nickname di “Madameweb”. Professoressa di lettere a Pordenone, in un corso serale per adulti, è stata sospesa dall’insegnamento, dopo che la direzione regionale scolastica del Friuli è venuta a conoscenza della sua vita virtuale. Una vita fatta di foto e video a luci rosse, ma sempre chiaramente distinta da quella reale. I vertici scolastici se la sono presa dopo che su internet hanno iniziato a circolare le foto di una sua “frizzante” performance alla fiera dell’Eros di Berlino. Lei, adesso, gestisce un sito e un forum, e continua a raccogliere moltissimi attestati di solidarietà, soprattutto dal popolo del web. River-blog l’ha intervistata (grazie a Notiziegay per l’interessamento).

Il capitolo “insegnamento” è chiuso del tutto per te?
No, sono in attesa di conoscere il provvedimento disciplinare che l’istituzione scolastica prenderà nei miei riguardi. Io non sono stata licenziata, bensì sospesa: pertanto a breve saprò quando potrò fare ritorno a scuola.

La cattiveria più brutta che abbiano scritto su di te.
Di gente cattiva il mondo è pieno, lo sappiamo tutti, ma devo ammettere con sincerità che ho ricevuto molta solidarietà. Le cattiverie tendo a dimenticarle, mentre ricordo, con grande piacere e riconoscenza, le buone azioni e gli interventi positivi che la gente fa nei miei confronti. Chiaramente, il mio modo di vivere libera ha suscitato molte critiche e polemiche, ma unicamente da quelle persone che io ritengo siano ipocrite, moraliste, invidiose e frustrate. Sono le stesse persone che poi discriminano e perseguitano chi non la pensa come loro o sono diverse nel proprio modo di essere e di vivere.

C’è stato qualche politico che ti ha dato la sua solidarietà?
No, nessuno! Anzi hanno solo strumentalizzato il mio caso per farsi propaganda politica. Uno su tutti l’Onorevole Volontè dell’UDC che ha chiesto un’interrogazione parlamentare sul mio caso e ha definito imbarazzante il silenzio del Ministro Fioroni. Oggi come oggi, i politici non perdono occasione per strumentalizzare a loro vantaggio tutto ciò che la cronaca riporta! Ecco che fatti devastanti come le morti bianche dei lavoratori o fatti di minore importanza come il mio,
vengano strumentalizzati non per una vera e giusta causa, ma solo per richiamare l’attenzione dei media e far vedere alla gente che il loro partito si muove per risolvere i problemi. Molto spesso i politici parlano a sproposito, senza cognizione di causa e senza conoscere i fatti. Ci vorrebbero meno parole e più fatti, oltre che più onestà e sensibilità!

Sei rimasta in contatto con i tuoi studenti?
Premetto che insegno agli adulti e che la scuola in cui io insegno si trova a 25 km dalla mia città, pertanto non è semplice incontrarli. Sono comunque rimasta in contatto atttraverso un mio collega che puntualmente mi porta i loro saluti e la loro solidarietà per il difficile momento che sto attraversando.

Un insegnante pedofilo ha avuto la possibilità di tornare tra i banchi. Tu hai fortemente criticato questa scelta. Due pesi e due misure?
Si, è così! Partiamo da una premessa: io non ho mai avuto comportamenti o atteggiamenti compromettenti in ambito professionale! La mia integrità morale e il mio ripsetto per la scuola e gli alunni sono sempre stati impeccabili! Quanto la scuola mi ha contestato, è avvenuto unicamente per i miei comportamenti privati in occasione della fiera a Berlino. Diverso è stato per l’insegnante condannato per pedofilia, che utilizzava i computer della scuola per commettere i suoi sporchi reati, così come diversa era la situazione della pornoprof di Lecce che si faceva palpare in classe da alunni minorenni, o peggio, della pornoporf di Nova Milanese scoperta da una collega mentre aveva dei rapporti sessuali in aula con i suoi studenti
minorenni. Il pedoprof è stato condannato e sospeso, ma il giudice del lavoro l’ha reintegrato a scuola, stessa cosa per l’insegnate di Lecce alla quale sono stati dati due mesi di sospensione da parte delle autorità scolastiche e ha un procedimento penale in corso per i reati contestati. L’insegnante di Nova Milanese è stata giustamente radiata per la gravità dei reati commessi. Nel mio caso non ci sono reati commessi né a scuola nè fuori. Quanto mi viene contestato sotto il profilo disciplinare riguarda unicamente il mio comportamento tenuto al di fuori del mio ambito professionale in quanto mi
trovavo in un altro Stato, a oltre 1000 km di distanza e con mio marito. Ricordo anche che vi sono leggi che mi danno ragione, a partire dalle L. 675 del 1996 e il D.L. 196 del 2003 che recitano: “Un dipendente statale non può essere sospeso per i suoi comportamenti sessuali”!

Come l’ha presa la gente che vive intorno a te?
La maggior parte dell’opinione pubblica si è schierata dalla mia parte, viste le numerose email che ricevo ogni giorno di solidarietà e affetto. Ho avuto anche molta solidarietà da parte di persone che mi riconoscono per strada o in luoghi pubblici, che mi salutano e mi danno conforto con le loro parole. Comunque ci sono anche delle persone che la pensano diversamente e che mi giudicano negativamente per quello che ho fatto. Io rispetto la loro opinione, non voglio giudicare nessuno! Sono molto contenta della reazione che i miei amici e conoscenti hanno avuto a seguito di questa vicenda, perchè tutti mi sono stati vicini, alcuni parlandone apertamente e dimostrandomi la loro solidarietà e immutata stima, altri facendo finta che nulla sia mai successo. Per quel che riguarda la mia famiglia ho avuto subito molto sostegno, anche se ho avuto sempre una grande serenità interiore, senza avere mai pianto per quello che mi è accaduto!

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Clooney a Esquire: "Io sono gay gay...". Attore ironizza su voci omosessualità.

(TGCom) E' tra gli uomini dello spettacolo più desiderati. Senza differenza di genere: donne e uomini lo trovano irresistibile. Forse per questo sulla sessualità di George Clooney i rumor si sprecano, al punto che un sito Internet è arrivato a definirlo "gay, gay, gay". Lui, in una intervista a Esquire, risponde con senso dell'uomorismo: "Io sono solo gay, gay. Il terzo gay è una forzatura...".

Una risata vi seppellirà diceva qualcuno. E allora cosa c'è di meglio che rispondere con l'ironia a voci che qualcun'altro avrebbe considerato altamente lesive della propria immagine?

Clooney sembra essere da sempre l'oggetto del desiderio di molti ma tanto affascinante quanto imprendibile. Sarà per il suo essere single impenitente, con qualche fidanzamento fugace affibbiato qua e là e persino voci di matrimonio che però non si sono mai concretizzate. E allora che ci scappa il pettegolezzo. Tre volte gay! tuona un sito Internet e lui ribatte affabilmente: "Questa è una forzatura! Io gay lo sono solo due volte...".

Ma l'attore americano protagonista di Michael Clayton ha risposto a Esquire a tutta una serie di voci e commenti sul suo conto circolati negli ultimi tempi. Per esempio a una battuta sulla sua altezza fatta da Donald Trump, che lo ha definito un "piccolo uomo", Clooney risponde così... "Ho visto Donald Trump al Larry King Show mentre diceva 'Clooney è davvero un tipo piccolino. Cioè, intendo davvero piccolo'. Una volta ho incontrato Donald Trump - dice l'attore - e io ero seduto a un tavolo. Lui è arrivato, mi ha stretto la mano ed è andato via: immagino che così seduto a quel tavolo io sembravo alto poco più di un metro...".

E per quanto riguarda il rovente scambio di "opinioni" avuto con il modello italo-americano Fabio, che ha detto che lo avrebbe "steso", Clooney non pare preoccuparsi... "Beh, potrebbe anche essere possibile - dice - lui è veramente grande e grosso. C'è un momento in cui ti trovi un mezzo a una lite e ti viene da pensare: 'Certo che se fossi steso da Fabio, sarebbe molto peggio del dolore stesso...'".

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Ostuni. «Superiora in fuga d'amore con la novizia».

E' stato il fratello della - ormai ex - superiora di Ostuni a raccontare questa vicenda durante un processo. L'uomo ha fatto causa a sua sorella per una questione immobiliare.
(La Gazzetta del Mezzogiorno) Oggi abita a Bari con la donna della quale pare si sia innamorata, e rischia un processo per truffa. Ma tre anni fa era superiora in un convento di suore ad Ostuni: un convento che sembra abbia lasciato, per amore, insieme a una novizia.
La storia è stata raccontata dal fratello della ex superiora, ieri, in un’aula di tribunale, ed è riportata oggi dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno.
Il processo in corso riguarda il fatto che la ex superiora avrebbe fatto acquistare per 82.000 euro ad un fratello disabile, una casa che però sarebbe inutilizzabile perchè ricade in un fondo patrimoniale. Il processo è stato intentato da un altro fratello della ex superiora il quale afferma che, di fatto, la casa è stata comprata perchè appartiene ai parenti della ex novizia con la quale è avvenuta la fuga d’amore.
Così ieri il fratello che aveva promosso la causa ha raccontato che un giorno lui e la madre si erano visti comparire dinanzi la sorella, invece che nel castigatissimo abito monacale, “in minigonna, con i capelli alla moda e tinti di rosso”. A loro la ex superiora raccontò – secondo quanto riferisce il quotidiano – che non voleva più saperne del convento perchè aveva trovato l’amore. Di qui, i sospetti dell’uomo sull'acquisto di un appartamento inutilizzabile e la testimonianza dinanzi a giudice e avvocati in tribunale.
Della fuga d’amore i magistrati che hanno compiuto le indagini pare non fossero a conoscenza: per questo, sotto processo per truffa sono finiti solo i venditori della casa, e per l’ex superiora è stata disposta l’archiviazione, perchè sembrava che anche lei fosse stata ingannata dai venditori. Sulla base di quanto ieri in aula ha raccontato il fratello della ex superiora, però, non si esclude che i giudici possano ritenere che ci sia stata una complicità della donna nell’utilizzazione dei beni del fratello disabile e decidere che anche lei debba essere giudicata.

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Pedofilia, due perizie sul bidello-catechista di Belmonte calabro.

Consulenti all’opera sul materiale sequestrato nei pc di tre indagati. Mario Suriano, il bidello-catechista pedofilo, era stato arrestato nei giorni scorsi.

(ViviCentro) Si arricchisce di nuovi dettagli l’inchiesta sul ”bidello-catechista” pedofilo, Mario Suriano (foto a fianco), arrestato nelle settimane scorse a Belmonte Calabro per violenza sessuale su minori e detenzione di materiale pedo-pornografico. Le investigazioni sono condotte dai carabinieri della stazione di Belmonte Calabro e dai loro colleghi della compagnia di Paola, nonchè dalla polizia postale di Cosenza. Tutti sono coordinati dal pubblico ministero Antonella Lauri. Gli inquirenti - i quali stanno indagando su tre persone che custodivano in casa materiale pedopornografico o che avrebbero avuto rapporti omo ed eterosessuali con bimbi di 8-10 anni d’età - tra circa quindici giorni potranno contare su due perizie tecniche di parte per meglio chiarire importanti vicende legate all’inchiesta.

La dottoressa Lauri ha disposto, nei giorni scorsi, due consulenze tecniche, affidate ad altrettanti periti informatici, per la duplicazione di tutto il materiale pedo-pornografico trovato nei Pc dei soggetti indagati (posti sotto sequestro) per l’acquisizione di eventuali chiavi d’accesso utilizzare per l’ingresso in siti protetti che diffondono materiale pedo-pornografico. Con ciò, tra l’altro, si vogliono anche acquisire le e-mail che sarebbero state utilizzate per scambio dii eventuale materiale di questo tipo. Alla base di tale nuova determinazione, il fatto che uno dei tre indagati, a cui è stata trovata una quantità consistente di video e foto pedo-pornografici, si è giustificato affermando che non sapeva dare spiegazione circa la provenienza di quei file. L’indagato, infatti, riceveva quelle missive elettroniche - a suo dire - aprendo delle caselle web, quindi involontariamente. Ma la polizia postale ha evidenziato che questo tipo di trasmissione dati non è possibile. Quindi, secondo i sospetti degli inquirenti, il bidello o qualche altro indagato potrebbe avere a disposizione una password segreta per la visualizzazione di materiale pedo-pornografico. E, pertanto, gli esperti informatici dovranno operare assieme alla polizia postale di Cosenza per stilare, entro pochi giorni, le due relazioni tecniche. Agli atti risultano, inoltre, intercettazioni ambientali e telefoniche, risultati di perquisizioni, verifiche della polizia postale di Cosenza, ma anche i racconti di alcune delle piccole vittime, supportati da personale medico qualificato. Si tratta, secondo gli atti, di una squallida vicenda fatta di degrado sociale e abusi, dove un gruppo di pedofili abusava di piccoli innocenti dopo averli adescati a scuola, in parrocchia, nei bar ed anche in chiesa.

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Girava film porno in divisa, licenziata poliziotta.

(Tiscali notizie) Quando l'ha vista recitare si è accorto che quel corpo sinuoso, quelle movenze e quel viso sensuale gli erano familiari. Ebbene si, era proprio la collega la protagonista del film hard che l'uomo stava guardando. Peccato però che Livia Kovacs, 36anni poliziotta di giorno e attrice porno di notte, ci abbia rimesso il posto di lavoro di agente della polizia di Budapest. L'uomo infatti dopo essersi gustato la pellicola l'ha denunciata ai superiori.

Ora è diventata una star dell'hard - Ad aggravare la posizione della Kovacs il fatto che nel film interpretava proprio la parte di una poliziotta in versione sado-maso. Usava divisa, manette e col manganello d'ordinanza sottometteva uomini e donne. "Non mi aspettavo di essere licenziata ma la cosa non mi preoccupa più di tanto. Dopo l'uscita del film ed il successivo scandalo, ora continuo a ricevere tantissime proposte per interpretare nuove pellicole".

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Berlusconi e Fini al Palalido di Milano. GayLib: "Ci siamo anche noi perchè bisogna continuare a insistere per cambiare la mentalita'".

PDL: OLIARI (GAYLIB), DEVE APRIRE A DIRITTI OMOSESSUALI RICONOSCERE COPPIA OMOAFFETTIVA SENZA DIRITTO ADOZIONE.
(AdnKronos) Nel centrodestra c'e' "ancora una certa chiusura nei confronti dei diritti degli omosessuali. E' indispensabile" cambiare atteggiamento. Enrico Oliari, presidente di Gaylib, l'associazione degli omosessuali di centrodestra, e' venuto al Palalido di Milano per ascoltare Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini.

In alto sulla gradinata inalbera un piccolo stendardo dell'associazione fondata nel 1997, che spunta tra grandi striscioni ("Silvio, Bergamo e' con te", "Missaglia c'e' e non vota comunista", "Busto Arsizio per la liberta'"). Gaylib, spiega Oliari, lancia l'idea del "riconoscimento dell'unione omoaffettiva, cioe' della sola coppia gay. E' esclusa la possibilita' di adottare minori, perche' va considerato il diritto del bambino di essere adottato e non quello della coppia da adottare"...

Continua su Il voto gay.

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I maschi della Campania sono i meno fertili. Colpa della diossina e dell'inquinamento da discariche.

(è Costiera) Che rapporto c'è tra inquinamento da diossina, discariche, e la fertilità maschile in Campania?

Secondo un studio della Società Italiana di Andrologia la correlazione c'è. Infatti i maschi campani risultano essere i meno fertili, soprattutto quelli che vivono vicino a discariche e respirano sostanze inquinanti. Per gli esperti, i dati sulla fertilità sono al di sotto della media nazionale: gli spermatozoi, rispetto agli studi che si riferiscono agli anni Settanta in poi, sono diminuiti di molto.
Negli uomini che vivono nei grandi centri urbani, in aree inquinate da rifiuti industriali o zone agricole dove si fa uso di pesticidi, gli spermatozoi sono meno mobili del 20 per cento rispetto a quelli di chi abita nelle piccole città – spiega Menchini Fabris dell'Università di Pisa - non solo, anche gli spermatozoi anomali sono il 15 per cento in più”.

La sua parte la fa anche il piombo, l'ossido di carbonio, le polveri sottili. “Li respiriamo ogni giorno e si accumulano nei testicoli — dichiara Giorgio Piubello, segretario della Società Italiana di Andrologia con effetti sul liquido seminale; lo provano gli studi condotti su chi è molto esposto, come i vigili urbani o i casellanti”.
Lo studio fatto su diecimila uomini sani e giovani (età media 29 anni) che sarà presentato a settembre, al congresso della Società Italiana di Andrologia, rivela così come gli uomini italiani dagli anni Settanta ad oggi hanno visto diminuire gli spermatozoi, in un millilitro di sperma, da 71 milioni a 60.
Per gli uomini campani arriva così il triste primato. Nella classifica delle regioni, siciliani, pugliesi e toscani sono risultati i più sani. Male, oltre ai campani, anche i maschi che vivono nel Lazio, Lombardia e Veneto. Durante la settimana della prevenzione andrologica (dal 10 marzo) decine di specialisti saranno a disposizione per visite gratuite in tutte le regioni.

C'è da ricordare che se il rapporto, tra diossina e riduzione degli spermatozoi, è scientificamente provato, lo si deve all'analisi fatte da Paolo Mocarelli dell'Università Milano Bicocca, già direttore del Servizio di Laboratorio dell'ospedale di Desio (Milano), che per la prima volta ha dimostrato nell'uomo questo collegamento diretto, studiando 135 abitanti di Seveso che il 10 luglio del 1976 furono invasi da nubi tossiche uscite dallo stabilimento chimico dell'Icmesa di Meda.

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GF8. Ottava puntata: Francesco Totti entra nella Casa complice di uno scherzo.

(Tvblog) Grande Fratello all’insegna delle sorprese quella prevista per domani sera lunedì 10 marzo a partire dalle 21.10 su Canale 5. Entrerà nella casa più spiata d’Italia nientemeno che il capitano della Roma, Francesco Totti.

Il capitano giallorosso sarà protagonista di alcuni momenti del programma (quasi un’ora) e si renderà complice di uno scherzo ai danni del tifosissimo Francesco Botta. Il giovane romano che sta vivendo una storia particolare con la bella Christine potrà così incontrare il suo campione preferito ma non andrà come previsto. E’ in agguato una burla che gli autori hanno studiato con Totti protagonista…

Il Pupone inoltre cercherà di dare lezioni di buone maniere a Francesco attraverso consigli, prove pratiche e divertenti per trasformarlo nel perfetto gentiluomo che tutte le donne desiderano.

In puntata anche le immagini sulla violenta lite sfociata nella casa subito dopo la diretta di lunedì scorso che ha visto protagonisti praticamente tutti gli inquilini della Casa, in particolare le tre ragazze in nomination e Raffaella. Senza la sua Alice, Gian Filippo in questa settimana si è un po’ spento perciò il Grande Fratello gli farà una sorpresa: prima vedrà le immagini dell’incontro della ragazza con Nicola e poi chissà che non ci possa essere proprio lei ad attenderlo nella stanza delle sorprese…

La nomination della settimana vede in lizza Lina, Benedetta e Christine: una di loro attraverso il televoto dovrà lasciare la Casa non prima di un confronto diretto e la possibilità di sapere le cattiverie espresse dai coinquilini nei loro confronti.

La prova della settimana è divertente: i concorrenti dovranno rifare le scene d’amore di alcune fiction televisive come Elisa di Rivombrosa o Il Bello delle Donne. Una prova che si è rivelata ricca di sorprese per i concorrenti, soprattutto maschi, che hanno spinto un po’ di più rispetto alla finzione cinematografica.

Come sempre, opinionista della serata sarà il direttore di Chi, Alfonso Signorini, che punzecchierà l’eliminata con le sue domande e sottolineerà i momenti salienti del reality prodotto in collaborazione con Endemol Italia.

Chiuderanno come al solito le nuove nomination che determineranno i candidati all’esclusione di lunedì prossimo.

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Milano. Proposta shock di Sgarbi: "Alla Bicocca quartiere a luci rosse". Partecipa al sondaggio: Si o no alla prostituzione regolamentata?

Il Pdl si divide, la zona a nord di Milano in rivolta.
La proposta dell'assessore alla Cultura di Milano mira a combattere il racket della prostituzione.
(Annachiara Sacchi - Il Corriere della Sera) L'intento: «Dobbiamo combattere il racket della prostituzione». Tutti d'accordo. Un po' meno quando l'assessore milanese alla Cultura, Vittorio Sgarbi, espone la sua ricetta: «In città servirebbe un quartiere a luci rosse». La provocazione è lanciata: giunta (di centrodestra) divisa, proteste (bipartisan) in consiglio comunale. E le polemiche aumentano quando il critico indica l'eventuale location del sexy sobborgo: la Bicocca. Mercato del sesso là dove sorgono il Teatro degli Arcimboldi, l'Università degli Studi, l'Hangar che ospita i lavori dei più grandi artisti contemporanei. Ma questa volta la reazione è unanime: «I bordelli qui non li vogliamo». Una zona hard dove esercitare la prostituzione. A nord di Milano, nella ex area industriale della Pirelli che con i suoi 960 mila metri quadrati costituisce il più importante intervento di trasformazione urbanistica in Italia. La premessa di Sgarbi: «Non ho dubbi sull'opportunità di creare uno o più poli a luci rosse. Si potrebbe trattare con il mondo delle prostitute e le loro associazioni. Mi pare la cosa più ovvia, a vantaggio sia delle donne che dei clienti».

Le prime reazioni arrivano dalla politica: consensi tra le «assessore » Ombretta Colli e Tiziana Maiolo (FI), no del vicesindaco Riccardo De Corato (An) e del capogruppo del Pd in Comune Marilena Adamo. Il deputato azzurro Maurizio Lupi commenta: «Indicare un luogo dove lo sfruttamento della donna diventa un simbolo è un insulto alla tradizione di Milano». Tra i critici c'è anche il presidente della Provincia di Milano, il democratico Filippo Penati: «Un giorno il Comune propone il kit antidroga, quello dopo i quartieri a luci rosse. Un atteggiamento un po' schizofrenico. È doveroso, invece, pensare alla dignità delle donne, non al comfort del cliente». Sgarbi insiste: «È una soluzione civile. Il quartiere ideale? La Bicocca». E come se non bastasse aggiunge: «Quelle case sono scatole da scarpe senza identità. La gente non esce la sera. Non sarebbe di nessun disturbo un casinò del sesso in uno di quei palazzoni». Ed è a quel punto che la polemica sale di tono.

Il primo a insorgere è Marcello Fontanesi, rettore dell'Università degli Studi Milano- Bicocca, 10 anni di vita e 30 mila iscritti: «È vero, il quartiere potrebbe essere più vivo. Ma non condivido il concetto di ghetto. Sgarbi si concentri sulla cultura: credo che ce ne sia bisogno». Il più offeso è Andrea Stratta, amministratore delegato della «Uci Cinema», la società che possiede un multisala nel cuore della Bicocca: «La zona è viva. Abbiamo un milione di spettatori l'anno». Non chiamatelo quartiere dormitorio. Marco Gianfala, presidente del comitato «Vivibicocca », osserva: «Abbiamo il più alto tasso di natalità di Milano ». Stoccata all'amministrazione: «Sono anni che chiediamo strutture per i bambini. Se questa è la risposta del Comune...». Coro unanime: «Lo facciano da un'altra parte». Perché il problema è tutto qui: la paura che il mercato del sesso porti degrado, spaccio, violenza. Lo sa bene don Andrea Gallo, fondatore della comunità di San Benedetto, alle porte di Genova: «Le zone a luci rosse non sono la soluzione. Bisogna avere il coraggio di dare alle prostitute la possibilità di organizzarsi in piccole cooperative. Superando ogni pregiudizio».
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Vittorio Sgarbi propone di creare alla Bicocca di Milano un quartiere a luci rosse. Sareste d’accordo?

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Usa. Il voto omosessuale per Hillary, icona gay.

Con lei la creatrice di «L-Word» e la tennista King.
(Paolo Valentino - Il Corriere della Sera) Hillary Clinton diventò un'icona gay nella primavera del 2000, ancora first-lady degli Stati Uniti, quando marciò sulla Quinta Strada durante la New York's Pride Parade. Fu il suggello di una lunga storia tra la comunità GLBT (Gays, Lesbians, Bisexuals, Transgender) e i Clinton, forse la coppia politica che più ha lottato per lo status e i diritti civili degli omosessuali negli Stati Uniti.
I gay hanno sempre ricambiato tanta attenzione alla loro causa, mobilitandosi e votando in massa per Hillary nelle due volte in cui si è candidata al Senato. E anche quando ha deciso di puntare alla Casa Bianca, la comunità ha riconosciuto subito il suo candidato.
Il 5 febbraio scorso, nelle primarie di New York e California, gli Stati con la più grande popolazione GLBT, 2 gay su 3 hanno scelto Clinton.
Ma il fenomeno Obama non ha lasciato indifferenti gli omosessuali americani. L'insurrezione del cambiamento guidata da Barack, il suo messaggio trans-razziale e transgender hanno finito per inserire un cuneo nella loro fedeltà clintoniana. E i gay hanno avuto un ruolo nelle 12 vittorie consecutive, infilate da Obama dopo il Supertuesday.

«Hillary è ancora la prediletta, i suoi rapporti con noi sono antichi e profondi, ma non c'è dubbio che Obama stia recuperando terreno», spiega Steve Elmendorf, che fu uno degli strateghi di John Kerry e ora appoggia l'ex first lady.
Il più celebre voltafaccia è stato quello di David Geffen, il tycoon di Hollywood co-fondatore di DreamWorks, apertamente gay e già grande elettore di Bill Clinton, diventato uno dei sostenitori più impegnati di Obama, per il quale ha raccolto 1,3 milioni di dollari.
Anche la cantante Melissa Etheridge, che nel 1993 organizzò il primo ballo inaugurale per gay e lesbiche durante l'insediamento di Bill Clinton alla Casa Bianca, ha scelto Obama.
Rimangono invece fedeli a Hillary l'ex campionessa di tennis Billie Jean King, la creatrice della serie- cult televisiva «L Word» Eileen Chaiken e Bruce Cohen, produttore di film come American Beauty.

Non che le posizioni dei due candidati democratici sulla GLBT community divergano molto. Entrambi vogliono il riconoscimento delle unioni civili, ma respingono il matrimonio gay. Chiedono più fondi per la lotta all'AIDS. Vogliono inasprire la legge contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro. Vogliono porre fine all'ipocrita regola del «don't ask don't tell», non chiedere, non dire, nei ranghi dell'esercito, dove si può essere gay ma tacendo.
L'unica grossa differenza è che Barack promette di abolire una legge del 1996, firmata da Bill Clinton sotto la pressione del Congresso repubblicano, che proibisce il riconoscimento federale dei matrimoni gay. Hillary vuole invece abolirne solo alcune parti.
Obama ha corteggiato in modo pesante i gay, negli ultimi mesi. Forse perché doveva farsi perdonare la gaffe di ottobre, quando invitò a una sua manifestazione un popolare cantante gospel, Donnie McClurkin, più noto per aver definito l'omosessualità un peccato.

In febbraio ha comprato un'intera pagina di pubblicità sui principali giornali gay in Texas e Ohio, pubblicando una lettera aperta al popolo GLBT. «È in gioco la possibilità per questa nazione di confermarsi all'altezza della promessa di uguaglianza dei suoi fondatori, trattando tutti i suoi cittadini con dignità e rispetto».
L'appello ha funzionato solo in parte, Hillary ha vinto in entrambi gli Stati. Ancora una volta, gay e lesbiche hanno preferito la loro icona.

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Giochi gay a Roma. Vergognose e faziose polemiche a destra e a sinistra per poche briciole.

GIOCHI GAY, LA DESTRA ALL’ATTACCO DELLA MELANDRI.
La replica del ministro: «La cifra finanziata è solo lo 0,38% del fondo».

(Alessandro Ferrucci - L'Unità) Si fanno le pulci. E gli si dà il clamore di un «elefante». Secondo il Giornale, il ministro Giovanna Melandri è da crocifiggere per un finanziamento statale di «dubbia» utilità: i Giochi olimpici dei gay in programma a Roma nel 2009 e organizzati dall’Arcigay. La somma? 55mila euro. Apriti cielo. «La cifra - precisa una nota del ministero - fa parte dei 15 milioni di euro complessivi a disposizione del Fondo per gli eventi sportivi di rilevanza internazionale». Insomma solo «lo 0,38% del totale». Ma questo per l’esponente di Forza Italia, Isabella Bertolini, «poco importa. I Gay Games non hanno alcuna rilevanza, e quindi non dovevano avere il becco di un quattrino. Si elargisce pubblico denaro agli amici degli amici che organizzano un evento inutile».
«Peccato» che oltre i Gay Games, il ministero finanzia altre «52 eventi e manifestazioni di diverse discipline». Nella lista dei progetti ammessi, sulla base dei criteri contenuti in un decreto ministeriale risalente al 25 giugno 2007, pubblicato su Gazzetta Ufficiale del 26 luglio 2007, «figurano eventi e manifestazioni relativi a numerosissime e diverse discipline sportive, a sport famosi e meno famosi, ricchi e meno ricchi, noti e meno noti», si legge in una nota del ministero guidato da Giovanna Melandri. «Nell’iter di selezione delle molte domande pervenute è stata soprattutto valutata la capacità, che è diffusa nell’intero settore sportivo italiano, di organizzare eventi di caratura e prestigio internazionale nonché di valorizzare il ruolo di promozione sociale (lotta alla discriminazione, inclusione etc) che può essere svolto dallo sport». Tra i tanti eventi, infatti, ne figurano alcuni molto noti come i Campionati Mondiali di nuoto che si terranno a Roma nel 2009 o la Finale di Champions League 2009 ed altri meno noti «ma di alto valore sociale come la Coppa del Mondo di pallacanestro per disabili che si terrà nel Lazio nel 2008 ed altre iniziative promosse dal Comitato Paralimpico Nazionale, i Giochi Europei Maccabi 2007, le Universiadi di Torino 2007 e la Homeless Cup di calcio». Anche quest’ultima messa all’indice dal Giornale come «prebende per sedurre l'elettorato progressista che rischia di scivolare a sinistra». Per loro 47mila euro mal spesi, nonostante, come ricorda il preambolo della Carta Olimpica, lo sport «ha come scopo di contribuire alla costruzione di un mondo migliore e più pacifico educando la gioventù per mezzo dello sport, praticato senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play». Ma, questo, a loro, non interessa; a loro piace più attaccare e cercare della raffinatissima ironia, mascherata da spunto di riflessione: «In cosa consistono le olimpiadi gay non lo sappiamo...» si chiede, appunto, un «incuriosito» Paolo Bracalini. Forza delle elezioni.

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