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mercoledì 10 settembre 2008

Napolitano: Non tutti si identificano nella Costituzione.

(Panorama) “Credo che in Italia sia ancora una questione aperta la piena identificazione che ci dovrebbe essere da parte di tutti nei principi e nei valori della Costituzione repubblicana che sono rispecchiati nella Costituzione europea richiamata nel Trattato di Lisbona”. Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano risponde a una domanda dei giornalisti sulla caduta di tensione che c’è in vari paesi europei rispetto ai motivi originari che furono alla base della costruzione europea quale strumento per mettere fine agli orrori creati dalla guerra e dal nazi-fascismo.

Da Helsinki, nella sua seconda giornata della visita di Stato, il presidente prima di lasciare la Finlandia, ha risposto alle domande dei giornalisti. Quando gli è stato chiesto di chiarire l’affermazione secondo la quale rimangono nel nostro Paese ‘’questioni aperte per quello che riguarda la piena identificazione che ci dovrebbe essere da parte di tutte le componenti della società nei principi e nei valori della Costituzione Repubblicana”, Napolitano ha risposto : “Non ho detto che in Italia manchi più che in altri paesi la tensione per l’integrazione europea. Come ho ribadito tante volte in questi giorni, nella stessa chiave, ho ribadito per l’Italia l’esigenza di un forte moto di patriottismo costituzionale.
Penso che ci siano tutte le condizioni”, ha aggiunto,”perché si vada verso questo comune riconoscimento dei valori e dei principi della nostra Costituzione. Questo discorso”, ha chiarito, “non ha nulla a che vedere con quello che riguarda le possibili, necessarie e concertate modifiche della seconda parte della Costituzione. Quindi ho considerato con grande favore il fatto che nelle scuole primarie fra gli insegnamenti si introduca la disciplina ‘Cittadinanza e Costituzione”’.
‘’Mi auguro” ha concluso “sia l’inizio di uno sforzo maggiore della cultura, della politica, dell’informazione. Non so se nel celebrare il 60esimo anniversario della Costituzione si sia fatto abbastanza per mantenere gli impegni. Prima di chiudere l’anno non dobbiamo ancora considerarci pienamente soddisfatti”.

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Senilità. Senatore Berselli (Pdl) Boom omosessualità? Si, le ragazze la danno via troppo facilmente.

"C'e' il rischio che i maschi arrivino ad una sorta di overdose di rapporti sessuali con le donne".

(Agi) "Il recente boom dell'omosessualita' e soprattutto della prostituzione maschile con travestiti e viado, a mio avviso, e' dovuto all'eccessiva disponibilita' delle ragazze di oggi, al fatto che la danno via troppo facilmente".

Lo ha detto il senatore Filippo Berselli, (Pdl) intervistato da Klaus Davi. "Vorrei precisare - ha chiarito Berselli - che io sto dall'altra parte, dalla parte degli etero al mille per mille, ma spiego questo transito dall'eterosessualita all'omosessualita' come un fenomeno collegato al fatto che le ragazze sono troppo disponibili. C'e' il rischio che i maschi arrivino ad una sorta di overdose di rapporti sessuali con le donne e che quindi, forse, scelgano di passare dall'altra parte. Comunque, i ragazzi di oggi non hanno la carica sessuale che avevamo noi, forse perche' eravamo una generazione di repressi" ha proseguito Berselli aggiungere di avere "molti amici gay con i quali ho intrattenuto e intrattengo ottimi rapporti e che sono di una simpatia travolgente. Ma nessuno di loro mi ha mai fatto la corte. Non mi e' mai capitato". Berselli ha osservato che "anche nella PDL ci sono gay e lesbiche, come in tutti i contesti. Aggiungo, invece, che non credo esista nessuna lobby gay nella societa', o quantomeno non in senso di un gruppo che esercita un potere occulto. Altro discorso e', invece, per l'Arcigay gia' presieduta da Franco Grillini che aveva un senso come luogo di pressione all'interno del Partito Democratico". Quanto ai maschi che si travestono da donna per andare nei locali e nei prive', Berselli ha detto che "non saranno perseguiti se dovesse essere approvato il ddl Carfagna sulla prostituzione.

Vestirsi da donna - ha fatto notare Berselli - non e' un reato in quanto tale, ne tantomeno significa che si voglia necessariamente adescare qualcuno. Al massimo e' una carnevalata. Anche gli scambi di coppia nei parcheggi non verranno vietati, salvo che non si consumino rapporti sessuali nelle auto o in luoghi aperti al pubblico. A casa propria o nei motel le coppie scambiste possono fare, ovviamente, quello che vogliono".

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Imma Battaglia e l'aggressione a Roma. "Evitare strumentalizzazioni" ed invita Alemanno e Veltroni al village. E questo cos'è?

Un comunicato stampa ad opera di Imma Battaglia sull'ultima aggressione romana nei confronti di due gay, si legge che (...) “E dovere di tutti evitare strumentalizzazioni tutte politiche. L'episodo grave di aggressione va rapidamente perseguito e vanno trovati i colpevoli ma senza creare allarmismi che fanno male innanzitutto agli omosessuali, soprattutto a chi vive in condizioni sfavorevoli. (...) ribadisce inoltre che "Roma è città aperta ai gay". Fa poi una sorta di consuntivo sull'andamento della "gaya estate romana" e che la vede al centro con il suo gay village.

Ci domandiamo se per caso le parole di Imma Battaglia, che sembrano quasi minimizzare l'accaduto, non suonino invece come una sorta di "allarmismo del tutto commerciale" perchè preoccupati che la pubblicizzazione di queste aggressioni e l'idea che questa nuova Roma anti-gay "de destra" provochi una fuga di avventori al village ed in locali o luoghi gay della capitale.
La fine de comunicato poi ci lascia un pò perplessi, infatti ha tutte le sembianze di uno "spottone pubblicitario" e dice: (...) "E proprio su questi temi lancia un invito ad Alemanno e all’ex Sindaco Walter Veltroni a incontrarsi in occasione della chiusura del Gay Village, il villaggio estivo al Parco del Ninfeo all’Eur che ormai da anni rappresenta un luogo di incontro, di cultura e spettacolo del mondo gay, voluto e ideato da Imma Battaglia." (...).

Che ne dite... ce sbajamo?

Il comunicato.
ROMA: AGGRESSIONE AL COLOSSEO: IMMA BATTAGLIA “EPISODIO GRAVE DA PERSEGUIRE MA OCCORRE EVITARE ALLARMISMI E STRUMENTALIZZAZIONI. ROMA E' CITTA' APERTA AI GAY”.

E LANCIA UN INVITO: “ALEMANNO E VELTRONI OSPITI ALLA CHIUSURA DEL GAY VILLAGE, SEGNO DEL SUPERAMENTO DEGLI STECCATI E DI PROGRESSO DELLA POLITICA SUI DIRITTI DEGLI OMOSESSUALI”.

Sull’aggressione alla coppia gay al Colosseo, interviene Imma Battaglia: “E dovere di tutti evitare strumentalizzazioni tutte politiche. L'episodo grave di aggressione va rapidamente perseguito e vanno trovati i colpevoli ma senza creare allarmismi che fanno male innanzitutto agli omosessuali, soprattutto a chi vive in condizioni sfavorevoli.
I reati d’odio vanno perseguiti con rigore ma non ci sono gli elementi per dire che a Roma c’è una situazione di emergenza. Roma è città aperta ai gay.”

“La vivibilità della città di Roma per la comunità gay/lesbica e trans è certamente molto visibile, prosegue Imma. La Gay Street al Colosseo ne è testimonianza, è di buon livello, e come tutte le cose può essere migliorata ma non certo creando falsi miti.
D’altra parte quest’estate ci sono stati avvenimenti che confermano l’apertura della città di Roma e della politica. Infatti in via di San Gregorio nella nota manifestazione all’Ombra del Colosseo da sempre vicina alla destra, si sono tenuti due eventi gay “Fresh” sostenuti peraltro da Arcicgay e Coming Out.
Al Gay Village, poi, tutte le sere ci sono state migliaia di persone gay e non solo e non è successo mai nulla. Sarà un segnale anche questo?”

E proprio su questi temi lancia un invito ad Alemanno e all’ex Sindaco Walter Veltroni a incontrarsi in occasione della chiusura del Gay Village, il villaggio estivo al Parco del Ninfeo all’Eur che ormai da anni rappresenta un luogo di incontro, di cultura e spettacolo del mondo gay, voluto e ideato da Imma Battaglia. “Sarebbe bello se Alemanno e Veltroni venissero, sarebbe un segno del superamento definitivo di vecchi steccati ideologici oltre che, finalmente, il segno che al di là di certi vittimismi gay, anche la politica italiana sta progredendo!”

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"Ve ne dovete andare, le cose sono cambiate". La Roma di Alemanno rifiuta i gay?

"Sassi e urla: quest'Italia non vuole i gay". È l'ultima di una catena di episodi che si sono verificati negli ultimi mesi a Roma: ecco i precedenti.

(Massimo Lugli - La Repubblica) Camminavano per via dei Fori Imperiali, all´una e mezzo di notte, tenendosi per mano. Una passeggiata romantica conclusa in modo drammatico per Cristian e Federico, due ragazzi di 29 anni vittime dell´ennesimo episodio di violenza contro i gay nella capitale. Prima gli insulti: «Froci di m... «, «Fate schifo», «Ve ne dovete andare, in questo paese per voi non c´è posto». Poi una pioggia di pietre e di bottiglie scagliate dall´alto che, fortunatamente, non sono andate a bersaglio. In azione una decina di ragazzi, alcuni dei quali, secondo le vittime, non avevano più di 15 anni e che sono riusciti a dileguarsi.

E´ accaduto nella notte tra lunedì e martedì, a poche decine di metri dal Colosseo, l´ultimo capitolo di una serie di violenze omofobe, dopo l´assalto al circolo Mario Mieli ad aprile, il pestaggio del Dj Christian Floris a maggio e quello di una ragazza che lavora al "Coming out" a luglio. Immediate e sdegnate le reazioni di condanna per l´aggressione e solidarietà alle vittime dal sindaco Alemanno («Mi auguro che i responsabili siano consegnati alla giustizia al più presto») al presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo («Un fatto inaccettabile che merita una risposta dura»), dalla Rosa Arcobaleno all´Arcigay, dal capogruppo del Pd Umberto Marroni agli assessori Umberto Croppi, Sveva Belviso e Cecilia D´Elia.

I due ragazzi sono entrambi bolognesi ma Federico lavora a Terni e Cristian, assistente ai disabili, era andato a trovarlo nei giorni scorsi. «Avevamo deciso di andare a Roma per passare una serata romantica - ricorda più amareggiato che spaventato per la brutta avventura - ho vissuto molti anni nella capitale e sono molto legato a questa città. Siano andati a bere qualcosa al "Coming out" e poi siano usciti per fare una passeggiata al Colosseo. Ci tenevamo per mano, niente di più. All´improvviso, da un rialzo che fiancheggia via dei Fori, un gruppo di ragazzi molto giovani ha cominciato a urlarci insulti di ogni tipo: "Fate schifo", "froci di m...", "chi è la femmina di voi due?" "Ve ne dovete andare, le cose sono cambiate".
Abbiamo tirato dritto ma quelli hanno iniziato a sputare e a tirarci dietro pietre e bottiglie. Per la rabbia ne ho raccolta una e gliel´ho scagliata addosso ma Federico mi ha trascinato via dicendomi di lasciar perdere. No, non ho notato teste rasate, slogan o abbigliamento che potessero far pensare a un gruppo di estrema destra». I due ragazzi non sono stati inseguiti nè aggrediti. Incolumi, Federico e Cristian sono tornati al "Coming out", hanno raccontato quello che era accaduto e, poco dopo, sono stati raggiunti dal presidente dell´Arcigay del Lazio che li ha convinti a chiamare il 112.
«I carabinieri sono stati gentilissimi e molto professionali - conclude il ragazzo - sono andati subito sul posto ma ormai quelli erano già scappati. Purtroppo è vero: in questo paese le cose stanno veramente cambiando e non certo in meglio».

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Procedura contro Sabina Guzzanti per vilipendio al Papa al "No cav day".


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L'iniziativa in base all'articolo 290 del codice di procedura penale e del concordato tra Italia e stato del Vaticano. Gli inquirenti hanno chiesto l'archiviazione per le frasi di Beppe Grillo su Napolitano.

(Quotidiano.net) La Procura di Roma ha chiesto al ministro della giustizia l'autorizzazione ad avviare un procedimento a carico di Sabina Guzzanti, per quanto dichiarato dall'attrice l'8 luglio scorso, in occasione della manifestazione "No Cav Day", svoltasi in piazza Navona. La showgirl è indagata per il reato di vilipendio.

L'iniziativa dei pm Angelatonio Racanelli, Sergio Colaiocco e del procuratore capo Giovanni Ferrara, è presa in base all'articolo 290 del codice di procedura penale e del concordato tra Italia e stato del Vaticano che equipara, e quindi protegge, che la figura del pontefice a quello del Capo dello Stato.

Gli inquirenti hanno poi chiesto l'archiviazione del fascicolo riguardante le frasi pronunciate da Beppe Grillo, nella stessa occasione, e che riguardavano il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Secondo l'interpretazione dei magistrati quelle del comico genovese erano delle battute in cui non erano contenute offese o frasi irriguardose, ma solo comiche.

La posizione di Grillo è stata valutata sotto il profilo della satira e del diritto di critica. Le parole, invece, della Guzzanti sono state valutate estremamente irriguardose nei nei confronti del Papa. L'autorizzazione al ministro è un passaggio necessario per instaurare il procedimento nei confronti dell'attrice, che comunque è stata iscritta sul registro degli indagati per l'ipotesi di reato di vilipendio. I magistrati in questi casi hanno proceduto d'ufficio.
Per quel che riguarda invece le parole della Guzzanti per Mara Carfagna, per avviare un fascicolo servirebbe una querela dello stesso ministro delle Pari opportunità. Ma ad oggi, a piazzale Clodio, non è stata ancora posta all'attenzione degli inquirenti una denuncia.

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Le donne sono predisposte alla bisessualità?

Secondo una ricerca condotta in Canada per le donne un nudo maschile è eccitante quanto un bel paesaggio. Risulta invece più eccitante un nudo femminile: siamo quindi predisposte alla bisessualità?

(Girlpower) E’ vero: un corpo femminile nudo è più armonioso a vedersi, più piacevole e dolce da guardare, anche per una donna eterosessuale. Ma che addirittura per una donna non lesbica, un corpo femminile nudo sia più eccitante di un uomo nella stessa condizione, proprio non me lo aspettavo. E’ quanto è risultato da una ricerca del Center for Addiction and Mental Health dell'Università di Toronto, volta proprio a scoprire cosa può risultare eccitante per una donna.

La ricerca ha evidenziato tendenze assolutamente inaspettate dell’inconscio e del conscio femminile: "Per le donne eterosessuali - afferma la dottoressa Meredith Chivers, che ha guidato la ricerca - guardare un uomo nudo che passeggia sulla spiaggia è eccitante quanto ammirare un paesaggio". Ma il fatto secondo me è che dipende da qual è il paesaggio. E forse anche dai soggetti presi in esame.

In pratica, un gruppo di signore è stato sottoposto alla visione di diversi filmati, erotici e non; nel contempo le signore sono state monitorate dal punto di vista dell’eccitazione genitale. Come? Con un apparecchio molto sofisticato chiamato foto pletismografo, si spera più affidabile della macchina della verità dei nostri canali televisivi. Dalle trascrizioni del suddetto aggeggio, è emerso quindi che una donna eterosessuale ammirante un bel fascio di muscoli che fa yoga senza veli, si eccita come quando contempla un paesaggio innevato dell’Himalaya. E allora cos’è che eccita queste donne così pretenziose? A quel che dice il misterioso foto pletismografo, sarebbero altre donne nude, che nella fattispecie dell’esperimento, fanno ginnastica (?!?).

donne-e-bisessualitaOk, cerchiamo di riordinare le idee: un uomo con una bella tartaruga sulla pancia e dei bicipiti da urlo, in affascinante atteggiamento da yoga e senza un brandello di tessuto addosso, è paragonato a una montagna innevata, perché considerato in un atteggiamento poco “erotico”; una donna qualunque che fa ginnastica è invece eccitante, perché in una situazione più accattivante. Qualcosa non mi quadra.

Tuttavia la dottoressa Chivers sembra convinta dei risultati della sua ricerca e sostiene che "alle donne ciò che importa veramente non è il sesso dell'attore nel video ma il grado di sensualità emanato dalla scena stessa. Le donne - precisa l'esperta - sono più stimolate da video di autoerotismo, ed ancora di più da scene grafiche di coppie, etero o gay, che hanno rapporti sessuali". Come a ripetere la solita frase da manuale “la donna ama il contenuto e non l’involucro”.

Inoltre lo studio confermerebbe certe convinzioni che ultimamente pervadono gli studi dei sessuologi americani, sulla presunta bisessualità latente o predisposizione naturale alla bisessualità, delle donne; la Chivers però tiene a sottolineare che concludere dal suo studio che ogni donna è predisposta alla bisessualità per natura, sarebbe riduttivo e fuorviante, in quanto la psicologia femminile è più profonda, sottile, individuale: "Concludere che tutte le donne siano bisessuali in base alle loro reazioni in questo studio, trascurerebbe la complessità e multidimensionalità della sessualità femminile". L'apparente flessibilità delle donne, secondo la ricercatrice dimostra semplicemente "una maggiore predisposizione alla bisessualità rispetto al mondo maschile".

Ammetto che il contatto fisico tra donne eterosessuali è più facile; ammetto che la donna non soffre di quello che per l’uomo è un grande problema e che si indica come omofobia; ammetto anche che vedere un bel corpo femminile, anche per una donna etero, può essere piacevole (oltre che scatenare crescenti invidie) e potrebbe addirittura suscitare fantasie bisessuali. Ma per favore non ditemi che un bronzo di Riace o un fisico asciutto ma tonico (a seconda dei gusti) non suscitano nulla in una donna etero e senza problemi con la propria sessualità, perché a quel punto si tratterebbe soltanto di ipocrisia.

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Luxuria: "Ho amato una donna!" Fotografata nuda per la grancassa pubblicitaria.

(TGCom) "Mi piacciono gli uomini, ma anni fa ho amato una donna, Sarah, con cui ho condiviso tutto": Vladimir Luxuria non smette di stupire e, prima di partire per "L’Isola dei famosi" non solo si fa fotografare per la prima volta senza veli, ma confessa al settimanale Chi la sua passione per una lei. Oltre al nome, Luxuria rivela la nazionalità, inglese, e una caratteristica fisica, la sua grande bellezza.

Una storia di coinvolgimento totale, quella raccontata dall’ex deputato di Rifondazione che proprio nei giorni scorsi ha ammesso di aver avuto delle avances anche in Parlamento.

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Il Papa a Parigi. Facciamo Breccia aderisce a Remballe ton Pape.

(Facciamo breccia) Remballe ton papeNei giorni 12, 13, 14 Settembre prossimi Joseph Ratzinger sarà per la prima volta in Francia, invitato da Nicolas Sarkozy. La visita si situa indubbiamente nell’ambito del progetto “radici cristiane dell’Europa” rispetto al quale, falliti i primi tentativi effettuati direttamente a livello di Unione Europea, il Vaticano sta proseguendo con la tecnica dell’”accerchiamento”. Le posizioni di Sarkozy, in particolare per quanto riguarda le politiche sociali (o “non-sociali”), si sposano perfettamente con la proposta “etica” del Vaticano di far gestire alla “famiglia” (cioè al lavoro gratuito delle donne) l’attuale crisi economica che si intende risolvere con l’eliminazione di tutti i servizi sociali.Se il tentativo egemonico vaticano ha mire globali (ricordiamo la recente visita di Ratzinger a Sidney) l’Europa è il “vecchio continente” da cui storicamente si è dipanata la colonizzazione cattolica, e dove si rende necessario per Ratzinger essere in posizione di forza. Ancora una volta i soggetti che si ribellano a questa crescente “ingerenza”, che è qualcosa di più della semplice imposizione di una delle tante religioni ma svolge un ruolo di controllo sociale che si va via via delineando con maggior chiarezza, sono proprio i soggetti che in questo nuovo panorama sono i più negati ed oppressi: donne, lesbiche, gay, trans. Ecco allora che se in Italia c’è Facciamo Breccia e No Vat, in Australia è nata la scorsa estate, in occasione della visita ratzinghiana la “No to Pope Coalition (http://www.notopope.com/)”, un coordinamento analogo al nostro che sosteniamo nell’ambito di un reciproco riconoscimento, in Francia nasce per l’occasione “Remballe ton pape!” (http://remballe-ton-pape.over-blog.com/) che lancia un appello per restituirci Ratzinger. Se da un lato ci dispiace che neppure ad Avignone lo vogliano più, dall’altro Facciamo Breccia saluta e appoggia con entusiasmo la manifestazione parigina REMBALLE TON PAPE del 12 settembre. Di seguito l’adesione di Facciamo Breccia a Remballe ton pape.

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Gianfranco Rotondi: "Ma io, cattolico, difendo i gay". E va dritto per la sua strada.

(Susanna Turco - Liberal) «Sono un politico di ispirazione cristiana che non prende ordini e non si fa spaventare dagli anatemi». Non perde l’abituale ironia e dice che alla fine avrà gli applausi «sia della Cei che dell’Arcigay», ma ci va giù duro, Gianfranco Rotondi. Nel giorno in cui Avvenire lo chiama in causa con un corsivo, accusandolo di incoerenza per l’annunciato progetto di legge sulle unioni civili, il segretario della Nuova democrazia cristiana dedica l’ora di pranzo a ribaltare l’argomentazione contro il quotidiano dei vescovi. Di più: arriva anche a toccare le ragioni personali per le quali non ritiene incoerente il suo agire, anche in difesa dei diritti dei gay: «Mi sono sposato in chiesa, ma tutto ciò che è al di fuori di questo patto eterno davanti a Dio, per me che sono cristiano, è interessante solo su questa terra», spiega. E aggiunge: «Per me occuparmi dei diritti dei gay è come parlare dei diritti dei divorziati e dei loro figli. Non tutti i peccati sono reati».

Non avverte su di sé l’incoerenza di cui l’accusa il quotidiano della Cei?
Avverto l’incoerenza giornalistica di Avvenire. Nei giornali le fonti si verificano sempre. Loro no: lanciano un anatema preventivo senza sapere cosa voglio fare. La mia sfida sarà preparare un testo nel quale anche il quotidiano della Cei si troverà d’accordo.

Ma i valori? Gli appelli di Benedetto XVI? La famiglia come nucleo portante della società?
Senta, io sono un indegnissimo erede di De Gasperi, Moro e Sullo, contro cui pii corsivi furono indirizzati per fermare l’alleanza coi partiti laici, il centrosinistra, la riforma urbanistica. E mi dispiace che siamo tutti caduti in miseria, ma il metodo rimane lo stesso: aderire ai principi, non obbedire ai corsivi. Così potrà crescere quella nuova classe dirigente auspicata da Benedetto XVI.

Ma si ricorda il putiferio che è venuto giù tra Pacs, Dico e Cus?

Il politico cristiano deve risolvere i problemi di tutti. Non mi invento io i figli delle coppie di fatto e i conviventi senza diritti.
All’epoca, il centrosinistra ha adottato una soluzione ideologica, dal presupposto inaccettabile: equiparare le convivenze alla famiglia. Non è certo il nostro obiettivo.

Intendete tutelare anche le unioni gay?
Ma perché mai i gay non dovrebbero aver diritto ad assistersi reciprocamente nella malattia o a succedere nel contratto di affitto? Fare una legge che, agendo sui diritti soggettivi, garantisca questo significa risolvere questioni pratiche. Questioni che la saggia Dc avrebbe chiuso con un compromesso e una leggina, magari a Ferragosto.

Due anni fa Prodi ha fatto un buco nell’acqua. Perché ricominciare?
Dirò una cosa molto dura, ma è ora di farlo. Sono un cristiano, mi sono sposato prima in municipio e poi in chiesa. La sera prima delle nozze a mia moglie ho detto pensaci bene, siamo cristiani, per noi è per sempre. Tutto quello che è fuori da questo patto eterno davanti a Dio, per me che sono cristiano, è interessante solo su questa terra; ed io, come legislatore, i diritti dei mortali li amministro solo su questa terra: quindi per me occuparmi dei diritti dei gay è come parlare dei diritti dei divorziati e dei loro figli. E un affare terreno, doveroso per chi, pur da cristiano, deve legiferare per tutti e tenendo unita la società. Come disse Rocco Buttiglione - incompreso - a Strasburgo non tutti i peccati sono reati e viceversa. È una distinzione che fonda la cultura liberale e spiega perché uno come me, che in quarant’anni non ha mai perso una messa, si affatichi tanto per le vedovanze fuori sacramento.

E’ ottimista sui risultati?
Brunetta ha un geniaccio tale che alla fine applaudiranno sia la Cei che l’Arcigay.

La proposta di legge a che punto è?
Nero su bianco non c’è ancora nulla. L’importante è che sarà a costo zero per lo Stato.

Non ci sarà la reversibilità della pensione?
Esatto: così abbiamo chiuso la polemica sull’ipotesi che si tratti di una famiglia alternativa. Vogliamo invece introdurre diritti nelle cure, nella successione nel contratto di affitto e nella proprietà della casa. Proponiamo una sorta di contratto unico valido davanti allo Stato, limitatamente alle questioni accennate e restando nell’ambito del diritto privato.

Chi sarà della partita?
Ci sono altri colleghi attenti al tema: questo corsivo di Avvenire è stato coli rapido perché si sa che cattolici eminenti e anche eminenze hanno approvato le mie dichiarazioni.

Come rassicurerà i cattolici?
Il testo nascerà da un dibattito culturale che partirà dal mondo cattolico. Sentirò anzitutto colleghi come Pezzotta, Binetti,Volontè ed altri. Ed è chiaro che l’iniziativa avrà successo solo se ci sarà più o meno l’unanimità. Altrimenti non partiamo neanche.

E perché un Parlamento di centrodestra dovrebbe venirvi dietro?
I veri conservatori sono quelli che al momento giusto sanno salvare il minimo indispensabile: altrimenti la rivoluzione li travolge.

Il Pdl travolto da masse di coppie di fatto?
Voglio dire che se lasciamo il problema irrisolto e, per un malaugurato accidente, il governo dovesse cadere... La Chiesa lo sa come risolverebbe il problema la sinistra tornata al potere?

Lo dica lei.
Alla Zapatero. Perciò, qua giù nelle retrovie c’è un manovale cristiano al lavoro.

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La destra minimizza. Ministra Meloni "Non si può dire che a Roma i gay siano in pericolo".

"E' una citta' tranquilla verso gli omosessuali".

(AdnKronos) Non si puo' dire che i gay a Roma siano in pericolo: questa e' una citta' che per tutta l'estate ha ospitato manifestazioni gay, che ha una strada a loro dedicata. E' una citta' tranquilla verso gli omosessuali. Dipingere Roma come insicura per i gay mi pare una forzatura". A parlare e' il ministro per le Politiche giovanili, Giorgia Meloni, che in un'intervista al 'Corriere della Sera' ha commentato l'aggressione della coppia gay a Roma.

"Voler dire che Roma sia intollerante mi sembra ingiusto verso Alemanno e anche verso i romani - ha aggiunto la Meloni - Io credo nella responsabilita' di chi amministra se ci sono degrado, abbandono, quartieri lasciati senza niente. Ma non e' questo il caso. E mai, mai c'e' stata disponibilita' da parte di Alemanno verso la violenza o la discriminazione di qualunque tipo".

"Non mi pare proprio che ci sia un ritorno ad un clima pesante - ha concluso il ministro - invece mi sembra che, come accade ovunque, esistono degli episodi terribili. Si eviti di trasformarli in elementi di contrapposizione politica, e di strumentalizzarli. Determinati episodi si devono combattere tutti assieme".

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Il "big bang" del Cern. Ok al primo esperimento.

E' riuscito il primo esperimento tentato dal Cern per ricreare le condizioni in cui si verificò il "Big Bang" che diede origine all'universo, e dunque alla vita stessa: dopo aver proiettato in successione, quasi alla velocità della luce, due diversi raggi protonici all'interno dell'acceleratore di particelle "Lhc", il "Large Hadron Collider", gli scienziati del Laboratorio Europeo di Ginevra sono riusciti a far completare ai fasci di particelle un giro intero del gigantesco tunnel dell'Lhc, lungo 27 chilometri e situato a 50 metri di profondità nei pressi della frontiera franco-svizzera.

L'esperimento: riprodurre il Big Bang - E' appunto questo il procedimento con il quale si punta a replicare l'infinita catena di micro-collisioni tra fasci protonici che produsse proprio il "Big Bang".
La gioia degli scienziati - L'evento, per rendere possibile il quale sono stati necessari quasi vent'anni di preparativi e l'investimento dell'equivalente di 9 miliardi di euro, è stato accolto con uno scroscio di applausi e grida di gioia da centinaia di ricercatori, assiepati nella sala di controllo. La più esultante era la responsabile del progetto, Lyn Evans: "C'è un raggio nell'acceleratore!", ha esclamato a un certo punto Evans, così reagendo alla comparsa sui monitor del tanto atteso segnale luminoso.
Il prossimo passo consisterà nell'ottenere che i protoni concludano la loro traiettoria all'interno del tunnel anche nella direzione opposta rispetto a quella finora seguita, onde accertare che il tracciato sia interamente percorribile. A quel punto si potranno sparare i fasci protonici in ambedue le direzioni simultaneamente, così da provocarne la collisione e la relativa emissione di energia. La scommessa consiste nel verificare la possibilità che si crei materia, e più specificamente che compaia un "bosone di Higgs", detto anche "particella di Dio", in grado di conferire massa alla materia stessa; così chiamata dal nome del fisico scozzese Peter Higgs, il primo a postularne l'esistenza nel 1964, è una particella ipotetica elementare, a tutt'oggi l'unica mai osservata in natura ma solo teorizzata.

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Gay aggrediti, la voce degli omofobi..

omofobia-200 by you.

(River-Blog) Diversi lettori mi hanno indirizzato alla pagina di Tgcom che tratta la notizia dell’ennesima aggressione gay avvenuta ieri a Roma. A fronte di moltissime persone - la maggioranza - che difendono (ma c’è da “difendere” una manifestazione d’affetto?) la coppia gay, altri commentatori regalano una serie di perle di omofobia. Mi fanno riflettere su quello che la “gente” pensi a riguardo. Non ho editato “k” ed errori ortografici.

simon: gli sta bene sono contro natura…
fred: mannaggia, peccato che non c’ero. incredibile questi finocchi in giro in atti osceni…
Alex: Che vadano a farle a casa loro queste indecenze, VERGOGNA!!! Se Adamo ed Eva erano maschio e femmina.
Luigi: Non si puo’ tollerare tutto , se vogliono fare ste cose che vadano a fale a casa loro dove non siamo obbligati a vederli ne noi ne i nostri bimbi.
massimiliano: è uno schifo vedere coppie gay baciarsi in pubblico ed è un trauma per i bambini.
Flavio: secondo me il gesto dei ragazzi è da criticare ma anke l’azione della coppia gay ke ha voluto in pubblico offendere il pudore delle persone etero k hanno dovuto assistere al bacio quindi non condanniamo solo i ragazzi (anke il loro comportamento è stato sbagliato)ma deploriamo anke la coppia gay ke poteva risparmiarsi il gesto pubblico.
Aleksandar: Secondo me anno fatto bene a insultarli. Io non sono Razzista ma questo mi sembra una stupidaggine, se sono gay vabbene ma non facciamoci vedere il pubblico, che si spaventano i bambini anche. Io consiglio di non farli andare da tutte le parti come con il fumo, niente gay in certi ristoranti.
marco: I gay se si voglione baciare lo devono fare in casa loro, è una cosa innaturale ed è giusto che non lo facciano in pubblico.
luna: E’ vero che siamo tutti liberi, ma è anche vero che bisogna rispettare anche gli altri e oggi mi sembra che queste persone facciano di tutto per sbandierare la loro sessualità, magari evitando di andare per strada a provocare si eviterebbero episodi spiacevoli. Con questo bisogna punire però tutti coloro che non rispettano la libertà altrui. Però cerchiamo di evitare provocazioni inutili.
max: Rispetto assolutamente le tendenze sessuali di chiunque, purché ci sia un pochino di pudore. qualche tempo fa, passeggiando per Verona con mio figlio di 3 anni, abbiamo incontrato 2 uomini in piazza Brà che si baciavano e si abbracciavano… uno “spettacolo” che non ho saputo spiegare a mio figlio. forse l’italia non è ancora pronta.. o forse non lo sono io… dovrebbero avere anche loro un po’ di rispetto per le persone etero.
Paolo: “Ma scherziamo? ma che cosa insegnamo ai nostri figli! far circolare per strada due omosessuali non fa altro che confondere gli ideali dei più piccoli. L’omossesualità vista a mio parere come una “una malattia”(non mi viene adesso il termine giusti), va curata o quanto meno non pubblicata per le strade nei locali pubblici…etc… Io non li condanno personalmente…..ma perlomeno manifestino il loro “stato” in privato e non dinanzi”.

Mi chiedo dove inizi l’istigazione all’odio. L’omofobia è un cancro contro il quale tutti, etero e omo, devono battersi. Nel nome della civiltà.

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Il caso t.A.T.u.: ma dove sono finite?

(Panorama) Le t.A.T.u sono tornate. Con il loro terzo album, disponibile da ottobre nei negozi russi. La versione inglese, invece, uscirà solo dopo la realizzazione del film You and I, racconto autobiografico ispirato alla vita delle due ragazze. Ma, cos’è successo alle emancipate signorine russe, dopo gli scandali che le hanno viste sbattute sulle prime pagine dei magazine di mezzo mondo?Cominciamo con un breve riepilogo della loro fortunata carriera da popstar. Era il 1999 quando Ivan Shapovalov, uomo d’affari russo, e il suo partner in business, Alexander Voitinskyi, decisero di creare un gruppo pop formato da teenager dall’aspetto ambiguo. Dopo giorni di casting vennero selezionate Lena Katina e Yulia Volkova, che rispondevano perfettamente all’immagine delle lolite un po’ lesbo. Anche il nome scelto per il gruppo, t.A.T.u, ovvero “Lei ama l’altra” (in russo), lasciava poco all’immaginazione.

Da quel momento, il duo ha cominciato a produrre cd e con l’album di esordio, 200 km/h in the Wrong Lane le t.A.T.u. divennero le prime cantanti a ricevere il Platinum Europe Award.
L’attenzione dei media, però, era tutta concentrata sulla storia personale di Lena e Yulia, dichiaratesi pubblicamente lesbiche e con una relazione solida alle spalle. Fino a quando non venne trasmesso dalle emittenti russe il documentario, Anatomy of t.A.T.u, dove le due ragazze dichiaravano di non aver mai flirtato né di essere mai state attratte da altre donne.
La disfatta fu immediata. Shapovalov fu licenziato e le t.A.T.u ammisero che, “Ivan era più interessato a creare scandali che non a farle crescere artisticamente”. Contemporaneamente il duo ammise di aver fatto uso di droghe, di sentirsi in colpa per le bugie dette e di confessarsi ripetutamente in chiesa per espiare i peccati… Nel 2004, poi, il colpo di scena: Volkova ha dato alla luce una bambina, Viktoria (Vika) Pavlovna Volkova, togliendo definitivamente ogni dubbio sul suo orientamento sessuale.

t.A.t.U.: il video di All the things she said

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Alberto Villa è consigliere nazionale Udc: "io cattolico e gay", Sì ai diritti per le coppie omosessuali.

(Giovanni Mari - Il Secolo XIX) Alberto Villa è membro del consiglio nazionale dell'Udc di Casini e Cesa. Tra il 2000 e il 2005 è stato a capo dello staff politico dell'assessore ai Trasporti Vittorio Adolfo (Udc) nella giunta ligure di centrodestra. Da poco ha lasciato la presidenza della Ferrovia Genova-Casella, dove ha unanimemente lasciato un buon ricordo. Ha coordinato le campagne elettorali di diversi "campioni" del Pdl, da Sandro Biasotti a Enrico Musso (oggi entrambi parlamentari). Ieri ha annunciato la sua presenza al Gay Pride nazionale di Genova, il 13 giugno 2009.

Villa, lei al Gay Pride. Sa che in molti a destra e sinistra, hanno chiesto di boicottare la parata?
«La veritàè che per quanto mi riguarda, da politico impegnato da sempre per Genova e la Liguria, sono contento. Il fatto che si scelga Genova come sede del Gay Pride suscita in me una grande soddisfazione. Perché questa cittàè sicuramente pronta a ospitare un evento del genere».

La sua tesi contrasta con quella di tutto il centrodestra, ma pure con parte di centrosinistra.
«Ma io sono omosessuale».

E come fa, allora, a essere membro del consiglio nazionale Udc?
«Ritengo che le tendenze e i gusti sessuali, come le altre "diversità", non incidano sull'impegno politico. E non mettono in contraddizione le idee che una persona esprime. Evidentemente, in particolare sull'omosessualità, all'interno dell'Udc non tutte le sensibilità sono come le mie. Ma secondo me questo è un arricchimento del partito e del dibattito politico in genere».

Certo che a sentire le dichiarazioni su gay e coppie di fatto...
«È per questo che gli omosessuali in politica possono essere utili. Anche per discutere di temi importanti come il matrimonio gay e le adozioni»

Matrimonio e adozioni.
«Il matrimonio è un istituto nato per le coppie eterosessuali, indiscutibilmente. Credo che per gli omosessuali sia giusto trovare una nuova formula: sono persone dello stesso sesso che si amano e che chiedono giustamente diritti da esercitare e doveri da rispettare. È ingiusto non riconoscere che esistano persone dello stesso sesso che vivono insieme e si amano».

E sulle adozioni ai gay?
«La natura ha voluto che i figli fossero solo per gli eterosessuali. Ma Dio ha creato anche noi omosessuali. Giusto darci un bimbo in adozione? Me lo chiedo anche io e quando penso agli orfanotrofi pieni di bimbi penso sia giusto. Ma il discorso è molto più ampio e complicato. Dovremmo andare a vedere cosa è successo in quei Paesi in cui l'adozione è possibile. Se ci accorgiamo che le cose funzionano bene, allora potremmo iniziare a discuterne».

Un gay può essere cristiano?
«Eccomi»

E cattolico?
«Eccomi, battezzato e cresimato».

Non negherà che la Chiesa ha posizioni rigide sull'omosessualità.
«Io penso che sull'omosessualità non dovrebbero neppure esistere le posizioni. Le diversità sono in ognuno di noi. Per mille anni c'è stata la discriminazione dei bianchi sui neri. Pensate se fossimo tutti uguali: no, le diversità arricchiscono. E se guardate bene anche nel centrodestra esistono posizioni differenti. Altro discorso se si tratta di posizioni strumentali».

Strumentali quanto vuole, ma le ultime dichiarazioni di alcuni Pdl sono state molto violente.
«Magari chi ha posizioni pubbliche così contrarie in privato dice altro. O sennò ci sono "i più realisti del re": se ascoltate le parole del cardinal Bagnasco si capisce questo fatto. Lui ha usato toni e parole molto diverse».

Il Gay Pride nella città del presidente Cei non è una provocazione?
«Credo che il Gay Pride si debba fare dove decidono gli organizzatori. Vero è che le manifestazioni devono essere a favore, non contro. Non dobbiamo sfilare "contro" ma "per". Per i diritti, e far vedere che i gay sono persone come le altre, che lavorano, che partecipano alla crescita della società e che vivono tranquillamente la loro diversità. Sarà una grande festa, colorata e viva come al solito. Se posso dirlo, Genova avrà anche forti ritorni economici».

Sfilerà con vestiti appariscenti?
«Vestito come al solito. In cravatta quando lavoro, in jeans nel tempo libero. Non devo dimostrare niente a nessuno. Tanti giovani gay hanno paura a uscire allo scoperto, soffrono perchè non possono dirlo ad amici e famiglie. Il Gay Pride aiuta tutti quei giovani che hanno paura di ciò che sono. È la cosa peggiore per un essere umano».

Ma i suoi colleghi Udc sanno?
«A livello locale si, mi sono dichiarato da tempo. La maggioranza deve ascoltare la minoranza. Solo in Italia, Grecia e Irlanda non c'è una legge sui diritti degli omosessuali. Andava bene il dibattito sui Pacs, stavo male, a quel tempo, perché la linea del mio partito era molto diversa dalla mia».

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Preti. Oggi Gesù andrebbe coi gay al Pride. Lo dice Don Farinella.

Gesù con i Gay non andrebbe alla processione del «Corpus Domini».

(Don Paolo Farinella - La Repubblica, edizione di Genova) Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, nella sua prolusione al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini ha paventato il timore del silenzio imposto dall´esterno alla Chiesa. La mia presenza su questo giornale laico è la prova che oggi la Chiesa, intesa come realtà che va oltre la gerarchia, non è amputata nella sua libertà di espressione e di presenza sociale. Teoricamente parlando, nessuno più di un credente e, a maggior ragione, nessuno più di un prete dovrebbe essere laico perché la ragione del suo essere è fondata sulla «Signoria» di Dio che creando chiama il mondo e l´umanità alla responsabilità dell´autonomia. I problemi cominciano quando qualcuno vuol mettere il cappello della religione sul mondo e sull´umanità, credendo di essere l´interprete unico di Dio: è il clericalismo e il fondamentalismo che sono due sciagure per la Chiesa stessa e per il mondo. Nel libro della Genesi che narra in forma epica e mitica la nascita dell´universo e dell´uomo, al versetto 15 del capitolo 1, con una traduzione più rispettosa del testo ebraico, si legge che «Dio pose l´uomo nel giardino di Eden perché lo ascoltasse e gli ubbidisse». Qui è il dramma: nati per ascoltare il creato non abbiamo ancora finito di sventrarlo e snaturarlo; chiamati ad ascoltare il mondo, giungiamo alla pretesa di imporre la nostra voce come interprete unica della volontà di Dio. Il comandamento di «non nominare il Nome di Dio nel vuoto» è rivolto prima di tutto ai credenti e al clero di qualsiasi religione perché siano più attenti ad ascoltare che a parlare. Dalla cronaca della settimana scorsa rileviamo tre notizie: la badante ecuadoregna Isabel Rivera Gonzales di 34 anni sgozzata il 16 luglio non può tornare a casa perché nessuno paga il trasporto; una parte della sinistra allo sbaraglio insieme con la Fgci trova un rantolo per una manifestazione a favore della moschea e contro l´arrembaggio del leghista Borghezio che in estate ha occupato la Chiesa di San Giovanni di Prè contro la stessa moschea; a novembre saranno cancellati tre voli aerei da Genova: due per Roma e uno per Catania. Tre notizie, tre realtà, tre schizofrenie. Le prime due notizie sono collegate: gli immigrati sono tollerati, meglio se in nero, finché servono, quando non servono, anche da morti sono un peso e se pensano poi di pregare, beh, lo facciano chiusi in casa: la visibilità sociale invocata per i cattolici, vale anche per loro? La terza notizia significa che prima ancora di cominciare la nuova Alitalia mette in scena a Genova l´anteprima del futuro: i costi sono scaricati sulle tasse dei cittadini, mentre gli utili vanno, senza rischi, ai «coraggiosi» privati.

L´annuncio è ufficiale: il 13 giugno 2009 Genova vedrà tra le sue vie e carruggi la pittoresca parata del Gay Pride, in concomitanza con la festa cattolica del «Corpus Domini». Ho sempre provato un senso di pietà verso una manifestazione che di suo serve a ghettizzare di più i protagonisti che danno l´impressione di volere imporre la loro esistenza con la provocazione piuttosto che con la forza del diritto. Non credo che gli organizzatori abbiamo scelto la data del 13 giugno 2009 in modo consapevole per contrapporsi alla festa del «Corpus Domini». Sono convinto che sia una pura casualità di coincidenza. Ad ogni modo, ben venga questa coincidenza che mette a confronto due concezioni di «corpo»: un corpo che si fa pane per rispondere al bisogno di identità e di verità che c´è in ogni individuo e un «corpo» che si ostenta anche provocatoriamente e lascivamente perché si sente oppresso e giudicato.

Se Gesù venisse oggi, sono convinto che non si attarderebbe nelle chiese e non andrebbe alla processione del «Corpus Domini», ma con ogni probabilità si avvicinerebbe alle persone del Gay Pride e parlerebbe loro non con parole di condanna, ma con parole di consolazione: Venite a me voi che siete affaticati e stanchi di essere emarginati e giudicati, che fate fatica a trovare la vostra identità, non abbiate paura, venite a me e io vi ristorerò; il Padre mio, infatti, mi ha mandato perché nessuno vada perduto di coloro che mi ha affidato. Gesù ci ha insegnato che «il sabato è per l´uomo e non l´uomo per il sabato». Sogno che il 13 giugno, festa del «Corpus Domini» nelle chiese di Genova si possa pregare per i nostri fratelli e le nostre sorelle che partecipano al Gay Pride: possano essere rispettati nella loro dignità di persone e, con l´aiuto di Dio, lo Spirito li aiuti a trovare la dimensione della loro vita in una relazione affettiva capace di esprimere la profondità della loro anima. In questo si saldano intimamente il Vangelo e la Costituzione italiana, i due fari dell´antropologia cristiana.

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