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sabato 27 ottobre 2007

Il comitato Centoautori ''irrompe'' alla Festa di Roma.

(Kataweb cinema) I Centoautori ottengono grande visibilità mediatica alla Festa del Cinema di Roma riuscendo a far proiettare, prima della cerimonia di premiazione, il filmato 'Lettera agli spettatori', un documento di sei minuti girato da Giuseppe Piccioni.

Un colpo di scena che dà visibilità al movimento costituito da molti dei protagonisti del mondo del cinema italiano, guidato tra gli altri dallo stesso Piccioni, da Francesca Comencini e da Bernardo Bertolucci. Una soluzione, spiegano alcuni dei protagonisti presenti in Sala Santa Cecilia all'Auditorium di Roma, trovata di comune accordo con gli organizzatori della Festa.

I Centoautori, infatti, hanno accettato di buon grado di far proiettare la loro 'Lettera' in cambio della rinuncia ad una clamorosa manifestazione di protesa che doveva gettare scompiglio al festival, che volevano organizzare in occasione della premiere di 'Youth without youth' di Francis Ford Coppola. 'Mollica e Bettini che parlano di noi e la proiezione del filmato in cui spieghiamo le nostre intenzioni ha maggior effetto di una manifestazione di protesta, per quanto clamorosa possa essere', spiegano alcuni rappresentanti del movimento.

Nella 'Lettera agli spettatori', in pochi minuti, protagonisti noti (da Scamarcio a Virzì, da Piccioni alla Archibugi, da Alex Infascelli ad Andrea Molaioli) e meno noti, attori, registi, costumisti e tecnici fanno il punto sulla situazione del settore: dalla considerazione che 'se Monicelli riceve un finanziamento di 2 milioni non se li mette in tasca, ma dà lavoro a 123 persone', alla confutazione di un assunto: se un film costa 100 e incassa 20, significa che qualcuno ha rubato 80. I Centoautori chiedono rispetto per il cinema e denunciano uno stato reale: 'E' ora di finirla - dice Virzì nel filmato - con i network televisivi che decidono la politica culturale di questo Paese'.

L'Italia, aggiungono i Centoautori, non può essere raccontata solo dalla televisione. 'Lettera agli spettatori', finito di montare stamane alle 5, ha ricevuto alla fine della proiezione un grosso e sentito applauso.

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Cosenza: forse delitto sessuale. Vittima e' un ingegnere, travolto con sua stessa auto.

(ANSA) - DIPIGNANO (COSENZA), 27 OTT - E' un ingegnere di 33 anni di Crotone, Antonio Saracino, l'uomo trovato morto la scorsa notte a Dipignano nel Cosentino. L'uomo e' stato prima percosso e poi colpito ripetutamente e violentemente al volto con lo sportello della sua auto. L'assassino, quindi, e' passato sopra al corpo con la vettura. Per poter recuperare il cadavere, infatti, gli investigatori hanno dovuto prima rimuovere l'auto. Per far luce sul delitto gli investigatori stanno valutando il movente sessuale.

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Preti e pedofilia: Toglietemi quel mostro dai piedi.

(Trotzky) Un impiegato del Comune di Phoenix, nell'Arizona, non si aspetta altro dalla vita che vedere dietro le sbarre il prete che ha distrutto la vita dei suoi figli.
In preda all'angoscia più cupa, il papà delle vittime - riporta il Chicago Suntimes - ha raccontato ai giudici che si era convertito al cattolicesimo dopo aver conosciuto un prete gesuita, il reverendo Donald Mc Guire, durante un pellegrinaggio a un santuario cattolico in Europa e che non avrebbe mai potuto immaginare che, dietro il suo aspetto di persona umile e pia, si potesse celare un essere animato da una malvagità così diabolica.

Le vittime si sono decise a parlare delle loro disavventure solo al raggiungimento della maggiore età. Quello che hanno rivelato ha dell'inverosimile. Il gesuita insisteva perché i bambini si confessassero più volte al giorno, si eccitava, mostrando loro delle riviste pornografiche, mentre si interessava alla loro vita sessuale, poi li portava in sacrestia, dove li violentava, e infine li costringeva a confessare i loro peccati, in un circolo vizioso senza fine.
Il prete era già stato condannato per aver abusato di numerosi minorenni nella residenza dei Gesuiti presso la quale aveva vissuto anni addietro. Recentemente ha interposto appello contro la sentenza emessa in seguito alla denuncia subìta per aver abusato di un suo studente per un periodo di quattro anni. Adesso il padre delle ultime vittime - che ha pregato la stampa di mantenere l'anonimato - ha scelto come difensore dei suoi figli o stesso avvocato dello studente e ha citato anche lui in giudizio il religioso e il suo ordine.

L'avvocato dei tre giovani, che risponde al nome di Mark Pearlman, ha detto che il gesuita è un predatore insaziabile e che, se non verrà emarginato dalla società, potrà distruggere la vita di molti altri adolescenti.
Il reverendo Edward Schmidt, superiore gerarchico del gesuita, ha riferito che gli aveva già ordinato di togliersi l'abito talare, ma il padre delle vittime ha ribattuto che la ritiene una punizione troppo tiepida, perché "quello che ha fatto quel prete maledetto è mostruoso".
L'accanimento dei preti contro persone incapaci di difendersi fa pensare a una resa a discrezione al sesso contro il quale stanno lottando invano da secoli.

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Circoincisione: Il pisello nel suo baccello.

(Cadravexquis blog) Sul Corriere della Sera di giovedì leggo che, finalmente, in Israele qualcuno ha cominciato a rifiutarsi di fare circoncidere i propri figli. Si tratta ancora di un'infima minoranza, poiché - come scrive Davide Frattini - il 97% degli israeliani "è ancora convinto che la tradizione vada rispettata", ma intanto qualcosa si muove. Dichiara uno di questi genitori che fanno sentire la loro protesta: "Non ho voluto insegnare a mio figlio che per essere connesso a questa società deve mutilarsi" e ancora: "Preferisco lasciare a lui la possibilità di scegliere, quando sarà più grande". Di questo argomento avevo già scritto moltissimo tempo fa, stabilendo un parallelo con l'infibulazione femminile, e da allora non ho cambiato idea. E' evidente che la circoncisione maschile non ha affatto la medesima gravità della mutilazione imposta alle donne, soprattutto in molti paesi islamici, ma si tratta comunque di un intervento inutile e praticato senza il consenso dell'interessato (che, infatti, è ancora un neonato) all'unico fine di reclutarlo all'interno di una "comunità" (religiosa, in questo caso). E questa cooptazione avviene attraverso un atto che non è più soltanto simbolico e, tutto sommato, innocuo come il battesimo, ma passa attraverso una modifica del corpo, più o meno grave. Ma ogni individuo non ha diritto all'integrità del proprio corpo? O ne ha diritto in tutti i casi tranne che in questo?

Il punto centrale è, insomma, che bisognerebbe lasciare libertà di scelta ai singoli individui. Non tanto ai genitori a cui, tutto sommato, non costa niente decidere di far circoncidere qualcun altro, quando la pressione sociale è così forte. Oltretutto, la pratica è religiosa e quindi non c'è nessun motivo perché la adottino tutti gli israeliani, anche quelli che ormai hanno abbandonato la fede ebraica e sono laici e secolarizzati, quando non addirittura atei. Se già riteniamo che un atto come il battesimo - cioè un po' d'acqua sulla testa di un neonato - corrisponde a un'indebita imposizione di un sistema di credenze a chi ancora non è in grado di giudicare da solo ed è quindi una violenza ai danni del bambino - un po' come se si pretendesse di iscrivere un neonato a Rifondazione comunista o a Forza Italia appena dopo la nascita! -, a maggior ragione lo saranno quegli atti che, come la circoncisione, non si limitano a qualcosa di meramente simbolico. E se poi, una volta cresciuto, costui rimpiangesse il suo prepuzio? Non è una questione affatto ridicola. Nel pezzo di Frattini si cita il caso di Udi, che "vorrebbe far causa ai genitori per quello che gli hanno tolto". Negli Stati Uniti, infatti, esistono già gruppi organizzati che si oppongono alla circoncisione (madri contro la circoncisione, uomini adulti contro la circoncisione, ebrei contro la circoncisione).

Come spesso accade, però, quello che esce dalla porta rientra poi dalla finestra. Se in Israele la circoncisione ha un'origine religioso-comunitaria e viene praticata, per pura inerzia, anche da chi non è più religioso, negli Stati Uniti la maggior parte dei neonati maschi vengono circoncisi. Il motivo addotto è sanitario: la circoncisione servirebbe a prevenire varie malattie e da alcuni studi sarebbe persino risultato che rende più difficile la trasmissione di alcuni virus, come l'hiv, a causa dell'ispessimento delle mucose non più protette dal prepuzio. A parte il fatto che queste affermazioni sono ancora tutte da dimostrare, va anche detto che la cosa avrebbe senso solo se ci mancasse la possibilità di provvedere in modo decente all'igiene intima, circoncisione o non circoncisione. Poi - mi domando - che razza di messaggio si trasmette in questo modo? Qualcuno potrebbe erroneamente convincersi che basterebbe essere circoncisi per evitare il sesso sicuro e l'uso del preservativo, come se già molti non aspettassero la scusa buona per farlo.

(Una nota di colore, infine, sul modo in cui il Corriere della Sera riporta la notizia, a cui dedica l'intera pagina ventitré dell'altroieri. A sinistra - corredati di fotografie - fa gli esempi di Paul Newman e di Roger Moore. Il primo "pur non ebreo, sarebbe anche lui circonciso", così come il secondo, che è inglese. Sono perplesso: nel primo caso, Paul Newman - se è circonciso - non è un'eccezione, poiché è americano e come la maggioranza degli americani non costituirebbe un caso esemplare. Tanto valeva mettere la foto, che ne so, di Brad Pitt o di Robert Redford. Del scondo caso, Roger Moore, non capisco proprio il senso: non è americano, non è ebreo... Perché proprio Roger Moore e non qualsiasi altro attore europeo? Misteri dell'informazione all'italiana!)

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Il neonato omosex e i blogger: Per scelta o per caso. Ancora sul bambino gay.

(Elfobruno blog)Lo ammetto, ho peccato di superbia. Sul fatto del manifesto col neonato, dico. Come se quello che penso io e come se quello in cui io credo debba valere necessariamente per tutti. Ma poi ieri ne abbiamo discusso, in associazione, e anche se per quel che mi riguarda essere gay è un aspetto che è indissolubilmente connaturato in me, è legittimo pensare che per qualcun altro sia una scelta.

Non so se esista un rischio di determinismo genetico dietro al pensiero che essere omosessuali sia una questione biologica. Alla fine il nostro DNA porta in sé una serie infinita di opzioni: biondi, mori, mancini, stronzi... e via dicendo. Se passasse l'idea che essere gay o lesbica - o qualsiasi altra cosa si voglia essere - è come scrivere con la sinistra o non aver bisogno della tintura per assomigliare alla Carrà, sarebbe un bel passo in avanti.

Il rischio, semmai, è se dal fatto genetico si passa a quello eugenetico.

Perché, e su questo sono d'accordo con chi "critica" il manifesto, poi qualcuno si sentirebbe autorizzato a intervenire laddove si rileva il guasto. E secondo me non è giusto. A me piace essere quello che sono, non perché sono gay ma perché quando mi innamoro di un uomo mi sento felice. E intervenire su questo mio modo di essere, penso, andrebbe contro il mio concetto di felicità. E forse questo è un male. O no?

Però dall'altra parte c'è chi sostiene che la sessualità non è "natura" ma cultura. E che gli aspetti ambientali determinano specifici comportamenti, nel bene e nel male. I detrattori dell'omosessualità - per lo più i froci repressi che frequentano chiese, sagrestie e sedi di partiti di un certo tipo - la buttano, ad esempio, esattamente sulla scelta. E ti dicono che il mondo va tutto da una parte: tu perché devi invertire coscientemente quest'ordine? Perché, in altre parole, fare una scelta sbagliata?

Il cuore di tutta la questione, secondo me, sta proprio in questo: capire che le scelte degli altri, anche se non condivisibili, devono essere rispettate. Purché non arrechino danni oggettivi alle vite di terzi, va da sé. Se una persona decide di esplorare un lato di sé che investe il suo modo di fare l'amore (o, più
semplicemente di scopare, ché qui non si è moralisti) non sta a nessuno giudicare tale scelta.
Cattolici inclusi. Perché ricordate, cari amici dal crocifisso facile, chi disse "non giudicare e non sarai giudicato"?

Per cui, che sia "natura" o che sia "cultura" - e mi scusino lor signori se sto sembrando una reclame del ministero del turismo - l'unico dato certo è uno e uno soltanto: vivi e lascia vivere. Nel massimo rispetto anche di ciò che non ci piace. Così, a mio giudizio, la società può divenire davvero migliore;: capire che il rispetto verso gli altri non è una facoltà accessoria, ma un dovere civico a cui nessuno può sottrarsi. Foss'anche il papa in persona.

P.S.: si ringraziano Chanel e Lady Sarah per gli spunti di riflessione e per i dubbi disseminati in questo tratto di cammino.

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Coppie Gay: la circolare 55 ai comuni emessa da Amato viola i Diritti e la Costituzione.

Il 18 ottobre, con la circolare n. 55 (protocollo 15100/397/0009861) del Ministero dell'Interno, Giuliano Amato ha invitato ufficialmente i prefetti della Repubblica e i sindaci dei Comuni di tutta Italia a non accettare assolutamente la trascrizione nel nostro Paese di matrimoni tra persone omosessuali celebrati all'estero (negli Stati in cui la legislazione consente questo tipo di unione civile). "La richiesta di trascrizione di un simile atto compiuto all'estero deve essere rifiutata perché in contrasto con l'ordine pubblico interno" recita la circolare.

La comunicazione elenca una serie di iniziative per contrastare il riconoscimento delle coppie gay sposate civilmente all'estero e invita il Ministero degli Esteri a modificare i contenuti della Convenzione di Vienna dell'8 settembre 1976. Tale convenzione prevede un modello plurilingue (formula B), utilizzato per la redazione dell'estratto dell'atto di matrimonio che, contratto in uno Stato, deve essere trascritto in un altro Stato. Tale modello non specifica il sesso degli sposi e, al contrario, parlando di sposo e sposa, potrebbe indurre a ritenere che i due contraenti il matrimonio civile siano sempre di sesso diverso, anche quando non è così. "Si richiama pertanto l'attenzione degli ufficiali di stato civile" scrive il ministro Amato "affinché al momento di trascrivere un matrimonio contratto all'estero da un cittadino, pongano particolare cura alla verifica che i due sposi siano di sesso diverso, eventualmente richiedendo direttamente al cittadino o al consolato che ha trasmesso la pratica, in caso di dubbio, un documento di identità dal quale si evinca inequivocabilmente il sesso degli interessati ".

"L'Italia è stata ripresa più volte, in sede europea, per le sue reiterate violazioni dei diritti delle minoranze. Riguardo alla tutela delle persone omosessuali, esistono risoluzioni del Parlamento Europeo che invitano tutti gli stati membri non solo a combattere la discriminazione omofobica , ma anche a parificare coppie di fatto e matrimoni e ad aprire matrimonio e adozioni alle coppie gay e lesbiche. Risoluzioni che da noi sono ancora lettera morta. Ma in Italia, in tema di diritti gay, sembra che non vi siano limiti in tema di repressione, se un Ministro della Repubblica decide di violare apertamente il principio di non discriminazione nei confronti dei cittadini italiani omosessuali , che dovrebbero avere pari dignità e pari diritti rispetto a qualsiasi altro cittadino," dichiarano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini e Matteo Pegoraro.

"E' un atteggiamento grave e irresponsabile, che ignora le legittime istanze di milioni di cittadini (le ricerche statistiche stimano le persone omosessuali fra l'8 e il 10 % della popolazione) e mette in luce quanto l'omofobia sia diffusa all'interno della nostra classe politica e particolarmente del nostro Governo ". La circolare n. 55, oltre che minare la nostra convivenza civile, si pone in contrasto con alcuni principi fondamentali del nostro ordinamento quali il principio di eguaglianza e di non discriminazione, di promozione della persona e di tutela dei suoi diritti fondamentali in tutte le formazioni sociali in cui svolge la sua personalità (articoli 2 e 3 della Costituzione). "Siccome le norme vigenti in Italia non prevedono che il matrimonio debba essere necessariamente contratto tra persone di sesso diverso (non prevedono in altre parole un divieto espresso delle unioni omosessuali ), non applicare le norme dell'istituto matrimoniale a una coppia omosessuale genera un contrasto con il principio fondamentale del nostro sistema di diritto privato, ossia il rispetto della persona umana e dei suoi diritti fondamentali (tra cui rientra senz'altro il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia)" spiega Matteo Pegoraro di EveryOne, che con il suo compagno Francesco Piomboni nel marzo scorso ha richiesto, per la prima volta in Italia, le pubblicazioni di matrimonio civile al Comune di Firenze e, dopo essersele viste negare, ha presentato ricorso alla Volontaria Giurisdizione del Tribunale toscano.

"Tutto ciò viola palesemente il principio di non discriminazione " continua Pegoraro "e genera soprattutto una violazione del principio di libertà e di autodeterminazione che caratterizza tutti gli stati democratici occidentali. Tale principio" conclude "è iscritto nell' articolo 13 della nostra Costituzione, e chiarifica che lo Stato, né attraverso il potere legislativo, né attraverso il potere giudiziario, né a maggior ragione attraverso il potere esecutivo può intromettersi nelle scelte di vita dei cittadini ". Intanto i Radicali Italiani hanno presentato ieri mattina un'interrogazione parlamentare urgente a risposta scritta ai Ministri dell'Interno, della Giustizia e delle Pari Opportunità , richiedendo l'immediato ritiro di tale circolare. "La circolare 55 è l'ennesimo atto delle istituzioni italiane in violazione dei diritti gay," commenta Roberto Malini di EveryOne, scrittore e storico dell'Olocausto, "si tratta di un pregiudizio istituzionale che ha radici sempre più profonde e che contribuisce ad alimentare l'emarginazione e l'intolleranza nel nostro Paese, rendendo di fatto i gay cittadini di serie B, soggetti a leggi che non offrono alcun riconoscimento a unioni fra esseri umani – che in realtà sono caratterizzate da profondi valori affettivi, spirituali e sociali – e non garantiscono la minima tutela giuridica a vincoli di amore, onore e soccorso reciproco che hanno pari dignità rispetto quelli eterosessuali. Si può affermare, ormai, che il pregiudizio omofobico abbia creato un abisso fra i diritti delle persone gay e quelli degli eterosessuali, una disparità che ricorda i periodi storici che precedettero le più gravi persecuzioni razziali . Che cosa dobbiamo aspettarci, di questo passo?

Cartelli fuori dagli esercizi pubblici con la scritta “Cani e gay non graditi”? La reintroduzione di triangoli rosa da cucire sui nostri abiti? Davvero un esempio edificante, questa cultura omofobica, per i giovani, che dovrebbero essere educati ai valori del rispetto reciproco, della solidarietà, dell'onestà dei sentimenti, della tolleranza!". Il Gruppo EveryOne e secondoprotocollo.org si associano ai Radicali Italiani e chiedono l'immediato ritiro della circolare, che, come hanno sottolineato Rita Bernardini (Segretaria di Radicali Italiani) e Sergio Rovasio (membro della Direzione della Rosa nel Pugno) è in evidente contrasto con le risoluzioni comunitarie contro l'omofobia del 18 gennaio 2006 e del 26 aprile 2007 . Nel frattempo, il Gruppo EveryOne inizia a promuovere una campagna internazionale di protesta contro la circolare 55 – simbolo della nuova omofobia, diramata del ministro Amato – e chiederà l'intervento del Consiglio Europeo e del presidente del Parlamento Europeo Hans Gert Poettering.

"Confidiamo nelle Istituzioni europee, più civili e meno omofobe di quelle italiane. Chiediamo inoltre," concludono i leader di EveryOne, "che il ministro per le Pari Opportunità Barbara Pollastrini, oggi impegnata a Firenze nella chiusura della seconda e ultima giornata di 'Ready', presso il festival della creatività, organizzata dalla Regione Toscana in occasione dell' anno europeo per le pari opportunità, esprima oggi stesso una chiara e immediata posizione al riguardo". Secondo il Gruppo EveryOne, "E' auspicabile che la ministra Pollastrini trovi il coraggio di stigmatizzare la circolare 55 e il pregiudizio che essa rappresenta, dissociandosi da un'iniziativa omofoba e mostrando ancora una volta sensibilità e attenzione verso i diritti della comunità glbt".

Per il Gruppo EveryOne: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Arsham Parsi, Christos Papaioannou.

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Tom Ford, azienda come un figlio.

Ex direttore creativo di Gucci, "non adottero' un bimbo".

(Ansa) 'Volevo un figlio, ma ce l'ho gia', e' la mia societa'' dice Tom Ford che rivela di avere abbandonato l'idea di adottare un bambino. A Milano per presentare le nuove fragranze che portano il suo nome, prodotte da Estee' Lauder, Ford, fidanzato da 21 anni con Richard Buckley, parla anche di nozze gay sostenendo che 'il matrimonio va bene in chiesa, ma e' sbagliato che non ci sia un registro delle unioni civili per i gay, perche' la loro relazione dev'essere riconosciuta dallo Stato'.

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Il testamento biologico è in dirittura d'arrivo.

(Trotzkky blog) La recente sentenza della Cassazione apre scenari inaspettati alla realizzazione dei diritti civili.
I suoi giudici hanno deciso infatti che, se lo stato vegetativo è irreversibile e la persona attaccata alla macchina ha espresso il suo convincimento etico contrario all'accanimento terapeutico, la somministrazione dei trattamenti sanitari va interrotta.
Monsignor Betori (nella foto con il Papa) ha ribadito la contrarietà della chiesa, da sempre favorevole al diritto alla vita, dimenticando che le condizioni di quelli che invocano il distacco della spina sono così pietose da far pensare piuttosto a un diritto alla tortura.
D'altra parte le gerarchie ecclesiastiche non possono contestare le decisioni della Cassazione, per toglierci la dignità e la libertà di vivere o morire come meglio ci aggrada. Gli interventi di questi dispensatori di sofferenze violano impunemente inoltre il dettato costituzionale laddove statuisce che Stato e chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani.
Quando si prospetta la necessità di scegliere tra sopportare sofferenze inanerrabili o chiedere ai medici di por fine ad esse, titolare del diritto di scelta altri non può essere che la stessa persona che soffre, in quanto nessuno le può imporre - come sostiene la Costituzione - di subìre cure mediche che non ha richiesto.
Il governo non può rinviare ancora una volta l'approvazione della legge sul testamento biologico. La pronuncia della Cassazione, l'appoggio dell'Unione Europea e il favore popolare non gli consentono più di temporeggiare. Affronti dunque concretamente questo tema, se non vuole offrire ai cittadini un altro motivo per contestarlo pesantemente.
La sconfitta della minoranza che si oppone all'approvazione di questa legge, accampando meschine questioni di principio che cozzano frontalmente con i sentimenti della stragrande maggioranza degli italiani, aprirà la porta alla depenalizzazione dell'eutanasia e alle Unioni Civili e poi rapidamente a tutti gli altri diritti civili.
Questo è quindi per i laici il momento di impegnarsi a fondo, per spingere i loro referenti politici a svegliarsi dal torpore in cui sembra che siano caduti.

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L'omosessualità nel mondo animale.Bisonti, trichechi e scimmie i più gay.

Gli etologi hanno stilato una classifica delle specie che mostrano comportamenti sessuali sganciati dal bisogno di procreare: spesso risposta a stress o convivenza forzata.

(La Repubblica) L'omosessualità riguarda anche il mondo animale. Gli etologi hanno stilato una classifica delle specie che mostrano comportamenti sessuali sganciati dal bisogno di procreare, quindi con esemplari dello stesso sesso. In cima alla lista ci sono i bisonti che vivono nelle praterie del Nord America: a dispetto della loro immagine di virilità, sono gli animali che più frequentemente praticano rapporti omosessuali. L'elenco si arricchisce di trichechi, di scimmie come i bonobo o i nostri parenti prossimi dell'evoluzione: gli scimpanzè. Fra loro si registra il "record" di rapporti omosessuali. Praticati anche da uccelli e insetti vari, cetacei, elefanti, giraffe, iene e leoni. Fino ad animali più vicini a noi come pecore e bovini.

"Ma attenzione a distinguere tra atti omosessuali, spiegabili anche con lo stress degli animali o con la forzata convivenza con esemplari del medesimo sesso, come negli allevamenti o negli zoo - chiarisce l'etologo dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Alleva - da quelli che invece sono comportamenti sessuali promiscui in specie in cui l'offerta sessuale è un modo di comunicare o di stringere alleanze".
Quali che siano le ragioni che spiegano i rapporti omosex nella natura, a stilare la classifica degli animali più gay sono in tanti, in molti casi per offrire argomenti alla tesi secondo cui anche l'orientamento omosessuale sia naturale. Non è un caso, dunque, che il museo di storia naturale di Oslo abbia ospitato a gennaio di quest'anno, una mostra dal titolo eloquente: "Against nature?", cioè "Contro natura?". Ma non è il solo esempio. Anche il portale Life-science offre una dettagliata casistica di animali involontari testimonial dei diritti omosex.

A ognuno le sue preferenze. Per esempio, afferma il curatore della mostra norvegese Peter Bockman che ha scoperto comportamenti gay in 1.500 specie, "i maschi adulti dei trichechi sono bisex. E se durante le stagioni degli amori si accoppiano con le femmine per procreare, il resto dell'anno si trastullano con esemplari più giovani e dello stesso sesso".

Secondo Life-science, invece, i comportamenti gay documentati scientificamente sono un po' meno. Ma riguardano comunque 500 specie. "Quando si parla di omosessualità nel mondo animale - riprende Alleva - bisogna distinguere tra due comportamenti. Da un lato gli atti sessuali 'tout-court', dall'altro l'offerta di sesso come modalità di relazione. Infatti - spiega l'etologo - gli atti omosessuali possono avere semplici ragioni. O per stress dell'animale, come possono testimoniare i proprietari di cani o gli allevatori di bovini, o per ragioni contingenti di convivenza forzata, come in zoo o allevamenti. In questi casi infatti, quando arriva la stagione degli amori, le specie sono sottoposte a una tempesta ormonale. E se non trovano un esemplare del sesso opposto vige la regola del chi c'è c'è".

Discorso diverso per quelle specie che usano il sesso come modalità di relazione sociale. "Succede - continua Alleva - soprattutto con le scimmie, animali sociali per eccellenza. In questi esemplari i rapporti sessuali, anche tra lo stesso sesso, servono per stabilire le gerarchie, per rinsaldare la coesione del gruppo e per comunicare affetto e appartenenza".

Tutte queste osservazioni però hanno un senso, sostiene il ricercatore, solo se inquadrate nella giusta dimensione. "Gli animali sono una cosa, l'uomo un'altra - sottolinea Alleva - e quindi bisognerebbe evitare letture antropomorfe della natura. Quello che voglio dire - chiarisce - è che se nella testa dello scienziato c'è già una tesi precostituita da voler dimostrare, allora si interpreteranno i comportamenti animali nel senso di una prova delle basi naturali di un comportamento invece prettamente umano. Personalmente - conclude - credo che certe preferenze, come quella della scelta del partner, siano mediate più da aspetti culturali e sociali che da quelli biologici".

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Svezia: il partito di centro-destra appoggia i matrimoni gay.

(Uaar) Il Partito Moderato Svedese ha appoggiato sabato i matrimoni di genere neutrale. Una larga maggioranza dei delegati alla conferenza era favorevole al cambiamento della legge.
Il Partito era d’accordo sul fatto che la decisione se celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso dovrebbe essere presa dalle parrocchie locali. La conferenza del partito era anche d’accordo sul fatto che le coppie lesbo devono avere il diritto al trattamento di inseminazione artificiale in ospedali pubblici, e che gli omosessuali devono poter adottare bambini.
Ora sei dei sette partiti appoggiano i matrimoni gay. Solo la Democrazia Cristiana si è opposta e ha promesso che continuerà a combattere contro questa legge.
Viene ora presa in considerazione la proposta di interrogazione parlamentare per introdurre i contratti di matrimonio di genere neutrale, e la decisione è attesa per metà Gennaio.
C’è un ampio supporto in parlamento per un cambio nella legislatura. Ma la Democrazia Cristiana, e il suo leader Göran Hägglund, dicono che faranno il loro meglio per bloccare la proposta. […]
Traduzione a cura di Barbara Monea

L’articolo completo, in lingua inglese, è raggiungibile sul sito svedese theLocal.se

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Usa: nozze gay in carcere, otto guardie perdono posto.

TALLAHASSEE (Stati Uniti) - Due detenuti si sono sposati nel penitenziario di Lowell, in Florida, grazie al permesso concesso da un gruppo di guardie carcerarie. Ma i matrimoni gay sono proibiti dalla legge di questo Stato americano. Cosi' sei guardie sono state sospese, una e' stata licenziata e un'altra ha lasciato volontariamente il carcere. Lo ha reso noto il dipartimento responsabile delle carceri dello Stato. (Agr)

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(Apcom) - Per la festa di San Patrizio nel penitenziario di Lowell, in Florida, ai detenuti è stata concessa una libertà molto particolare. Un gruppo di guardie carcerarie ha consentito a due detenute di sposarsi con una elaborata cerimonia dietro le sbarre. Le nozze gay, proibite dalle leggi in vigore nello Stato, sono tuttavia costate il posto a otto guardie: sei sono state sospese, una licenziata e una ha lasciato volontariamente la struttura. Lo si apprende da una nota ufficiale del dipartimento responsabile delle carceri dello Stato.

La cerimonia aveva tanto di torta nuziale, fiocchi rosa ricavati fatti con modulistica del carcere e una delle due spose aveva un abito bianco e il velo. La torta, per la cronaca, era decorata con due figurine femminili di plastica.

Una delle due spose, si legge nel rapporto, ha lasciato la propria cella con un bouquet di fiori in mano, accompagnata da un'altra detenuta. Hanno continuato verso l'atrio dell struttura dove l'altra sposa attendeva.

La cerimonia, in tutto dieci minuti, è stata celebrata da una terza detenuta del carcere. Alle spose non è stato consentito di baciarsi dopo il sì ma hanno tagliato la torta e dato il via alle danze, alla insieme a un gruppo di altre detenute invitate al party di nozze. Il rapporto non cita i nomi delle spose, né quello delle guardie finite nei guai.

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Roma Film Festival: Trionfa Juno!


Juno doveva essere e Juno è stato!
Amatissssssimo dal sottoscritto, che l’aveva pronosticato come vincitore finale, Juno ha sbaragliato la concorrenza trionfando alla seconda Festa del cinema di Roma.
Divertente, ironico, irriverente, portato avanti da una strepitosa sceneggiatura, in odore di Oscar, e da una fantastica protagonista, Ellen Page, che a mio personale avviso avrebbe meritato anche il Marc’Aurelio per la migliore interpretazione femminile, Juno vince assolutamente meritatamente questa edizione della Festa, acclamato da critica e pubblico in egual misura.
Seguirà le orme di Little Miss Sunshine ai prossimi Oscar, son pronto ad accettare scommesse.
E per tutti quelli che hanno sbertucciato la Festa, etichettando come “scarsi” i film presentati, proprio Juno e il pazzesco
Into The Wild, vincitore nella sezione Premiere e mio prossimo favoritissimo agli Oscar, son li a smentirli categoricamente.
Una premiazione, quella presentata da Vincenzo Mollica e Martina Colombari nella splendida Sala Santa Cecilia dell’Auditorium, durata un’infinità, ben 3 ore, iniziata con un magnifico concerto del Maestro Ennio Morricone, acclamato e osannato con oltre 10 minuti di applausi.
Il Maestro ha eseguito quattro suite tratte da colonne sonore ovviamente realizzate da lui, da Bugsy a La città della gioia, finendo con un emozionante e irresistibile Mission, che ha semplicemente fatto venire la pelle d’oca a tutti i presenti in sala.
Finito l’apprezzatissimo e applauditissimo concerto, durato un’ora circa, è iniziata la premiazione ufficiale, segnata inizialmente da una serie di inutili premi minori, assegnati dagli sponsor della stessa Festa, con i soliti lunghissimi e ripetitivi ringraziamenti del caso, affiancati da gratuitissimi “spot” autoreferenziali da parte degli stessi sponsor, ennesima conferma di come noi italiani proprio non sappiamo fare le premiazioni…
Prima della premiazione ufficiale però è arrivata inattesa una vera sorpresona… un video girato dagli ormai mitici CENTOAUTORI sulla condizione attuale del cinema italiano, dal punto di vista dei finanziamenti statali e delle televisioni, che collocano l’Italia in una posizione distante anni luce da paesi come la Germania o la Francia, dove sono 1000 i milioni di euro riversati dalle casse statali nei confronti de cinema.
Un video che DEVE girare, che deve essere visto, perchè porta numeri, fatti, percentuali, per una battaglia, quella dei Centoautori, da vincere e seguire con attenzione, in prima persona, perchè possibile responsabile del futuro prossimo della nostra tanto amata settima arte, specchio di una società che non può vivere senza il sogno di quella cosa che si fa chiamare Cinema.
Solo a questo punto è partita la premiazione ufficiale… ecco i premi!
Il premio della Giuria è andato ad Hafez, di Abolfazl Jalili.
Il Marco Aurelio per la Migliore Interpretazione Maschile è andato a Rade Šerbedzija per Fugitive Pieces di Jeremy Podeswa
Il Marco Aurelio per la Migliore Interpretazione Femminile è andato a Jang Wenli per Li Chun (And the Spring Comes) di Chang Wei Gu
Premio Fastweb per la sezione Premiere, Into The Wild
Premio L.A.R.A. (Libera Associazione Rappresentanza di Artisti) al miglior interprete italiano, Giuseppe Battiston per La Giusta Distanza di Carlo Mazzacurati
Premio CULT al miglior documentario presentato nella sezione Extra, Forbidden Lies di Anna Broinowski
Premio Alice nella Città K 12 al miglior lungometraggio Canvas di Joseph GrecoPremio Alice nella Città Young Adult al miglior lungometraggio Meet Mr.Daddy di Kwang Su Park
Premio Paolo Ungari- Unicef sezione letteraria di Alice nella Città a Ragazzi di Camorra di Pina Varriale
Premio L’OréalParis al miglior maquillage Valentina Lodovini interprete in La Giusta Distanza di Carlo Mazzacurati
Premio Enel Cuore al miglior documentario sociale presentato nella sezione Extra War/Dance di Sean Fine
Premio MINI al miglior progetto Europeo presentato New Cinema Network Slawomir Fabicki per il progetto Bonobo Jingo
A domani per gli ultimi giudizi sulla Festa, critici e non... (sono morto...)

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Zac Efron e il nuovo look..

(Te gossipers) Il suo ciuffone ribelle era diventato effettivamente troppo lungo da mantenere in libertà durante l’attività fisica. E così Zac Efron ha pensato bene di farsi un codino, tanto bellino quanto ridicolo, per recarsi in palestra in tutta comodità!

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L'UE: il comune di Specchia «miglior destinazione italiana d'eccellenza».

L’assessore al Turismo sottolinea i meriti della comunità locale e del sindaco Lia in particolare.

(Newsfood.com) Il riconoscimento attribuito dalla Commissione europea al Comune di Specchia quale destinazione italiana d’eccellenza del turismo rurale ci riempie di orgoglio perché nel testimoniare il cambio di marcia delle amministrazioni locali sulle politiche di valorizzazione del patrimonio naturale e culturale, rilancia la Puglia nella grande rete internazionale del turismo sostenibile”.

Così l’assessore regionale al Turismo, Massimo Ostillio, commenta il premio consegnato oggi in Portogallo al bellissimo borgo salentino nell’ambito del Forum europeo sul Turismo. “Come assessore – dice Ostillio – sono particolarmente orgoglioso perché con Specchia ha vinto quella Puglia che ha a cuore la tutela delle identità e del paesaggio e che, anche quando è chiamata a fare impresa, sa esaltare le radici del territorio. Basti dire – osserva – che delle 135 candidature ritenute ammissibile dal Comitato nazionale di valutazione istituito presso il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo, ben 25 erano pugliesi, un numero elevatissimo che ha collocato la Puglia al primo posto della classifica nazionale”.

L’assessore al Turismo sottolinea i meriti della comunità locale e del sindaco Lia in particolare perché – dice Ostillio - “con convinzione e impegno sta portando avanti un modello di sviluppo sostenibile che tiene conto delle peculiarità del territorio e delle sue vocazioni, coinvolgendo nel progetto tutta la popolazione. Ma - continua l’Assessore - parte del merito lo sentiamo anche nostro, avendo avuto un ruolo attivo nella fase esecutivo del progetto comunitario: l’Assessorato, infatti, ha organizzato la fase di sensibilizzazione e di promozione e predisposto il servizio di assistenza tecnica ai diversi enti - tra quelli indicati nel bando europeo - nella convinzione che il turismo rurale possa integrare e qualificare l’offerta e contribuire fortemente ad allungare la stagione ben oltre i canonici mesi estivi”.

“Una convinzione che ci ha sempre sostenuto anche in sede legislativa”, spiega Ostillio ricordando la legge sugli ulivi secolari, il progetto di valorizzazione delle masserie, il nuovo disegno di legge che disciplina l’attività degli agriturismo e le nuove norme in materia di ospitalità rurale stabilite sulla base di un principio fondamentale: salvaguardia dell’ambiente e attrattività devono essere considerati un valore imprescindibile se vogliamo che il turismo sia davvero la nuova bussola dello sviluppo locale”.

Per Ostillio il riconoscimento attribuito al Comune di Specchia “ci dice che avevamo visto giusto quando, in sede di programmazione, abbiamo deciso, di concerto con circa 60 soggetti pubblici e privati maggiormente rappresentativi della categoria, che dovevamo concentrare di più e meglio gli sforzi in favore delle aree interne e collegare la costa all’entroterra lungo percorsi e itinerari forse meno noti ma capaci di suscitare nel visitatore forte curiosità e attrazione, come è avvenuto grazie al progetto Città aperte, curato dall’Apt. di Lecce, che nell’edizione 2007 ha fatto conoscere anche il ‘saper fare’ delle aziende e messo in relazione - con un grande gioco di squadra - tutte realtà produttive dell’area”.

E se è vero che il premio ha dato ufficialità a un nuovo network incentrato sulle identità rurali del territorio europeo, l’auspicio di Ostillio è “che possa svilupparsi come il circuito delle Capitali europee della Cultura che in questi anni ha innescato processi di sviluppo importanti anche in città turisticamente meno rilevanti. Per il momento godiamocelo, cercando di sfruttare al meglio il vantaggio competitivo che Specchia – ma anche gli altri Comuni entrati nella griglia dei finalisti italiani - ci offre in termini di immagine, in Italia e in Europa”.

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E' gay il leader designato della sinistra unita: Nichi Vendola,.

(Stefano Iannaccone - Sferapubblica.it/blog) Ha già ribattezzato la “cosa rossa” in “casa rossa” e molti vedono in lui il futuro leader della sinistra unita: Nichi Vendola, attuale governatore della Puglia, ha il sostegno di Fausto Bertinotti e il talento comunicativo per riuscire nella titanica impresa di riunire sotto un unico simbolo Rifondazione, Comunisti italiani, Sinistra democratica e Verdi. A 49 anni, insomma, il presidente pugliese sembra pronto a salire sul palco della politica nazionale.

Pragmatismo. L’esperienza amministrativa in Puglia conferisce a Vendola una capacità essenziale per guidare un progetto molto complesso: possiede una buona dose di pragmatismo. Inoltre, nelle sue dichiarazioni traspare un intento collaborativo con il nascente Pd, nonostante la consapevolezza del “fossato ideologico” che divide i due soggetti. Tale distanza emerge nella struttura politica: Vendola ha parlato di “sintesi sui temi” da contrapporre alla scelta leaderistica, compiuta dal Partito democratico con la nomina di segretario prima della stesura dello statuto.

Oltre il passato. Vendola si è dichiarato un comunista, che però non vuole trastullarsi sulle “glorie del passato”, bensì guardare avanti. Il superamento del passato per approdare a un nuovo progetto politico rappresenta la cifra comunicativa del governatore della Puglia. Il compito esige una eccellente dote retorica, poiché occorrerà chiedere ai militanti la rinuncia a una cospicua parte dell’identità storica del comunismo.

Casa rossa. La stampa aveva denominato “cosa rossa” il progetto unitario della sinistra: Nichi Vendola, con un colpo di genio comunicativo, l’ha definita “casa rossa”, sostituendo un vocabolo vago e indistinto, come “cosa”, con una parola che trasmette accoglienza e coesione, ossia “casa”. Una trovata linguistica che conferma le sue qualità di comunicatore e unificatore.

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Pescara: Vendola riceve il Premio Nazionale «Paolo Borsellino».

Bari, 26 Ottobre 2007 - Il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola riceverà Sabato 27 Ottobre a Pescara il Premio Nazionale “Paolo Borsellino”, riconoscimento assegnato ogni anno a personalità impegnate a livello sociale e civile in favore della legalità.
La cerimonia, giunta alla XII° edizione, si terrà presso l’Auditorium “De Cecco” alle ore 17,30, preceduta da un incontro sul tema: “Legalità e partecipazione per una nuova stagione della democrazia e della politica”.

Interverranno Marco Minniti, Vice Ministro dell’Interno, Francesco Forgione, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, Giuseppe Lumia, Vice-Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, la senatrice Franca Rame, Armando Spataro, Procuratore Aggiunto di Milano e Maurizio De Luca, Direttore Finegil L’Espresso.

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Emergenza maltempo sull’Isola dei Famosi: i naufraghi minacciano di ritirarsi in blocco.

(Televisionando) La tempesta che ha tormentato la diretta di mercoledì ha continuato a flagellare l’Isola dei Famosi, trasformando i naufraghi in sfollati. Capanne divelte, effetti personali trascinati dalla furia del mare, nessuna possibilità di trovare riparo: una situazione di vera emergenza che ha gettato nel panico i concorrenti, tanto da spingerli a raggiungere la zona “rossa” riservata alla troupe minacciando di abbandonare immediatamente il gioco.

Il più provato è sicuramente Ivan Cattaneo. Non si aspettava certo una tale accoglienza dall’Isola. La paura, la stanchezza, la tensione per una situazione che diventava sempre più incontrollabile lo hanno portato vicino ad una crisi d’ansia, cui peraltro è soggetto. A soffrire in maniera particolare della situazione anche Lisa Fusco, che tremante e in lacrime ha supplicato la Produzione di intervenire. E così, i naufraghi esasperati hanno raggiunto l’area occupata dalla troupe ottenendo il permesso di trascorrere il resto della notte al caldo e all’asciutto. Karen guida l’ammutinamento chiedendo con insistenza un nuovo trasferimento: vuole una nuova spiaggia, più riparata di playa Uva, dove poter ricominciare, dato che la conformazione di quella attuale li lascerebbe continuamente alla mercè delle tempeste. Due le possibilità date alla Produzione per sventare il ritiro di massa: il trasferimento o un luogo caldo e asciutto dove trascorrere le notti di tregenda. La veemenza con cui Karen pretende il “trasloco” fa immediatamente pensare a quel famoso scambio di messaggi in codice che fece balzare su tutte le furie Simona Ventura qualche settimana fa (per rinfrescarsi la memoria consigliamo di rileggere il nostro articolo).
Si parlò allora di una possibile “fuga di notizie” sull’esistenza di un’altra location cui i naufraghi sarebbero destinati nel prosieguo del programma. Forse proprio in virtù di questa informazione, Karen ha fatto del trasloco il principale argomento di contestazione, sperando evidentemente di anticipare l’arrivo sulla nuova Playa. Ma vediamo il video dell’ammutinamento.

“E’ stata la notte più brutta della mia vita”, ha commentato Ivan all’alba di un giorno che non si annunciava migliore del precedente. Qualche naufrago l’ha consolato, soprattutto Nicola, qualche altro ha storto il naso di fronte all’immediata capitolazione della new entry, soprattutto Claudio. In mattinata comunque la Produzione rifornisce gli isolani di bevande calde (caffè e cioccolata) e di generi di primo conforto, come teli, coperte, cibo ed effetti personali, vinti in parte con la prova ricompensa. Ma resta però irremovibile, almeno per il momento, sul trasferimento anzi sottolinea che anche in casi di estrema difficoltà i naufraghi sono responsabili del proprio accampamento e delle proprie cose, per cui sono pregati di fare più attenzione. In più Paul e Debora si dissociano dalla proposta di ritiro avanzata dai compagni dichiarandosi decisi a restare, qualsiasi cosa succeda.

Se Ivan si è mostrato fin da subito piuttosto debole Victoria dimostra di saper usare il proprio ascendente sugli uomini. Nicola le fa una corte spietata, pregustando il momento in cui potrà vederla nuda, dal momento che la tempesta ha portato via gran parte dei suoi abiti, costume compreso. Un ragionamento un po’ da sciacallo post catastrofe, ci verrebbe da dire. Ma Victoria mostra di avere armi affilate. “Volete che io balli, che vi faccia i massaggi” - dice a Claudio e a Nicola - ” e voi cosa mi date in cambio?” Non dubitiamo che il popolo femminile si dividerà di fronte a tale atteggiamento: qualcuna potrà riconoscervi il tipico pragmatismo dell’Est, qualcun’altra sarà pronta ad accusarla di “indebito commercio”, per usare espressioni lecite.
Chi non batte ciglio nonostante il nubifragio è la stoica Manuela Villa, che, sola soletta sull’ultima spiaggia, benedice la pioggia che tiene lontani insetti e animali. Questo sì che è spirito di adattamento.

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Roma Film Festival: "Come d'incanto", recensione in anteprima!


(Spetteguless) Chiusura con il botto per la Festa del cinema di Roma, invasa ieri da centinaia di bambini accorsi all’Auditorium per la prima mondiale di Enchanted!
Diretto da Kevin Lima, presente in sala assieme alla giovane protagonista, Amy Adams, il film è una favola moderna per grandi e piccini, capace di ironizzare sui classici d’animazione Disney della nostra infanzia, unendo la tradizionale animazione disegnata a mano con personaggi in carne ed ossa e personaggi generati al computer.
Abbiamo una splendida principessa delle fiabe, Giselle, che finalmente incontra il proprio principe azzurro, per sposarlo e vivere felice e contenta per l’eternità.

Peccato che la perfida matrigna del principe veda Giselle come una minaccia per il proprio trono, tanto da spedirla grazie ad un incantesimo in un mondo dove nessuno vive felice e contento… quello degli umani!
Catapultata a New York Giselle scoprirà le differenze con il proprio fantastico universo, incontrando un gentile avvocato in procinto di matrimonio e attendendo l’arrivo del principe che nel frattempo si è lanciato alla sua ricerca.
Ma la perfida matrigna non vuole mollare la corona, tanto da dover arrivare a New York per metter definitivamente la parola fine al “problema”…

Ecco che Come D’incanto la Disney ci tira fuori dal cappello a cilindro questa fiaba romantica che statene certi farà follie al boxoffice natalizio!
Divertente, autoironica, ben diretta e interpretata, la pellicola si presta ad un pubblico eterogeneo, perfetta per i piccini ma anche per i loro accompagnatori, che non faranno fatica ad apprezzare un film capace di prendersi in giro da solo, dall’inizio alla fine, prendendo spunto dagli stereotipi fiabeschi del genere.
Tutte le principesse Disney, da Biancaneve a Cenerentola, passando per La bella addormentata e La Sirenetta, sono condensati nel personaggio di Giselle, catapultata nel mondo “reale” di New York.L’idea iniziale di fondo è sinceramente geniale.
Cosa succederebbe se una principessa di un classico Disney si ritrovasse nel mondo reale? Come si comporterebbe?

Ovviamente come in un cartone, con tutti i risvolti comici del caso!
Ritroviamo così Amy Adams, strepitosa nelle movenze e nelle espressioni facciali tipicamente “animate”, andarsene in giro per la Grande Mela vestita come una Principessa al proprio matrimonio, canticchiare per strada, chiamare a raccolta gli animali della città, piccioni, mosche e topi, per aiutarla a pulire casa (questa è la scena migliore del film…) dar vita ad un musical di massa nel bel mezzo di Central Park, e così via, tra una gag e una citazione d’annata.
Alla lunga probabilmente “l’effetto sorpresa” tende a stancare, con situazioni spesso ripetute e quindi non più originali, ma il prodotto di fondo è buono e ben confezionato.

Susan Sarandon, perfida strega cattiva, appare solo nella parte finale della pellicola, meritandosi comunque tutti i complimenti del caso, anche se per solo 10 minuti.
Ottimo il finale, riassunto prendendo spunto dai classici libri 3 D delle favole, per un film che tranquillamente, in caso di successo al botteghino, a mio avviso scontato, potrà vedere un secondo capitolo.

Perfetto per un Natale in famiglia in cui si voglia sorridere, tralasciando tutti quei tipi di volgare comicità che solitamente imperversano durante le feste, per una rappresentazione di un mondo reale dove finalmente riesce a sopravvivere un’idea fiabesca dell’amore, grazie ad un “e vissero felici e contenti” arrivato Come d’Incanto dal nulla.

Voto:6,5

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Un Pd ermafrodita oggi a Milano: La rivoluzione rosa è servita, alle donne metà dell'assemblea.

Oggi a Milano si riunisce l'assemblea costituente del Partito democratico.
I 2.853 delegati eletti alle primarie divisi in egual misura tra maschi e femmine.
La parità è costata il posto al sindaco di Montalto che voleva aiutare alcuni stupratori.

(Filippo Ceccarelli - La Repubblica) Misteri della natura, mitologia della politica: e se fosse nato il partito ermafrodito? C'è poco da sorridere, sul serio. Si riunisce oggi un'assemblea costituente che risulta per la prima volta, a memoria di cronista attempato, per metà maschio e per metà femmina. Dei 2.853 delegati eletti alle primarie ce ne sono in eguale misura maschi e femmine. La nuova creatura ha quindi due sessi, eh sì, proprio come Ermafrodito, figlio di Ermes e di Afrodite, il giovinetto bellissimo che accoppiatosi con la ninfa Salmace divenne con lei, su iniziativa delle divinità, un essere unico, metà uomo e metà donna.

Come questo Partito democratico, appunto, il cui processo di fusione è stato un po' più complicato e decisamente meno romantico. Basti pensare alla Campania, dove a un certo punto nel negoziato da tregenda sulle liste che dovevano alternare i generi è comparsa la figura genericamente battezzata "la-donna-che-si-dimette": per dar più comodo corso, s'intende, ai magheggi competitivi degli uomini. E così anche il risultato estetico finale del Pd appare lontano dalla levigatissima perfezione delle forme che qualche benemerito scultore della classicità impresse all'"Ermafrodito dormiente". In seguito Gian Lorenzo Bernini lo fece coricare, nella copia oggi al Louvre, su un largo materasso. Solo girandovi attorno si scopre infatti l'altarino che ne completa l'ambigua potenza binaria, o anche bipartisan, se si preferisce.

Fatto sta che per una volta, e senza impulsi necessariamente guardoni, sarà interessante il colpo d'occhio più sulla platea che sul palco, essendo quest'ultimo, come del resto la sala macchina o il posto di guardia del Pd regolarmente affollato da baldi giovanottoni, babbioni o bamboccioni che siano.
E tuttavia resta il fatto che il nuovo partito possiede e presenta al pubblico, pressoché in egual misura, gameti maschili e femminili. "Pressoché", nel senso che per certi non facilmente spiegabili dispositivi elettorali Enrico Letta pare sia riuscito a far eleggere nelle sue liste più maschi che femmine, ragion per cui queste ultime corrisponderebbero al 48,5 per cento dell'assemblea. Cifra comunque non solo mai raggiunta, ma nemmeno avvicinata. Una novità quasi più "culturale" che "politica", come sostiene l'ultima responsabile femminile Ds Vittoria Franco. Un evento che in linea molto teorica potrebbe assestare il colpo di grazia alle esauste culture politiche; o formarne una davvero nuova. Come che sia, si tratta di una pietra miliare in quella specie di indicibile guerra che da tempo immemorabile si combatte fra i sessi.

In piena crisi del patriarcato, l'ermafroditismo politico in qualche modo ne modifica le prospettive, per non dire che le ribalta. Pare di intravederne pallidi segni. Tolto d'imperio fassinian-veltroniano dalla lista delle primarie il sindaco di Montalto, ad esempio, che difendeva certi stupratori e diede alla Finocchiaro della "talebana del cazzo". Ora è chiaro che in un partito a pari dignità sessuale il volgare e fallocratico riferimento lascia il tempo che trova. Così come, certo su un altro livello, viene da chiedersi se nell'odierna costituente Ciriaco De Mita potrebbe permettersi di rispondere come due anni orsono a un'interruzione di una senatrice del suo partito: "Stiamo parlando di cose serie. Stai zitta!". Ma quella seguitava a protestare e allora Ciriaco, tra il sorpreso e lo schifato, facendo ciao-ciao con la mano: "Ma come? Ti ho detto di stare zitta...".

Ermafrodita è l'ostrica, l'orata, la lumaca, la canapa, il pino, il biancospino. Un caso di ermafroditismo sequenziale, cioè di cambiamento di sesso da maschio a femmina riguarda l'indovino Tiresia, e forse meglio di tanti altri si adatta al nuovo partito decisamente "preterandro", cioè maschile in transizione verso il femminile. Così va il mondo, a volte. In mancanza di suggestioni "scaldacuore" - ché tale non può francamernte ritenersi la scelta del sistema elettorale tedesco - la tentazione di allargare il campo è fortissima. E perciò in un baleno ci si potrebbe ritrovare dinanzi al mitico androgino di Platone, di fronte all'"umana nostalgia dell'interezza" che è alla base dell'amore, davanti al vibrare dell'archetipica congiunzione degli opposti, inerpicandosi dalla mistica indù alle più recenti ambiguità dell'immaginario dove i confini tra i sessi si confondono e si annullano: certi quadri di Klimt, Orlando di Virginia Woolf, Petrolio di Pasolini, l'icona della Garbo e di alcune stelle del pop, da Eva Robin fino al fiorente mercato notturno dei viados (pure con imbarazzanti risvolti politici).

Ma per tornare con i piedi per terra, dopo tutto, basterà guardare in platea con il ricordo di tante donne - non necessariamente brutte vecchie grasse e pelose, come se le raffiguravano comunisti e democristiani - che per questo esito bene o male si sono battute. Basterà ricordare le generosità e i piagnistei delle rivendicazioni, la fatica e i ginecei delle redistribuzioni di potere. La politica, insomma, e le sue antiche novità che proseguono nella vita.

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Queen Cristina gayfriendly in Argentina.

(Queerway) L'Argentina ultimamente sta diventando una sorta di faro per le comunità GLBT sudamericane e per le democrazie in generale. Dopo le numerose iniziative a favore degli omosessuali, dei transessuali e dell'economia legata al "gay marketing" è ora il turno delle elezioni presidenziali che vedono sfidarsi due donne per il il balcone della Casa Rosada.

La favorita è Cristina Fernandez de Kirchner, attuale first lady e senatrice peronista, che vede sempre più vicina la sua elazione per rimanere nel palazzo presidenziale.

La first lady è in netto vantaggio nei sondaggi con l'icredibile distacco di 25 punti sulla rivale. Cristina Fernandez de Kirchnerè da sempre stata un'attivista per i diritti dell'uomo fin dalla sua giovinezza durante la dittatura di Juan Perón e la sua elazione al Senato:

"Si tratta di una convinzione e di un impegno per la vita - ha dichiarato durante un incontro con un'associazione GLBT argentina a New York - Se sarò eletta mi occuperò in particolare dei diritti dell'uomo di seconda generazione che includono il riconoscimento dei diritti delle minoranze sessuali".

Questa è la destra internazionale dalla quale potrebbero imparare i politici italiani compresi quelli di sinistra.

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Indiscrezioni: il Papa potrebbe creare un ufficio che si occupi esclusivamente di musica sacra. San Remo ne sarà il responsabile?

Curie e Curiali

(Andrea Bevilacqua - Italia Oggi) È un'idea che circola oltre il Tevere da quando Joseph Ratzinger è divenuto Pontefice: dotare la curia romana di un ufficio che si dedichi integralmente a promuovere nella Chiesa la musica sacra. Un'idea che presto Benedetto XVI potrebbe mettere sul piatto delle proprie decisioni. Un'idea di cui si è cominciato a parlare da quando, mesi addietro, si pensava di unire il pontificio consiglio della cultura alla pontificia commissione per i ben culturali e l'archeologia sacra.
È all'interno di questo unico e nuovo dicastero che si pensava di inserire il nuovo ufficio. E adesso che monsignor Gianfranco Ravasi è stato nominato responsabile di entrambi i dicasteri, questi potrebbero essere presto accorpati e il nuovo ufficio dedicato alla musica sacra potrebbe presto prendere forma.
Con il Motu Proprio Summorum Pontificum entrato in vigore alla metà dello scorso settembre il Papa ha voluto sottolineare con forza come al centro della vita della Chiesa ci debba essere la liturgia e come, in essa, pieno diritto di cittadinanza abbia la celebrazione secondo l'antico rito.
Celebrare secondo l'antico rito presuppone la conoscenza del canto gregoriano e, più in generale, della musica sacra. Quest'ultima è per il Pontefice un'eredità preziosa che non va sprecata ed è per questo motivo che, accanto al pontificio istituto di Musica Sacra che si dedica - appunto - all'insegnamento della materia, egli potrebbe a breve decidere di istituire un ufficio il cui scopo sarebbe quello di promuovere e di indirizzare la diffusione della stessa musica nel mondo.
Lo scorso 13 ottobre Benedetto XVI si è recato in visita, tra l'indifferenza dei principali organi di comunicazione, proprio al pontificio istituto di Musica Sacra. In quello che viene chiamato il «conservatorio» liturgico-musicale della Santa Sede - da qui escono i musicisti di Chiesa che poi vengono mandati in tutto il mondo a lavorare secondo le proprie competenze - Benedetto XVI ha parlato della musica sacra citando il primo documento uscito dai lavori del Concilio Vaticano II, la Sacrosanctum Concilium, laddove si dice che «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne».
Secondo Benedetto XVI la musica sacra deve essere proposta a qualsiasi popolo o tipo di assemblea e per questo «l'autorità ecclesiastica» non ne deve «congelare il tesoro», ma piuttosto deve inserire «nell'eredità del passato le novità valevoli del presente, per giungere a una sintesi degna dell'alta missione a essa riservata nel servizio divino». «Sono certo» ha detto il Papa, «che il pontificio istituto di Musica Sacra, in armonica sintonia con la congregazione per il culto divino, non mancherà di offrire il suo contributo per un aggiornamento adatto ai nostri tempi delle preziose tradizioni di cui è ricca la musica sacra».

Benedetto XVI non ha mancato di ricordare l'importanza che per la curia romana ha avuto il grande maestro Domenico Bartolucci, 91 anni, seduto in prima fila in occasione della visita del Papa. Bertolucci venne sostituito dall'incarico di guidare il coro papale della Cappella Sistina nel 1997.

Al suo posto, tra il rammarico di molti monsignori e cardinali (e tra questi c'era l'allora cardinale Ratzinger), l'ex cerimoniere papale Piero Marini spinse per mettere monsignor Giuseppe Liberto. L'estromissione di Bertolucci portò, di fatto, all'abbandono nelle liturgie papali della musica polifonica e gregoriana.

Con l'arrivo del nuovo cerimoniere papale, ovvero il genovese monsignor Guido Marini, le cose potrebbero cambiare. Lui, coadiuvato dall'ottimo monsignor Miserachs, preside del pontificio istituto di Musica Sacra, potrebbe far tornare il canto polifonico e gregoriano in Vaticano e, insieme, adoperarsi alla creazione di un nuovo ufficio con autorità in materia.
Tra qualche mese potrebbe esserci la prima celebrazione pubblica di Benedetto XVI secondo l'antico rito. Per l'occasione ci sarà bisogno di una musica adeguata.

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Neonato omosex e i blogger: Si è scoperto che nascono omosessuali.

(Azzurro blog) Mentre noi ci stavamo dividendo ,tra favorevoli e contrari alla campagna pubblicitaria del 'neonato omosex' , voluta dalla Regione Toscana per testimoniare che l'omosessualità è una condizione dell'uomo da rispettare e non un malattia o una deviazione, ecco giungere da uno studio su vermi una notizia a dir poco curiosa.

Si ,veramente curiosa, visto che si è scoperto che loro, i vermetti , lo hanno proprio "codificato" nel cervello il proprio orientamento sessuale e, basta accendervi un gene ed eccoli diventare 'gay', corteggiando vermi dello stesso sesso.
La scoperta è stata effettuata da Erik Jorgensen, direttore scientifico del Brain Institute presso l'Università di Utah e pubblicato in un lavoro sulla rivista Current Biology.
Gli autori sostengono così che "L'attrazione omosessuale è scritta nel sistema nervoso.
Il motivo per cui femmine e maschi si comportano in modo diverso è che una parte comune del loro cervello si orienta per un certo sesso.
Naturalmente nessuno ancora ha dimostrato che quanto sembra valere per i vermi possa valere anche per gli uomini, ma è certamente possibile che anche le nostre preferenze sessuali siano scritte nel nostro cervello.
Dice Jorgenson che "Se l'orientamento sessuale dei vermi è così deciso e geneticamente determinato la stessa cosa potrebbe valere per noi uomini".
Se cosi fosse, conclude il ricercatore, sarebbe chiaro che il cervello ha un sesso e un suo proprio orientamento sessuale, che dipende da un gene del cervello.
Possono quindi stare tranquilli i vari Onorevoli Volontè (UDC) , Polledri (Lega) e Bertolini (FI) che si sono scagliati come al solito contro la campagna pubblicitaria definita "raccapricciante" ed "offensiva" , loro non corrono rischi.
Si , perchè anche per essere omosessuali serve avere un cervello e loro da questo punto di vista possono dormire sonni tranquilli.

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Erba vera per un partito di plastica: Per il Pd un debutto nel prato verde.

Scenografie hi-tech e palcoscenico con erba vera alla nuova Fiera. Oggi la prima assemblea costituente del partito. Tra i 2.853 delegati anche i 398 lombardi eletti alle primarie. Penati: "È un segnale di grande attenzione verso il Nord". Inizio alle 10, con il discorso di apertura di Romano Prodi.

(Andrea Montanari - La Repubblica) Per molti di loro sarà la prima volta. Anche per tanti tra i 398 lombardi sui 2853 eletti all´assemblea costituente del nuovo partito democratico, che si apre oggi al padiglione 16 della nuova fiera di Rho-Pero. Tra scenografie a effetto, musiche (Jovanotti e Annie Lennox) e un filmato girato durante le primarie. «Milano protagonista inizia il cambiamento per la buona politica - sottolinea con orgoglio il presidente della Provincia diessino Filippo Penati - Dopo quello del Lingotto questo appuntamento nel capoluogo lombardo è un grande segnale di attenzione e di investimento verso una nuova cultura politica che viene dalla zona più avanzata del paese». Il vice presidente di palazzo Isimbardi Alberto Mattioli della Margherita aggiunge: «È significativo che la prima assemblea nazionale si riunisca nella roccaforte berlusconiana, nella giusta consapevolezza che per governare l´Italia occorre dare risposte forti, rapide e concrete alle regioni che guidano economicamente il Paese. Il pd crescerà forte se conquisterà il consenso del nord».
Ad accogliere Romano Prodi e Walter Veltroni un vero prato d´erba che dal palco, lungo trenta metri, sale fino a un maxi schermo alto due. Verdi gli adesivi lungo il percorso che dalle entrate della fiera conducono al Padiglione 16, che recano quattro slogan: «Tante donne per la politica», «Una politica nuova», «Ridare speranza ai giovani» e «Le persone al primo posto». Verdi anche le indicazioni per la stampa e quelle che annunciano l´assemblea. Come le passatoie che coprono quasi tutta l´area. Stringata la scaletta della giornata. Si comincia alle 10. Salvo cambiamenti dell´ultim´ora dopo il presidente del consiglio prenderà la parola il nuovo segretario Walter Veltroni. Poi parleranno gli altri candidati Enrico Letta, Rosy Bindi, Mario Adinolfi e Piergiorgio Gawronski. Quindi un ricercatore dell´Ipsos illustrerà una ricerca e la parola passerà ai delegati. Tra quelli lombardi parlerà Michele Salvati. Fuori dall´assemblea, la protesta di alcuni lavoratori precari della Croce rossa e qualche manifesto di ispirazione leghista con la scritta: «Milano lavora, Roma mangia». Firmati ironicamente «Walter Veltrun».

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Australia/ Minatori a scuola di sesso per aumentare la produttività.

(Claudia Nuzzarello - Affari Italiani) A lezione di sesso per migliorare la produttività. Succede ai minatori australiani della cava di Bulga, a nord di Sidney. Centinaia di loro hanno imparato a capire meglio le loro mogli e compagne e renderle felici. Come? Divisi in classi, come in una vera e propria scuola, hanno frequentato lezioni in cui si parlava loro non solo di sesso, ma anche dei cambiamenti psicologici ed emotivi associati nelle donne alla menopausa e dei problemi che esse devono affrontare nella loro vita sessuale. I “briefing” si sono svolti ogni mese e ogni volta affrontavano un tema diverso (dalla nutrizione, alle malattie del cuore, alla prostata, alle fatiche dei lavori di casa, alla menopausa, ai preliminari).

Quindi una sorta di "scuola di educazione sessuale" in cui "apprendere" quello che a volte gli uomini non capiscono: perché le loro mogli in certi momenti non si sentono bene o cambiano d’umore repentinamente. Ma in realtà il fine vero e proprio di queste lezioni è stato quello di migliorare la vita sessuale di coppia dei lavoratori, renderla più salutare. E soprattutto far prendere consapevolezza del proprio corpo e di quello che è necessario alla sua salute.

Così se i minatori sono felici a casa, lo sono anche a lavoro. E rendono di più, ossia sono più produttivi. Questo il ragionamento fatto dai manager della Xstra mining company (la società che gestisce questi lavoratori) che hanno voluto i corsi. Entusiasti gli organizzatori che vorrebbero replicare i “briefing” con altri minatori visto il successo ottenuto. E visto anche come erano “attenti” durante le lezioni i colleghi di Bulga... non si lasciavano scappare nessun particolare…

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La Chiesa e "Repubblica": La difesa "d'ufficio" da parte di "Avvenire".

Speciale Soldi alla Chiesa, verità e bugie
Spargere veleni sul rapporto tra Chiesa e società. Con argomentazioni sbrigative e grossolane che cercano di mettere in cattiva luce l'impegno dei sacerdoti, l'uso dell'otto per mille, perfino l'insegnamento della religione cattolica. Il quotidiano romano «Repubblica», dai primi di ottobre a oggi, ha cercato con un'inchiesta sviluppata su varie puntate (e da ultimo - per ora - con l'intervento del suo direttore, Ezio Mauro) di screditare la Chiesa. Innumerevoli gli svarioni, le cantonate, le imprecisioni. Qui di seguito trovate una raccolta degli articoli con cui «Avvenire» ha risposto a questi attacchi. Cercando di ragionare sulla realtà dei fatti. p

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Di luci e di ombre. Non si sceglie di essere omosessuali

Copertina del libro di Sergio Sormani, Di luci e di ombre(Omoios blog) La polemica di questi giorni in merito al neonato omosessuale ha portato di nuovo l'attenzione su un tema classico: omosessuali si nasce o si diventa? E questo libro di Sergio Sormani cade a proposito. «Il primo ma banale errore che la società fa – dice l’autore - è quello di non capire che l'orientamento sessuale non è frutto di una scelta. È un'idea comune che crea confusione ed è all'origine di un errore frequente: quello che spinge molti genitori a cercare di far ravvedere il proprio figlio anziché tentare di comprendere la normalità della cosa».

Il tema del romanzo è scottante e coinvolgente: la scoperta e l'accettazione della propria sessualità in un'età di per sé delicata.

Poco meno di settanta pagine in cui Sergio Sormani racconta le difficili emozioni di chi deve iniziare a fare i conti non solo con la propria intimità ma anche con i modelli familiari e sociali che spesso impongono l’unica “normalità” possibile: un uomo, una donna, una famiglia tradizionale. Un momento non facile e costellato ancora oggi da molti tabù. In questa sorta di diario Sormani descrive l'attimo, spesso non compreso correttamente dagli adulti, che segna il passaggio dall'adolescenza all'età adulta. Quello in cui un ragazzo scopre la propria sessualità e quello, ancora più doloroso, in cui, come nel caso del protagonista del libro, si scopre la propria omosessualità e ci si percepisce diversi dalle regole imposte dalla società, dalla famiglia e dalla religione.

L'unica cosa che mi pare esagerata è il prezzo: purtroppo è la filofosia della casa editrice Il Filo quella di avere i prezzi un po' alti...

Sergio Sormani, Di luci e di ombre, pp. 68, euro 13,00.

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Nicoletta Mantovani sceglie Che tempo che fa. Ma ce n'era proprio bisogno?

Nicoletta Mantovani con Pavarotti(Tvblog) Nicoletta Mantovani stasera sarà ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Ma la notizia importante non è tanto questa, non è la sua presenza nel ruolo di intervistata, quanto invece le motivazioni che hanno spinto questa donna - che, ricordiamolo, è vedova da poco più di un mese - a scegliere di “sottoporsi” a quella che, immagino, in questo momento possa essere una sorta di piccola (o grande) tortura.

Francamente, che lei e Luciano Pavarotti siano stati una coppia fragile, una coppia spesso in disaccordo e sull’orlo del precipizio, poco mi frega. E del testamento plurimilionario lasciato alla Mantovani anziché al Convento delle Vergini di Santa Madre Vattelapesca, mi frega ancor meno.
La cosa inizia ad interessarmi (in senso lato) e, soprattutto, a disgustarmi, quando una persona famosa solo “di riflesso” viene sbattuta in prima pagina per una grave malattia cui sarebbe affetta. E quando su questo incredibile scoop (!) vengono fatte intere puntate delle solite trasmissioni di seconda serata, nelle quali lo scooppettaro difende il proprio gesto dicendo che la gente ha diritto di conoscere queste notizie succulente, e affermando che la malattia depone a favore della Mantovani, che sarebbe altrimenti addidata come presunta fedifraga per alcuni viaggetti a New York nell’immediato post-mortem.
E allora ecco che, per tacere certe malelingue e, ipotizzo, per fare in modo che una volta per tutte si chiuda il capitolo Pavarotti, Mantovani & friends, che Nicoletta ha deciso di apparire in prima persona. Apparizione forzata, quasi dovuta, chiesta a gran voce da tutti coloro che hanno tessuto in questo mese trame degne della peggiore soap opera.
Fortuna vuole che Nicoletta non abbia scelto un salotto a caso per questa intervista - posso solo immaginare certe “iene” come si sarebbero accanite su di lei -, ma quello intelligente e pacato di Fabio Fazio. E si spera che per la Mantovani - e per tutti quelli che ne hanno abbastanza di questa storia - questa sia proprio l’ultima puntata.

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La circolare della vergogna: I radicali al Ministro Amato: «Ritiri la circolare contro i matrimoni gay».

(Il Messaggero) «Il ministro degli Interni promotore di una crociata contro le coppie gay sposate all'estero e che poi risiedono in Italia». Le accuse vengono da Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani e Sergio Rovasio, membro della Direzione della Rosa nel Pugno. «Il 18 ottobre – spiegano - il ministero degli Interni ha diffuso la Circolare n.55, che elenca una serie di iniziative per contrastare il riconoscimento delle coppie gay sposate all'estero, e dove si invita addirittura il ministero degli Esteri a modificare i contenuti della Convenzione di Vienna dell'8 settembre 1976, perchè sui moduli del riconoscimento delle coppie sposate all'estero non è precisata la variazione del sesso degli sposi».

«Tra le altre assurdità - proseguono - elencate nella circolare ministeriale, vengono invitati gli ufficiali dello Stato civile a porre “particolare cura alla verifica che i due sposi siano di sesso diverso”, in violazione dei più elementari diritti umani e civili dei cittadini.

Da qui la richiesta che la circolare venga ritirata dato l'evidente contrasto con le risoluzioni comunitarie contro l'omofobia del 18 gennaio 2006 e del 26 aprile 2007.

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Ultime dal governo delle tasse: Il canone Rai finisce in bolletta.

Idea di Petruccioli. In Finanziaria una norma per arginare il fenomeno dell'evasione e soccorrere le finanze del servizio pubblico.

(Il Corriere della Sera) Una caccia agli evasori in grande stile per chiudere una volta per tutti gli annosi problemi di bilancio della Rai. Come? Facendo pagare il canone direttamente in bolletta della luce. Così nessuno potrà sottrarsi al pagamento dell'abbonamento. L'idea, geniale quanto diabolica, è venuta al presidente (peraltro sfiduciato nei giorni scorsi dalla Commissione vigilanza) di Viale Mazzini, Claudio Petruccioli.

IN FINANZIARIA - La norma che permette il pagamento dei 104 euro del canone annuale nella bolletta delle aziende elettriche potrebbe essere inserita già nella Finanziaria 2008. L'eventualità è stata annunciata durante la presentazione del piano industriale 2008-2010 della tv pubblica. «Noi abbiamo fatto le nostre proposte - ha spiegato il presidente Claudio Petruccioli - Ora ci auguriamo che ci sia una risposta a un problema reale che riguarda l’evasione dal pagamento del canone».

ALL'INCASSO - La Rai incassa circa 1,5 miliardi di euro dal canone ogni anno (il costo per singolo abbonato è, come detto, di 104 euro), ma secondo le stime circa il 25% dei telespettatori lo evade, contro una media sotto il 10% in Germania e Gran Bretagna e un solo 5% di evasori in Francia. Il canone Rai non è il più alto in Europa (in Svizzera, per esempio, costa circa 290 euro, in Svezia 220, in Gran Bretagna e Germania 200), ma la Rai è anche la tv pubblica europea che registra la maggior quota di introiti dalla pubblicità, addirittura il 52% dei ricavi totali, contro il 23% della Bbc e il 36% di France Television. Insomma, è la conclusione dei vertici della Rai, vista la forte evasione sul canone per ottemperare alle esigenze e agli obblighi di servizio pubblico la Rai deve far fronte alle spese anche attingendo risorse dalla raccolta pubblicitaria (circa 300 milioni secondo la contabilità del 2006). Invece, almeno in teoria, dovrebbe vigere una perfetta separazione contabile: i programmi del «servizio pubblico» dovrebbero essere pagati dall'introito del canone; la pubblicità dovrebbe invece finanziarie gli aspetti «commerciali» della tv di Stato.

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