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martedì 5 agosto 2008

Roberto Saviano, un “tombeur de femmes” che piace tanto ai gay.

Personaggi/ Roberto Saviano “tombeur de femmes”: love story con Meg, ex voce dei 99 Posse.

(Affari italiani) Roberto Saviano, lo scrittore del momento, sarebbe un irresistibile “tombeur de femmes”, nonostante le continue minacce e le ferree misure di protezione a cui è sottoposto. Al punto che non una, ma ben due fanciulle, sarebbero già cadute nella sua rete, tra cui la cantante Meg, ex voce dei 99 Posse, che avrebbe persino lasciato il fidanzato rocker dopo una relazione di lunga data. Chi poteva immaginarlo? Del resto dell’autore di Gomorra (ad oggi oltre un milione di copie vendute, a cui si unisce il successo dell’omonimo film diretto da Matteo Garrone) si conosceva soltanto il lato “pubblico”.
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La sua penna affilata in grado di fare nomi senza pudore e sfidare le ire della camorra. L’immagine di ragazzo coraggioso costretto a vivere sotto scorta dopo l’esplosivo successo del suo libro in cui racconta per filo e per segno le faide intestine e i giochi di potere della malavita partenopea. Il tutto unito a sguardo intrigante, kefiah al collo, fama, coraggio e una vita nel mirino: insomma, sotto sotto le carte in regola per diventare oggetto di attenzioni femminili c’erano tutte. Giorno dopo giorno, la curiosità mediatica nei confronti di questo ventottenne schivo e tenebroso ha preso corpo fino a scavare nei retroscena privati apparentemente irraggiungibili.

Il risultato? Sorprendente! Nei dintorni della sua casa editrice si vocifera di ben due donzelle coinvolte in una liaison sentimental-intellettuale con il bel Saviano. La prima sarebbe una poetessa con cui lo scrittore è stato più volte avvistato, che a quanto pare si è defilata quasi subito, provata dalla vita sotto scorta e dalla paura di essere considerata una raccomandata. Della seconda invece abbiamo un nome e un volto: Maria Di Donna, 35 anni, napoletana doc, più nota come Meg, per anni vocalist dei 99 Posse, celebre e rimpianto gruppo dell’underground partenopeo, tra hip hop e impegno civile. Una cantante poliedrica che vanta collaborazioni del calibro di Elisa, Tiromancino, Raiz degli Almamegretta, ora convertitasi alla carriera solista (il suo ultimo album è l’elettronico Psychodelice uscito lo scorso aprile), con una neanche troppo velata ispirazione a Björk.

Un amore “cerebrale” cementato dai comuni interessi e dalle stesse, veraci, origini all’ombra del Vesuvio. A cui si aggiunge un’ulteriore nota di gossip. Per Saviano Meg avrebbe lasciato dopo anni di relazione Emiliano Audisio, frontman dei Linea 77, famoso gruppo della scena alternativa torinese, che sembra non averla presa molto bene. Insomma, siamo di fronte al più classico dei “triangoli” da cui l’autore di Gomorra esce vincente. Anche nei panni di rubacuori.

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Anniversari. Il 5 agosto del '62 moriva Marylin.

(Sky tg24) 46 anni fa moriva un mito: Marilyn Monroe. L'attrice icona di bellezza a soli 36 anni veniva ritrovata esanime nella sua casa di Los Angeles. Un cocktail fatale di barbiturici e alcol l'ipotesi più accreditata, ma ancora oggi c'è chi parla di omicidio.
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Rivelazioni: Solo il 20% dell'8x1000 è destinato ad opere di carità.

(La Stampa) La televisione, dove l’unico spot circolante è quello della Chiesa Cattolica, ci ha abituati a pensare all’8x1000 come a una magnifica occasione per aiutare i derelitti della Terra. Nelle pubblicità compaiono bambini di Paesi poveri, fame e miseria.
Far tornare un sorriso su quei volti emaciati è facile: basta apporre una firma sulla dichiarazione dei redditi e si destina una quota dell’Irpef a quelle popolazioni in difficoltà. Una bella favola. Peccato che resti, appunto, una favola.

La Chiesa Cattolica destina solo il 20% di quello che riceve con l’8x1000 per fare della carità (fonte Cei). Il resto lo incamera. Le istituzioni laiche non fanno meglio. Tra il 2001 e il 2006 lo Stato italiano, attraverso l’8x1000, ha destinato all’Africa 9 milioni di euro per combattere la piaga della fame: un quinto di quanto ha dato per la regione Lazio (43 milioni). E pensare che il Continente Nero, con i suoi oltre 800 milioni di abitanti, ha preso più degli altri. All’Asia, 4 miliardi di individui, è arrivato un milione e mezzo: il prezzo di una villa in Sardegna. O se si preferisce un quarto di quanto il governo ha stanziato - prelevandolo dallo stesso fondo - al solo Molise (7,2 milioni di euro).

Seguono l’America Centrale con 610mila euro e quella Meridionale con 560mila, poco più e poco meno di 10mila euro all’anno. E sarebbe andata ancora peggio se nel 2006 tutta la quota statale, ovvero 4,7 milioni di euro, non fosse stata completamente destinata a progetti contro la fame nel mondo. Evidentemente la beneficenza va di moda solo negli spot. Secondo la sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato della Corte dei Conti dal 2001 al 2006 lo Stato italiano ha elargito 272 milioni di euro grazie all’8x1000 degli italiani. Ma se si vanno a guardare le aree di intervento, le differenze sono enormi: 179 milioni (il 66%) sono serviti per finanziare progetti di conservazione di beni culturali; 59 milioni (il 22%) per affrontare calamità naturali; 22 milioni (l’8%) per l’assistenza ai rifugiati; solo il 4% è andato a progetti contro la fame nel mondo. Una scelta difficile da spiegare, a meno che non si entri nel dettaglio e s’intuiscano alcuni meccanismi che governano la classe politica italiana.

Se si scorrono i progetti finanziati nei sei anni presi in esame, si scopre che il 40% circa ha riguardato il restauro di chiese, abbazie, conventi e parrocchie. Un aspetto che non è sfuggito alla Corte che, in adunanza pubblica, ha chiesto conto alla rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di tanti finanziamenti a enti religiosi. La risposta è stata che il patrimonio artistico, culturale, storico e architettonico degli enti religiosi in Italia è di grande eccellenza. Vero, ma la Corte non ha potuto che richiamare alle norme che regolano la distribuzione dell’8x1000 e che parlano di bilanciamento nella scelta dei progetti e di urgenza degli stessi. La disparità di trattamento, invece, è evidente. Tanto più se si tiene conto di altri dati. I numeri parlano da soli: i 315 milioni di euro attribuiti allo Stato dal 2001 al 2007 impallidiscono di fronte ai 6.546 milioni ricevuti dalla Chiesa Cattolica. È il ritorno dello spot televisivo? I creativi sono bravi, ma non così tanto. A meno che non si voglia annoverare in questa categoria (e il personaggio di sicuro lo merita) anche l’attuale ministro delle Finanze Giulio Tremonti. È sua l’idea del meccanismo di redistribuzione che tanti mal di pancia fa venire ai laici che siedono in Parlamento ma non solo. Non tutti gli italiani dichiarano a chi deve andare il loro 8x1000. Solo il 40% lo fa scegliendo tra Stato, Chiesa Cattolica, Valdesi, Luterani, Comunità ebraica, Avventisti o Assembleari. E il restante 60%?

In altri Paesi, dove la donazione deve rispecchiare una volontà esplicita del contribuente, questa quota rimane allo Stato e quindi a disposizione di tutti. In Italia viene invece ridistribuita secondo le proporzioni del 40%, dove i cattolici vanno forte. Alla fine circa il 90% dell’intero gettito va alla Chiesa. Si tratta di quasi un miliardo di euro all’anno, 991 milioni nel 2007. E pensare che quando nacque l’8x1000, la sua funzione era quella di sostituire la congrua per il pagamento dello stipendio ai sacerdoti. Lo Stato era anche disposto a mettere di tasca propria il denaro necessario per arrivare alla cifra di 407 milioni di euro nel caso i fondi fossero risultati insufficienti. Oggi gli stipendi dei preti rappresentano un terzo dell’8x1000 che va alla Chiesa, ma nessuno ha mai osato mettere in discussione la cifra, nemmeno la commissione bilaterale italo-vaticana che aveva il compito di rivedere le quote nel caso il gettito fosse stato eccessivo. Del fiume di denaro che va alla Chiesa Cattolica, la Cei destina il 20% per opere caritatevoli, il 35% per pagare gli stipendi dei 38mila sacerdoti italiani e il resto, circa mezzo miliardo di euro, viene ufficialmente utilizzato per non meglio precisate «esigenze di culto», «catechesi» e «gestione del patrimonio immobiliare».

Forse anche per questo lo slogan scelto dai Valdesi per un loro spot radiofonico di qualche tempo fa era: «Molte scuole, nessuna chiesa». La pubblicità in questione è stata vittima di una sorta di censura: per mesi non è stata mandata in onda. Non è l’unica disparità che lamentano le altre confessioni religiose. Diversamente dai cattolici, infatti, Valdesi, Luterani, Comunità Ebraiche, Assembleari e Avventisti ottengono i fondi (volontariamente sottoscritti dagli italiani) solo dopo tre anni. Alla Cei, invece, lo Stato versa un anticipo del 90% sull’introito dell’anno successivo. Le vie del Signore, in alcuni casi, si fanno scorciatoie. Ma le disparità tra religioni diverse non sono le uniche che si possono riscontrare tra i finanziamenti statali dell’8x1000. Nonostante i criteri di scelta dicano che, per finanziare i progetti, è necessario tener conto di vari fattori, tra cui anche quello della maggiore o minore popolazione presente sul territorio su cui insiste il progetto, ci sono regioni che paiono baciate dalla fortuna. In sei anni all’Abruzzo sono andati 13 milioni di euro, quanto la Sicilia e la Toscana, e quattro volte l’Umbria (3 milioni di euro). E che dire delle Marche (22 milioni di euro), che ha ricevuto più del doppio di una regione come il Piemonte? Capire perché questo accade è praticamente impossibile. Il Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio, che si occupa della distribuzione dei fondi, dichiara di aver tenuto conto dei criteri scelti dalla Presidenza, ma anche «della commissione tecnica di valutazione», dei «pareri non vincolanti delle Camere», di imprecisate «indicazioni arrivate da autorità politiche» e dei suggerimenti delle «commissioni parlamentari».

Come dire: di tutti. Il risultato è stata la solita guerra tra lobby, che però ha provocato un effetto perverso: l’enorme frammentazione dei finanziamenti. Se ognuno vuole la sua fetta di torta, per quanto piccola, l’esito è scontato: l’8x1000 si perde in una serie infinita di rigagnoli. Il 78% dei finanziamenti erogati, ovvero tre su quattro, è inferiore a 500.000 euro. Quasi la metà (43,22%) è compreso tra i 100 e i 500 mila euro. Chi dovrebbe evitare tutto questo è la Presidenza del Consiglio. Per legge dovrebbe essere il filtro che dà unitarietà e razionalità agli interventi, ma non accade. La Corte rileva che i ministeri si rivolgono direttamente al dicastero delle Finanze per i progetti. Questo ha un'ulteriore conseguenza: se si elimina la responsabilità della Presidenza del consiglio, chi controlla gli esiti dei lavori? Il regolamento stabilisce che, passati 21 mesi, se questi non sono iniziati, il finanziamento viene revocato. Sarebbe dovuto accadere per esempio per la Chiesa della Martorana di Palermo, per il Complesso di Santa Margherita Nuova in Procida o per la Chiesa di santa Prudenziana a Roma. Non è avvenuto.

Di fronte a questi risultati non stupisce la disaffezione dei cittadini. Nel 2004 il 10,28% dei contribuenti aveva affidato il suo 8x1000 allo Stato. La percentuale è scesa all’8,65% nel 2005, all’8,38% nel 2006 e al 7,74% nel 2007. Forse avranno contribuito le leggi che in questi anni hanno decurtato la quota statale senza tener minimamente conto delle finalità per cui era stato istituito l’8x1000. Nel 2001 sono stati prelevati 77 milioni di euro per finanziare la proroga della missione dei militari italiani in Albania e nel 2004 il governo Berlusconi ha deciso una decurtazione di 80 milioni di euro anche negli anni successivi per sostenere la missione italiana in Iraq. Le decurtazioni dal 2001 al 2007 sono ammontate a 353 milioni di euro, più dei 315 milioni rimasti nel fondo 8x1000. Siamo lontani anni luce dai bambini dello spot in tv.
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Il meccanismo dell' 8 Per Mille spiegato da "Report".

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Nozze gay: Il padre non accompagnerà all'altare Lindsay Lohan.

(L'Unione sarda) Le nozze gay sono legali in California ma Michael Lohan, padre dell'attrice americana Lindsay Lohan, non sarebbe pronto a condurre la figlia all'altare nel caso in cui si trattasse di un matrimonio omosessuale con la compagna Sam Ronson. Durante un'intervista all'emittente Msnbc, l'uomo ha spiegato le sue considerazioni sulla relazione della figlia con la famosa deejay e cantante inglese di 10 anni più grande. La giovane coppia, da qualche mese inseparabile, fino ad ora non ha espresso il desiderio di convolare a nozze, ma la recente legge sui matrimoni gay in California, potrebbe invogliare Lohan e compagna a fare il grande passo. "Non credo che Lindsay mi chiederebbe mai di accompagnarla all'altare - ha raccontato il padre dell'attrice - mia figlia sa che non sono contrario alla sua relazione con Sam, ma conosce anche le mie radici cattoliche".

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Sex and the City, special guest star: Matthew McConaughey.

(Blog a puntate) Continua la singolare avventura delle tre newyorkesi di Sex and the City a Los Angeles e man mano che le ore passano Carrie (Sarah Jessica Parker), Miranda (Cynthia Nixon) e Samantha (Kim Cattrall) cominciano a sentire sempre di più la nostalgia della loro New York dalla quale hanno deciso di evadere pensando di trovare pace e serenità nella meno frenetica e più rilassata California.

L’episodio è ancora il tredicesimo della terza stagione “Escape from New York”, in italiano “Fuga dalla città” e niente pare andare come dovrebbe. Carrie ha incontrato la terribile Debbie (Sarah Michelle Gellar) che le ha comunicato, dopo una serie di irritanti dndovinelli, chi è il misterioso attore interessato a produrre un film prendendo spunto dalla famosa rubrica curata dalla scrittrice sul New York Star : Matthew McConaughey (nel ruolo di se stesso, magari un po’ fuori di testa…).

Carrie, con la macchina intonata alle sue scarpe ma con cambio manuale che ha affittato appena arrivata in città e non sa guidare, arriva negli studi cinematografici dove l’attore l’aspetta per discutere del progetto ma nulla sembra andare per il verso giusto. Anzi! Le domande che McConaughey le pone rispetto alla fine della sua storia con Mister Big, non fanno altro che deprimerla ancora di più e farle desiderare di tornare a casa…
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Anlaids: ecco le priorità contro l’Aids.

«Bene l’impegno sulla prevenzione, ma continuiamo a lavorare sull’Aids». Così Fiore Crespi, presidente nazionale Anlaids, commenta le dichiarazioni fatte ieri dal sottosegretario Ferruccio Fazio nel corso di una conferenza stampa in cui sono state delineate, alla presenza dei più autorevoli rappresentanti del ministero del Welfare, le linee del Governo per la sanità.

«Fazio ha accennato nel corso della conferenza stampa a una riconferma dell’impegno del Governo sul tema della prevenzione – commenta Fiore Crespi – Non possiamo che accogliere con favore questo annuncio. Notiamo, tuttavia, che il sottosegretario non ha fatto alcun riferimento alle politiche di lotta all’Aids, che, accanto ai temi giustamente centrali nell’intervento di Fazio relativi alle patologie cardiovascolari e oncologiche, costituiscono un punto delicato nella salute pubblica del nostro paese. Come emerge dai dati sull’epidemia dell’infezione da Hiv resi noti recentemente dall’Istituto superiore di sanità, il numero di nuove infezioni registrate ogni anno non si ferma: solo adeguate politiche di prevenzione possono arginare questo preoccupante fenomeno e salvare migliaia di persone da una malattia che, nonostante i successi della medicina, abbatte pesantemente la qualità della vita di chi ne è colpito e la cui terapia costa al Sistema sanitario cifre molto ingenti».

Per attuare politiche efficaci di prevenzione dell’Aids, la presidente Anlaids delinea i punti fondamentali: «È urgente attivare il sistema di sorveglianza delle nuove infezioni già approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, proseguire il lavoro con la Commissione nazionale Aids e con la Consulta delle associazioni per individuare interventi preventivi diretti a specifici target, elaborare iniziative per l’allargamento dell’accesso al test per l’Hiv, organizzare il monitoraggio della qualità dei servizi sanitari per le persone sieropositive nelle varie Regioni italiane».

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Inghilterra, mea culpa dei conservatori: Sulle unioni civili sbagliammo.

Oggi riconoscono che sono "giuste e morali".
(Patrizio Nissirio - Ansa) Il partito Conservatore britannico sbaglio' a prendere posizioni negative e pregiudiziali verso gli omosessuali e le madri single negli anni Ottanta, e si scusa per questo. La presa di posizione e' di Michael Gove, parte del governo ombra del partito Tory come portavoce sull'istruzione, che plaude anche alle unioni civili, che definisce 'giuste e morali', in quanto mostrano l'impegno e la dedizione verso il partner di chi le contrae.

'Noi conservatori sbagliammo a fissarci sull'omosessualita' - ha affermato in un intervento all'Institute of Public Policy Research - Indulgemmo nel pregiudizio negli anni Ottanta, senza capire la questione'. Per Gove 'non sono i gay ad abusare delle donne e abbandonare i figli, sono gli eterosessuali. E la richiesta di unioni civili, giusti diritti di eredita' e eguaglianza nelle adozioni da parte delle coppie gay non e' respingere l'impegno, ma il desiderio di vedere l'impegno celebrato pubblicamente. E' una cosa giusta e morale'.

Gove fa ammenda a nome del partito che fu di Margaret Thatcher e Winston Churchill anche per quel che riguarda l'atteggiamento verso le madri single: 'La destra ebbe torto nella sua retorica sulle madri sole. Dobbiamo riconoscere che occorre criticare per il loro comportamento quei padri che hanno abbandonato le proprie responsabilita', non le donne che sono state lasciate con i loro bambini in braccio'.

La presa di posizione 'progressista' dell'esponente conservatore e' l'ennesimo segnale della trasformazione dei Tory sotto la guida del giovane David Cameron, che da subito ha segnalato, ad esempio, il desiderio di inserire candidati apertamente gay nelle liste elettorali, e che non perde occasione per promuovere la tutela dell'ambiente e la riduzione delle emissioni che provocano l'effetto serra. Un cambiamento rispetto all'immagine un po' rigida e polverosa che il suo partito ha sempre avuto, che gli e' valso un consistente balzo in avanti nei sondaggi: se si votasse oggi vincerebbe con ogni probabilita' le elezioni contro Gordon Brown, in picchiata nei consensi.

Gove, nel suo intervento sulla responsabilita' sociale e nelle famiglie, se l'e' anche presa con le riviste dedicate a un pubblico essenzialmente maschile - come Nuts e Zoo - che mostrano solo signorine svestite in parte o completamente, e parlano solo di vip e mode. A suo avviso, esse promuovono un modello di 'irresponsabilita' egoista' tra i ragazzi, che finiscono per avere figli, per poi non occuparsene. I Conservatori, ha aggiunto, chiederanno contro agli editori di queste pubblicazioni.

'Queste riviste mostrano un'immagine di donne sempre disponibili, in modo lascivo e senza complicazioni un'immagine che rafforza un concetto molto riduttivo di bellezza e un approccio vuoto verso le donne. Si celebra la ricerca di emozioni e di gratificazioni istantanee senza far mai lasciar passare un pensiero sulla responsabilita' verso gli altri o sull'impegno', ha tuonato.

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Il Presidente Fini ha ricevuto a Montecitorio la delegazione italiana agli Eurogames.

(Redazione) Oggi, nella sala Aldo Moro (già Sala Gialla) di Montecitorio, il Presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, ha ricevuto le atlete e gli atleti italiani che hanno vinto la medaglia agli Eurogames di Barcellona. Un Fini raggiante, spiritoso, disponibile ed al solito ironico ha ricevuto i nostri atleti che hanno tenuto alto l'onore dello sport italiano. Con l'incontro di oggi il Presidente Fini ha voluto rendere merito ai nostri atleti. Le organizzazioni Lgbt italiane esistono da quasi quarant’anni e solo il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga e due Presidenti della Camera le hanno incontrate.

Dice Paola Concia, portabandiera della nostra compagine sportiva: "Ho dato al Presidente Fini, come pegno, la medaglia d’oro che ho vinto a Barcellona nel tennis: gli ho chiesto di restituirmela solo nel giorno in cui il nostro Parlamento approverà la prima legge a tutela dei diritti degli omosessuali, visto che – ancora - l’Italia non li riconosce affatto.Vorrei che la politica italiana si appropriasse del senso di accoglienza che il Presidente Fini ha mostrato verso gli sportivi omosessuali, riconoscendo per legge il valore sociale delle persone gay, lesbiche e transessuali. E’ un impegno di civiltà che la politica italiana, di destra e di sinistra, deve adottare contro l’omofobia e le discriminazioni per l’orientamento sessuale, prendendo esempio dallo sport, che abbatte tutte le barriere. Oggi, abbiamo messo un’altra pietra nella costruzione della casa del rispetto e dell’inclusione.
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GAY: FINI, SPORT ESEMPIO PER SUPERARE DISCRIMINAZIONI.
Il Presidente della Camera riceve i vincitori italiani Eurogames.
(AdnKronos) Lo sport come esempio di superamento delle discriminazioni presenti nella societa'. Lo ha auspicato il presidente della Camera Gianfranco Fini, ricevendo a Montecitorio gli atleti italiani vincitori di medaglie agli ultimi Eurogames, evento sportivo creato dalla comunita' gay e lesbica europea, svoltisi quest'anno a Barcellona dal 24 al 27 luglio. A guidare la delegazione italiana la deputata del Pd Paola Concia, vincitrice nel torneo di tennis.

"Chi conosce quella dimensione della persona che e' l'attivita' sportiva -ha sottolineato Fini- sa perfettamente che, quale che sia la disciplina con la quale ci si cimenta, il primo insegnamento che deriva dalla pratica sportiva e' il rispetto per se stessi, per le regole, per l'altro. Sempre e comunque nell'attivita' sportiva chi e' impegnato con coscienza sa che non esiste l'altro se non in ragione dell'essere momentaneamente un avversario" che "sempre e comunque merita rispetto".

"Se questi valori riusciamo a farli uscire dall'ambito sportivo e inserirli nella societa' italiana, quello sara' un bel momento per tutti quale che sia l'attivita', sportiva o meno; l'orientamento che ognuno ha, libero anch'esso; il livello di inserimento nella societa'.

E' un modo diplomatico, da ex ministro degli Esteri, per dire -ha concluso Fini- che quando si dice che lo sport deve davvero unire a volte si dice una frase fatta, in alcune circostanze unisce per davvero. E se lo sport diventa anche veicolo per l'attenuazione e la cancellazione di discriminazioni di qualsiasi natura, per davvero lo sport e' non soltanto un'attivita' che merita di essere incentivata ma e' un'attivita' cui occorre riconoscere una forte valenza sociale".

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Anglicani, tutti contro Williams: La pratica omosessuale è contraria alle scritture.

Anglicani, il primate dell’Uganda accusa: «Arcivescovo di Canterbury, retaggio coloniale».
(Andrea Galli - L'Avvenire) È arrivato al terz’ultimo giorno dei lavori della Conferenza di Lambeth l’attacco più duro alla legittimità della conferenza stessa e all’autorità dell’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams. Con una lunga lettera indirizzata al «Times» il primate anglicano dell’Uganda, Henry Luke Orombi – leader di nove milioni di anglicani in patria e una delle personalità più rappresentative dei 250 vescovi su 800 che hanno boicottato le assise della Comunione anglicana – ha voluto spiegare il proprio punto di vista sulla crisi che sta paralizzando la terza comunità cristiana nel mondo. Orombi ha ricordato la risoluzione di Lambeth ’98 – presa a schiacciante maggioranza – sulla «pratica omosessuale incompatibile con le Scritture», il parere contrario all’ordinazione del primo vescovo manifestamente omosessuale espresso dal Consiglio dei primati di tutte le province nel 2003 e nonostante ciò la decisione della Chiesa episcopaliana – gli anglicani americani – di andare per la propria strada, senza ricevere la minima sanzione. A questo punto, sostiene il primate ugandese, è evidente che i vari organi che dovrebbero garantire la coesione del mondo anglicano sono meramente formali.

Tutti tranne, uno: l’arcivescovo di Canterbury, il quale ha voluto personalmente invitare gli americani ribelli a Lambeth. Ma «la cosa peculiare – ha concluso Orombi – è che quest’uomo... non è nemmeno eletto dai suoi pari. Anche il Papa è eletto dai suoi pari, mentre quello che hanno gli anglicani è un uomo nominato da un governo secolare. Negli ultimi cinque anni abbiamo iniziato a vedere tutto ciò come un retaggio del colonialismo britannico». Orombi, che ha chiarito di non voler uscire dalla comunione anglicana, ha reso esplicita quella che pare essere l’aspirazione di molti fra i contestatori di Williams: portare la «testa» dell’anglicanesimo più vicino a dove si trova ora il suo «corpo», ossia nel Sud del mondo. E non a Buckingham Palace.

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No, Pd e Pdl non sono la stessa cosa. Il centrodestra ci legge e ci scrive.

In relazione all'articolo "Livia Turco e Lucio Malan ci dimostrano che Pd e Pdl sono la stessa cosa." riceviamo e ben volentieri pubblichiamo:

Il ministro Brunetta non interviene perché perchè la persona per la quale attestavo la presenza (si trattava di una verifica del numero legale, come si vede dalla luce bianca) era - per l'appunto - presente e nella foto se ne vedono le gambe, in un tailleur blu. Per questo gli organi competenti (Presidente del Senato e Consiglio di Presidenza del Senato, che includeva anche 10 membri del centro sinistra) non hanno preso alcun provedimento nei miei confronti. Tra l'altro, la mia foto risale al 25 ottobre 2002, appartiene a 'Repubblica' (avete pagato i diritti ?) e ho già intrapreso azione di risarcimento danni contro Stampa e Corriere per aver affermato che ho votato per degli assenti. Auguri per la vostra attività, ma - per votra tutela e per rispetto della verità - non scrivete cose non vere se ledono la onorabilità di qualcuno. Con un saluto davvero cordiale.

Inviata da un anonimo "Lucio" e che ci induce a credere si tratti dell'on.le Lucio Malan di Forza Italia, in quanto scrive in prima persona, riceviamo e pubblichiamo questa puntualizzazione e smentita. Era nostro dovere pubblicarla e ringraziamo il misterioso "Lucio" che poco conosce gli usi, le regole, le norme e le abitudini dei socialnetwork. Ringraziamo per gli auguri che contraccambiamo aggiungendo buone vacanze.

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California, dalla chiesa cattolica sì al referendum antigay.

Village) A novembre, insieme alle elezioni presidenziali, i cittadini della California voteranno alcuni referendum fra cui la Proposta 8, che punta a modificare la Costituzione stabilendo che il matrimonio è solo l'unione fra un uomo e una donna.

In vista dell'appuntamento alle urne diverse associazioni si stanno preparando a fare campagna elettorale: da un lato i sostenitori dei diritti lgbt, dall'altro i conservatori. La chiesa cattolica locale ha appena preso posizione, invitando i vescovi e i parroci a sostenere moralmente ed economicamente il sì al referendum, per cancellare il diritto al matrimonio fra persone dello stesso sesso, riconosciuto da una sentenza della Corte Costituzionale.

I vescovi cattolici dello stato si sono riuniti e hanno deciso di schierarsi dalla parte della Proposta 8, pur sostenendo con la solita dose di ipocrisia che tutte le persone hanno apri dignità. E allora se hanno pari dignità, perché non dovrebbero potersi sposare?

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Il Belfast Pride un successo grazie alla deputata omofoba.

(Queerblog) Erano anni che non si vedeva tanta gente al Pride di Belfast, Irlanda del Nord. Stavolta c’era anche un gruppo di gay cristiani. Per un successo così inaspettato, le associazioni lgbt hanno ringraziato la deputata Iris Robinson, che qualche settimana fa ha infuocato il tema insultando le persone omosessuali, facendo riferimendo alla pedofilia e accusando i gay di essere “vili”. L’omosessualità, ha detto, è “un abominio”. Secondo la signora, poi, gli omosessuali possono essere curati con un’appropriata terapia psichiatrica.

Questi deliri, oltre a suscitare la richiesta immediata di dimissioni, hanno spinto migliaia di persone a manifestare anche nella omofoba Belfast, al punto che la manifestazione è stata un successo superiore alle aspettative. Ora che succederà alla deputata che è moglie del primo ministro dell’Irlanda del Nord.

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I gemelli di Brad Pitt. Quei figli di una "sega" valgono già 14 milioni di dollari.

( Alb3rt1) Dopo che se ne è tanto parlato, ecco finalmente pubblicate le foto dei "Brangelini" i figli della coppia Jolie-Pitt, Vivienne Marchelin e Knox Leon, le cui foto sono state pubblicate in esclusiva su due magazine, People per gli States e Hello!Magazine per l'Europa.
Esclusiva ben remunerata, pare infatti che i due attori abbiano percepito la bellezza di 14 milioni di dollari.
In una recente dichiarazione Brad Pitt ed Angelina Jolie hanno smentito la notizia che Knox Leon e Vivienne Marchelin, siano stati concepiti in vitro.
Quando lei e Brad Pitt hanno sentito questi rumors sono rimasti scioccati e divertiti: “se fossero stati concepiti in vitro non avremmo avuto problemi a parlarne, ma siamo stati fortunati e non abbiamo mai avuto problemi d’infertilità”.
E così questi bambini nati da due bellissimi dello spettacolo, oltre ad un futuro da ricchi avendo già fatto guadagnare ai genitori 14 milioni di dollari, avranno anche la bellezza dalla loro parte! Quando si dice piove sempre sul bagnato....
Le foto dei gemelli.
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No ai profilattici gratis, nata associazione di "scopo".

(Carmelo Vella - Agrigento notizie) Nasce a Ravanusa il comitato pro-preservativo. Dopo quelli più seri che hanno avuto lo scopo di far aprire il museo o quello per la costituzione di associazioni di volontariato, adesso arriva l'associazione di giovani coppie, amanti e fidanzati "prudenti" che sono in rivolta a seguito della decisione dell'Asl agrigentina di tagliare le spese per l'acquisto di profilattici da distribuire attraverso il consultorio locale.

Una situazione che si registra in tutta la provincia ma che a Ravanusa sta avendo particolare risalto appunto per la scelta di un gruppo di cittadini, che generalmente si rivolgono alla struttura sanitaria per avere i preservativi, di costituire un'associazione di "scopo" (termine non affatto improprio) per poter affermare il proprio diritto alla contraccezione come previsto dalla legge 194.

Al consultorio del viale Lauricella, per la verità non sono in molti ad andare per richiedere i profilattici, ma il fatto che adesso l'Asl viene meno ai propri compiti non va giù ad un energico impiegato, sposato con una intraprendente donna avvocato, che rivendica il diritto ad usufruire gratuitamente di un servizio che la legge impone. Certo non è facile per le coppie entrare in farmacia o in una sanitaria per comprare un pacchetto di "condom" che per alcuni giovani potrebbe essere anche proibitivo visto il prezzo di vendita, ma al consultorio – come spiega il portavoce del comitato pro-preservativo – è più facile perché oltre al fatto che il profilattico è gratis c'è anche la discrezione del personale che è tenuto a rispettare la privacy di chi richiede i condom.

Il primo impegno del comitato pro-preservativo sarà quello di chiedere al direttore generale dell'Asl agrigentina, Giuseppe Di Carlo, il ripristino del servizio. Poi i responsabili dell'associazione di "scopo" firmeranno un documento che, in sintonia con quanto sostenuto dall'Arcigay nazionale, rivolgerà un appello a tutte le strutture alberghiere affinché forniscano gratuitamente ai clienti preservativi da utilizzare nei soggiorni presso hotel, campeggi, villaggi turistici.

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"Sono sexy", "Le assomiglio". Tutte in fila per fare la pornostar.

(Il Giornale) Quali caratteristiche deve avere la ragazza che dovrà impersonare Moana Pozzi? Lo chiediamo a Michele Giordano, coautore - insieme a Andrea Di Quarto - del libro Moana e le altre, Gremese editore. «Carisma e un’educazione borghese» risponde. «Moana è stata l’unica attrice porno a saper accavallare le gambe senza esser volgare». Non è un segreto che la bionda pornostar sia nata in una famiglia molto cattolica, padre ingegnere nucleare e madre casalinga. Da ragazza frequenta il liceo scientifico e studia chitarra classica in Conservatorio in quel di Lerma, provincia di Alessandria...



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Aids, secondo uno studio per gay e bisessuali è alto il rischio del contagio.

(Reuters) La probabilità che i maschi omosessuali contraggano il virus dell'Hiv è di 19 volte maggiore rispetto al resto della popolazione, eppure -in moltissimi paesi- il problema non viene affrontato.

A denunciarlo è il rapporto della American Foundation for Aids Research (Amfar), secondo il quale il gruppo originariamente più a rischio di infezione - gay e bisessuali - lo è ancora, anche se il contagio si è comunque allargato a donne e bambini.

Amfar ha analizzato i rapporti inviati da 128 paesi all'agenzia dell'Onu che si occupa di Aids, la Unaids, e ha scoperto che il 44% dei paesi non forniscono dati che riguardano gay e bisessuali.

Secondo lo studio, diffuso in occasione della conferenza mondiale sull'Hiv in Messico, i governi e le agenzie che si occupano di sanità a livello mondiale non sono riuscite ad affrontare il problema delle crescenti infezioni tra gli omosessuali maschi.

Nonostante l'impegno comune che tutti i membri Onu hanno sottoscritto nel 2001 per monitorare il contagio da Hiv nei gruppi a rischio, il rapporto denuncia che il 71% dei paesi non conosce la percentuale di gay e bisessuali raggiunti dalle campagne di prevenzione.

"Il fallimento (di diversi organismi internazionali) di devolvere risorse per ridurre il contagio da Hiv (tra gay e bisex) è imperdonabile", ha commentato il presidente Kevin Frost.

Secondo l'Amfar sono Kenya, Giamaica, Benin, Thailandia e Ghana i paesi con la maggior percentuale di gay e bisessuali malati di Aids.
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The Guardian. Verità, Bugie e Berlusconi: il Premier playboy d’Italia accusato di nascondere le nudità.

Silvio Berlusconi e il presidente romeno Traian Basescu.

I suoi assistenti ritoccano un capolavoro di un maestro veneziano per nascondere un capezzolo. Le critiche denunciano il fatto come “assurdo e patetico”.

(John Hooper - The Guardian | via Italia dall'estero) Se esiste un leader politico al mondo che non si sentirebbe per nulla a disagio vicino ad una bellezza poco vestita, è sicuramente Silvio Berlusconi.

Il magnate dei media nonchè Presidente del Consiglio italiano deve larga parte delle sue fortune finanziarie a varietà televisivi pieni di corpi femminili svestiti ed ancheggianti. Uno dei membri del Consiglio dei Ministri - il Ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna - solo fino a pochi anni fa era una modella sexy e showgirl in uno dei suoi canali televisivi.

Dunque quasi con incredulità ieri è emerso che lo staff di Berlusconi ha perpetrato un atto di censura degno dei Vittoriani che mettevano le gonne persino alle gambe dei tavoli. Al di sopra del tavolo dal quale Berlusconi tiene le conferenze stampa a Palazzo Chigi, l’equivalente italiano del N° 10 di Downing Street, campeggia un’enorme riproduzione di un quadro del maestro veneziano del XVIII secolo Giovanni Battista Tiepolo. E’ stato scelto da Berlusconi in persona.

Proprio in mezzo al quadro c’è un chiaro e tondeggiante seno femminile. Durante le conferenze stampa, come ha fatto notare un giornalista del quotidiano La Stampa, il seno fluttua sulla testa del primo ministro “come un’aureola”. Si è ritenuto che questo fosse troppo per la sensibilità di una nazione che - ben prima che Berlusconi arrivasse - aveva deliziato i propri occhi con Maddalene e Minerve semi-nude, per non parlare delle sculture esplicitamente erotiche di Antonio Canova. Il seno del Tiepolo, con capezzolo annesso, doveva essere rimosso.

Le foto scattate durante le conferenze stampa più recenti a Palazzo Chigi dimostrano che la figura principale è stata ritoccata. E’ apparsa un’ulteriore piega del vestito a coprire il seno offensivo.

Il portavoce di Berlusconi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti, ha detto al Corriere della Sera che si è trattato di “un’iniziativa dello staff del Primo Ministro che cura la sua immagine “. Ha poi proseguito: “Quel seno [e] quel capezzolo finivano dritti nelle riprese dei comunicati usati [per riportare] le conferenze stampa.”

Ha aggiunto che gli addetti all’immagine del Primo Ministro temevano che una tale vista potesse offendere la sensibilità di qualche telespettatore. Quello che sembra chiaro, tuttavia, è che la rimozione del seno e dell’annesso capezzolo ha offeso per lo meno la sensibilità di alcuni ammiratori di Berlusconi.

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che è stato sottosegretario alla cultura in uno dei precedenti governi Berlusconi, ha affermato: “Spero veramente che la decisione di questo assurdo, folle, patetico, comico ed inutile ritocco sia stato fatto a sua [di Berlusconi] insaputa. Tanto più se l’idea era quella di fargli un favore non associando nell’immaginazione del pubblico un seno con qualcuno che è - come dire? - suscettibile al fascino femminile”.

Delle foto pubblicate ieri mostravano il dipinto originale a maggio. Sembra dunque che sia stato coperto all’epoca in cui il Primo Ministro cominciava ad essere coinvolto in una serie di polemiche riguardanti amicizie e frequentazioni femminili.

Il mese scorso, Berlusconi ha annullato un’intervista televisiva in cui avrebbe dovuto rispondere a domande circa la sua relazione con la 32enne Carfagna e la presunta esistenza di nastri contenenti compromettenti scambi tra di loro. La Carfagna si è rifiutata di commentare la notizia, dicendo solo: “Non mi occupo di intercettazioni telefoniche, di gossip e di cose senza senso.”

Allo stesso tempo, un tribunale di Roma ascoltava il caso presentato dall’ex-marito di un’annunciatrice televisiva che afferma di aver perso il proprio lavoro a causa della relazione del 71enne Berlusconi con la sua ex-moglie. I legali del Primo Ministro hanno criticato duramente tali accuse.

La polemica sul Tiepolo costituisce ulteriore elemento d’interesse poichè la figura femminile ritoccata nella rappresentazione allegorica è la Verità. E la sua semi-nudità è fondamentale per il significato complessivo dell’opera, il cui titolo è Verità svelata dal Tempo, dipinta intorno al 1743.

In senso letterale, si tratta della “nuda verità”. Fluttuante su di una nuvola in una delle caratteristiche distintive del Tiepolo, uno sfondo ovale di cielo azzurro, la Verità civetta con un anziano e barbuto Tempo che pare l’abbia appena spogliata fino alla vita. In una mano, la Verità tiene uno specchio che riflette la sua semi-nudità verso una figura che simboleggia le Bugie. Incapace di affrontare tale visione, quest’ultima si copre gli occhi.

Ci si può aspettare che i politici dell’opposizione notino che, adesso che la Verità ha un nuovo abito adattato dai consulenti d’immagine di Berlusconi, le Bugie dovrebbero sentirsi maggiormente a proprio agio nell’ufficio del Primo Ministro italiano.

Frasario italiano
· Ad aprile di quest’anno Berlusconi provoca un’ondata d’indignazione dichiarando: “Zapatero [Primo Ministro spagnolo] ha formato un governo troppo rosa, cosa che noi non possiamo fare in Italia perchè ci sono molti più uomini in politica e non è facile trovare donne qualificate … avrà problemi a gestirle”

· Sempre quest’anno parlando del candidato primo ministro per il partito italiano La Destra, dichiara: “La gente voterà la Santanchè perchè è una bella sventola”

· Durante l’ultima campagna elettorale disse alle sostenitrici: “Signore … ho un compito per voi il giorno delle elezioni: cucinate! Dolci e cose prelibate, per favore. Portatele ai seggi elettorali per esaminarle. Le più intraprendenti possono provare a fare una crostata, le più abili i profiteroles.”

· Nella campagna elettorale per le elezioni di questo anno ha osservato: “La sinistra non ha gusto, neanche in fatto di donne … invece le nostre [candidate donna] sono molto più belle, dico questo perchè per loro in Parlamento non c’è competizione”

· In marzo dà il seguente consiglio ad una studentessa in bolletta: “La soluzione migliore per lei sarebbe trovare un milionario” aggiungendo “con un sorriso come il tuo puoi farcela”

· Accogliendo in Parlamento il neo-eletto Ministro Mara Carfagna, scherza: “Sono obbligato a ricordarti una regola del gruppo di Forza Italia, lo jus primae noctis.” (una citazione latina per il medievale “diritto della prima notte” che dava al proprietario terriero il diritto di “deflorare” le nuove spose).

· Nel 2005, afferma di aver “sfoderato” tutte le sue “qualità di playboy” per convincere il Presidente della Finlandia, Tarja Halonen, ad accettare di ospitare l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare in Italia.

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Sessomatto a Milano. Ragazza nera in perizoma fa la lap dance sul tram.

La performance sul n. 19, alla fermata di viale Certosa.
(Apcom) Metti un pizzico di esibizionismo ed una sana sfrontatezza. Metti il caldo torrido del primo lunedì di agosto in una Milano semi-deserta. Metti la voglia di vacanza, mare e divertimento. Ed ecco che il tram si trasforma in una discoteca ed una donna nera si improvvisa ballerina di lap dance.
E' accaduto nel primo pomeriggio a Milano. Il tram è il 19, che viaggia da Roserio al Duomo.
Alla fermata viale Certosa angolo Grosotto dalla porta posteriore sale una donna nera, alta circa 1 metro e 80 vestita solo con perizoma nero e magliettina traforata...

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Estate in tv, Ancora sesso in prima serata su canale 5 con "Dirty Sexy Money".


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(Scavicchia la notizia) Nonostante la grandissima debacle, almeno in termini di ascolto, de I Tudors, serie americana che Canale5 ha mandato in onda, dal tono forse troppo trasgressivo e poco adatto al tocco familiare che Massimo Donelli vuole conferire alla sua rete, ecco in arrivo un nuovo prodotto, dello stesso genere. Dirty Sexy Money infatti, dopo aver debuttato recentemente su Fox in Italia, e negli Stati Uniti sulla ABC nello scorso settembre. Un mix tra una soap opera ed un telefilm, non possono far altro che rievocare il ricordo dello storico Dallas. Come lo stesso titolo suggerisce, l'intera serie si basa sulla forte contrapposizione tra potere e denaro, due fattori tanto diversi ma tanto uniti, nella nostra società, un tema che apparentemente può apparire privo di qualsiasi appeal ma che, interpretata spendidamente da un cast d'eccezione, tende a dimostrare sino a ce punto una persona possa agire per il denaro, e quindi per lo stesso potere, motore spesso delle azioni della nostra popolazione, forse per indole o per perenne ingordigia. Ecco la notizia:

Tv: 'Dirty Sexy Money' Da Domani Su Canale 5 In Onda Alle 21.10
Roma, 4 ago. - (Adnkronos) - Prende il via, a partire da domani su Canale 5 alle ore 21.10, la serie "Dirty
sexy money". Canale 5 apre quindi la prima serata ad una nuova serie televisiva che ha saputo, oltreoceano, appassionare milioni di telespettatori. "Dirty sexy money" narra le vicende di un avvocato idealista, Nick George (Peter Krause), che dopo la tragica morte del padre, prende il suo posto come legale di fiducia della ricchissima famiglia Darling. Una famiglia all'apparenza raffinata e glamour che pero', dietro alla facciata rispettabile e irreprensibile, nasconde diversi segreti legate alle bizzarre abitudini dei suoi componenti. Prodotto da Bad Hat Harry Production, il telefilm e' andato in onda per la prima volta sul network statunitense ABC il 26 settembre 2007 riscuotendo un enorme successo. "Dirty sexy money" nasce da un'idea di Craig Wright, gia' conosciuto per aver lavorato in produzioni come "Six feet under".

Per chi volesse conoscere anticipatamente la trama, anche per misurare il proprio interesse nei confronti del prodotto che Canale5 ci propone, ecco uno stralcio di un articolo di giovani.it:

Il serial inizia col funerale dell'avvocato George, legale di fiducia di una delle famiglie più ricche e potenti d'America: i Darling. Il protagonista della serie è il figlio dell'avvocato morto, Nick George, anch'egli avvocato. Contrariamente al genitore, Nick è un idealista e si occupa per pochi soldi delle cause della gente comune. Nick è cresciuto con i Darling e col tempo ha sviluppato un rigetto verso tutto ciò che loro rappresentano: in primis la spregiudicatezza, la superficialità, l'arroganza. Nick ha giurato alla moglie Lisa che non farà mai più parte di quel mondo, ma di fatto, dopo la morte del padre, ci si ritrova immediatamente immerso. Il patriarca Darling, Tripp, gli offre di rimpiazzare il padre come legale di
famiglia, e Nick accetta perchè reputa le circostanze della morte del padre (avvenuta durante un incidente aereo) poco chiare, e sospetta che sotto ci sia lo zampino, appunto, dei Darling. I sospetti di Nick trovano una prima conferma già nella prima puntata, quando viene a sapere che la moglie di Tripp, Laetitia, aveva una relazione con suo padre. Ma chi sono questi Darling? La famiglia è governato dal patriarca Tripp, sposato con Laetitia. I due hanno cinque figli. Il primogenito, Patrick Darling, è un politico che all'inizio della serie è intenzionato a candidarsi al senato: l'ambizione della famiglia sarebbe quella di vederlo diventare Presidente degli Stati Uniti. Dietro la facciata di politico rispettabile e figlio e marito modello Patrick nasconde un imbarazzante segreto: una relazione clandestina con un transessuale. La secondogenita Karen Darling appare come una donna svampita e superficiale, che colleziona mariti (all'inizio della serie è in procinto di convolare a quarte nozze) i quali la sposano solo per i suoi soldi. Karen si proclama innamorata da sempre di Nick, e questo causa non poche arrabbiature alla di lui moglie e al di lei fidanzato. Brian Darling è poi il prete della famiglia, un pastore protestante dal comportamento decisamente agli antipodi di ogni morale religiosa: Brian è infatti arrogante, aggressivo e irascibile, oltre che fedifrago nei confronti della moglie (tanto da avere un figlio illegittimo). I figli più giovani sono due gemelli: Jeremy Darling è il festaiolo della situazione, trascorre le sue giornate nell'ozio e le sue serate nelle feste dei vip. Si accompagna a star della musica e del cinema ed è dedito al poker. Juliet Darling è la classica bionda e oca con pretese di attrice. Il suo nullo talento viene compensato dai quattrini del padre che le "compra" le parti. I riferimenti a
Paris Hilton - dal modo di vestire e di pettinarsi al minuscolo cagnolino che Juliet porta sempre con sé - sono talvolta così espliciti da far pensare quasi a una parodia. Il cast è composto da: Peter Krause (Six Feet Under) nei panni di Nick George; Zoe McLellan (JAG - Avvocati in divisa) nei panni di Lisa, moglie di Nick; Donald Sutherland (Ritorno a Cold Mountain, Orgoglio e pregiudizio, Reign Over Me) nei panni di Tripp Darling; Jill Clayburgh (Una donna tutta sola) nei panni di Laetitia Darling; William Baldwin (Sliver, Il calamaro e la balena) nei panni di Patrick Darling; Natalie Zea (Boys Don't Cry) nei panni di Karen Darling; Glenn Fitzgerald (Il sesto senso) nei panni di Brian Darling; Samaire Armstrong (The O.C.) nei panni di Juliet Darling; Seth Gabel (Law & Order - Unità vittime speciali) nei panni di Jeremy Darling.

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Sondaggio gradimento politici. Napolitano all'82%, cala di 4 punti Berlusconi, salgono Brunetta e Maroni.

Giorgio Napolitano è la personalità che suscita maggiore fiducia negli italiani. Il presidente della Repubblica nel sondaggio di fine luglio della Ipsos ha ottenuto l'82%.

(Il Corriere della Sera) I duri attacchi in piazza di Grillo, Travaglio Co. per aver firmato il Lodo Alfano non hanno condizionato il giudizio degli italiani, che vedono nel capo dello Stato una figura di garanzia: «Napolitano ha ottenuto piena fiducia per il suo ruolo super partes, rassicurante in questo momento di dialogo interrotto tra le forze politiche», spiega Nando Pagnoncelli, Ad della Ipsos. «Negli ultimi dodici mesi — continua — la fiducia in Napolitano è cresciuta di 10 punti e si sta avvicinando ai livelli raggiunti da Ciampi, presidente tra i più amati, alla fine del suo settennato: superò il 90%». Il sondaggio della Ipsos viene aggiornato mensilmente da diversi anni e misura il grado di fiducia nei confronti di 50 personalità del mondo politico- istituzionale e di alcuni esponenti di quello delle imprese. Al secondo posto, ma a distanza, gli intervistati hanno indicato l'ex leader di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo: è al 57%, in crescita rispetto al 48-49% registrato quando si parlava di un suo possibile ingresso in politica. Stessa percentuale per il presidente della Camera Gianfranco Fini, che «è cresciuto di 5 punti dopo la nomina istituzionale, premiato anche lui dalla funzione super partes » precisa Pagnoncelli, ricordando che «si tratta di un fenomeno simile a quello di Pier Ferdinando Casini, che ebbe un incremento di popolarità dopo l'incarico a Montecitorio». Insomma, le figure di garanzia istituzionale in questo momento sono premiate dagli italiani, che invece hanno tolto consensi a Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, scesi dal 56-57% di maggio al 53% il premier, al 52% il leader del Pd: «Luglio è stato un mese turbolento — spiega Pagnoncelli — con le discussioni sul Lodo e la giustizia. Chi sperava nel dialogo, tra gli elettori di Pd e Pdl, ha perso fiducia». Sono in crescita, invece, Giulio Tremonti con il 51% (nel precedente governo Berlusconi si aggirava al 40%), Pierluigi Bersani con il 52% (5 punti in più rispetto a un anno fa quando era ministro), Renato Brunetta e Roberto Maroni al 50% (più 3 e 2 punti rispetto a giugno), dopo gli interventi sulla pubblica amministrazione e in tema di sicurezza

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Il Pd non ha correnti ma canali tv...

Youdem.tv, la televisione, radio, giornale on-line del Parito Democratico.
Inaugurazione il 14 ottobre. Veltroni: "Non è un canale televisivo...ma una struttura aperta".

(Agenzia radicale) La data di inizio delle trasmissioni è il 14 ottobre. In quella data inizieranno attraverso il web, il satellite, i telefonini, i programmi di "Youdem.tv" che negli auspici dei vertici del Partito Democratico dovrebbe essere oltre che una televisione, anche un giornale on-line e una radio che concretizzi quel modello di struttura aperta che come ha detto alla conferenza stampa di presentazione Walter Veltroni "...e punta a coinvolgere i contributi di cittadini e utenti perché il nostro riferimento è il linguaggio dentro la rete e non la vecchia tv".

Fare un "racconto dell'Italia" è l'obiettivo, ha sintetizzato Vincenzo Cerami, della tv democratica - così come ci informa l'agenzia ANSA - che partirà ad un anno dalle primarie che incoronarono Veltroni a leader del Pd. Un anniversario che cadrà in un momento cruciale a livello di vita politica e di impegni e "al quale - ha assicurato il capo dei democratici - dovremo presentarci accelerando quel profilo di innovazione del partito ai primi mesi della sua nascita".

Ovviamente la nascita della Tv del Partito Democratico non ha potuto non sollevare qualche domanda impertinente partendo proprio dal fatto che questa struttura nasce quasi in concomitanza con la tv satellitare dell'Associazione ‘Red" che nasce come è noto da una costola di ‘Italianieuropei' ispirata da Massimo D'Alema.

Logico quindi che ne sono nate valutazioni e insinuazioni che riportano la discussione interna al Pd alla filosofia del vecchio duello sotterraneo tra appunto Veltroni e D'Alema. "Il problema - si sfoga Veltroni, che reagisce con fastidio ad un giornalista che gli chiede appunto questo, - è che voi, prima di noi, siete inchiodati a questa idea dei duellanti. Questa è la tv del partito - scrive ancora l' ANSA - e non dei veltroniani anche perché se ci fossero i veltroniani io non ci apparterrei. E non capisco perché se 'Italianieuropei' o altri fanno iniziative del genere dovremmo impedire che accada".

Fin qui la versione ufficiale. Il resto, come è ovvio, sarà affidato al tempo, che si incaricherà di spiegarci come stanno effettivamente le cose.
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Libri. Quella provincia oscura dell'America.

Romanzi. "Uno strano destino" di Daniel Woodrell con Jason che combatte contro la sua natura gay e contro orde di donne del negozio di parrucchiere in cui lavora, che vorrebbero portarselo a letto.

(Sergio Pent - L'Unità) Torna l’America oscura, appartata e selvatica di Daniel Woodrell. Tornano i suoi personaggi rancorosi, irrisolti e perdenti, incasellati quasi a forza in un angolo di territorio - i monti Ozark, nel Missouri - da cui sembra non riescano a staccarsi, se non con la violenza o la morte. Scrittore di frontiera per eccellenza - in buona, seppur variegata compagnia con McCarthy, Harrison, Burke e in parte Lansdale - Woodrell incarna lo spirito di un’America senza riflettori, dove i destini si vivono alla giornata e la distinzione tra ricchi e disadattati è netta, precisa, l’unica cesura in grado di decidere vittorie e sconfitte.
Disadattato lo è in assoluto Sammy Barlach, che nel corso di un’incursione notturna in una villa deserta della cittadina di West Table conosce i fratelli Merridow, la rossa diciannovenne Jamalee e lo splendido diciassettenne Jason. I Merridew sono anch’essi lì per caso a giocare ai ricchi, fanno parte della feccia del villaggio, vivono in una malconcia baracca di fianco a quella della loro madre Bev, fascinosa quarantenne puttana per mestiere e per indole. I ragazzi vorrebbero lasciare quel buco senza futuro, ma il destino è un gioco al ribasso, e i sogni sono quelli di entrare di notte nelle case dei ricchi o farsi cacciare a pedate dal country club locale. Jason combatte contro la sua natura gay e contro orde di donne del negozio di parrucchiere in cui lavora, che vorrebbero portarselo a letto; Jamalee combatte contro se stessa per diventare diversa da una madre che detesta e ammira in ugual misura.
L’arrivo di Sammy nelle loro vite rappresenta il punto cruciale di un delirio provinciale destinato a sfociare in tragedia dopo l’incursione dei tre ragazzi al country club. E per Sammy - arrivato quasi per caso dall’Arkansas - quella parentesi surreale tra birra e spinelli, il letto accogliente di Bev e l’irrisolta attrazione per Jamalee, diventa davvero il punto d’arrivo di un destino beffardo, impietoso. Ma quasi «naturale», in un mondo dove i diseredati e i reietti sembrano andare incontro con assurda ingenuità alla malasorte. Un Woodrell più introspettivo e psicologico, meno attento al paesaggio e agli odori della natura, ma raccolto con sincera passione attorno al nucleo di figure smarrite, a modo loro inconsistenti, perfettamente dipinte nella loro fragile inutilità.

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Desperate Housewives, ritornano le casalinghe invecchiate. Ne parla il regista gay.

Sul calendario gli americani hanno già segnato in rosso la data del 28 settembre per sintonizzarsi sulla Abc e assistere al seguito del «salto nel futuro» delle «Casalinghe disperate»… «Lei è come mia madre, sa che sono gay, basta non parlarne», ironizza il regista.

(Ilaria M. Linetti - Il Mattino) Los Angeles. La quarta serie è appena terminata sul canale Fox di Sky, lasciando a bocca aperta il pubblico italiano, e già sale la febbre per conoscere le novità della quinta stagione di «Desperate Housewives». Sul calendario gli americani hanno già segnato in rosso la data del 28 settembre per sintonizzarsi sulla Abc e assistere al seguito del «salto nel futuro» delle «Casalinghe disperate»: dopo il presunto addio nell’ultima puntata della quarta serie, Edie (Nicollette Sheridan) tornerà, invece, a Wisteria Lane con un nuovo compagno (Neal McDonough) e sarà al centro di un nuovo mistero. Ma la vera protagonista sarà la fresca new entry Katherine Mayfair (Dana Delany). Nel presentare la quinta serie (forse in onda in Italia su Sky Fox Life Sky in contemporanea con gli Usa), il papà delle casalinghe disperate Marc Cherry le ha volute tutte schierate vicino a sé, compresa Nicollette, il cui ritorno è stato tenuto segreto, o quasi, fino alla fine. «Non racconterò più nulla a nessuna di voi», ha esclamato Cherry rivolgendosi alle protagoniste: «Ogni volta che mi lascio sfuggire qualcosa lo spifferate ai giornalisti». Belle, con tacchi a spillo vertiginosi e abiti aderenti, Marcia Cross, Teri Hatcher, Felicity Huffman, Eva Longoria e Nicollette Sheridan sono incalzate dalle domande dei giornalisti. I cronisti, però, più che alla trama sono interessati al gossip di cui è regina inevitabilmente la sex symbol in miniatura Eva Longoria Parker, che ha festeggiato da poco il primo anniversario di nozze con il marito (il campione di basket della NBA Tony Parker) e sfoggia un taglio di capelli più corto, adatto al nuovo ruolo di mamma-casalinga: «È fantastico, ora impiego solo dieci minuti al trucco invece che due ore. Mi sveglio, e sono pronta per il set». Poi mette a tacere i pettegolezzi su una sua ventilata gravidanza: «La pancia che mi vedrete in tv me l’hanno fatta crescere... i truccatori: ho protesi sulla pancia, sul sedere e sul seno». Per la quinta serie il regista invecchia le casalinghe di cinque anni, facendocele ritrovare inevitabilmente più disperate: «Volevo addirittura un salto di sette anni, ma tutti me l’hanno sconsigliato», racconta Cherry, «terrorizzati dal dover dire alle nostre attrici che volevamo invecchiarle di sette anni». I colpi di scena saranno tanti. Bree (la Cross), ormai famosa grazie ai suoi libri di cucina e passata da celebrità locale a (forse) fenomeno nazionale, tornerà con Orson, come anticipato nel finale della quarta serie: «Lei è come mia madre, sa che sono gay, basta non parlarne», ironizza il regista. Lynette (la Huffman) e Tom saranno alle prese con i figli teenager e con la polizia che segue da vicino le loro imprese da scavezzacolli superviziati. Trasformazione radicale, come già accennato, per la Gabrielle della Longoria, che avrà due bambine da Carlos e dirà addio al fisico da pin-up, mettendo su qualche chilo di troppo e non curandosi del guardaroba. Scopriremo anche i motivi della fine del matrimonio di Susan (la Hatcher) e Mike: la più pasticciona delle casalinghe avrà un nuovo uomo, sebbene «non voglia avere una relazione fissa», assicura Cherry, magari solo per depistare. «La cosa più dura per il mio personaggio», spiega Teri, «è la mancanza della figlia Julie, che va a vivere da sola. Sarà paradossale, ma per me Andrea Bowen, che interpretava quel ruolo, era ormai una persona di famiglia». La crisi del settimo anno, intanto, si profila sulla serie: «Non le ho invecchiate di sette anni», sorride Marc Cherry, «ma posso dire sin d’ora che non continuerò all’infinito a occuparmi di loro. Ho deciso di arrivare alla settima stagione e terminare lì la serie, mi sentirei male se sapessi che la mia creatura finisse nelle mani di qualcun altro».

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"Cover boy", il film di Carmine Amoroso vince l’"Est film festival" di Montefiascone, forse è il momento di riportarlo in sala.

Passato come una meteora nei cinema è la storia di amicizia tra un qurantenne italiano e precario e un ragazzo rumeno.

(Ella Baffoni - L'Unità) Un precario quarantenne, tante porte chiuse in faccia, ma ancora uno sguardo aperto. Un ragazzo romeno, sguardo chiaro e pulito sul mondo, voglia di lavorare e un sogno segreto. Cosa hanno in comune questi due uomini, che si incontrano, convivono, si capiscono? Lo racconta Cover boy, il film di Carmine Amoroso che ha vinto il premio dell’«Est Film Festival» di Montefiascone, in provincia di Viterbo, un festival di cinema d’autore organizzato e gestito per il secondo anno da giovani appassionati di cinema. Il premio per il film in concorso e quello del pubblico. Che è riuscito così a puntare i suoi riflettori su un film passato come una meteora nelle sale italiane – sette copie per tutt’Italia nonostante i successi e i premi all’estero - ma che il passaparola potrebbe rilanciare. Forse anche riportandolo nei cinema. Lo dice il regista, Carmine Amoroso, ritirando il premio: «È la storia di un’amicizia semplice. Avevo l’urgenza di raccontarla, quasi un obbligo morale nella deriva quasi razzista che sta prendendo l’Italia. Non solo verso i romeni ma anche verso i rom, un popolo ingiustamente discriminato che meriterebbe invece il Nobel per la pace. Non ha mai fatto la guerra, non ha mai avuto un esercito».
Ma gli uomini rom, come i giovani romeni o gli albanesi, o i polacchi, percorrono le strade del mondo, cercano la loro strada anche nelle nostre strade, e spesso nemmeno li guardiamo. Quella di Cover boy s’intreccia con l’indifferenza, le piccole crudeltà , gli egoismi di una Roma bella e crudele, incrocia il mondo della moda milanese, ricco e cinico e vuoto; il suo amico rumeno sceglierà la strada del marchettaro perché – ed è vero – «Qui se non hai i soldi sei meno di una cacca di cane». E il quarantenne italiano, (Luca Lionello) in fondo sta davanti alle stesse scelte dei due rumeni: precario per sempre, una vita strappata con i denti, ma un cuore generoso, che gli consente la grazia di un incontro ma poi non lo salva dalla disperazione.
Quando ci si rispecchiamo nello sguardo limpido del giovane Johan, non facciamo una gran figura. Resta il sogno, un sogno ereditato, ma inseguito con tenacia, nonostante tutto. Il sogno e la speranza, l’alba sul delta di un Danubio che dovrebbe essere luogo comune della civiltà d’Europa, di cui ha visto guerre e conflitti. E che ne ha visti anche in anni recenti e quasi dimenticati.
A ricordare la necessità della memoria, ma aggiornata alla deideologizzazione di moda ora, il corto premiato dalla giuria dei giovani studenti della Tuscia. Lo ha girato Pierluigi Ferrandini, Vietato fermarsi è il titolo, incitazione a non ripetere i gesti e i simboli della memoria – anche recente – ma di rispettarne il senso e il significato, rielaborandolo e mantenendolo vivo. Così la falce e martello degli anni 60 disegnata dal nonno sul muro contro una Democrazia cristiana trionfante diventa un «sosta vietata». Perché fermarsi, davvero, ora non si può.
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