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martedì 29 luglio 2008

Anglicani, ipotesi moratoria sulla questione gay. Ma i dissidenti lanciano segnali a Roma.

(Korazym.org | nelle foto il vescovo anglicano Gene Robinson) Sono ore concitate a Canterbury, dove dal 16 luglio si sta svolgendo la Conferenza di Lambeth, massimo organismo della comunione anglicana. Vescovi di tutto il mondo si stanno confrontando su nodi spinosi che rischiano di spaccare la Chiesa di Inghilterra: la scelta di ordinare vescovi donne o gay, così come di benedire le unioni omosessuali.

Ipotesi viste come il fumo negli occhi dalle frange tradizionaliste dell'episcopato anglicano che si sono riunite a Gerusalemme in un incontro separato, minacciando lo scisma. Per evitare la rottura, è al lavoro la diplomazia, con una proposta di compromesso: la sospensione e moratoria dell'ordinazione di vescovi e dei matrimoni gay in cambio dell'unità. Da parte sua, l'arcivescovo Daniel Deng Bul del Sudan ha chiesto a Gene Robinson, vescovo degli Stati Uniti, dichiaratamente omosessuale, di dimettersi "nell'interesse della Chiesa''.

L'offerta è stata elaborata in un gruppo di lavoro guidato dal vescovo Clive Handford, ex-primate della chiesa episcopale in Medioriente, che ha lanciato un doppio invito. Alle chiese 'liberali' diffuse soprattutto negli Stati Uniti, di sospendere l'ordinazione di vescovi gay e le ''benedizioni'' delle unioni tra persone dello stesso sesso; alle le chiese 'tradizionaliste' di rinunciare alla scissione e all'idea di organizzarsi autonomamente con ''strutture parallele''.

La questione tuttavi, è molto più articolata e coinvolge indirettamente anche i cattolici. Sarebbero infatti numerosi i dissidenti anglicani pronti a chiedere di unirsi alla Chiesa cattolica. Il cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, ha assicurato ai dissidenti di studiare ''con una seria attenzione'' la prospettiva di ''unità' da questi sollevata in una lettera resa pubblica su un loro sito internet.

In un messaggio indirizzato il 5 luglio al primate della comunione tradizionale anglicana, l'arcivescovo australiano John Hepworth, il cardinal Levada sottolinea, tuttavia, che ''la situazione all'interno della comunione anglicana, in generale, è diventata sensibilmente più complessa'' in queste ultime settimane. D'altra parte, una adesione dei dissidenti anglicani alla Chiesa cattolica pone diversi problemi, per esempio per il fatto che a loro è consentito sposarsi, al contrario dei preti cattolici.

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E dopo la censura la pedofilia. Lucignolo, ovvero la cattiva televisione.

Scrive Andreas Martini:

Cara Redazione di Lucignolo,
ho avuto ieri l'occasione di vedere la vostra trasmissione ed il servizio sul turismo sessuale a Santo Domingo.
Ho notato una cosa che trovo scorretta, fuorviante, pericolosa ed offensiva per le persone omosessuali.
Parlando della prostituzione maschile inizialmente avete parlato solo di quella rivolta alle donne agée o 'fuori forma' per poi riferirvi al turismo sessuale omosessuale solo in chiave pedofilia.
Avete infatti parlato dei rischi di ragazzini che si avventurano nei parchi dove si adescano i prostitituti e che corrono il rischio di finire nelle mani dei pedofili. Subito dopo avete usato, quasi come sinonimo, i turisti omosessuali. Non sto negando l'esistenza di uomini gay che viaggiano in cerca di incontri 'interessanti', ma è un fenomeno che oserei definire normale (come normale è il turismo sessuale purchè non faccia vittime minorenni) e non condannabile moralmente.
Anche qualora fosse stato uno sbaglio, credo che, vista la drammaticità del tema, sia pericoloso il messaggio trasmesso e ritengo che sarebbe stata necessaria una maggiore attenzione nella redazione del testo del servizio.
La pedofilia è una disturbo da condannare, nel verso senso della parola, e dal quale le associazioni lgbt non mancano mai di prendere le distanze, ma spero vi sia chiaro che questa non ha orientamento sessuale: esiste sia nelle persone eterosessuali che in quelle omosessuali e non credo che vi sia una predisposizione a secondo della propria sessualità.
L'associazione che spesso si fa tra omosessualità e pedofilia, perpetrata tuttora da non poche persone, anche giornalisti, è frutto di ignoranza ed il modo subdolo con cui viene spesso proposta è ancora più vergognoso.

Non so cosa aspettarmi dalla nuova edizione di Lucignolo che nei servizi sul sesso non ha mai mancato cadute di stile, soprattutto quando si parla di 'diversità'.

Cordiali saluti
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Ndr. Per la cronaca, Italia1 ci viene venduta come la "rete giovane". Evidentemente non lo è visto che i giovani non hanno lo stesso comportamento, mentalità e cattivo gusto come i responsabili della rete berlusconiana. Così dopo la censura, guarda il caso sempre su Italia1, ancora una volta ci tocca vedere l'omosessualità accostata alla pedofilia. Ma insomma basta! Facciamo zapping... alla fine siamo noi che comandiamo.

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Aids: Dopo 27 anni ancora in crescita. Sono 33 milioni gli affetti da Hiv. Sempre a rischio gli omosessuali.

(Asca-Afp) Dopo 27 anni l'Aids sembra essersi stabilizzato a livello globale, anche se le persone infette continuano ad aumentare. Nel 2007 erano 33 milioni in tutto il mondo coloro che convivevano con l'HIV, contro i 32,7 milioni dell'anno precedente. Ma per il secondo anno consecutivo e' sceso il tasso di mortalita' dei malati: due milioni i decessi nel 2007, quasi 200 mila in meno rispetto al 2005. Sono i dati dell'ultimo rapporto dell'Unaids, l'agenzia delle Nazioni Unite, presentato oggi in occasione della 17ma Conferenza Internazionale sull'Aids, che si terra' a Citta' del Messico a partire da domenica prossima. ''L'epidemia globale si sta stabilizzando, ma ad un livello inaccettabilmente alto'', si legge nel documento. ''I progressi sono ancora altalenanti e il futuro sempre incerto''. Secondo il rapporto, le infezioni crescono in paesi come Cina, Indonesia, Kenya, Mozambico, Papua New Guinea, Russia, Ucraina e Vietnam. A parte l'Africa, dove l'epidemia non risparmia nessuno, negli altri paesi ad essere colpiti sono sempre le stesse categoria a rischio: prostitute, drogati ed omosessuali. Lo scorso anno sono stati spesi circa 10 miliardi di dollari nei paesi poveri per la lotta all'Aids, ma solo per mantenere l'attuale livello di accesso ai farmaci che rallentano l'infezione, ci sara' bisogno di un aumento dei fondi del 50% da qui al 2010.

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Convivente gay risarcita per danno morale.

Un caso analogo a Venezia, con due cittadini francesi. L'assicurazione di un ospedale milanese ha riconosciuto come «congiunta» la compagna di una donna morta per cure errate.

(Il Corriere della Sera) Una donna è stata risarcita dall'assicurazione di una struttura ospedaliera milanese per la morte della compagna, vittima di un errore di cura. Lo riferisce il portavoce del tavolo Lgtb (Lesbico gay bisessuale transgender) del Pd, Marco Volante. Si tratta di un caso simile a quello reso noto alcuni giorni fa a Venezia, dove un ottantenne francese ha ottenuto un indennizzo per la morte del compagno in un incidente stradale. «La scorsa primavera a Milano - ha affermato Volante - un'altra grande compagnia assicurativa ha concordato transattivamente un risarcimento di danni morali e patrimoniali patito da una donna, convivente da più di 20 anni, per la morte della compagna a causa di un errore di cura. L'assicurazione dell'ospedale ha liquidato alla donna, assistita dai legali Granata e Arrigoni del Foro di Milano, il danno in via stragiudiziaria senza pretendere altra documentazione che quella comprovante l'effettiva convivenza».

RISARCIMENTO CONGRUO - «Non possiamo riferire né il nome della compagnia assicuratrice né quella dell'ospedale, che comunque è una struttura pubblica molto nota - ha detto il legale Elisabetta Arrigoni -. Possiamo dire che il risarcimento è stato congruo, esattamente come se si fosse trattato di una coppia cosiddetta normale». A differenza della coppia francese, che aveva contratto una forma di unione in Francia, le due donne, precisa Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, «non avevano alcun titolo neppure contratto all'estero, in quanto in Italia non esiste una legge che riconosca diritti e dovere alle coppie». «L'assicurazione - commenta Mancuso - ha deciso che si trattava comunque di una comunione morale e patrimoniale, ritenuta come essenziale per considerare due persone come prossimi congiunti meritevoli del risarcimento».

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Ritirata pubblicità “omofoba” di Mr. T per gli Snickers.

mrtsnickers by you.

(River-blog) Una campagna pubblicitaria degli Snickers, che vede per protagonista Mr. T., è stata ritirata dagli schermi del Regno Unito. Il motivo? E’ offensiva nei confronti dei gay. Nello spot, Mr. T se la prende con un ragazzo che corre sculettando. “Sei una disgrazia per la razza umana - gli urla il personaggio televisivo - non farlo mai più”. Contro il corridore una scarica di Snickers sparati da un mitra. A denunciare lo spot sono stati due americani, che hanno presentato un reclamo all’ente britannico che monitora le pubblicità, l’Advertising Standards Agency. “Questa pubblicità non fa altro che rinsaldare l’idea che i gay siano cittadini di serie B, e che la violenza nei loro confronti è accettabile nel caso in cui sia divertente”, dice un membro della Human Rights Campaign. La Mars, che ha lanciato la campagna, ha risposto: “Lo comicità è soggettiva, e noi non volevamo offendere nessuno. Per questo motivo abbiamo deciso di ritirare la pubblicità”.
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Assegno sociale, il governo costretto a fare retromarcia.

(L'Unità) Retromarcia riparatrice. Dopo il polverone che si è scatenato sulla cancellazione dell’assegno sociale per 800 mila pensionati a reddito basso, il governo è costretto ad ammettere la sconfitta. La norma sull'assegno sociale contenuta nel decreto legge sulla manovra economica sarà modificata nel passaggio del provvedimento in Senato. Tutto era nato per colpire gli immigrati, specializzati, secondo la destra al governo, nel prendere soldi a spese dello Stato. Così i leghisti avevano fatto inserire tra i requisiti per l’assegnazione della pensione sociale da 400 euro un requisito in più: quello di aver lavorato almeno dieci anni di fila in Italia percependo un reddito pari alla pensione stessa. Peccato che, per penalizzare gli stranieri, si è finito per mettere a rischio un sussidio fondamentale per 800 mila anziani a basso reddito, tra cui le donne che hanno fatto le casalinghe per una vita.

Smentita così la linea Tremonti che solo lunedì aveva sottolineato l'esigenza di approvare in via definitiva la manovra, mentre gli «eventuali interventi correttivi» sarebbero finiti in un disegno di legge che sarebbe stato approvato «probabilmente entro l'anno». Ma evidentemente perfino per Tremonti “mani di forbice” tagliare l’assegno di 800 mila pensionati era troppo. Da qui il dietrofront. Resta invece invariata l’altra norma contenuta nel maxiemendamento alla manovra, quella che esclude la possibilità per i precari di essere reintegrati in azienda attraverso una causa giudiziaria. Non si tratta soltanto di un brutto colpo al diritto dei giovani a un lavoro sicuro, ma si crea anche una confusione non da poco. Come ha sottolineato anche il Servizio studi del Senato, la norma sui precari «non è chiara», nel senso che non si capisce se essa «concerna solo i giudizi in corso o se sia una nuova disciplina a regime». Inoltre, sarà un estate all'insegna dell'incertezza per quei precari che hanno ottenuto l'assunzione dal giudice in primo grado (nella sola Rai ce ne sono 400) e che ora rischiano di finire per strada in attesa che il ddl a fine anno chiarisca tutto. L'altro dubbio, sollevato perfino dal relatore Salvo Fleres (Pdl) riguarda l'eventuale incostituzionalità della norma.

«Più che un governo di sinistra, come dice Berlusconi, ci troviamo di fronte ad un governo delle marce indietro e degli annunci contraddittori», commenta l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano. «Vorremmo chiedere alle ministre Carfagna, Gelmini e Prestigiacomo – dice ancora Damiano – che cosa ne pensano della abrogazione voluta dal ministro Sacconi della norma varata nella precedente legislatura a tutela soprattutto delle lavoratrici, contro la pratica aberrante delle cosiddette “dimissioni in bianco” che loro stesse avevano sostenuto sottoscrivendo un ordine del giorno parlamentare della passata legislatura».
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Eurogames di Barcellona. La Concia è medaglia d'oro nel tennis.

Eurogames. Le gare sportive omosex a Barcellona. Anna Paola Concia è stata portabandiera dell'Italia. La principale manifestazione sportiva per omosessuali ha visto in campo atleti di ottimo livello. Un rovescio vincente dai banchi del Parlamento ai campi da tennis.
(Valentina Marzo - Il Corriere del Mezzogiorno) Anna Paola Concia, deputata del Pd eletta in Puglia alle recenti elezioni, si è aggiudicata la medaglia d'oro del tennis agli Eurogames di Barcellona, la principale manifestazione sportiva a livello europeo per omosessuali. Domenica l'onorevole, grande appassionata della racchetta, ha battuto in finale Melanie Vinzent con il punteggio secco di due set a zero. Al termine di una gara abbastanza combattuta la rappresentante del Pd si è aggiudicata il primo set lasciando solo due giochi all'avversaria tedesca e il secondo set senza neanche possibilità di replica per la Vinzent. La scalata al podio della Concia, 44 anni, originaria dell'Aquila, è cominciata il 24 luglio, giornata di apertura dei giochi nella metropoli spagnola, dove 31 anni fa sono cominciate le prime manifestazioni per i diritti gay. Con la maglia della nazionale azzurra, la politica in versione tennista ha fatto da portabandiera della delegazione italiana. Già dal primo incontro di singolo, ha sfoggiato doti brillanti sul terra rossa del Barcelona Tennis Olimpic, battendo l'avversaria olandese Gerrie Mulder in due set. «E' donna tosta e tennista capace - si legge nel blog del sito dell'onorevole abruzzese - ma l'ho battuta per 6 a 1 e 6 a 3». Da quella partita in poi per la parlamentare azzurra la strada verso l'oro si è fatta più intensa. Solo una battuta d'arresto in un singolo non le ha consentito di raggiungere il record di vittorie, in tutti i match disputati. E' successo nella seconda giornata degli Eurogames, quando la Concia ha affrontato tre partite in sequenza sul campo. Due le ha vinte, la terza l'ha persa. Ma poi la semifinale del singolare femminile ha consacrato ancora una volta la sua bravura, al cospetto di una impegnativa Ines, l'avversaria tedesca caduta alla fine di un match al cardiopalma. «Erano forse più di vent'anni che non facevo maratone simili, è stato bello, ma faticosissimo», si legge ancora tra i commenti della campionessa sul sito internet. Ma la grinta e l'esperienza hanno fatto della Concia la migliore tennista del torneo, in cui si sono cimentate decine di atlete con altrettanta esperienza alle spalle. E poi dopo la vittoria finale, festa tra donne per le strade di Barcellona. L'unico rammarico per Paola Concia è stato constatare un altro modo di vivere la diversità sessuale, più libero e sereno da parte degli spagnoli, rispetto all'Italia. E ne fa esplicito riferimento nel momento dell'euforia sportiva.

«Ero esterrefatta - dice l'onorevole - ma anche piena di rabbia per il nostro paese fuori dal tempo e dalla storia. Ho conosciuto tanti ragazzi e ragazze italiani che ormai vivono qui: mi hanno chiesto come trovo la forza di combattere in Italia, ho risposto a tutti che finché la trovo, rimango lì». Gli sportivi omosessuali si sono cimentati in 25 discipline, tra le quali anche il wrestling, l'areobica e il golf, utilizzando tutti gli impianti sportivi della città: la delegazione più numerosa era rappresentata dai tedeschi.

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Il Tar dà ragione a Sgarbi: “Tornerò in giunta a Milano”.

Vittorio Sgarbi e Letizia Moratti

Vittorio Sgarbi e Letizia Moratti all’inaugurazione della mostra dedicata a Francis Bacon a Milano, Palazzo Reale, lo scorso 4 marzo 2008 | Ansa

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Scontro a destra sulle adozioni ai gay. La Meloni contro la Mussolini: "Pensi ai bimbi".

(AdnKronos) "Non se ne parla. Non e' allargando la platea dei potenziali genitori che si risolve il dramma delle adozioni". Lo afferma in un'intervista a "Libero" il ministro della Gioventu', Giorgia Meloni, intervenendo cosi' sulla proposta della presidente Pdl della Commissione Bicamerale per l'Infanzia, Alessandra Mussolini, che ha sostenuto che 'in Italia serve una legge che consenta l'adozione ai single e alle coppie di fatto'.

Per Meloni, il "vero problema e' il divario tra le domande di adozione e quelle che vengono realmente portate a termine con successo". "Non serve aumentare i soggetti candidati ad accogliere i minori, la soluzione -aggiunge il ministro- sta nel rendere piu' efficace il sistema dell'adozione".

"Abbiamo a che fare con bambini che -sottolinea- hanno gia' sofferto e ai quali non possiamo negare il diritto di avere un padre o una madre. A maggio ragione se ci sono migliaia di famiglie e per famiglie intendo un papa' e una mamma uniti da vincolo religioso o civile, che vorrebbero adottare".

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Pozzallo. Scommessa vinta per il primo gay day della provincia di Ragusa. Il video.

(Lucia Fava - Tg10) È stato il piccolo comune marinaro di pozzallo a ospitare ieri sera il primo gay day della provincia di ragusa.
L’evento, organizzato dalla sezione locale dell’Arcigay, nasce con una vocazione diversa rispetto ad altre manifestazioni simili: maggiore dialogo e apertura al confronto, infatti, sono state le linee guida del Day, che ha rinunciato quindi, alla tradizionale parata in cui troppo spesso atteggiamenti ostentati mettono in ombra lo sforzo di accettazione cui auspica la comunità gay.
Stand informativi quindi, mostre di pittura e grafica dal tema: "TUTTI I GENERI DELL''''AMORE", uno spettacolo teatrale e un concerto di musica BLUES.
Nonostante la sobrietà dell’evento ragusano non potevano comunque mancare le DRAG QUEENs, che hanno intrattenuto gli spettatori per buona parte della serata.
Ma il gay day è stato anche altro. La manifestazione nasce infatti dalla necessità di portare avanti e condividere tematiche importanti come la laicità delle decisioni pubbliche, lotta all''''omofobia, unioni civili, piena dignità e parità di diritti. Argomenti importanti che necessitano di leggi specifiche che purtroppo in Italia, più che nel resto d’Europa, stentano ancora a prendere terreno anche se non mancano segnali positivi anche a livello nazionale.

Per la prima volta in Italia un’intera città e le sue istituzioni hanno patrocinato e sostenuto un'iniziativa di questo genere promossa dall'Arcigay. Soddisfatto il sindaco di pozzallo, Giuseppe Sulsenti. Presente alla manifestazione il presidente regionale dell’arcigay, Paolo Patanè.
Una scommessa riuscita per l’arcigay ragusano, che a un anno dalla sua nascita conta già più di 1300 iscritti.
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Matrimonio Gay. Sondaggio de Il Sole 24 ore. Ovviamente han votato solo i gay...

Queerblog, ci informa che da un sondaggio di Quotidiano.net sul matrimonio gay emerge un dato provvisorio abbastanza netto. Il 60 per cento circa del pubblico web che frequenta il sito di informazione è d’accordo con i matrimoni gay. Dove sono finiti tutti gli ardui sostenitori della tesi contraria? E' lapalissiano come l'acqua calda che probabilmente votano solo gli interessati ed i "precettati" da amici, conoscenti e "sinceri democratici", gli altri manco ci vanno.

Ma una domanda ci sorge spontanea a che servono questi sondaggi? Ovviamente ad aumentare pubblico, pagewiev e quindi la propria visibilità da parte del sito e poi? A convincere ad esempio i Teodem? Non è un poco ingenuo?

Ma a proposito di sondaggi, vi invitiamo a leggere ciò che pensa il politologo Giovanni Sartori dalle pagine del Corriere della Sera.

GLI ERRORI DA EVITARE
Governare senza sondaggi
di Giovanni Sartori

Tra poco anche la politica andrà in vacanza. Sarà, per Silvio Berlusconi, la prima vacanza tranquilla. Perché ha finalmente sistemato tutti i suoi interessi privati (da quelli del suo impero mediatico a quelli delle sue residue pendenze giudiziarie). Finalmente il Nostro è un uomo libero, libero di mostrare la sua bravura come uomo di governo, la sua statura di statista. Finora Berlusconi si è molto regolato, nel suo passato governare, sui sondaggi di opinione. Così fanno un po' tutti; ma nessuno quanto lui. Ecco allora la domanda: un governo molto (moltissimo) guidato dai sondaggi può essere un buon governo?

Dipende da come i sondaggi vengono letti. Il più delle volte, male. E il punto è che il territorio coperto dai sondaggi è molto più piccolo del territorio, dell'ambito, che i governi debbono coprire. Che lo vogliano o no.

I sondaggi rilevano — tra le tante cose—i pareri e le priorità dell'«uomo comune» difeso e elogiato negli anni Quaranta da Karl Friedrich (un importante costituzionalista di allora). Il che già indica quale ne sia la gittata. Ma vediamo meglio distinguendo fra tre contesti. In primo luogo il contesto dei tutti. In questo contesto i sondaggi mettono in evidenza l'esperienza quotidiana, e quindi più frequente, dell'uomo comune: la spesa per mangiare, il costo della vita, il peso delle tasse e simili. Queste priorità sono ovvie; ma i sondaggi le misurano, e per ciò stesso ne precisano l'importanza, il «peso».

In secondo luogo ci sono le cose che fanno infuriare soltanto porzioni (più o meno estese) della popolazione: la lentezza della burocrazia, la paralisi della giustizia, lo sfascio della scuola e della sanità, l'insufficienza delle infrastrutture e simili. Ma siccome non si dà mai il caso che tutti abbiano cause in corso (anche se gli italiani che aspettano giustizia sono più di 7 milioni), che non tutti sono simultaneamente a scuola, che non tutti sono malati, ecco che i valori percentuali di questi casi scendono. Ma sarebbe una cattiva lettura dei dati ricavarne che per gli italiani quei problemi siano poco rilevanti. La differenza rilevata dai sondaggi riguarda solo la frequenza con la quale ciascuno di noi «batte la testa», in concreto, in queste disfunzioni.

In terzo luogo ci sono i problemi che per il grosso pubblico sono «astratti », e che non capisce finché la tegola non gli cade sulla testa. L'uomo comune non afferra che le disfunzioni di cui sopra dipendono da una macchina istituzionale che a sua volta non funziona. E afferra ancor meno i problemi in arrivo, i problemi del futuro (anche se prossimo). L'acqua, la benzina, l'elettricità e anche i prodotti alimentari stanno già diventando insufficienti; ma acqua, benzina, energia gli mancano soltanto quando di fatto mancano; non prima e purtroppo non a tempo. Dal che consegue che i sondaggi sottostimano alla grande il problema ecologico che è, invece, il più grave di tutti.

E' proprio per questo che un governante che asseconda e ascolta soltanto i sondaggi è un pessimo governante. Il non-fare perché «tanto agli italiani non interessa» è un non-fare vergognosamente irresponsabile. Ci sono tantissime cose che un buon governo deve fare (per essere buono) a prescindere dai sondaggi.

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Tornano gli Wham!: concerto a Londra il 24 e 25 agosto.

George Michael

George Michael (LaPresse)

(Panorama) Sul palco con Andrew Ridgeley per una reunion degli Wham! Ormai è praticamente ufficiale: si chiuderà col botto il tour di George Michael partito da Barcellona nel settembre 2006. L’appuntamento è per il 24 e 25 agosto alla Earls Court di Londra. George e Andrew duetteranno insieme come ai bei tempi nella parte finale dello show. Si vocifera che i due potrebbero proporre un medley infuocato dei loro successi degli Anni 80. La reunion dello storico duo pop arriva alla fine di una serie di concerti trionfali per Michael. In tutto, il suo tour ha radunato un milione e trecentomila persone con più di 80 spettacoli in Europa. L’avventura degli Wham! si era conclusa Londra nel 1986 con un leggendario spettacolo al Wembley Stadium. George, in questi giorni è al centro dell’attenzione per una intervista Tv rilasciata a Good Morning America. Questa la dichiarazione che ha fatto scalpore: “Non ho mai detto a mia madre, morta nel 1997, di essere gay, anche se lo lo sospettava da tempo”.
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Wham!: I’m your man.

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Sette minuti è il tempo giusto di un rapporto sessuale. Lo dice il sessuologo.

(Tulife) Chi non vanta prestazioni sessuali da maratoneta non deve farsene un cruccio. Il sesso migliore, infatti, è quello breve. Perlomeno stando a quanto sostenuto da uno studio basato sulle informazioni rilasciate da un campione di 33 sessuologi americani e canadesi. Secondo loro, appunto, per essere appagante e di qualità un intercorso sessuale non deve durare troppo a lungo. Anzi. Più precisamente, per gli esperti che hanno partecipato allo studio - pubblicato sul Journal of Sexual Medicine - il rapporto ottimale, diciamo desiderabile, è quello che dura dai 7 ai 13 minuti. Preliminari e coccole finali escluse dal conteggio. Troppo breve, invece, un incontro intimo che dura meno di 3 minuti, mentre da 3 a 7 è adeguato. Oltre i 13 minuti, poi, diviene stancante, e mezz’ora è decisamente troppo. Ma fortunatamente i sessuologi in questione sottolineano anche che la cosa migliore è tenere il cronometro fuori dalla camera da letto: tutto dipende dalla coppia, ogni individuo è diverso, le informazioni fornite dalla ricerca sono più che altro indicative, servono a rassicurare quanti vivono con frustrazione l’incapacità di «durare abbastanza a lungo». Insomma, l’intento è di ridimensionare le aspettative poco realistiche di chi è convinto che se un rapporto sessuale dura poco, o se l’uomo interessato non riesce a reggere per ore e ore tra le lenzuola, allora c’è qualcosa che non va. Certo ognuno ha bisogni e desideri diversi, non è possibile generalizzare e creare una regola che valga come standard. Infatti, da un sondaggio condotto tra la popolazione americana è emerso che per molte donne un rapporto di 7 minuti è troppo breve, ma vi sono anche quelle per le quali è più che sufficiente. Per gli uomini invece è quasi sempre auspicabile la maggiore durata possibile. In realtà - sostiene Sandra Byers, sessuologa e presidente del dipartimento di psicologia presso l’Università di New Brunswick - la durata ideale è quella che permette a entrambi i partner di divertirsi. Non si può prescindere dal contesto, dal momento, dall’intesa e dalla comunicazione tra i componenti della coppia: non è la durata che conta, ma la qualità del rapporto.

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Fiction e Mediaset. La censura taglia i turbamenti omosessuali di Alex.



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La fiction "Summer Dreams" censurata la puntata del 25 luglio censurata.
(Blog a puntate) E sono due. La censura italiana dopo aver tagliato la proposta di Victoria a Mattéo di un menage a trois, questa volta taglia i turbamenti omossessuali di Alex (Shafik Ahmad) nei confronti di un nuovo personaggio: l’angelico Nils.

Si fa, dunque, sempre più intrigante Summer Dreams - Coeur Ocean (in onda su Italia 1), che affronta questa volta un argomento delicato come quello dell’omosessualità. Il personaggio coinvolto è Alex che invece, fin qui, si è sempre contraddistinto per essere un allupato di ragazze. Ma come fa notare Mattéo a Pierre: “lui sbava ma non conclude”. Tranne forse che nel caso di Cinthya.

Ad essere state tagliate due scene che riguardano nel primo caso la partita di beach volley dove appunto si affrontano Nils e Alex contro Pierre e Mattéo: durante la gara si vede Nils che abbraccia Alex e si intuisce che si tratta di un corteggiamento; la seconda scena tagliata riguarda Alex che dopo essere stato preso in giro da Mattéo e Pierre, e dopo essere andato all’appuntamento con Nils al bar e aver provato turbamento e attrazione per il ragazzo, lo aggredisce dicendogli che è una checca e di non cercarlo più. Ma poco dopo è proprio Alex ad andare al campeggio e a osservarlo di nascosto.

Il punto è che la tormentata relazione tra Alex e Nils si avvia e durerà altri cinque episodi in cui in almeno due si vedranno tre baci omosex: due tra Alex e Nils e uno tra un’altra coppia omo: quanto e cosa la censura ha tagliato ancora? Perchè Summer Dream-Coeur ocean, affronta e affronterà tematiche di questo tipo per tutta la prima serie. Nella seconda non ci saranno né Alex né Nils e sembra che proprio Shafik Ahmad non abbia voluto proseguire in quanto si sentiva stretto nei panni di Alex.Di Nils non sono riuscita a trovare molte notizie e tra l’altro proprio grazie alla ricerca del nome dell’attore che lo interpreta che ho scoperto la censura. Ma non ancora il suo nome.

Riassunto dell’episodio. Etienne (Mathieu Tribes) rientra con Daphne (Caroline Guérin) e Pierre (Raphaël Goldman) chiede: ” Ma siete stati assieme a fare le ricerche?”. I due negano e dicono solo ch si sono incontrati per la strada. Pierre chiede scusa a Daphne: ” Penso che sarei dovuto rimanere con te per fare le ricerche”. Risponde una seccata Daphne: ” Bè oramai è fatta”.

Lena (Charlotte Désert) e Cinthya (Cyrielle Voguet) sono diventate amiche inseparabili. Laurent (Veronique Varlet ) e Robin (Alexis Roque) discutono se sia il caso o meno di andare a riprendere Lena alla villa di Cinthya. Pierre si confida con Daphne e le dice che si sente di averla trascurata e che da quando è arrivato Etienne non si sente libero. Daphne ribatte: ” Ma tra noi non è mai stato il massimo della follia!” E Pierre ne approfitta per baciarla.

Oramai Lena e Cinthya si danno alla vita assieme. Questa volta tocca ad una passeggiata su un quad. Pierre e Daphne raggiungono l’albero dell’amore e la leggenda dice che se gli innamorati si baciano lì sotto al tramonto allora supereranno tutte le tempeste indenni proprio come l’albero.

Intanto Lena e Cinthya incontrano un altro ragazzo in quad e fanno una scommessa: il giro della spiaggia per recuperare un asciugamano e chi vince sceglie il premio. Cinthya decide di imbrogliare e prende una scorciatoia e recupera l’asciugamano. Alex Pierre e Mattéo (Mickaël Trodoux) sono in spiaggia e stanno provando ad organizzare alla loro maniera una partita di beach volley. Ma manca il quarto giocatore e Alex riprende Pierre:” Se non fossi così con Etienne ora ci sarebbe lui”. Ma si propone un altro ragazzo un biondino molto muscoloso ma dal viso angelico: Nils.

Daphne va incontro ad Etienne che sta sistemando una barca, per restituirgli la felpa che le ha dato al mattino. Dice Etienne, la puoi tenere. Ma Daphne rifiuta: ” E’ troppo grande”.I due si avvicinano e parte il bacio. Ma Daphne si ritira: “Smettila, basta! Ma cosa credi? Ha ragione Pierre, non saresti mai dovuto tornare”.

La partita sulla spiaggia prosegue alla grande. E vince Alex in compagnia di Nils. Ma Mattéo e Pierre mettono in dubbio che Nils possa essere gay e che abbia giocato solo per corteggiarlo. Alex va al bar da Victoria. E incontra di nuovo Nils e prendono appuntamento per un aperitivo al Porto alle sette. Daphne raggiunge Pierre alla spiaggia e Mattèo li lascia soli.
“Senti -dice Daphne - devo dirti una cosa”. Ma Pierre la ferma e le dice: “Aspetta anche io devo dirti una cosa: Daphne ti amo. E quando ti ho vista arrivare con la felpa di Etienne sono stato uno schifo”.

Lena e Cinthya sono ancora sul quad. E Lena le dice “Avrei voluto una sorella come te”. Però decide di tornare a casa. Cinthya e Lena danno una spiegazione un po’ di fantasia sul perchè Lena sia sparita. Ma alla fine un po’ tutti accettano le motivazioni e Laurent ringrazia Cinthya. Daphne si confida con Cinthya dell’indecisione tra Pierre e Etienne, anche se è palese che vuole Etienne e Cinthya generosamente le dice: “Vuoi tornare alla villa? Sarà il regno della solitudine, ma almeno non sarai tra Caino e Abele”. Scena censurata di Alex che aggredisce Nils per la sua omosessualità e che dopo lo va a cercare di nascosto al campeggio.

Daphne e Pierre al tramonto vanno all’albero dell’amore. Ma Daphne gli rifiuta il bacio. E Pierre capisce: ” E’ per via di Etienne?” Ma Daphne non ha il coraggio di dirgli la verità e gli dice solo: “Ritorno da Cinthya, è così depressa”.

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Il Consiglio Ue censura l’Italia: “Raid violenti contro i nomadi”.

Censimento dei nomadi

(Panorama) Era venuto in Italia il 19 e 20 giugno scorsi per discutere della nuova politica italiana in materia di immigrazione e della situazione dei nomadi. E in occasione di quella visita Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa ha steso la sua relazione.

Dura. Nei toni e nei concetti: “Le misure attuate in Italia non tengono conto dei diritti umani e dei principi umanitari e potrebbero fomentare altri episodi xenofobi”. Nel rapporto, reso noto oggi e composto da una ventina di pagine, Hammamberg osserva che “il ripetuto ricorso a misure legislative d’emergenza” per affrontare i problemi legati all’immigrazione sembra indicare “una incapacità di affrontare un fenomeno non nuovo” che dovrebbe quindi essere gestito attraverso leggi ordinarie e altre misure. Hammarberg guarda anche con “forte preoccupazione” ai provvedimenti che nel pacchetto sicurezza sembrano essere mirati in particolar modo ai Rom e per la volontà espressa dal governo di estendere a tutto il territorio italiano lo stato di emergenza già in vigore in tre regioni.
Hammarberg sottolinea come “la decisione di rendere la presenza illegale in Italia una aggravante nel caso in cui la persona commetta un reato, potrebbe sollevare serie questioni di proporzionalità e di discriminazione”. Anche le espulsioni di cittadini Ue condotte sulla base di motivazioni di pubblica sicurezza potrebbero sollevare, secondo il commissario, “seri dubbi di compatibilità con la Convenzione dei diritti umani”, su cui si basano le sentenze della Corte di Strasburgo.
Il commissario si è detto anche “estremamente preoccupato” per tutti gli atti di violenza avvenuti in Italia ai danni di campi nomadi “senza che vi fosse una effettiva protezione da parte delle forze dell’ordine che a loro volta” accusa Hammarberg “hanno condotto raid violenti contro gli insediamenti” di questi gruppi. Nonostante gli sforzi delle autorità, secondo il commissario, “sono stati fatti pochi progressi nell’effettiva protezione dei diritti umani dei Rom e dei Sinti“.
Hammarberg ricorda che le autorità hanno il dovere di investigare efficacemente su questi fatti e che lo Stato deve garantire la sicurezza di Rom e Sinti. “L’approvazione, diretta o indiretta, di questi atti da parte di certe forze politiche, singoli politici e da parte di alcuni organi di informazione è particolarmente preoccupante” afferma il commissario nel suo rapporto.

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Libri. Arriva l'Invasione degli ultragay.

Il nuovo romanzo di Corrado Farina.
(Viviana Pentangelo . TGCom) Scivola veloce spinta dall'ironia la lettura di L'Invasione degli Ultragay di Corrado Farina. Una storia di uno scrittore che partorisce, come dichiara il sottotitolo, un romanzo politicamente scorretto. Corradino Piersanti, scrittore di genere, nel suo romanzo racconta la lotta dell'ultimo eterosessuale sulla Terra per sfuggire all'invasione dei gay. Impianto grottesco su un tema serio, ne abbiamo parlato con l'autore.

Il romanzo è una provocazione o cosa?
Questa è, o vorrebbe essere, prima di tutto una storia interessante in cui si alternano due vicende diverse, quella di uno scrittore, Corradino Piersanti e quella del protagonista del romanzo che Piersanti scrive. Le due storie si intervallano. L’idea di fondo del libro viene da uno dei molti riferimenti cinematografici. Si tratta di un film degli anni ’70 con Jean Paul Belmondo, Come si distrugge la reputazione del più grande agente segreto del mondo, che è una presa in giro della saga di 007, ma anche un film in cui il protagonista è uno scrittore in crisi. Da qui è nata l’idea di far interferire la vita di Piersanti, che è uno scrittore “di genere”, abituato a inventare situazioni paradossali, con la realtà della presenza degli omosessuali nella società di oggi. Così lui risvolta in chiave grottesca un romanzo degli anni Cinquanta, Io sono leggenda, di Richard Matheson, sostituendo gli omosessuali ai vampiri di Matheson, e ipotizzando che il mondo sia nelle loro mani e che l’ultimo etero rimasto sulla faccia della Terra sia braccato da loro.

Lei scrive in maniera molto ironica.
L’impianto del mio romanzo è quello tipico della commedia; una commedia grottesca, il cui scopo è di mettere a fuoco certe contraddizioni sociali. A me non interessava scrivere un libro sui gay, ma sul rapporto tra la società di oggi e i gay, e l’ironia mi è sembrata la chiave migliore per farlo.

L’aspetto più politicamente scorretto del suo romanzo?
Politicamente scorretto è il romanzo di Piersanti. Fargli scrivere un libro in cui si equiparano i gay ai vampiri, ai mostri mi è sembrato il modo migliore per affrontare in chiave satirica un discorso serio sull’intolleranza nei confronti dei “diversi”.

A parte il nome, cosa c’è di Corrado Farina in Corradino Piersanti?
Molto. Del resto, ogni scrittore mette qualcosa se non tutto se stesso nelle cose che scrive. Come diceva Flaubert: “Madame Bovary c’est moi”. Piersanti nello scrivere di omosessuali deve trovare un equilibrio tra le spinte libertarie e i condizionamenti della società in cui è cresciuto, cercando di essere il più oggettivo possibile. Come me, probabilmente, anche se lui fa più fatica.
Si è ispirato a qualche figura reale per i suoi personaggi?
E’ inevitabile che in un discorso sulla società contemporanea si alluda a personaggi pubblici che di questa società fanno parte. Ma non è così importante identificarli, sono solo tasselli di un mosaico più vasto. Questo è un libro di denuncia, ma stemperato con l’ironia e il sorriso.

Lei ha fatto scegliere al suo protagonista il 2030 come collocazione temporale dell’invasione gay. E’ una data relativamente vicina.
Piersanti è uno scrittore di fantascienza ed è abituato a scrivere di un ipotetico futuro, a immaginare i possibili scenari futuri e fare ipotesi sul divenire della società. E’ seguendo codici della cosiddetta fantascienza sociologica, molto in voga tra gli anni 50 e 60, che Piersanti immagina l’invasione degli omosessuali.

In alcuni punti emerge una critica ai media.
Nel libro, a parte il rapporto tra omosessuali e non, nel romanzo ci sono che è il tema principale, ci sono naturalmente dei sottotemi. La frenesia dei media e dei politici che alimentano “il caso intorno al romanzo di Piersanti è un aspetto della nostra società, dove la presenza dei media è ossessiva, non tanto quella dei giornali, quanto quella delle tv. La figura del conduttore che irrompe da Piersanti e ruba delle immagini senza rispettare alcuna norma etica e in barba alla legge sulla privacy è una metafora di questa invadenza.

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Paolo Ferrero intervistato da sky tg24. Nulla di nuovo, la solita aria fritta.

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I gay postfascisti difendono la Mussolini per bocca di un suo "Ministro penombra"...

(Redazione) Questa destra vergognosa, impresentabile ed incapace di governare, trova nella Mussolini una spalla degna dello spirito di revisionismo che la anima. Dopo le risibili dichiarazioni dell'on.le Mussolini (e che comunque non hanno aggiunto ne tolto nulla alla violenta dittatura di Mussolini), autoelettasi "Presidente del Governo penombra", sul duce ed i gay, ecco saltar fuori i gay postfascisti che con il loro solito comunicatino dove solidarizzano con la Mussolini condividendone pensieri e parole. Probabilmente le bordate di critiche mosse contro l'on.le Mussolini da ogni parte, hanno obbligato quelli di GayLib a prendere carta e penna tentando di buttar giù qualche parola di solidarietà, che, al solito, han fatto più male che bene alla causa omosessuale. Il giorno che impareranno a tacere su certi temi ed a riflettere maggiormente, è ancora lontano a quanto sembra. Al solito l'Oliari (tra l'altro eletto dalla Mussolini ministro del governo penombra...) dimentica quel "grido di battaglia" lanciato dalla nipote del duce e di Sophia Loren.. : "Meglio fascista che frocio"! Come dire... "Camerati a noi!
E la Mussolini per attirare l'attenzione è maestra, usa tutti i mezzi proprio come suo nonno... Un comunicato, quello di GayLib, che si commenta da solo, zeppo di inesattezze, mistificazioni e faziosità.
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SBAGLIATO MINIMIZZARE LE APERTURE DI ALESSANDRA MUSSOLINI IN MATERIA DI ADOZIONI E DI COPPIE GAY.
“Sbaglia chi minimizza le aperture della Mussolini alle adozioni e alle coppie di fatto: i diritti civili non sono monopolio delle sinistre e trovo puerili le reazioni denigratorie alle sue coraggiose dichiarazioni“. Lo afferma in una nota Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centrodestra), il quale sostiene che “l’intervista rilasciata a Klauscondicio denota il grado di sensibilità dell’on. Alessandra Mussolini e tutti sappiamo quanto siano importanti tali posizioni espresse nel centro-destra: essere europei significa anche rimuovere le discriminazioni per le coppie omoaffettive, non solo percepire contributi economici”. Oliari ha poi concluso sostenendo che “con le solite, volute, esagerazioni nell’intervista si è parlato di 10.000 omosessuali confinati durante il fascismo: trovo francamente ingiusto che si strumentalizzino i drammi personali ai fini dialettico-politici arrivando a inventare la storia. Gli omosessuali confinati erano infatti circa trecento, quasi sempre per motivi riconducibili ad altri reati (prostituzione, ricatto…) e l’Italia restò, anche durante il Ventennio, l’unico Paese a non avere una legge contro i gay, mentre negli altri Paesi vi erano le prigioni, i Lager ed i Gulag (gli ultimi condannati in Russia sono del 1993)”.

Enrico Oliari

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Pdl, Mazzocchi alla Mussolini sulle adozioni ai gay: "Rispetta il programma".

"Abbiamo un dovere ben preciso di rispettare il programma elettorale grazie al quale siamo stati eletti".
“Non mi risulta che nel programma elettorale che ha permesso tanto al sottoscritto, quanto all’On.Alessandra Mussolini di essere eletti, sia presente il riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto o le adozioni per le stesse.

Abbiamo fatto anni di battaglie contro ogni forma di pacs, dico e cus che permettessero di creare famiglie alternative a quella naturale fondata sul matrimonio; ora una volta al Governo dovremmo addirittura riconoscergli il diritto d’adozione. Come cattolici non possiamo accettare questo discorso ed anzi ci opporremo proponendo le identiche battaglie che hanno fermato queste stesse proposte durante il Governo Prodi”.

Con queste parole Antonio Mazzocchi, deputato del Popolo della Libertà e Presidente dei Cristiano Riformisti, ha commentato le dichiarazioni dell’On.Mussolini sulle adozioni ai single”.

“Proprio perché questo sistema elettorale non vede una elezione diretta di collegio, ma vede da parte della gente un voto al simbolo, al programma ed ai valori della coalizione, abbiamo un dovere ben preciso di rispettare il programma elettorale grazie al quale siamo stati eletti, che deve essere una vera e propria stella polare nell’azione dei 5 anni di Governo. E penso sinceramente - conclude Mazzocchi - che le priorità, anche della commissione infanzia, in questo momento debbano essere altre, dal censimento degli orfanotrofi alla lotta alla pedofilia”.

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Un manifesto che simula un p****no? Usa, i gay contro la Nike: "Spot omofobico".

L'azienda si difende: reazioni esagerate, nella foto c'è solo un'azione sportiva. Nel mirino della comunità una reclame in cui due giocatori di basket sembrano impegnati in una fellatio.
(Il Corriere della Sera) La Nike ha deciso di ritirare una pubblicità per le scarpe di basket, dopo che un cartellone che la riproduceva è stato ritenuto offensivo dalla comunità gay di San Francisco, la città della California in cui gli omosessuali sono particolarmente attivi.

FELLATIO SOTTO CANESTRO - La Nike omofobica? Questa è l'accusa che gli attivisti omosessuali hanno rivolto alla più famosa società di scarpe e abbigliamento sportivo del mondo, dopo l'uscita dei nuovi cartelloni pubblicitari ora ritirati. Nella pubblicità incriminata, realizzata in occasione dell' uscita di uno nuovo modello di scarpe, le Hyperdunk, si indovina la faccia di un giocatore di basket tra le gambe di un suo avversario, mentre schiaccia il pallone. Forse un pò esagerando, l'immagine è stata giudicato un riflesso dell'implacabile omofobia degli eterosessuali, perchè potrebbe far pensare ad un atto di fellatio.

CARTELLONI E STREETBALL - I cartelloni erano apparsi nei giorni scorsi in molte strade tra San Francisco e New York, in particolare nei quartieri «cult» dello streetball, cioè basket in strada, come Harlem, lo storico quartiere nero della Grande Mela. Le prime critiche, però, sono arrivate subito, a partire dal sito web dedicato al costume Gawker.com, uno dei più popolari negli Usa, che non ha esitato a prendere in giro i gay americani chiedendosi se non siano «baskettofobi». «L'intenzione della pubblicità non è di offendere gli omosessuali, ma si riferisce puramente al basket, con il gesto tipico gesto sportivo di schiacciare la palla contro l'avversario» ha spiegato la Nike alla stampa, dichiarandosi stupita dalla reazione decisamente esagerata dei gay americani.
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Abba: “Non suoneremo mai più insieme, nemmeno per un miliardo”.

Gli Abba

Gli Abba (Credits: Mickelodeon by Flickr)

(Panorama) Non ci sarà nessun reunion tour, nè un nuovo album. Gli Abba hanno detto no alla proposta multimilionaria delle etichette discografiche disposte a sborsare cifre da capogiro (si parla di mille milioni di dollari) per vedere la band tornare di nuovo in concerto. Il quartetto è apparso di recente alla premiere svedese del film “Mamma Mia”, interpretato da Meryl Streep e Pierce Brosnan, basato sulla storia della pop band raccontata attraverso le loro hit più famose come Waterloo, Dancing Queen e Money, Money, Money. Proprio in quell’occasione Bjorn Ulvaeus and Benny Andersson, i songwriter del gruppo, hanno confermato che non suoneranno mai più insieme: “I soldi non ci interessano. Noi vogliamo che le persone si ricordino di come eravamo. Giovani, esuberanti, pieni di energia e ambizione”. Gli Abba sono stati una delle più grandi band degli anni ’70 e le loro canzoni scatenano ancora reazioni di euforia, tanto che a distanza di quattro decenni il gruppo continua a vendere circa 3 milioni di cd ogni anno. L’ultima apparizione dal vivo risale al 1986, anno in cui Benny Andersson, Bjorn Ulvaeus, Anni-Frid Lyngstad e Agneta Faltskog hanno deciso di smettere di esibirsi in pubblico per ritirarsi a vita privata. Da quel momento in tutte le maggiori città del mondo va in scena il musical Mamma Mia, che ogni sera registra il sold out garantendo agli Abba laute royalities per l’utilizzo dei loro brani.
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Abba: “Mamma Mia” live

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Iraq, cade il primo soldato gay. È rissa sull’eredità morale.

Muore su una mina a Baghdad. Pentagono e attivisti litigano.
Un soldato gay morto su una mina a Baghdad potrebbe essere il primo militare omosessuale caduto nella guerra irachena.
In ossequio alla politica del “non chiedere non dire” adottata negli anni Novanta dal ministero della Difesa per gli omosessuali in divisa, il maggiore Alan Rogers, saltato in aria su un Humvee in servizio di pattuglia a East Baghdad, non aveva messo in piazza il suo orientamento sessuale. Il suo caso è stato recuperato ieri dai militanti gay che ne hanno fatto il testimonial delle battaglie contro il divieto tuttora in vigore per chi serve in divisa di far sapere al mondo di essere gay. Rogers aveva 40 anni quando è morto lo scorso 27 gennaio e il Pentagono si è accollato il compito di “proteggerne l’eredità morale da chi sta cercando di strumentalizzarla politicamente», scrive il settimanale New Yorker nel numero ieri in edicola. «Non aveva preso nessuna iniziativa per essere ricordato come soldato gay», ha detto il colonnello Mike Hardy, l’ufficiale incaricato di seguire il dossier Rogers dopo la morte. La realtà è assai più complessa. Poco prima di morire il maggiore aveva deciso di lasciare le forze armate per poter vivere da gay alla luce del sole: «Era un omosessuale che aveva sottoscritto in pieno i valori dell’esercito ma che aveva scoperto che alla resa dei conti questi valori non funzionavano per lui come persona», ha dichiarato un amico al settimanale.

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Tennessee, sparatoria in chiesa Il killer odiava gli omosessuali.

Il gesto di follia di Jim Adkisson che ha ucciso due persone.
Sono state le posizioni di apertura ai gay e in generale l’atteggiamento “liberal” della chiesa protestante finita nel suo mirino, ad aver innescato il gesto di follia di Jim Adkisson, l’uomo che domenica mattina ha aperto il fuoco in Tennessee, uccidendo due persone e ferendone altre cinque.
Lo ha reso noto la polizia di Knoxville, che ha trovato nell’auto del killer una lunga lettera, quattro pagine manoscritte, che spiegherebbe in parte l’accaduto. Secondo quanto riferito dagli agenti, l’uomo, 58 anni, avrebbe pianificato la sparatoria dopo aver sofferto un forte stress psicologico negli ultimi tempi. Nella lettera, Adkisson descrive la frustrazione per la mancanza di un lavoro e sottolinea la sua avversione per le posizioni progressiste che percepiva nella Tennessee Valley Unitarian Universalist Church. La chiesa da lui scelta come bersaglio si era fatta ultimamente pubblicità come una congregazione di larghe vedute, aperta ai diritti delle donne, dei senzatetto, dei rifugiati politici e dei gay. Di recente aveva anche esposto all’esterno un cartello con la scritta “I gay sono i benvenuti”. La polizia di Knoxville, d’accordo con gli agenti dell’Fbi che si sono uniti alle indagini, ha definito l’omicidio un “crimine d’odio”, per il quale negli Usa sono previste pene specifiche.
Molti dei residenti di Knoxville, vicini di casa dell’uomo, l’hanno descritto come un «nice guy», «un uomo quieto e generoso», ma «sensibile quando si affrontavano certi temi, la religione in particolare». Una vicina ad esempio ha dichiarato a un’emittente locale di aver visto Adkisson «particolarmente furioso» dopo avergli raccontato che la figlia si era laureata in un college di ispirazione cristiana evangelica e che «lei stessa era credente e andava a messa». Secondo altre testimonianze, Adkisson avrebbe raccontato ai vicini di aver sofferto per la presenza di genitori “ingombranti”, che fin da piccolo lo avrebbero obbligato con la forza a seguire le funzioni religiose.

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Sicurezza, i militari pattuglieranno le città.

Il centro di Platì, in Calabria
(Panorama) Dal 4 agosto tremila militari presidieranno le città italiane alle prese con i maggiori problemi di sicurezza. L’annuncio è stato dato a Brescia dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il quale ha siglato con il sindaco Adriano Paroli e con il prefetto Francesco Paolo Tronca il Patto sulla Sicurezza. “Domani”, ha annunciato Maroni, che in mattinata a Milano aveva incontrato il capo della Polizia, il questore e il Prefetto proprio per studiare il dislocamento dei militari nel capoluogo lombardo, “riunirò il comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, quindi mi incontrerò con il ministro La Russa per firmare il decreto che destina 3 mila militari nelle città”.

I soldati non avranno compiti di polizia giudiziaria ma presidieranno gli obiettivi sensibili e le istituzioni in modo da consentire il recupero di poliziotti e carabinieri da destinare alle pattuglie che operano in strada. I tremila militari avranno compiti di pubblica sicurezza, per cui potranno arrestare solo le persone sorprese in flagranza di reato. Inoltre - secondo ciò che ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa - saranno accompagnati nel pattugliamento da poliziotti o da carabinieri. “In questo modo”, ha sottolineato dicendosi soddisfatto per la “sintonia” trovata con Maroni, “ogni problema viene superato”.

Ed è stato lo stesso ministro della Difesa a spiegare come e dove verranno utilizzati i soldati: un terzo sarà impiegato per vigilare gli obiettivi sensibili (ambasciate, consolati e varie istituzioni), un altro terzo per la sorveglianza dei centri di permanenza temporanea e i restanti mille a pattugliare le città. Si parte con Milano, Roma, Napoli, Padova e Verona e successivamente si arriverà a una decina di città. La parte del leone la faranno Milano - “ce ne sarà un numero più alto di quanto preventivato”, ha assicurato il titolare della Difesa, Roma e Napoli: in ciascuna città dovrebbero infatti andare tra i 200 e i 300 militari. Che si muoveranno rigorosamente a piedi.

“C’è nel decreto, lo confermo e lo preciso”, ha detto La Russa. “I militari saranno insieme ai giovani in divisa delle forze dell’ordine e pattuglieranno a piedi. Ho insistito molto su questo, così c’è maggiore visibilità”. Lo stanziamento finanziario per il 2008 è di 31,2 milioni di euro, altrettanto per il 2009. “La firma del decreto è un tassello in più”, ha spiegato Maroni, “per garantire la sicurezza ai cittadini che devono sentirsi padroni a casa propria”. Il ministro ha anche replicato alle accuse mosse dall’opposizione sia per quanto riguarda le impronte digitali prese ai rom, sia per quanto riguarda la dichiarata emergenza immigrazione: “Sono solo polemiche per cercare di ridurre l’efficacia dell’azione del governo. Noi però non ci fermeremo”.

Proprio da Brescia, una delle città italiane con il maggior numero di immigrati (150 mila solo i regolari, 70 mila domande di regolarizzazione presentate per i flussi), Maroni ha anche annunciato che non ci saranno più sanatorie generalizzate. “Non faremo più sanatorie generalizzate”, ha spiegato il ministro. “Condividiamo in pieno la posizione della presidenza francese per il semestre europeo che non prevede più alcuna sanatoria. Semmai siamo disponibili a discutere caso per caso”. Il patto sulla sicurezza per Brescia è stato possibile grazie alla “Carta di Parma” ed è il primo firmato da Maroni da quando è ministro. “È una eredità del precedente governo”, ha spiegato. “Quei patti li abbiamo giudicati positivamente, ma abbiamo fatto alcune modifiche in senso federalista”. ---

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Conferenza IGLYO 2008 in Italia

Dal 12 al 19 Ottobre 2008 la città di Torino ospiterà la Conferenza annuale di IGLYO, Organizzazione Internazionale dei Giovani e Studenti Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Questo evento vede la collaborazione diretta di Arcigay.

IGLYO da 25 anni riunisce i giovani e gli studenti omosessuali di oltre quaranta paesi. Alla Conferenza di Torino parteciperanno decine di ragazze e ragazzi provenienti dalla Russia alla Spagna. Il tema della conferenza è "Lo sviluppo di strategie innovative per combattere l'omofobia".

IGLYO ha di recente presentato al Parlamento Europeo un'indagine che rivela come due ragazzi omosessuali su tre (61.2 per cento) subiscono discriminazioni a scuola, uno su due (51.2 per cento) in famiglia, uno su tre (29.8 per cento) nel gruppo dei pari.

"Questi dati rivelano – sottolinea Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay - come siano urgenti politiche serie di intervento contro il bullismo omofobico anche nella scuola italiana e un sostegno formativo alle famiglie di conoscenza dei differenti orientamenti sessuali".

"Questa Conferenza vuole segnare un passo avanti verso la costruzione di sinergie tra le politiche delle istituzioni, i servizi sociali e il lavoro delle organizzazioni omosessuali" - sono le parole di Claire Anderson del direttivo IGLYO.

Fabio Saccà, responsabile della Rete Giovani Arcigay aggiunge: "Siamo orgogliosi di portare un po' di Europa nel nostro paese! L'Italia è tra gli ultimi paesi europei a non avere alcuno strumento per eliminare l'odiosa discriminazione verso i cittadini omosessuali."

L'evento avrà il sostegno della Fondazione Europea dei Giovani, di Arcigay, e del Comitato Provinciale "Ottavio Mai" di Torino.

Per maggiori informazioni www.iglyo.com

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