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sabato 24 novembre 2007

Web si mobilita per la pornoprof. Pordenone, ricorso contro sospensione.

(TGCom) Continua a far parlare di sè l'insegnante di Pordenone sospesa dal provveditorato dopo la sua ultima "esibizione" alla fiera del sesso di Berlino. Il video che la ritraeva nuda per le strade della capitale tedesca non è piaciuta ai suoi datori di lavoro. Intanto lei fa ricorso contro la decisione e gli internauti si sono mobilitati per aiutare quella che è diventata un'eroina del Web: il blog di Madameweb è entrato nei primi 15 forum più visitati.

Madamweb è lo pseudonimo usato da Anna Ciriani, meglio conosciuta dalle cronache italiane come la pornoprof di Pordenone. "Ho ricevuto dalla mia cliente mandato per ricorrere alla Corte di Cassazione di Roma - ha annunciato l'avvocato pordenonese Sergio Gerin - contro la sentenza di condanna pronunciata dalla Corte di appello di Trieste per il caso del liceo Grigoletti riferita a un episodio datato 2001, su foto porno esposte nei locali scolastici, a Pordenone".

Ma la vera battaglia è su un altro fronte, cioè il provvedimento di sospensione dal servizio di insegnamento. "Per me questo provvedimento al momento - precisa Gerin - è un fantasma mediatico: annunciato da tv e giornali. La Ciriani non vuole rilasciare dichiarazioni in merito, anche se è tempestata di richieste dai media nazionali ed europei, ma potrà decidere, nel caso, di presentare ricorso al giudice del lavoro".

Il provvedimento disciplinare per la pornoprof, immortalata da un video amatoriale tutta nuda per le strade di Berlino, nell'happening del festival dell'eros, le sarebbe però stato notificato venerdì nella sede scolastica di San Vito, nella quale la docente si sarebbe recata. "Il codice di comportamento di un docente è chiaro nel contratto nazionale di lavoro - suggerisce un funzionario del ministero dell'Istruzione -: non deve ledere l'immagine della scuola. L'azione disciplinare può prevedere la censura, la sospensione di un mese e oltre dal servizio, in ultimo il licenziamento, ma non mi sembra il caso".

"Non mollo la scuola" pare abbia detto ai fedelissimi nel suo forum online, dove la sospensione di Madameweb è diventata un'emergenza nazionale e, con essa, la questione istruzione. Intanto i "contatti" e gli approcci via Internet salgono a cifre record. Per il 99% sono maschi. Il forum dedicato alla Anna è al 15° posto nella classifica "Top forum" e l'ascesa è inarrestabile. Solamente venerdì, oltre 76 mila contatti e per il weekend si pensa che la cifra sarà ampiamente superata.

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Avvocato piacentino per monsignor Stenico: «Il prelato respinge decisamente ogni accusa».

Un contestato filmato televisivo.

(er.ma - Libertà online) Un avvocato piacentino assiste monsignor Tommaso Stenico nella battaglia per la difesa dei suoi diritti. Monsignor Stenico era salito alla ribalta delle cronache per un filmato televisivo che avrebbe descritto il suo presunto incontro con un gay. Monsignor Stenico si è sempre difeso dicendo di aver voluto solo raccogliere materiale per un'inchiesta. La notizia era stata ripresa su un settimanale dove si scriveva che secondo le autorità Vaticane monsignor Stenico sarebbe stato d'accordo con gli autori del programma televisivo e lo dimostrerebbero le qualità delle riprese. Quanto pubblicato la scorsa settimana dal settimanale è stato smentito sul numero di ieri dall'avvocato Michele Morenghi: «quale difensore di monsignor Tommaso Stenico, smentisco categoricamente gli eventi attribuiti al mio assistito perché destituiti da ogni fondamento».

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Factory girl, al cinema torna il mito di Edie Sedgwick.

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(Panorama) “È magnetica, eterea, smarrita e quando muove ogni parte del suo corpo staresti a guardarla per ore, con quegli occhioni intensi e scuri come due tazzine di caffè”. Così Truman Capote descriveva Edie Sedgwick, la musa - momentanea - di Andy Warhol, che l’anti-eroe per eccellenza della contro-cultura ha risucchiato nel suo mondo e poi respinto. E Factory girl, pellicola di George Hickenlooper dal 23 novembre al cinema, cerca di far rivivere il suo mito. Tracciando l’ascesa e il declino di una delle più grandi icone della cultura pop americana, morta a ventott’anni per un mix di barbiturici e alcol.

Edie, interpretata da Siena Miller, nata in una famiglia molto ricca e di sangue blu, aveva talento e carisma ineguagliabili. A metà degli anni Sessanta fece irruzione nel caos newyorkese, dove incontrò Warhol (Guy Pearce), che nella selvaggia vulnerabilità della giovane vide uno degli ingredienti perfetti per trasformarla in una ispiratrice irresistibile. Andy invitò Edie a entrare nel mondo della Factory, ex fabbrica di cappelli della città, che lui stesso aveva trasformato in un paradiso bohemien di creatività, tra musicisti, artisti, attori, poeti e disadattati. Girando film underground di giorno e dando party glamour per tutta la notte. Edie ben presto divenne la stella dei film di Warhol, oltre che l’idolo della Factory. All’apice del suo successo si innamorò di una rock star (Hayden Christensen), ma nel momento in cui si trovò stretta tra il mondo effimero e sensuale di Warhol e l’uomo che amava, finì con l’essere respinta da entrambi.

Sempre negli anni Sessanta, è ambientato l’altro film in uscita il 23 novembre, Across the universe della regista Julie Taymor (Frida), acclamato all’ultima Festa del Cinema di Roma. Ma tutt’altro è il clima. È il periodo turbolento della protesta antibellica, dell’esplorazione personale e del rock’n roll. La pellicola si sposta dai cantieri navali di Liverpool alla psichedelia creativa del Greenwich Village, dalle strade di Detroit sconvolte dalle rivolte ai campi del Vietnam dove morivano migliaia di giovani. E il tutto sulla musica di trentatrè canzoni rivoluzionarie (tra cui Hey Jude, I Am the Walrus e All You Need is Love) che hanno ispirato una generazione. La musica dei Beatles. Qui il trailer, daYoutube:
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Nelle sale questo week end arrivano anche, Civico 0, film documentario di Francesco Maselli sui tanti senza fissa dimora di Roma (con Ornella Muti), e il francese Il mio amico giardiniere, con Daniel Auteil nei panni di un pittore affermato che riscopre la semplicità della vita.
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Mercato del sesso: un giro d'affari di novanta milioni ogni mese in Italia.

I dati. Un settore rigidamente in mano alla criminalità organizzata.

(Carlo Rosso - Libertà online) Novanta milioni di euro al mese. Ammonterebbe a tanto il giro d'affari della prostituzione in Italia. La cifra è stata diffusa lo scorso mese di agosto dal Dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio, che quantifica in circa 9 milioni il numero dei clienti del sesso a pagamento. Si tratta come detto di stime, frutto di accurate ricerche ma pur sempre parziali perché quello della prostituzione è un mercato che, per sua natura, vive nell'ombra. Niente banche dati, niente controlli ufficiali, tantomeno fiscali. La vicenda della "squillo" milanese proprietaria di sei appartamenti e due auto non deve essere però generalizzata. Va ricordato infatti che quello della prostituzione è un settore rigidamente in mano alla criminalità organizzata e che ben poco della ricchezza che vi gira finisce nelle tasche delle donne che si vendono, quasi sempre prime vittime dei loro sfruttatori. Detto questo, proviamo a tracciare una fotografia del mercato del sesso in Italia. Con una premessa, tutta fiscale. Non è la prima volta che lo Stato tenta di tassare i (proventi della prostituzione. Già nella Finanziaria del 2005, infatti, nell'ambito della lotta all'evasione fiscale, il ministero del Tesoro si pose il problema di come fare per riuscire a tassare i cosiddetti "proventi illeciti", intendendo tra questi anche gli incassi legati appunto al mestiere più vecchio del mondo. La cosa finì lì, e come altre misure analoghe adottate in passato non trovò mai attuazione. Una cosa comunque è certa. Quello del sesso è un mercato che in tutto il mondo vale centinaia di milioni di euro. Cinque anni fa, una studio della commissione affari sociali della Camera stabilì che la tratta delle donne per sfruttamento sessuale costituiva la terza voce di guadagno per la mafia a livello mondiale, dopo la droga e il traffico di armi. Sempre secondo il ministero per le Pari opportunità, oggi in Italia ci sarebbero tra le 15 mila e le 18 mila prostitute. Di queste il 65% lavora in strada, il 35% in albergo o in appartamento, il 20% è minorenne. A queste vanno poi aggiunte tra le 15 mila e le 25 mila prostitute straniere. Dal punto di vista dell'economia criminale ogni donna, sia essa maggiorenne o minorenne, è una vera miniera d'oro per chi la sfrutta, tanto da rappresentare una fonte di guadagno compreso tra i 5 mila e i 7 mila euro al mese. Per quanto riguarda i transessuali, invece, rappresentano tra il 10 e il 30% del totale. Sette, infine, le regioni con la maggiore presenza di prostitute di strada: Lazio, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Abruzzo. Ma la prostituzione viaggia anche su internet. Al punto che, con una sentenza dell'8 giugno 2004, la corte di Cassazione ha stabilito che anche l'organizzazione e lo sfruttamento del sesso virtuale costituisce un reato.

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Jesus Christ Superstar a Roma.

(Prima) “Jesus Christ Superstar” è il più popolare musical-opera rock al mondo. Il capolavoro di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice che racconta in musica gli ultimi sette giorni della vita di Gesù di Nazareth, torna in scena interamente tradotto dalla Compagnia della Rancia che, dal 1988, produce i maggiori musical internazionali in versione italiana. Lo spettacolo, dopo aver conquistato oltre 70.000 spettatori nella scorsa stagione, arriva a Roma al Teatro Brancaccio. Discusso, contestato, ma indiscutibilmente amato dagli appassionati del rock come dai melomani, “Jesus Christ Superstar”, la prima opera professionistica di Webber e Rice, debuttò sul palcoscenico del Mark Hellinger Theatre di Broadway nel 1971, dopo aver appassionato il pubblico in versione album (la voce di Gesù era quella di Ian Gillan dei Deep Purple). Il fenomeno esplose a Londra nel 1972, dove rimase in scena per 3.358 repliche, cambiando l’immagine del musical per sempre. Da allora, “Jesus Christ Superstar” è stato rappresentato in decine di paesi nel mondo, compresi Kenya, Messico, Zimbabwe e Israele, e le liriche di Tim Rice sono state tradotte in oltre 10 lingue tra cui tedesco, francese, spagnolo, portoghese, russo, ungherese e giapponese. Alcuni brani sono diventati autentici cult nel panorama del rock internazionale, come lo struggente “I don’t know how to love him”, recentemente riproposto nell’ultimo album della cantante irlandese Sinead O’ Connor in una graffiante interpretazione. La versione italiana, con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini, oggi tra i registi italiani più innovativi specializzati nel musical, vede in scena oltre 20 interpreti che danno vita a uno dei più straordinari successi della storia del teatro musicale di tutti i tempi: un cast selezionato con grande cura dopo due audizioni a cui hanno preso parte quasi 1.000 performers, che hanno permesso di scoprire voci straordinarie e intense capacità interpretative. Dal coinvolgente ingresso a Gerusalemme fino al toccante quadro della Crocifissione, la sfida raccolta da Angelini è quella di un’ambientazione lontana dalle atmosfere degli anni ’70: Gesù si ritrova a predicare, soffrire e morire ai giorni nostri, per trasmettere universali verità e grandi emozioni. Un’orchestra dal vivo, che unisce sonorità “leggere” ad altre decisamente rock dal timbro più duro, esegue canzoni indimenticabili come “Osanna”, “Getsemani” e “Superstar”; grazie alla traduzione delle liriche, anche il pubblico italiano può così coglierne i significati più profondi e le sfumature più poetiche.

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Mastella sospende la fiction “La Vita Rubata” sull’omicidio di Graziella Campagna.

(Il Messaggero) La vita rubata, la fiction con Beppe Fiorello sulla terribile storia di Graziella Campagna uccisa a 17 anni perché testimone oculare di un delitto mafioso, prevista nel palinsesto di Raiuno per martedì 27 novembre, è stata sospesa. Il ministro della Giustizia Clemente Mastella avrebbe inviato al direttore generale della Rai, Claudio Cappon, una lettera in cui si chiede la sospensione della fiction diretta da Graziano Diana, in vista dell'udienza il 13 dicembre prossimo dell'appello dei killer di Cosa Nostra, condannati in primo grado per l'uccisione della giovane, avvenuta il 12 dicembre 1985. La Rai ha fatto slittare a data da destinarsi il film tv.

Uccisa due volte. «Così la povera Graziella Campagna viene uccisa due volte - dice dispiaciuto e indignato Beppe Fiorello, che nella fiction interpreta Pietro, il fratello della ragazza - Qui c'è una ragazza morta barbaramente per aver incrociato sulla propria strada Cosa Nostra e c'è un fratello, Pietro, che ha dedicato la vita a ridare dignità alla propria famiglia. Questo film poteva essere un modo per aiutare i Campagna, invece, e parlo da cittadino non da attore, offriamo ulteriori garanzie a questi assassini che da oltre 20 anni la scampano».

Graziella Campagna, interpretata dalla ventenne Larissa Volpentesta, fu uccisa per essere stata involontaria testimone di un delitto di mafia. La ragazza, che lavorava in una tintoria di Saponara, piccolo centro della Sicilia in provincia di Messina, ritrovò per caso in una camicia un documento compromettente che portò Cosa Nostra alla decisione di eliminarla e di occultarne il cadavere. Era il 12 dicembre 1985. Principale accusato e condannato all'ergastolo in primo grado, Gerlando Alberti junior, nipote dell'omonimo boss palermitano.

«Graziella aveva appena 17 anni e lavorava in una tintoria per portare soldi alla famiglia. Non aveva grilli per la testa - ha detto il fratello Pietro Campagna, intervenendo qualche giorno fa al convegno sulla legalità nell'ambito del Saturno Film Festival ad Alatri -, non sognava di diventare un ingegnere o un avvocato, il suo unico sogno era guadagnare qualche lira per comprare il corredo. Venne trovata, 3 giorni dopo la sua morte, tra montagne orribili e desolate sfigurata da cinque colpi di lupara. Gli esecutori furono arrestati ma nonostante il processo vennero liberati. Il mio avvocato ha lavorato gratuitamente e alla sentenza ha pianto. In questi casi tutti dovrebbero seguire il suo esempio».

Poi Pietro Campagna continua: «Mi chiedo dov'era il ministro della Giustizia Mastella quando il giudice della Corte d'assise di Messina ha ritardato il deposito della sentenza di condanna di Gerlando Alberti, accusato della morte di mia sorella, consentendo in questo modo la sua scarcerazione. L'indulto doveva essere per i piccoli criminali, ma ne ha beneficiato anche Alberti. Mi chiedo - aggiunge Campagna - se Mastella si preoccupa di una povera ragazza uccisa innocentemente, o per una famiglia distrutta dal dolore e per un film che ricostruisce ciò che è accaduto in tanti anni di depistaggio e non per la giustizia. Ritengo che il tribunale giudica sulle prove dell'accusa. Se non ha nulla da temere non c'era motivo di fare tutto ciò».

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E alla fine fu Barcamp…

xcamp
Ieri cena tra blogger e non in terra torinese. Non ci siamo deliziati di specialità piemontesi, ma curde. Abbiamo brindato con birra libanese e ci siamo ingurgitati qualche chilo di kebap. Ma questo non conta. Conta che siamo arrivati alla fatidica decisione: fare un barcamp. Il terzo in terra torinese, l’ennesimo in terra italiana. Il primo del 2008.>

Abbiamo deciso più o meno le date (19 gennaio 2008 o il weekend dopo).
Non abbiamo deciso il nome. Non sappiamo con sicurezza il posto. Ma qualcosa sappiamo…
Dovrà essere un barcamp nato con l’obiettivo di attirare nuovi pubblici e nuovi volti. Quindi massima apertura ad esperienze come BDigital e simili. Dovrà essere un barcamp di interstizi, e quindi non prevedere interventi annunciati prima e dovrà avere nel suo dna qualche sano momento di riflessione per capire dove stanno andando i media sociali in Italia, con un occhio di riguardo al design (Torino è capitale mondiale del Design 2008) e quindi all’accessibilità (in tutti i sensi).
Non ci dispiacerebbe che trovassero posto anche temi classici come la letteratura e temi ricchi di enfasi come la misurazione delle reti sociali con metriche più serie e mature.
Pensiamo quindi ad un barcamp generalista, ma con una forte apertura verso chi non conosce questo mondo e verso chi lavora nelle nicchie per creare piccoli mondi reali sempre più accessibili e meglio organizzati, quindi più ricchi.
InterstizioCamp non ci piace, Bagnacauda Camp ci fa sorridere, per ora si chiama semplicemente TorinoBarcamp 2008.
E il tempo è poco. Noi organizziamo, voi per favore … partecipate.
E per chi porta un “non addetto ai lavori” doppia razione di gianduiotti.

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Le donne e l’atroce legge dell’Islam.

(Massimo M. Veronese - Il Giornale) Nazanin aveva sedici anni quando fu aggredita. Attraversava il parco pubblico di Karaj, non lontano da Teheran, aveva appena incontrato le amiche, scambiato qualche confidenza, tra quei sorrisi complici che illuminano a primavera il viso delle ragazzine di quell’età. Ad aggredirla sono stati tre soldati, l’hanno aspettata in un angolo vicino all’uscita, erano sicuri di farla franca, nessuno avrebbe ascoltato di certo le grida di aiuto di una ragazzina. Invece lei sotto il vestito non aveva niente. Aveva un coltello, che entrò senza fatica nel cuore del suo stupratore. Sentenza facile: condanna a morte. Per Nazanin. Colpevole di essersi difesa da chi la voleva morta. L’ha salvata una sollevazione internazionale, niente pena capitale, ma carcere duro e dovrà pagare i danni alla famiglia di chi ha cercato di stuprarla senza riuscirci. La sharia è così: non ha pietà per le donne, ovunque vai, dalle parti dell’Islam, se sei femmina il tuo destino è segnato, spesso dalle frustate. Nel mondo sono più di quaranta i Paesi che hanno adottato la legge musulmana come legge di Stato. E la fantasia nel colpire le donne non manca mai.
In Iran per le adultere c’è la pena di morte, preferibilmente attraverso la lapidazione. Con una precisazione però: «Le pietre non devono essere tanto grosse da uccidere il condannato al primo o secondo colpo, né tanto piccole da non poter essere definite vere e proprie pietre». Non si muore facile, non si muore subito. E se non porti il velo o se non ti vesti come si deve consolati: c’è la pubblica frusta. In Siria chi uccide la moglie adultera non viene punito, chi uccide il marito adultero invece fa la sua stessa fine. In Pakistan chi denuncia il proprio violentatore senza prove rischia la flagellazione. Ma la rischia lo stesso anche se non lo denuncia o se resta incinta. E a volte può capitare di essere violentate dai poliziotti un momento dopo aver presentato la denuncia.
La vita però a volte è più dura della morte. In Sudan quattro bambine su dieci sono costrette a svolgere lavori pesanti, in Indonesia, oltre a ricevere la metà della paga degli uomini, lavorano più ore, in condizioni più dure e se restano incinte vengono licenziate. Aver commesso reato oppure no in fondo conta poco. È essere donna che è un reato.

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Cinema: provini per un lungometraggio a Prato.

(Nove da Firenze) Il prossimo martedi 27 novembre, alle ore 18, presso la scuola di cinema Anna Magnani di Prato, si svolgeranno i provini per il lungometraggio "Piove sul bagnato" di Andrea Muzzi. Si cercano attori ed attrici per i seguenti ruoli:

  • Chiara: barista, una trententenne dal carattere allegro e solare. Esteticamente è un tipino generalmente definito 'un peperino';
  • Vittoria: moglie di Andreino, una trentenne dai lineamenti dolci;
  • Amerigo: istruttore di palestra, cinquantenne leggermente sovvrappeso e autoritario;
  • Giusy: moglie del Morfina, trentenne napoletana, molto espansiva e confusionaria;
  • Ispettore dei Nas: uomo di età compresa fra i 40 ed i 50;
  • Angelo Natalini: padre di Andrew, sessantenne, piccoletto di statura e dallo sguardo buono.
Inoltre sono richieste comparse e attori di tutte le età per ruoli minori.

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L'America scopre il "terzo sesso". La guida ai paradisi gay di «Willy» diventa bestseller.

Tradotto il testo sulle «perversioni» che il marito di Colette pubblicò nel 1927.

(Ennio Caretto - Il Corriere della Sera) Nel 1927, pochi anni prima di morire, «Willy», alias Henry Gauthier Villars (nella foto con Colette), il primo marito della celebre scrittrice Colette, pubblicò a Parigi un libretto che destò scandalo, Il terzo sesso, una sorta di guida ai paradisi gay in Italia, in Germania e in Francia, e insieme un trattato filosofico sull'omosessualità. Dopo ottant'anni, pare che ne sia rimasta una sola copia a disposizione del pubblico, nella sezione Libri rari della Bibliotèque nationale de France. Ma la University of Illinois Press lo ha ripubblicato adesso nella prima traduzione in inglese, quella di Lawrence Schehr, docente di storia francese. Paradossalmente, nell'America dei valori, contraria ai matrimoni gay, Il terzo sesso, presentato come «un tour tra i diversi dell'Europa inizio secolo», è diventato subito un bestseller. All'inizio dello scorso secolo, il «terzo sesso» non erano i gay e le lesbiche, erano le giovani eterosessuali emancipate, dedite al lavoro, che, si temeva, si sarebbero abbruttite con la fatica e con l'alcool, perdendo la femminilità. L'omosessualità non aveva una sua identità, ed era oggetto di persecuzione: l'Inghilterra aveva incarcerato Oscar Wilde per il suo rapporto «contro natura» con lord Alfred Douglas, mentre in Germania vigeva la famigerata legge 175 che però, curiosamente, penalizzava i gay ma non le lesbiche. Con il suo libretto, poco più di cento pagine, Willy fece perciò opera di rottura.

Ma di rottura sul piano intellettuale, non sul piano del costume. Willy, noto libertino, mescola infatti all'analisi dei diritti dei diversi la condanna della loro «concupiscenza», collocandoli nel «Museo degli errori sessuali». E diffida i giovani dal frequentare certe località o locali, di cui fornisce peraltro i recapiti e gli orari, e con immagini titillanti. Non frequentate, avverte, «l'Adonis bar di Amburgo, dove dopo le due del mattino efebi nudi danzano sui tavoli o mostrano tatuaggi infiammatori». Non frequentate «Capri, la mecca della perversione, dove spesso ragazzi indulgono in mitologici amplessi con stranieri dietro le rocce». Soprattutto non frequentate il Kleist Kasino, «il nido della sodomia tedesca, dove il cameriere presenta agli ospiti un libretto con scritto "Ti amo", e un elenco di nomi maschili e relative prestazioni». Uno specchio dell'ambiguità dell'Europa tra le due guerre mondiali, dove una cultura in rivolta si scontrava con un potere repressivo.

Il libretto sa anche di xenofobia. Secondo Willy, l'intera Asia è in preda alla perversione: «In Cina — sostiene — ci sono scuole che insegnano ai ragazzi ad arrecare piacere ai gentiluomini». Ma i suoi principali bersagli sono la Germania — «la parola pederastia ne evoca immediatamente l'immagine» — e l'Italia, definito «l'unico Paese moderno che ha innalzato la pederastia al livello di un'istituzione culturale». Willy cita gli scandali più scabrosi degli anni precedenti a Capri: le orge omosessuali dell'industriale tedesco Friedrich Krupp, poi suicidatosi in patria; la morte per cocaina del barone Jacques d'Adels Ward Feisen, uno svedese nato a Parigi, il protagonista del romanzo di Peyrefitte L'esule di Capri; ilritorno di fiamma tra Wilde e lord Douglas; e divagando su Roma, «l'insano legame tra un principe francese e un sedicenne ». Ma conclude che «i bei giorni di Capri sono finiti, oggi la clientela omosessuale è infinitamente meno chic di prima».

Il terzo sesso dà spazio a critici e difensori dell'amore gay e saffico, attraverso una prefazione di Louis Esteve, che definisce l'omosessualità «una forma estetica di cieca ricerca del piacere», e riferisce le ricerche più controverse del momento. Willy ricorda così l'inglese Havelock Ellis, l'autore del primo trattato medico sulle «inversioni sessuali»; l'austriaco Richard Freiherr Von Kraft Ebbing, che condusse un breve studio sul Conte Sandor, un transessuale, e coniò il termine sadismo dal marchese de Sade; e il tedesco Magnus Hirschfeld, il fondatore del Comitato scientifico e umanitario contro la legge 175. Ma è scettico sulle «esplorazioni scientifiche» di queste «tensioni erotiche» diverse che, protesta, vengono favorite da scrittori «con un concetto ultra moderno della vita», quali André Gide e Marcel Proust. E indulge in assurde annotazioni sulle «deviazioni sessuali dei piccioni e dei furetti».

Lawrence Schehr, il traduttore del libretto, non è affatto certo che Willy lo abbia scritto di suo pugno. Rileva che Henry Gauthier Villars, un impresario e critico musicale, si era attribuito senza fondamento alcuni lavori di Sindonie Gabrielle Colette prima del loro divorzio nel 1903. E ipotizza che abbia solo edito Il terzo sesso, un collage destinato al grosso pubblico. Probabilmente non ha torto: a ottant'anni di distanza, il libretto sa di reperto archeologico e, oltre che un confuso affresco di fermenti nascosti, è un'interessante carrellata sulla Parigi edonista degli anni Venti, i cui eroi erano Josephine Baker e il trapezista Barbette, l'americano Vander Clyde, che impersonava una donna, un amico di Jean Cocteau. Come ha notato il critico Stacy d'Erasmo, è colmo di pregiudizi nei confronti della Germania e dell'Italia, e ignora l'Inghilterra. Ma aiuta il lettore a inquadrare la nascita del movimento gay tra opere epocali come Morte a Venezia di Thomas Mann e Il secondo sesso di Simone de Beauvoir.
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Henry Gauthier Villars

  • (1859-1931) sposò Colette nel 1893.
  • Nel 1927 pubblicò «Le troisième sexe», anche se alcuni critici dubitano che ne sia l'autore.
  • Il volume è stato ora tradotto negli Stati Uniti («The third sex», 35 dollari) dal francesista Lawrence Schehr ed è edito dalla University of Illinois Press

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Dove c'è il trash ci sono i gay? E perchè?

CIAO DARWIN? MEGLIO UN ADDIO.
E' la proposta più trash e ributtante della televisione italiana.

(Angela Azzaro - Liberazione) Premessa dovuta. Ciao Darwin , il programma di Paolo Bonolis, che va in onda il martedì su Canale 5, è la proposta più trash e ributtante della televisione italiana. Vi ci siete mai imbattuti? Insomma, c'è questa storia dell'evoluzione che si raggiunge, puntata dopo puntata, vincendo la gara nello scontro tra opposte realtà: "Occidente" contro "Oriente", "bianche" contro "nere", "mogli" contro "mariti" (la prossima settimana). L'ideologia di fondo basterebbe a farci saltare sulla sedia. E' come se tutte le panzane sul darwinismo sociale diventassero spettacolo televisivo della peggiore specie. Culi e tette. E donne come molti uomini le desiderano, con le curve al posto giusto, le labbra delle dimensioni giuste, lo sguardo suadente. Se non fosse per la prima serata e per il canale, si potrebbe tranquillamente pensare che si tratti di un programma pornografico. Se fosse un programma porno e basta non ci dispiacerebbe. Tutt'altro. E' invece davvero spiacevole la doppia morale: format per tutta la famiglia e perbenista che però denuda il corpo delle donne senza troppi scrupoli. Ma almeno Bonolis lo dica chiaro e tondo: Ciao Darwin è un programma apposito per la masturbazione maschile, il resto serve solo come contorno, anche se un contorno pesante e di non poco conto. Perché quella masturbazione non solo la provoca, ma la legittima, la teorizza, la mette al centro della cultura occidentale.

Martedì scorso è però successo qualcosa che per un po' ha sparigliato le carte. Lo scontro era tra etero e gay. Ma non solo: i gay hanno vinto e hanno fatto, complessivamente, una figura migliore, soprattutto nel confronto-scontro verbale, dove sono riusciti a cantargliene quattro agli etero-orgogliosi. Un pubblico molto ampio ha potuto fare i conti con una soggettività che in televisione non ha spazio. Quando viene rappresentata o si autorappresenta è un'eccezione, tanto da meritare l'attenzione anche degli altri media. E', cioè, una notizia. La tentazione, vedendo Ciao Darwin di due giorni fa, era allora quella di gioire: finalmente tanti e tante che nutrono pregiudizi nei confronti di gay e lesbiche hanno avuto un'occasione per cambiare idea.

Gay e lesbiche sdoganati allora? A ben guardare, no. Per almeno tre motivi. Il programma di Bonolis legittima l'idea che esista una natura - madre natura per essere precise e continuare nell'elenco degli stereotipi sanciti da Ciao Darwin - da cui dipende l'ordine delle cose. E' il discorso, affrontato anche su queste pagine a proposito della pubblicità che indicava la sessualità non come una scelta ma come un destino. Avvallare l'esistente, l'ordine naturale appunto, può dare l'illusione solo per un momento dell'accettazione della pluralità. Un attimo che subito svanisce dando spazio al vero obiettivo: cioè la normazione degli uomini e delle donne secondo la regola eterosessuale. E' il solito dilemma tra allargare le maglie di quello che già c'è, sperando che così discriminazioni e pregiudizi vengano meno, o invece cambiare davvero tutto. Da capo a piedi.

C'è una seconda ragione, che forse a qualcuno sembrerà secondaria, ma che è centrale. Nella squadra dei gay, c'erano anche le donne, presumo lesbiche, ma che il presentatore continuava a chiamare indifferentemente gay. I gay sono gay, le lesbiche sono lesbiche. Non è una questione di nomi, né di essenzialismo identitario. Dire lesbiche significa sottolineare, ancora una volta, una soggettività, un conflitto, anche dentro il mondo omosessuale. Indica il fatto che le lesbiche sono donne, ma anche una storia di critica al potere maschile.

E' vero, una buona parte del movimento omosessuale è d'accordo con questa critica. La ha fatta sua, nominando il potere del maschio eterosessuale, come il potere da contrastare. Perché allora scegliere un programma sessista, come Ciao Darwin , per chiedere la visibilità dovuta? Ai gay e alle lesbiche che erano lì non può essere indifferente che le donne in quel programma siano considerate oggetti da mostrare e da toccare e che non si faccia altro che alimentare gli stereotipi di genere.

Troppe critiche per un programma stupido? Forse. Ma quella stupidità arriva molto più di tanti discorsi e più di tanti proclami. E' un movimento contrario al nostro che abbiamo voglia di cambiare le cose. Gli amici gay mi potrebbero rispondere che parliamo bene noi, che lo spazio in tv ce lo abbiamo. Ma nelle donne di Ciao Darwin , come in quelle di tanti altri programmi e pubblicità, davvero non ci riconosciamo.

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Misteri. Il simbolo del Pd.

PD vs AD
(Sloob) Quando c’è la presentazione di un nuovo simbolo o marchio c’è sempre chi lo ama e chi lo odia, anzi per dirla alla Oliviero Toscani “Per piacere a tutti non deve piacere a nessuno!”. Quindi non deve piacere, deve fare schifo! Penso che non sia sempre così. Ricordo la famigerata storia del logo Italia, effettivamente quel logo è brutto ma non per questo piace a tutti. Rimane inguardabile lo stesso.

Per quanto riguarda il nuovo marchio del neonato Partito democratico quello che mi rende perplesso è questo logo che ho trovato sul sito olandese http://www.ad.nl, dalle forme decisamente simili.
Il designer del marchio del Pd è un giovane molisano di 25 anni, si chiama Nicola Storto e ha studiato disegno industriale all’Università di Camerino, proseguendo gli studi in comunicazione visiva allo IUAV di Venezia dove ha conseguito la laurea specialistica nel 2007. Ha avuto come docenti, tra gli altri, Leonardo Sonnoli, Thomas Bisiani e soprattutto Michel De Boer, quest’ultimo direttore creativo di Studio Dumbar in Olanda (che ha realizzato il logo sopracitato). Attualmente Nicola vive a Roma, dove da tre mesi collabora con Inarea, network internazionale specializzato nella creazione e gestione di brand identity.
Certamente questa situazione è piena di stranezze o meglio “coincidenze”, e come disse qualcuno “a pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca”.

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Azioni antigay. Vaticano: Attesa per l’offensiva globale a difesa della famiglia.

(Franco Giansoldati - Il Messaggero) I cardinali scaldano i motori per sferrare un’offensiva globale a difesa della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna. Il secondo concistoro dell’era Ratzinger servirà al collegio cardinalizio non solo a fare il punto sullo stato dei rapporti ecumenici ma anche a definire l’ossatura strategica del prossimo Incontro mondiale della Famiglia previsto a Città del Messico per il 2009. Obiettivo finale: contrastare l’avanzata di leggi che in tanti parlamenti stanno sfociando nel riconoscimento delle unioni gay. «Stiamo facendo un cammino di grande importanza per la storia della Chiesa. Gli Incontri dedicati alla famiglia sono momenti che infondono coraggio a tanti sposi. Incontri necessari da quando nelle società occidentali è stata oscurata l’evidenza originaria: prima non si sentiva affatto il bisogno di specificare che una unione è formata da un uomo e una donna. Oggi, invece, che questa evidenza è scomparsa occorre ribadirla per tutelare valori fondamentali» ha spiegato il cardinale di Bologna, Caffarra, uno dei venti porporati che, due giorni fa, si sono ritrovati al di là del Tevere per il primo incontro preparatorio dell’evento messicano. Troppi i segnali negativi. La Chiesa è preoccupata. Il deus ex machina del gran consulto sulla famiglia, il cardinale Alfonso Lopez Truijllo (nella foto), esponendo il mega progetto ha persino tirato in ballo l’Onu e Bill Gates colpevoli di destinare un fiume di dollari a progetti scarsamente proiettati a proteggere il bene del matrimonio. «All’orizzonte ci sono sfide spaventose» ha lamentato Truijllo. In questo panorama, però, l’Italia è stata lodata per l’esempio fornito. Il Family Day col suo milione di persone ha rinvigorito le truppe e motivato i cattolici, inoltre a livello pubblico il dibattito osservato al di là del Tevere pare corretto, «profondo e attento». «Da questo punto di vista l’Italia, assieme agli Usa, rappresentano due realtà diverse. In Italia c’è ancora la percezione che lo scontro tra secolarismo e proposta cristiana non ha ancora avuto la sua battaglia finale. E per quello che posso vedere io nel nostro popolo c’è ancora la consapevolezza che è estremamente pericoloso negoziare su questioni riguardanti la famiglia. Il matrimonio tra uomo e donna è parte strutturale del dna del paese» ha aggiunto Caffarra. Il concistoro si aprirà oggi con un’intera giornata di dibattito, una specie di question time libero. Papa Ratzinger interverrà all’inizio e alla fine lasciando ai cardinali la più ampia libertà di discussione. Domani, invece, la solenne cerimonia dell’imposizione della berretta rossa a 23 nuovi porporati, di cui 18 elettori, vale a dire con meno di 80 anni. Tra questi Bagnasco, Comastri, Lajolo, Farina e l’argentino Sandri. Una curiosità. Per l’occasione Benedetto XVI farà uso di paramenti liturgici storici compresa una mitra utilizzata da Pio IX tirata fuori dalla naftalina per l’occasione. Sul sagrato di San Pietro a ricevere l’anello cardinalizio ci sarà l’anziano patriarca di Baghdad, Delly, coraggioso difensore dei cristiani perseguitati in Iraq.

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Arriva online la resa dei conti nella Cdl "Silvio lasciali". "Berlusca illusionista".

(Paolo Berizzi - La Repubblica) Si beccano, s´insultano, si sfottono. Come i fidanzati che si lasciano male e sbattono in piazza liti e rancori, tra forzisti e aennini è arrivato il tempo delle beghe. Il sapore aspro della resa dei conti. On line. Su Spazio Azzurro, la bacheca virtuale di Forza Italia, Antonio da Bergamo scrive: «Silvio non rispondere ai Casini di Fini... lascia che si roda nel suo fallimento», e più avanti: «Fini torna pure al tuo 5% scarso e fuori dall´arco costituzionale. Casini torna pure al tuo 2% scarsissimo e magari ripigliati Follini e andate...», in un luogo irriferibile. C´è l´avellinese Pino che snocciola la sua conversione: «Seguo Fini da quando Almirante disse ad Avellino questo ragazzo cambierà la destra in Italia. Da due anni sto con Forza Italia, stanco di chiacchiere inutili». Sapida replica sul forum di politica online, sezione Alleanza Nazionale. «Grande Gianfranco! Molla Berlusca al suo destino di attore in Centovetrine. Il nostro buon Almirante sarebbe contento del tuo lavoro... ».

La cultura dei forum e delle chat, a dire la verità, non è che sia proprio il punto forte di An. Sul sito del partito non ne esiste uno: bisogna scovarli qua e là nella rete. Un po´ enfatico, Onofrio, sezione Mola di Bari, chiosa: «Finalmente liberi dagli illusionismi del Cavaliere, avanti soli che così si fa la storia!». Dall´altra parte sono trancianti: «Dopo quello che stanno dimostrando - è il post della forzista Solenero - personalmente con Fini e Casini non vorrei più avere niente a che fare, nemmeno li saluterei». Definitivo anche Franco da Gorizia: «Fini e Kasini hanno corso per perdere le politiche e affondare Berlusconi: politicanti con poca dignità. Forza presidente noi siamo con te!». Gabriella da Firenze va sul classico: «Meglio soli che male accompagnati. Fini era la classica serpe nel seno». Qualcuno, pur temendo crolli elettorali, assapora la primogenitura dei voti: «Finalmente ce li siamo levati di torno (Fini e Casini) - conclude su Spazio Azzurro Giorgio da Massa Marittima - Anche se perdiamo le elezioni almeno i voti sono nostri e non di politici che scodinzolano alla sinistra». Tra i militanti di Azione Giovani Sabaudia c´è ottimismo: «Noi siamo una cosa, loro un´altra. Basta maestrini, adesso ognuno per la sua strada». Quale? «Anche Fini va lasciato al suo destino - ragiona il berlusconiano Mafra61 - non sa nemmeno lui da che parte stare, forse pensa di tornare all´elefantino con Segni!!!». Alla guerra come alla guerra. In mezzo c´è spazio per gli indecisi, quelli che è solo un problema di narici. Ascaro41 (Milano) su politica on line: «Personalmente non mi piace il Berlusca ma ancora di meno Fini. Alla peggio mi turo il naso. Meglio Berlusca!».

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“Coming out”, moda o voglia di dire basta?

(Gaywave) Coming out, sembra essere il tormentone di questo periodo.
Da più parti, internet, Tv, stampa si assiste a questo o quel personaggio, pubblico o no, che dichiara la sua omosessualità, o comunque la sua sessualità in generale.
Forse siamo giunti ad un momento in cui certi preconcetti, certe paure si sono ridimensionate o forse si riesce semplicemente ad affrontarle con maggiore sicurezza; ed ecco che allora dichiarare la propria sessualità ad amici, parenti o fan diventa più facile….
La storia che riporto però non è quella del personaggio politico, televisivo o di spettacolo, ma del classico e semplice ragazzo come tutti noi, che decide di svelare la sua sessualità ai genitori, in questo caso alla mamma.
Spesso l’ambiente familiare è quello più difficile da affrontare, perchè si sà la famiglia è un caldo letto ovattato, ma a volte (se lo vuole) può tramutarsi in un microcosmo infernale.

La sua è la storia di un coming out sofferto, ma a lieto fine, fatto attraverso un video prima consegnato alla mamma e poi messo su YouTube. Niente discorsi imbarazzati intorno a un tavolo nel tentativo di trovare il tono e le parole giuste, ma un video montato da solo in un pomeriggio di ordinaria sofferenza.
Il tutto anche per dare un calcio a un passato di discriminazioni e molestie subite nei cinque anni di inferno trascorsi in una scuola di Napoli.

-…Mamma, scrivo queste parole con le lacrime agli occhi, vorrei già conoscere la tua reazione per sapere se mi caccerai di casa, mi odierai, se mi terrai alla larga, se non mi rivolgerai più la parola o un semplice ma importante sguardo….-, dice rivolgendosi alla madre.

Vanny, questo il suo nome, per ora, è l’unico in Italia ad aver fatto coming out attraverso un video. Ma negli USA la pratica è già diffusa da tempo.

Questo è il video in questione…

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Mare, natura e resort a cinque stelle. La Maremma diventa un “Sistema”.


(Panorama) E adesso la Maremma diventa un brand. Area della Toscana più selvaggia, ricca di attrattive turistiche, dal mare, alle vestigia etrusche, alla vita rurale fino all’enogastronomia, è diventata in breve tempo meta preferita di turisti italiani e stranieri. Oggi per valorizzarla ancora di più nasce il Sistema Maremma Tuscany, partnership che vede coinvolti enti pubblici come la Provincia di Grosseto, la Camera di Commercio e l’APT della Maremma insieme a hotel, ristoranti e impianti sportivi, per un’offerta turistica globale. Obiettivo, incrementare le già notevoli presenze: si parla di una media di 5 milioni di visitatori all’anno, attirati dai 160 chilometri di costa e dalle spiagge incantevoli come quelle dell’Isola del Giglio e Giannutri. Ma anche delle rovine etrusche (bellissime quelle di Roselle e Vetulonia) e dai paesi ricchi di torri, castelli e fortificazioni lasciati in eredità dalle famiglie Aldobrandeschi, Medici e Lorena. Il tutto incastonato in 40.000 ettari di riserve di naturali dove è ancora possibile assistere alle imprese dei butteri.

Chiara l’intenzione di alzare il tiro e conquistare una fetta di viaggiatori di profilo superiore. Tra le aziende private che sostengono l’iniziativa ci sono infatti realtà enogastronomiche produttrici di vino e olio e tenute agricole storiche, hotel e resort a cinque stelle con Spa e centri benessere, campi da golf e porticcioli turistici. Il tutto con una testimonial d’eccezione che farà conoscere la sua terra ben oltre i confini europei: Alessandra Sensini, campionessa di windsurf e maremmana Doc, parteciperà alle Olimpiadi di Pechino 2008 senza sponsor commerciali ma portando sulla vela il solo logo del territorio Maremma Tuscany.

Guarda la GALLERY

Da vivilamaremma.it:

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Lotta all'Aids: Colosseo illuminato il 1° dicembre.

(Prima) Sabato primo dicembre, in occasione della Giornata mondiale contro l’Aids, il Colosseo sarà illuminato per ricordare l’importanza e l’attenzione che la lotta nei confronti di questa terribile malattia deve sempre avere. La decisione di illuminare il Colosseo è stata presa dal sindaco Veltroni anche su richiesta di Arcigay Roma, Cgil Roma e Lazio, Arcilesbica Roma e Nps Italia Onlus.

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Nuovo sito per l’Arcigay del Verbano-Cusio-Ossola.

manifesto-arcigay.jpg(Queervarese) La nostra provincia si affaccia sul Lago Maggiore e da Laveno in pochi minuti di battello si raggiunge Verbania, dove da tempo esiste un gruppo LGBT che ha fondato l’associazione Arcigay “Nuovi Colori” che promuove una cultura del rispetto reciproco e la lotta contro ogni forma di discriminazione.

Da pochi giorni è on line il loro nuovo sito che si caratterizza per un piacevole aspetto grafico e una revisione dei contenuti.

Tra gli appuntamenti segnaliamo un pranzo sociale presso il Ristorante “Miralago” di Griffa (VB) domenica 2 dicembre e lo spettacolo teatrale sul tema dell’omosessualità dal titolo emblematico “Comuni marziani” che si terrà il 16 dicembre (ulteriori dettagli verranno indicati in seguito sul sito).

Non ci resta che augurare agli amici di Verbania un grande successo per tutte le loro iniziative!

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Come farsi un preservativo per il sesso orale.

(Queerblog) Il profilattico, come non ci stancheremo mai di dire, è l’unico presidio in grando di ridurre al minimo i rischi di trasmissione delle malattie veneree, non solo l’Aids, ma tutte le altre infezioni che si possono contrarre in un rapporto sessuale. Certo, se poi si pratica l’astinenza il rischio si azzera, ma qui parliamo di chi il sesso lo pratica ed è ben contento di farlo.

Attenzione, però, i rischi di infezione non risiedono solo nella penetrazione, ma anche in rapporti sessuali di altro tipo, in cui è bene comunque proteggersi. Anche il sesso orale - che non è una materia d’esame - può comportare rischi, specie se ci sono altre infezioni in corso o se esistono piccole ferite nella bocca o altro.

Dunque è bene usare il profilattico anche quando siamo impegnati in una fellatio (facciamo o ci facciamo fare un pompino): magari meglio usare quelli aromatizzati, alla frutta o al cioccolato. E se invece si pratica il cunnilinguus o il rimming (cioè leccare la vagina o l’ano)? In quel caso è bene usare un dental dam, la cosiddetta barriera dentale che nasce in odontoiatria, ma è perfetta per alcune forme di sesso orale.

Ora, se trovare un normale profilattico è molto semplice (anche se per qualcuno è scioccamente imbarazzante comprarlo), le cose si complicano con il dental dam: lo potete acquistare online oppure in alcuni negozi specializzati, tipo sexy shop. Ma c’è anche un’alternativa. Ricavare un dental dam da un normale preservativo in lattice.

Questo sito spiega passo a passo con immagini chiarissime come trasformare un profilattico in un dental dam. Adesso non avete più scuse nei vostri incontri sessuali di tipo orale: meglio essere sicuri, eh!

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A Pinerolo “Panettone in vetrina” per un weekend

(Gustoblog) Già da alcune settimane i prodotti tipici natalizi ci fanno l’occhiolino dai banchi del supermercato. Primo fra tutti il panettone, immancabile sulle tavole delle feste, che viene celebrato anche in un’apposita manifestazione.

Si tratta di “Panettone in vetrina” e si svolge il 24 e 25 novembre a Pinerolo (To) presso il foyer del Teatro Sociale di Piazza Vittorio Veneto. L’inaugurazione sabato alle 16, quando sarà presentato per l’occasione il libro “Il Panettone, Storia, leggende e segreti di un protagonista del Natale” di Stanislao Porzio, Guido Tommasi Editore; domenica, invece, incontro con i produttori e, soprattutto, degustazioni guidate con maestri del panettone provenienti da tutt’Italia.

Una curiosità ci viene comunicata da La Stampa: a Pinerolo, nel 1922, nacque la versione bassa del panettone con glassa di nocciole firmata Galup. L’ingresso è libero: fuor di metafora, si mangia a sbafo!

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Milano: un Hotel Moschino a Porta Nuova.

(Travel blog) Nella foto, tratta da Storia di Milano, vedete l’edificio del 1840 che fu la prima stazione ferroviaria di Milano, in viale Monte Grappa. Serviva la linea Milano-Monza e la domenica era una classica gita fuori porta del milanese: leggete qui la storia completa, completa di polemiche per la costruzione poco sicura perchè esterna alle mura dei bastioni.

Dice TTG che il palazzo sarà il primo hotel del brand Moschino, con 54 camere e 15 suite e un ristorante affacciato sul giardino interno.

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La cannella in erboristeria rimedio naturale.

(Benessere blog) Profumata, usata in cucina ma poco conosciuta per le sue proprietà curative. Ve la presento: la cannella è ricca di oli essenziali e tannini ha proprietà antispastiche per stomaco e intestino. Consigliata in infuso per la tosse secca e stizzosa, tracheiti e faringiti.

Meglio acquistarla intera o a pezzi ma non in polvere. Il processo di polverizzazione tende a disperdere gli oli essenziali che le conferiscono aroma e che hanno proprietà terapeutiche. Meglio tritarla al momento dell’utilizzo.

La cannella era, fino al 1800, il componente principale della teriaca ( in greco antitodo), utilizzata contro diversi tipi di veleni e intossicazioni, soprattutto a causa di cibi andati a male. In erboristeria la trovate anche come olio essenziale.

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"Fight Club" reunion? No.

Brad Pitt abbandona "State Of Play" e lascia solo Edward Norton.

(Mtv) La coppia di "Fight Club" non torna a lavorare insieme: secondo quanto scritto da Variety Brad Pitt ha abbandonato il thriller "State Of Play". Non si capisce perché l'abbia fatto, ma questo potrebbe mettere nei guai la pellicola.

Perché potrebbe metterla nei guai? Perché occorre trovare un valido sostituto in tempi molto brevi: le riprese di "State Of Play" avrebbero dovuto cominciare il 15 novembre 2007 e dunque siamo già in ritardo sulla tabella di marcia. Dovesse continuare così, il rischio è di perdere per strada gli altri attori del cast, gente del calibro di Edward Norton, Helen Mirren, Rachel McAdams, Robin Wright Penn e Jason Bateman. Sarebbe un peccato rinunciare a un cast di questo livello (tra l'altro, tutto ciò aumenta la perplessità sui motivi che hanno spinto Brad Pitt a mollare).

Universal Pictures commenta in questo modo: "Brad Pitt ha lasciato la produzione di 'State Of Play'. Questo non cambia il nostro impegno nei confronti dei filmmakers, dei membri del cast e della troupe e di chiunque altro sia coinvolto nella realizzazione di questo film".

A proposito: "State Of Play" è diretto da Kevin Macdonald ("L'Ultimo Re Di Scozia") ed è scritto da Matthew Michael Carnahan ("The Kingdom", "Leoni Per Agnelli"). È l'adattamento cinematografico di una miniserie inglese e racconta la storia di un politico diventato giornalista (avrebbe dovuto essere Brad Pitt) che indaga su un omicidio che coinvolge un amico e politico emergente (Edward Norton).

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«La verità sull’Aids Un’emergenza sopravvalutata».

Un appello al realismo, perché la medicina non si lasci travolgere dal battage mediatico e politico, ma operi sulle emergenze reali che costringono alla sofferenza milioni di persone nel mondo.

(Gaia Cesare - Il Giornale) Un'analisi lucida e misurata sul rapporto costi-benefici di alcune campagne internazionali, specie di quelle che hanno acceso i riflettori su certe malattie, inserendole fra le priorità di governi e istituzionali transnazionali.

Dalle pagine del Daily Mail, Karol Sikora, il più autorevole esperto di tumori del Regno Unito, professore di Medicina per il Cancro e consulente di Oncologia dell'Imperial College School of Medicine di Londra ed ex capo del Dipartimento di Oncologia dell'Organizzazione mondiale della Sanità, si spinge in un'analisi che è quasi una provocazione. E che mette in discussione anni di psicosi, di finanziamenti e impegno sull'emergenza Aids. Il luminare britannico è convinto che sul virus dell'Hiv siano stati commessi degli eccessi, non solo statistici, ma anche e soprattutto finanziari. In sostanza, l'impegno di molti governi e istituzioni per fronteggiare la malattia, considerata per vari anni la pandemia del secolo, sarebbe andato ben oltre le necessità reali, e a discapito della lotta a virus e patologie persino più gravi.

«Ci sono malattie che diventano più in voga nella coscienza pubblica e attraggono così maggiore sostegno politico e attenzione. Il virus dell'Hiv ne è un classico esempio», scrive Sikora. «L'Aids ha monopolizzato l'attenzione dei governi e ha inghiottito enormi somme di denaro pubblico». Insomma, allarme in Europa e nel Terzo Mondo, impegno delle organizzazioni internazionali: «Ma gran parte di quel panico, seppure comprensibile, è stato mal riposto», spiega Sikora.

A supporto della sua analisi - mentre ricorda che "ogni tipo di sofferenza umana merita attenzione e compassione" - l'oncologo inglese cita i dati diffusi mercoledì scorso proprio dalle Nazioni Unite. Il virus dell'Hiv ha subìto un declino nell'ultimo decennio, il numero di chi convive con la malattia si è ridotto notevolmente, da 40 a 33 milioni e così anche le nuove infezioni, che si aggirano intorno ai due milioni e mezzo, il 40% in meno di quanto fosse stato stimato lo scorso anno. Eppure si assisteva al paradosso: all'inizio degli anni Novanta, il Regno Unito offriva più assistenza psicologica, servizi di aiuto telefonico e risorse umane del numero dei malati stessi.

Anche «l'idea che tutti siano egualmente a rischio si è dimostrata errata. L'Onu ammette che in gran parte del mondo la malattia si concentra soprattutto fra omosessuali, drogati e prostitute», aggiunge Sikora. Che poi precisa: «Non intendiamo negare che ci sia ancora un forte problema con l'Aids, che richiede un'azione globale urgente. Ma ciò deve servire a mettere in prospettiva un po' di isterismo».

Lo studioso non ne fa una questione di malattie di serie A e serie B, ma apre un dibattito nella comunità medico-scientifica e negli ambienti politici perché ci si interroghi sulle priorità. Lui stesso, come esperto di oncologia, denuncia che la mancanza di testimonial d'eccezione non ha giovato alla causa del cancro alla prostata quanto invece hanno fatto la cantante Kylie Minogue e l'ex moglie di Paul McCartney, Linda, nella lotta contro il cancro al seno, che pure contano reciprocamente, ogni anno, ventimila morti nel Regno Unito. Il messaggio, insomma, è chiaro: non si possono affidare le speranze e la sofferenza di milioni di malati e la raccolta dei fondi ai testimonial e alla propaganda e il mondo politico deve interrogarsi sulla rincorsa agli slogan che ha danneggiato l'informazione corretta e la ricerca.

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Usa, alle elezioni locali bene i candidati lgbt.

(Queerblog) A un paio di settimane di distanza dal voto - negli Stati Uniti le elezioni sono sempre concentrate in un unico giorno a novembre, si possono cogliere piccoli segnali di apertura verso i gay e le lesbiche nella società americana, anche in quei famigerati stati “rossi” (repubblicani), in cui la tradizione, il fucile e la Bibbia vanno a braccetto con i pregiudizi.

Diversi candidati gay, infatti, come riporta l’associazione Gay and lebian Victory Fund, sono stati votati e hanno ottenuto diverse vittorie in queste tornata di elezioni locali, l’ultima prima del grande voto presidenziale del 2008.

Dei 71 candidati apertamente gay o lesbiche sostenuti dall’associazione, in 31 sono stati eletti il 6 novembre e si aggiungono ai 10 che avevano vinto la loro corsa all’inizio dell’anno. Tra gli altri Jeffrey Andersono è diventato il primo gay eletto in Minnesota, Brian Bates il primo gay repubblicano in Georgia, Joel Burns ha raggiunto il ballottaggio a Fort Worth, in Texas!

Piccoli, timidi segnali, ma almeno positivi.

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Natale 2007: i mercatini di Natale di Salisburgo.

(Stylosophy) Continua il nostro viaggio all’interno i mercatini di Natale che illumineranno il mese di dicembre. Oggi vi vogliamo portare a Salisburgo, la magica città di Mozart, dove, nel periodo natalizio, sono tanti gli appuntamenti e le manifestazioni organizzate per vivere in modo speciale questo Natale 2007.

Salisburgo per il periodo natalizio accoglierà stand gastronimici, dove assaggiare prelibatezze austriache, ma anche bancarelle dove comprare oggetti di ogni tipo. Ogni piazza sarà animata da un mercatino diverso. Inoltre, l’atmosfera del Natale sarà resa ancora più magica dalla Stalla di Betlemme che accoglie animali veri e giochi per i più piccoli.

I mercatini di Natale di Salisburgo saranno aperti dal 24 novembre 2007 al 24 dicembre 2007, con il seguente orario: dal lunedì al giovedì dalle ore 10 alle 20.30, il venerdì dalle ore 10 alle 21, il sabato e i giorni festivi dalle ore 9 alle 21, mentre la domenica dalle 9 alle 20.30. Il giorno del 24 dicembre i mercatini saranno aperti dalle 9 alle 15.

Ogni sabato nella piazza della Residenza ci saranno concerti e canti. Per maggiori informazioni, ecco il programma completo della manifestazione.

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Assegnati al Brasile i Mondiali di calcio del 2014.


(Blogosfere) Il 30 ottobre è stata assegnata dalla Fifa al Brasile l'organizzazione dei mondiali di calcio del 2014. La decisione è stata presa all'unanimità. Il Brasile era rimasto l'unico candidato dopo la repentina ritirata della Colombia. L'ultima volta che questo paese ospitò i Mondiali fu nel 1950 quando la squadra locale subì la drammatica sconfitta per 2-1 nella partita decisiva del girone finale nello stadio Maracanà di Rio de Janeiro per opera dell'Uruguay. In questa maniera il Brasile diventerà il quinto Paese ad aver ospitato due edizioni dei mondiali dopo Messico (1970 e 1986), Francia (1938 e 1998), Germania ovest/Germania (1974 e 2006) e Italia (1934 e 1990). Lula, che era a Zurigo nella sede della Fifa al momento dell'annuncio dell'assegnazione ha dichiarato: "Ora abbiamo una grossa responsabilità". "Dobbiamo allestire un evento straordinario, siamo felicissimi di avere questo incarico. Non sono io ad assumermi una responsabilità. Non è nemmeno il presidente della federcalcio: è l'intero paese che dovrà farsi carico di questa missione. Abbiamo molte questioni da affrontare, lo faremo come paese. Siamo orgogliosi della fiducia dimostrata nei nostri confronti: faremo il nostro dovere e nemmeno gli argentini- ha aggiunto con tono ironico- potranno criticarci". Michel Platini ha al contempo fatto una battuta dicendo che il Mondiale in Brasile è come un pellegrinaggio in un luogo sacro, "alla Mecca, o a Santiago di Compostela, o a Gerusalemme". Infine ha dichiarato: " Il Brasile è il Paese che ha regalato più di tutti qualcosa al calcio. È la più grande nazione di calcio al mondo, ha vinto il maggior numero di mondiali, ha regalato il maggior numero di talenti".

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Le staminali ips e la fine della guerra culturale.

(Christian Rocca) New York. La guerra culturale sugli embrioni probabilmente è finita, almeno così sostengono i grandi giornali liberal americani, gli stessi che in questi anni hanno alimentato il fronte “scientifico” del dibattito e spesso sottostimato quello “etico”. Il punto di scontro è quello della distruzione dell’embrione, cioè del primo stadio della vita umana, al fine di cercare disperatamente nuove e possibili cure per le persone in carne e ossa. I sostenitori della sperimentazione credono sia immorale fermare il progresso della ricerca scientifica, gli altri che non sia lecito porre fine a una vita umana per curarne un’altra.

Ora, con tutte le cautele necessarie, lo scontro è stato superato grazie a due ricercatori del Wisconsin e del Giappone e, come ha detto uno dei due, “tra dieci anni questo dibattito sarà soltanto una simpatica nota a margine della storia”. I due scienziati hanno infatti scoperto il modo di trasformare normalissime cellule di pelle umana in cellule staminali embrionali, esattamente quelle su cui da una decina d’anni il mondo scientifico ripone le maggiori aspettative per trovare rimedi a malattie oggi incurabili. Il procedimento dei due scienziati non comporta né l’uso né la distruzione degli embrioni. Le nuove staminali embrionali etiche si chiamano “cellule ips”, “induced pluripotent stem cells”, “staminali pluripotenti indotte”.
Il lieto fine, come nei film hollywoodiani, è reso ancora più formidabile dal fatto che uno dei due grandi pacificatori, lo scienziato del Wisconsin, è James A. Thomson 8nella foto). Il nome ai profani del settore non dice niente, ma il New York Times racconta che il dottor Thomson, 48 anni, è lo stesso Thomson che nel 1998 è stato il primo ricercatore ad aver estratto cellule staminali da embrioni umani, distruggendo nel processo l’embrione e avviando un dibattito etico e culturale in America e nel resto del mondo. Nove anni dopo, ha raccontato lo stesso Thomson al Times, in quegli stessi laboratori è riuscito a risolvere le sue preoccupazioni etiche, ben presenti e pressanti malgrado sapesse che gli esperimenti sugli embrioni avrebbero offerto informazioni fondamentali per capire lo sviluppo umano e individuare nuove cure: “Se la ricerca sulle cellule staminali embrionali umane non mette almeno un pizzico di disagio, vuole dire che non si è riflettuto abbastanza – ha detto Thomson al Times – Io ci ho pensato molto e a lungo”.
La straordinaria scoperta, ancora da perfezionare, ha avuto il merito di ribaltare il dibattito politico e culturale intorno alla ricerca scientifica, al punto che il Washington Post ha individuato nel lavoro dei due scienziati una specie di rivalsa pubblica della politica e delle scelte di George W. Bush. Il presidente americano, infatti, aveva vietato il finanziamento federale alla ricerca sugli embrioni, e poi posto il veto alla legge libertaria approvata di recente dal Congresso democratico, convinto che sarebbe stata la stessa comunità scientifica a trovare una via d’uscita al dilemma etico.
I collaboratori di Bush hanno spiegato che la Casa Bianca si auspicava esattamente una soluzione eticamente compatibile come quella trovata dai due scienziati e hanno ricordato che uno dei due studi ha ricevuto finanziamenti federali dall’Istituto Nazionale della Salute. “La scienza ha prevalso sulla politica – ha detto Karl Zinsmeister, capo dei consiglieri di politica interna di Bush, ribaltando una delle accuse che il fronte pro ricerca rivolge da sempre ai difensori dell’embrione – Se si fissano parametri ragionevoli e si offrono molti incoraggiamenti e tanti fondi pubblici la scienza trova sempre il modo di risolvere il problema e noi non dobbiamo combattere una guerra culturale”.
Il vicepresidente della task force sulle staminali al National Institutes of Health, James Battey, ha detto di “non vedere nessuna ragione al mondo per cui il lavoro dei due ricercatori non debba ricevere finanziamenti federali”, mentre Richard Doerflinger della Conferenza episcopale americana, ha confermato che “gli scienziati cattolici non pongono questioni morali alla nuova tecnica”.
I politici più liberal, a cominciare dal senatore Ted Kennedy, hanno riconosciuto la straordinaria portata del lavoro dei due scienziati, ma non sembrano così decisi a rinunciare alla battaglia, ormai un po’ di retroguardia, sul finanziamento federale alla ricerca sugli embrioni. Eppure, racconta il Washington Post, anche i più scettici dell’approccio bushiano riconoscono che la creazione di cellule “staminali ips” rende molto più complicata la campagna a favore della ricerca embrionale, anche se gli scienziati dicono che è ancora troppo presto per abbandonarla. Nel breve questo vuol dire che il Senato di Washington avrà molta più difficoltà a trovare la maggioranza qualificata di 67 senatori per superare il veto di Bush sulla proposta di reintrodurre i finanziamenti a favore della ricerca sugli embrioni.
L’aspetto più interessante, come ha segnalato ieri in prima pagina il Washington Post, è che la scoperta di un modo non controverso per creare cellule staminali equivalenti a quelle embrionali ha generato scosse economiche e geopolitiche in California, nello stato di New York e negli altri sei stati americani che in questi anni hanno deciso di investire miliardi di dollari in centri di ricerca che sperimentano sulle staminali embrionali. Questi stati avevano individuato nel vuoto creato nel 2001 dal divieto di finanziamenti federali deciso da Bush uno spazio straordinario per attirare i migliori scienziati, costruire le infrastrutture più avanzate tecnologicamente e offrire quindi nuove opportunità di lavoro e di business alle proprie comunità. La California, da sola, s’è impegnata a investire nella ricerca sugli embrioni tre miliardi di dollari in dieci anni.
Ora, però, c’è la possibilità concreta che le “staminali ips” possano attirare i fondi federali e rendere superati gli investimenti già fatti sulla ricerca embrionale. C’è chi dice che i due filoni resteranno paralleli, ma c’è anche chi crede che i 560 milioni l’anno che il National Institute of Health garantisce agli studi sulle staminali non embrionali potrebbero diventare molti di più e, addirittura, democratizzare il campo della ricerca scientifica biomedica. “Mi immagino già -– ha detto al Post Jonathan Moreno, professore di bioetica all’Università della Pennsylvania – che in posti come il Texas e la Virginia ci saranno politici che diranno: ‘Be’, ora possiamo farlo anche noi’”.

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Corteo a Roma contro la violenza sulle donne, 'cacciata' la Prestigiacomo. Giornalisti uomini spintonati fuori dal corteo.

Messaggio del ministro Ferrero: ''Adesione a giornata di lotta''. La parlamentare di FI è stata violentemente contestata da un gruppo di manifestanti al grido 'Fuori i fascisti'. L'ex ministro: ''Siamo qui senza bandiere''. Solidarietà dalla Turco: ''Torni a sfilare con noi''. Allontanata anche Mara Carfagna. Giornalisti maschi 'aggrediti' e spintonati. Slogan e striscioni contro il pacchetto sicurezza.

(Adnkronos/Ign) - Donne di tutte le età e di tutte le nazionalità stanno sfilando a Roma contro la violenza. Al corteo, partito da piazza Esedra, fa capolino anche un burqa. Gli slogan invitano a "mettere giù le mani dalle donne" e avvertono che "per sovvertire il patriarcato, il parapiglia lo facciamo sì!". Molti i cori contro il pacchetto sicurezza, come: "Se la violenza è sotto al tetto che ce facciamo co sto pacchetto".

A rovinare la manifestazione è stato però un gruppo di manifestanti 'esaltate', che, al grido di 'Fuori i fascisti dal corteo', ha violentemente contestato e cacciato fuori dal corteo la parlamentare di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. ''La violenza alle donne - ha precisato l'ex ministro delle Pari opportunità - non può e non deve avere colore politico".

"Siamo qui senza bandiere, soprattutto come donne. Se questo è il livello di tolleranza di alcune associazioni - ha affermato Prestigiacomo rivolta anche a chi la invitava con veemenza ad allontanarsi dandole della fascista - perché altre non hanno assolutamente contestato la mia presenza, la sinistra si qualifica per quello che è''. Con la Prestigiacomo sono state allontanate dal corteo anche la deputata di Forza Italia, Mara Carfagna, e Gloria Porcella, responsabile Azzurro Donna Lazio. "E' inaccettabile - commenta la Carfagna - e dimostra come anche su temi che dovrebbero unire tutte le donne, si fomenta l'odio ideologico di parte".

Il ministro della Salute Livia Turco, che sta partecipando al corteo, ha condannato le contestazioni all'ex ministro delle Pari opportunità. "Oggi è di nuovo una grande manifestazione di donne insieme contro la violenza - ha sottolineato -. Il dissenso nei confronti dell'onorevole Prestigiacomo è stato espresso solo da una minoranza esigua. Spero vivamente che torni a sfilare insieme a noi".

Anche due giornalisti uomini e un fotografo sono stati spintonati e cacciati fuori dal corteo da un gruppetto di donne intemperanti lungo via Cavour, all'altezza di Santa Maria Maggiore. Secondo le manifestanti i tre avevano il difetto di appartenere al cosiddetto sesso forte. A nulla sono valse le motivazioni che si era lì per lavorare. La richiesta senza appello è stata quella di allontanarsi o, comunque, rimanere all'esterno del corteo.

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in occasione del 25 novembre, 'Giornata Internazionale contro la violenza alle donne', ha inviato un messaggio al ministro per i Diritti e le pari opportunità Barbara Pollastrini,che ha ringraziato il capo dello Stato ''per le parole e per l'attenzione'' alla problematica femminile. "Confido che in Parlamento si sviluppi un serio confronto - scrive Napolitano-, che consenta di concludere positivamente l'iter parlamentare della proposta di legge in discussione".

Alle manifestanti è arrivato un messaggio del ministro per la solidarietà sociale Paolo Ferrero. "Voglio testimoniare a tutte voi - scrive - la mia piena e convinta adesione alla vostra manifestazione e a quella che è una giornata di lotta: di lotta contro la violenza maschile sulle donne".

Il corteo si chiuderà a piazza Navona dove da due maxischermi verranno diffuse le cifre della violenza sulle donne e intervistate alcune vittime. Nessun palco e nessun intervento ufficiale è stato previsto dall'organizzazione.

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Ecuador, 10 anni di omosessualità legale.

(Queerblog) Fino a dieci anni fa, in Ecuador, avere una relazione sentimentale con una persona del proprio stesso sesso costava la galera: da 4 a 8 anni di reclusione. In questi giorni la comunità lgbt ecuadoriana e tutti i sostenitori dei diritti civili celebrano il decennale della legalizzazione dell’omosessualità.

Il 25 novembre 1997 - dopo una campagna di un paio d’anni condotta anche nei piccoli paesi e nelle città di provincia e dopo alcuni tentativi andati a vuoto di correggere l’articolo 516 del codice penale per via parlamentare - fu il Tribunale Costituzionale dell’Ecuador a esprimersi sulla vicenda, grazie a migliaia di firme raccolte financo nei bar e nelle discoteche. E i giudici cancellarono il primo comma di quell’articolo, giudicando che violava i diritti delle cittadine e dei cittadini omosessuali. Oggi in Ecuador si festeggia, ma la piena uguaglianza non è ancora arrivata.

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Giovani e politica: l’autogol di Famiglia Cristiana.

(UAAR) Famiglia Cristiana, settimanale dei paolini, ha pubblicato i risultati di un sondaggio su giovani e politica.

Non ci credono più. Sono insoddisfatti, delusi. Vorrebbero risposte concrete ai loro problemi, soprattutto il lavoro, ma vedono sempre le stesse facce. […] La disaffezione in questo campo è certamente diffusa e maggioritaria, ma non è generalizzata, visto che quasi il 40 per cento dei giovani dimostra interesse per le vicende politiche, si tiene informato, segue gli eventi. Può darsi che questo “interesse” non sia seguito dalla voglia di approfondimento e di partecipazione. In tutti i casi, il rifiuto o il disgusto della politica non sembra prevalere e accanto al distacco di molti si registra l’attenzione di altri sulle questioni che riguardano il Governo e l’organizzazione della vita pubblica.

Andiamo allora a osservare i risultati col microscopio. Troviamo due dati notevoli:
1) I giovani che seguono la politica (anche se poi la criticano) sono quelli con un più alto livello di istruzione e informazione: sono prevalentemente maschi, del centro-nord e del centro-sinistra. E’ un profilo molto vicino a quello di quei giovani che, secondo altre inchieste di cui abbiamo già dato conto (ad es. l’ultima Multiscopo Istat), sono più distanti dalla religione.

2) Se la politica ne esce male, la Chiesa ne esce peggio. Come istituzione, risulta gradita solo dal 52% del campione, ben sotto l’Unione Europea e la scuola. Il politico più sgradito è anche il più clericale tra quelli proposti: Mastella. Ancora più grave, alla domanda su quali valori un politico dovrebbe sostenere con maggior forza, la “fede religiosa” finisce malinconicamente all’ultimo posto, con solo il 6%.
A riprova, il gradimento della Chiesa è più alto proprio tra coloro che hanno un interesse scarso o nullo per la politica, e più basso tra coloro che se ne interessano. La forbice tra i due estremi è la più alta dell’intero campione, in singolare analogia con… le banche.

Cresce dunque il numero di coloro che, pur interessati alla politica, se ne disinteressano, e parallelamente si allontanano dalla Chiesa: probabilmente, proprio a causa della sua eccessiva influenza politica. Un fenomeno già osservato negli USA da qualche anno (con particolafe riferimento al fondamentalismo protestante), e che ha finito per provocare un curioso risultato: la crescita del numero degli americani che si dichiarano senza una religione (cfr. Michael Hout e Claude S. Fisher, “Why more americans have no religious preference: politics and generations”, in “American Sociological Review”, 2002, vol. 67, pp. 165-90).

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Il popolo dei bloggers a raduno in Spagna.

(azzuro) Ha avuto inizio a Siviglia la seconda edizione di Evento Blog Espana.
Per i profani è il più grande appuntamento spagnolo del settore.
E' prevista la partecipazione di oltre 800 bloggers ma anche una folta presenza di curiosi e di visitatori.
Si parlerà di tutto ciò che fa tendenza nel mondo dei bloggers ; di Second Life, di You Tube, di Twitter e di molte novità come i microblogging.
Si discuterà anche di televisione on line, che molti considerano uno degli sviluppi più interessanti della rete per il futuro.
La conferenza di apertura è stata affidata a Shel Israel, considerato uno dei massimi teorici del web 2.0 negli Stati Uniti.
Molti sono stati i personaggi di rilievo che hanno aderito alla manifestazione spagnola, fra i tanti sarà presente anche Biz Stone, uno dei padri fondatori di Twitter.
Ma la cosa che sembra avere più successo in questo tipo di manifestazioni è l'opportunità, concessa ai fruitori della rete, di poter conoscere direttamente quei "bloggers" che sono stati compagni virtuali di tante loro "navigazioni" in rete.
Grande sarà sicuramente l'interesse, e grandi saranno anche le opportunità , per chi riuscirà ad essere presente.
Oltretutto Siviglia è una città splendida da visitare, non solo per la manifestazione.
Noi in Italia, solo con rammarico, dobbiamo constatare come la nostra massima manifestazione di bloggers nell'anno 2007 , sia stato il famoso "Vaffanculo Day", che avrà pure il suo fascino ed il suo seguito, ma che sul piano culturale, dobbiamo dircelo, ha dato stimoli ed opportunità diverse. Non sto a discutere dove sia il nuovo "Rinascimento", non voglio influenzare nessuno anche se mi sono fatto la mia idea, lascio perciò a voi la vostra.

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AIDS: 2,1 mln di morti nel 2007, si riducono le infezioni.

Oltre 33 milioni di persone colpite dal virus dell'Aids nel mondo, 2,5 milioni di nuove infezioni e 2,1 milioni di decessi nel 2007.

(ClicMedicina) Queste le ultime stime delle Nazioni Unite sull'epidemia mondiale di Aids rese note a Ginevra. I dati sono inferiori a quelli dell'anno scorso, in parte a causa dei nuovi metodi per le stime, ma anche grazie ai programmi di lotta contro il virus Hiv, spiega l'Onu.

I nuovi dati mostrano che la prevalenza dell'Hiv si è appiattita e che il numero di nuove infezioni è diminuito, in parte grazie all'impatto dei programmi contro il virus. La malattia resta comunque tra le principali cause di decesso e rimane la prima causa delle mortalità in Africa, commenta il Programma comune delle Nazione Unite sull'Hiv/Aids (Unaids) nel suo ultimo rapporto annuale.

Turco, contraria a distribuire preservativi nelle scuole.
Secondo il ministro della Salute Livia Turco i preservativi non andrebbero distribuiti nelle scuole. Il ministro lo ha affermato durante un forum su Repubblica Tv. "Sarò bacchettona, ma sulla distribuzione dei preservativi nelle scuole sono contraria - ha affermato Turco - sarebbe meglio avere uno sportello informativo che indirizzasse i giovani verso i consultori. Sono invece favorevole al potenziamento dell'educazione sessuale nelle scuole che di fatto già si fa, il problema però è che si danno solo informazioni, mentre si dovrebbe fare educazione alla relazione, che è un tema molto più complesso". Il ministro ha anche annunciato di aver chiesto un incontro con i produttori di preservativi per discutere del problema del prezzo troppo alto, e che su Aids e preservativo è in preparazione una campagna informativa a cura del ministero: "Stiamo preparando con la consulta una campagna di prevenzione in questo senso d'accordo con la Consulta e con le varie associazioni", ha dichiarato Turco.

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