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martedì 17 giugno 2008

Omofobia? Forse solo ignoranza: Nonna picchia nipote perchè lesbica.

(Gaywave) Si chiama Joyce Beddell ed è di Reading, Pennsylvania la donna omofoba agli arresti in attesa di processo che, dopo aver sorpreso sua nipote a letto con una sua coetanea, ha pensato bene di picchiarla con una cintura.
La donna di 61 anni, vedendo la scena, si sarebbe scagliata contro la nipote 16enne mentre l’altra ragazza (sua vicina di casa) se la dava a gambe per sfuggire alla sua furia.
La Beddell ha poi trascinato la povera ragazza fino alla casa dell’amica, dove ha informato i genitori della loro relazione, per poi riportarla a casa e cominciare di nuovo a picchiarla.

La donna è stata arrestata con l’accusa di aggressione aggravata (purtroppo aggravata solo dal grado di parentela, non dal pretesto omofobo), è in attesa di processo e la sua cauzione è stata fissata a 10.000 dollari.
Sulla ragazza sono stati riscontrati gravi ematomi dalla schiena alle gambe.
Joyce Beddell sostiene di non aver fatto nulla di male, e che nessuno si dovrebbe intromettere nell’ “educazione” della nipote.

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Eredità disastrose. E se Roma fallisce?

Un bus di Roma
(Renzo Rosati e Mario Sechi- Panorama) I romani ballano sull’orlo di un vulcano. E per Gianni Alemanno, il neosindaco che ha sbaragliato il “modello Roma” di Walter Veltroni e Francesco Rutelli, la festa rischia di essere molto breve. Addio a molti appuntamenti dell’Estate romana, addio quasi certo alla notte bianca. Per ora.
All’origine di tutto c’è l’enorme debito ereditato dalla giunta Veltroni (che nel 2001 lo aveva trovato in gran parte nei bilanci di Rutelli): oltre 7 miliardi di euro, che potrebbero aumentare a 9-10. A quel punto la capitale rischierebbe il default, il fallimento. E scatterebbe il commissariamento: spese ridotte all’osso; investimenti come la metropolitana a rischio; addizionale comunale al massimo di legge: dallo 0,5 attuale allo 0,8 per cento. Un salasso per i cittadini, che nel 2007 si sono visti aumentare il balzello e che già pagano l’1,4 di addizionale regionale a causa del debito sanitario. E, per il centrodestra, la vittoria del 13 aprile si trasformerebbe in un mezzo incubo.
Conto alla rovescia
Proprio per questo è scattato un affannoso conto alla rovescia tra Campidoglio, ministero dell’Economia e Palazzo Chigi. A fine maggio i tecnici della ragioneria comunale (il titolare precedente, Francesco Lopomo, è andato in pensione a marzo) hanno fatto le pulci al documento di programmazione finanziaria approvato a fine 2007 dalla giunta Veltroni e ad altri possibili scoperti. E hanno accertato che ai 7,032 miliardi contabilizzati da Veltroni e dal suo assessore Marco Causi ne andavano aggiunti altri 2 o 3: 1 derivante dai bilanci sempre oscuri di Ama e Trambus, le aziende della nettezza urbana e trasporti; 1,8 miliardi di mancati accantonamenti per contenziosi giudiziari; e debiti con enti e istituzioni, tra i quali 170 milioni della Cassa depositi e prestiti legati alla ristrutturazione, mai avvenuta, dell’Atac (autobus, altro buco nero da 13 mila dipendenti).
Il 29 maggio la ragioneria capitolina ha girato il dossier alla Ragioneria dello Stato guidata da Mario Canzio. E, con un secco documento di quattro pagine, ha imposto ai dirigenti comunali, al sindaco, agli assessori e ai presidenti dei 20 municipi romani il “blocco di tutte le spese salvo quelle che non generino ulteriore danno all’amministrazione”. Atto così tradotto da Alemanno: “Dobbiamo limitarci allo stretto necessario ai bisogni dei cittadini”.
Dopodiché il sindaco si è messo a fare la spola tra l’ufficio di Giulio Tremonti e Palazzo Chigi. Tre incontri con il ministro per scongiurare il commissariamento (che per legge compete al titolare dell’Interno, il leghista Roberto Maroni) e chiedere al governo di anticipare dei soldi. La coperta di Tremonti è tradizionalmente corta. Tuttavia, anche il ministro non pare avere interesse al default: porterebbe inevitabili polemiche sull’azzeramento dell’Ici (per la capitale vale 380 milioni), sul blocco delle addizionali e in generale sul federalismo fiscale, cavallo di battaglia suo e della Lega. Ma i tempi sono strettissimi, il conto alla rovescia è al termine: “Giovedì 19 giugno saprete tutto” promette Alemanno.
Vent’anni di debiti
Alle accuse di finanza allegra Veltroni ha sempre replicato in due modi: quando è diventato sindaco, nel 2001, ha ereditato un buco già di 6 miliardi; e poi i trasferimenti dallo Stato a Roma sono inferiori a quelli delle altre metropoli. Nel periodo 2001-2006, 276 euro pro capite, contro i 304 per Milano, i 387 per Palermo, i 553 per Napoli. Ma se questo argomento ha un fondamento, l’altro chiama in causa Francesco Rutelli, sindaco dal 1993 al 2001 e candidato del Pd nel 2008. L’ex leader della Margherita si difende a sua volta tirando in ballo la Prima repubblica. Argomento però non sufficiente a giustificare debiti che dal 1995 a oggi hanno sempre oscillato intorno ai 6 miliardi, fino al record del 2007.
Osserva l’economista Gianfranco Polillo, ex capo del dipartimento economico di Palazzo Chigi: “Non basta più ricordare lo status di capitale d’Italia. Come reagiranno i milanesi visto che il debito di Roma vale il 60 per cento di quello di tutti i comuni capoluogo?”.
Il giallo degli interessi
La lente è puntata sulla struttura degli interessi messa in piedi dal Campidoglio. Si legge a pagina 116 del dpf veltroniano: “La percentuale del debito coperta tramite derivati è attualmente del 21 per cento, un volume di swap pari a 1,35 miliardi”. In termini semplici: il Campidoglio si è indebitato negli strumenti a maggior rischio, tanto più in piena crisi dei mutui subprime.
La relazione afferma di aver conseguito risparmi per 205 milioni. Ma solo sulla carta, perché (tabella qui a fianco) la composizione del debito così rinegoziata è per il 41 per cento a tasso fisso “trasformabile in variabile” e per il 16,7 per cento a tasso variabile “trasformabile in fisso”. Insomma, il Campidoglio avrebbe scommesso su una riduzione dei tassi quando accadeva esattamente il contrario. Osserva Polillo: “Il risultato è un carico d’interessi di 500 milioni l’anno che raggiungerà i 900 entro il 2017″.
La partita politica
Alemanno ha il migliore alleato a Palazzo Chigi in Gianni Letta. Il sottosegretario di Silvio Berlusconi ha da sempre un occhio di riguardo istituzionale per Roma: fu lui, anni fa, a sbloccare i finanziamenti per la metropolitana e a benedire l’Auditorium (oggi un’impresa attiva). Ed è sempre lui, ora, a tenere aperto il canale con Walter Veltroni. Proprio Letta ha suggerito a Berlusconi la soluzione tampone: imporre alla Regione Lazio, retta dal pd Piero Marrazzo, di iniziare a restituire al Campidoglio un debito da ben 1,7 miliardi. Pena un altro commissariamento a causa del deficit sanitario.
La lettera firmata Berlusconi è partita il 6 giugno: dà a Marrazzo 30 giorni di tempo, chiede di iniziare a mettere ordine nei conti. Marrazzo non ci ha pensato due volte: a costo di una resa dei conti nel Pd ha licenziato il suo assessore alla Sanità, Augusto Battaglia. Tra fondi della regione e un possibile anticipo della futura iva “federale” concesso dal Tesoro (si parla dello 0,8 per cento) il Campidoglio si potrebbe salvare. Dopodiché si tratterà di convincere le agenzie di rating, cioè il mercato: nel 2007 la Fitch aveva corretto l’outlook sul debito capitolino da “stabile” a “negativo”, mentre la Standard & Poor’s minaccia il declassamento da A+ ad A. E poi agire con mano ferma sulle controllate: Ama, Acea, Trambus, Atac.
Questione ben nota a imprenditori come Andrea Mondello, presidente della Camera di commercio. In un rapporto del gennaio 2008 osserva: “Sia per le local utility sia per le infrastrutture partecipate dagli enti locali restano sotto il profilo dell’efficienza e della produttività forti divari tra Centro-Nord e Centro-Sud”.
Meno diplomatico Salvatore Rebecchini, ex presidente della Cassa depositi e prestiti: “Abbiamo comuni con grandi patrimoni immobiliari gestiti a condizioni non di mercato, e nello stesso tempo forti indebitamenti. Gli stessi comuni si trovano ad avere partecipazioni in società quotate, come l’Acea a Roma. Un paradosso sul lato dell’attivo e del passivo: troppi debiti e scarsissima redditività”.
Comunque vada, per Alemanno la strada è segnata: a Roma poco effimero, molto lavoro e nulla da scialare.

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Polemiche a Parma. Coppie di fatto, politici divisi. In città arriverà il Gaypride.

La maggioranza in consiglio comunale si dice contraria al registro per le coppie e anche la Guarnieri "vota" no . La Provincia invece appoggia la causa e sabato firmerà la petizione popolare per riconoscere i diritti degli omosessuali. Ma anche tra i "vignalini" c'è chi dice sì
(Giacomo Talignani - La RepubblicaParma.it) Nel giorno del Gay Pride l'orgoglio omosessuale di Parma sfilerà da piazzale della Pace fino alla stazione ferroviaria: un piccolo corteo alla ricerca di diritti e, perché no, di consensi politici. Ma pare non trovarli. L'ultima battaglia dell'associazione gay Certi Diritti di Parma è infatti quella di una petizione popolare per chiedere al Comune l'istituzione del registro per le coppie di fatto. Per ottenere il registro ci vogliono mille firme (finora ne sono state raccolte più di 900) e a quel punto Elvio Ubaldi, in qualità di presidente del consiglio comunale, dovrà calendarizzare il giorno in cui in consiglio si discuterà sui diritti delle coppie di fatto.
Una seduta in cui decideranno i voti dei consiglieri comunali: il centro destra conta (Per Parma con Ubaldi e An) 25 poltrone, il centro sinistra (Pd, Idv, Altra Politica, Rifondazione) 15. A questo punto, per scegliere il futuro dei "diritti dei gay", peseranno posizioni, idee e intese politiche. Sarà una scelta personale, più che di partito, a decidere se approvare o meno la questione coppie di fatto.
Ma se si ascolta la voce dei consiglieri, nonostante tre uomini della Giunta appoggino il registro (Lasagna, Manfredi, Sommi), la linea che prevale è quella del "no" alle coppie di fatto.

Il "no" della maggioranza alle coppie di fatto
Elvio Ubaldi, consigliere e presidente del consiglio comunale si dice "distante dall'idea del registro. Però sono d'accordo ad esempio sull'idea che se una delle due persone che costituiscono una coppia di fatto si ammala deve avere uguali diritti nell'assistenza come altre. La mia posizione è quella di non negare a nessuno una petizione di questo genere, ma non credo che l'unione di cui si parla sia da omologare a un matrimonio". Totalmente contrario al registro, Vittorio Guasti. Il capogruppo di Per Parma con Ubaldi specifica "Sono decisamente contrario al registro e rimarrò in questa posizione sempre. Ci sono alcuni diritti che se applicati vanno contro a quella che è la natura dell'uomo". E se l'inclinazione della minoranza in consiglio va verso un sì alle coppie di fatto, Altra Politica appare invece più solidale con la maggioranza. "So che la questione della petizione verrà discussa dalla commissione affari istituzionali – dice la Guarnieri – ma penso che la coppia di fatto sia una scelta, il registro è un controsenso. Si è coppia di fatto se la si è. Non c'è bisogno di un registro dove firmare. Insomma, non la vedo come una priorità".



La Provincia appoggia il registro

Il Comune appare ostile al registro, la Provincia invece sposa la causa.
Una piccola "delegazione" di assessori provinciali infatti, Tiziana Mozzoni (Ds), Ettore Manno (Comunisti italiani), Emanuele Conte e Filippo Carraro (Prc) e Gabriella Meo (Sinistra arcobaleno) questo sabato sarà in piazza per firmare la petizione di Certi Diritti. Cinque assessori che hanno già ribadito il loro appoggio all'associazione gay di Parma.

Tre assessori della Giunta firmeranno
In piazza però scenderanno anche tre assessori della Giunta Vignali: Lorenzo Lasagna, ex diessino, riformista, oggi assessore alla Cultura del Comune, sostiene l'idea del registro e ha già fatto sapere che anche lui farà da "testimonial" all'ultimo banchetto della raccolta firme.
Ma Lasagna, dei "vignalini", non sarà il solo. Francesco Manfredi, assessore alle Politiche edilizie, ha detto (ma non confermato) che sosterrà l'iniziativa. Insomma, dovrebbe essere presente. Idem Luca Sommi, ex giornalista di Tv Parma, oggi delegato all'Agenzia grandi eventi. Ecco allora, nel giochino dei pesi e delle misure fatto di destra e sinistra, che il registro per le coppie di fatto potrebbe trovare nuove chances nei consensi politici.
"L'appoggio dei consiglieri – spiega Luca Marola di Certi Diritti – ci fa molto piacere, raccogliere tutte queste firme non è stato facile e abbiamo bisogno del sostegno di tutti per lanciare la nostra proposta". Un registro, quello chiesto dall'associazione, per chiedere maggiori diritti "come per esempio quelli legati alle case popolari o tutti quelli, comunali o regionali, legati a graduatorie, liste d'attesa o agevolazioni che riguardano in genere le famiglie" ha spiegato Marola durante la presentazione della petizione.

Mini Gay Pride da piazzale della Pace alla stazione
La petizione troverà comunque forza nel mini corteo: una colorata sfilata nel centro di Parma con striscioni, fischietti e bandiere, tutto dedicato ai diritti e all'orgoglio gay. La mattina di sabato 28 giugno, alle 11, dozzine di persone si ritroveranno ai piedi della Pilotta per animare un mini Gay Pride. Da piazzale della Pace il corteo si sposterà a piedi verso la stazione ferroviaria: da lì, i manifestanti, raggiungeranno in treno Bologna per prendere parte al Gay Pride nazionale. L'idea, nata dalla associazione Certi Diritti e da altre realtà parmigiane, è quella di radunare chiunque sia interessato (per informazioni certidirittipr@gmail.com) a prendere parte al Gay Pride e dare vita ad una piccola manifestazione locale. Già una cinquantina le persone che hanno confermato la loro adesione. Tra le sigle e i gruppi parmigiani che parteciperanno al Gay Pride bolognese ci saranno, oltre a Certi Diritti, il Gruppo Ottavo Colore, la Sinistra Giovanile, Amnesty International giovani, l'Udu e il gruppo Arci Duchessa.
L'unica associazione pubblica che parteciperà al Gay Pride è l'Unità di strada dell'Ausl di Parma: il personale distribuirà preservativi e materiale informativo, sarà di supporto logistico e tecnico a i partecipanti e cercherà di sensibilizzare i partecipanti sui rischi delle malattie sessuali. Una presenza, quella dell'Unità di strada, fortemente voluta anche dalle stesse associazioni gay.

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Israele - Palestina - Gli omosessuali in Israele contro la discriminazione per la donazione del sangue.

(Peace reporter) La battaglia dei gay israeliani per i diritti civili si concentra sulla donazione di sangue. Il Maghen David Adom (la Croce Rossa Internazionale locale) ha comunicato che resta forte il deficit delle donazioni di sangue a disposizione dei centri medici soprattutto per la scarsa propensione degli israeliani a donare. I donatori abituali sono solo il 4 percento della popolazione, mentre le richieste crescono. Gli omosessuali isrealiani, che da tempo desideravano donare il sangue, si sono subito offerti. L'attivista Dror Mizrahi ha dichiarato: "Finora una delle domande dei questionari rivolte ai donatori uomini mira a sapere se hanno avuto relazioni sessuali con persone dello stesso sesso. In realtà la domanda dovrebbe concentrarsi sull'utilizzo o meno di preservativi, non sul sesso del partner". Il sito online GoGay ha comunicato che da poco la Banca del Sangue israeliana ha acquisito attrezzature moderne e efficienti che renderebbe superfluo il questionario ai donatori.

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Margherita Hack: Io, una laica che crede nell'amore verso gli altri

«La politica? Un disastro. Troppe parole inutili e pochissima sostanza»
(E-polis) Meglio di Madonna e di Barbara Streisand. Più di Ornella Vanoni e di Mina. Vladimir Luxuria e Nichi Vendola? Nulla in confronto. La nuova icona dei gay italiani è, strano a dirsi, l’appena ottantaseienne Margherita Hack. Corteggiata a destra e a manca dalle associazioni per i diritti civili degli omosessuali, l’astrofisica più famosa d’Italia, e una delle più quotate al mondo, era candidata a essere, poi tutto è sfumato, la madrina del Gay Pride nazionale di Bologna. Città da dove, ospite d’onore alla rassegna cinematografica Biografilm Festival, fa sapere: «La prossima parata del 28 giugno sarà una ventata di libertà».

Ma Piume di struzzo e lustrini non rischiano di nuocere alla causa dei gay italiani? Gli eccessi non tendono a ghettizzare?
Forse è necessario che si sfoci nel ridicolo. Proprio per affermare i diritti legati all’appartenenza a una società. Ben venga, insomma, il Gay Pride. L’importante, per poter manifestare, è non fare violenza al prossimo. E gli omosessuali di male non ne fanno a nessuno.

Eppure già montano le prime polemiche. Dopo il Gay Pride a Roma la Chiesa è insorta. Famiglia Cristiana lo ha definito una "pagliacciata". E a Napoli lo stesso giorno hanno massacrato di botte due giovani omosessuali.
La Chiesa è la principale responsabile di questo clima. Si colpevolizza il dna dei gay così come, un tempo, si colpevolizzavano i bambini mancini. Le minoranze, in questa Italia, non hanno vita facile E tutto ciò, nel 2008, è praticamente assurdo.

La Chiesa appunto. E' possibile coniugare scienza e religione in questo mondo odierno?
Io l’ho sempre sostenuto. Dio è un’invenzione, una pura e semplice invenzione per spiegare con l’irrazionale quello che la scienza non riesce a spiegare. Ognuno, chiaramente, è libero di crederci, anche gli scienziati. Ma, mentre la logica scientifica è fatta di sperimentazione e osservazione, quella religiosa è un puro atto di fede, una scelta personale.

Qualcuno potrebbe offendersi per questa sua dichiarazione...
L’ingerenza della Chiesa è sempre stata priva di confini. Il Vaticano vuole e ha sempre voluto imporre la sua morale anche a chi non crede in Dio. Perché chi non ha fede deve essere obbligato a un’etica che non è la sua? Io sono convinta che, tuttavia, esista una morale valida per tutti, credenti e non. Ama il tuo prossimo come te stesso. E non fare agli altri quello che non vuoi che sia fatto a te.

Lei è stata una delle poche parlamentari, considerando anche gli onorevoli maschi, a lasciare la poltrona, nel 2006. E l'anno prima aveva rinunciato al posto di consigliere regionale in Lombardia. Si è pentita di quelle scelte?
Il mestiere del politico non fa per me, anche se ho sempre accettato le sfide che mi venivano proposte. Non mi sono assolutamente pentita di quelle mie decisioni. Ho avuto un’esperienza in Comune a Trieste, città in cui vivo, per un’alleanza di sinistra. Ed è stata un’esperienza drammatica. Discussioni infinite che duravano ore e ore. Troppe chiacchiere inutili. Tornavo a casa sempre alle due del mattino e, come si può immaginare, alla mia età non è molto consigliato fare troppo tardi.

Come valuta l'esclusione della sinistra estrema dal Parlamento italiano?
Una vera e propria tragedia, il frutto dell’enorme sbaglio di Veltroni a voler correre da solo. La sinistra dovrebbe imparare ad andare d’accordo, così come fanno dall’altra parte politica, dovrebbe imparare anche a essere più pratica e meno ideologica. Eppure, a sinistra, ci si è sempre divisi, fin dal 1945. Ma va detto: gli ideali dividono, i soldi e il potere, invece, uniscono.

Quali sono stati, allora, gli errori del partito democratico? Perché ha vinto Silvio Berlusconi?
Il Partito democratico non ha avuto il coraggio di battersi per i diritti di laicità. È stato fin troppo timido e sottomesso. Poi, ripeto, il più grosso errore è stato quello di escludere la sinistra estrema dalla coalizione. Forse speravano, così facendo, di guadagnare consensi al centr. Ma sicuramente hanno perso molti, moltissimi consensi a sinistra. Dall’altra parte, appunto, Silvio Berlusconi, che ha puntato tutto sulla sicurezza. Un venditore più bravo di Vanna Marchi, abilissimo nel comunicare e nel propagandare. Doti che a Veltroni mancano di sicuro.

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Maturita': Si al sesso la notte prima degli esami.

Si perdono ore di sonno preziose ma quelle che seguono l'atto saranno piu' riposanti e intense", Si scarica l'ansia, ci si riposa di piu' e ci si diverte.
(Valentina Pellegrino - La voce) Il sesso prima degli esami sembra avere i suoi benefici sotto diversi aspetti. "Non fa male, anzi aiuta la concentrazione e il benessere psicofisico dell'adolescente alle prese con i temuti esami di maturità" questo il consiglio di una docente di Psicopatologia dello sviluppo sessuale e affettivo de La Sapienza di Roma.

Chiara Simonelli, la professoressa, ammette che "si perdono ore di sonno preziose ma quelle che seguono l'atto saranno più riposanti e intense" però il giorno dopo ci si sentirà più freschi e rilassati. "Il sesso è importante per scaricare l'ansia - continua - e provoca una discesa di endorfina, si dorme meglio e si è più concentrati".

"I giovani - conclude la Simonelli - devono sfogare le loro pulsioni, mangiare, dormire, vedere gli amici, e anche fare l'amore, sia nella vita di tutti i giorni che alla vigilia della maturità."

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Irresistibile dichiarazione di Roberto Cavalli: "Non esiste la lobby gay nella moda". E rivendica la sua "virilità" creativa.

"Sono convinto al cento per cento che per me essere eterosessuale sia un bene".
(Agi) Il mondo della moda non e' controllato da una lobby gay. Parola di Roberto Cavalli, stilista eterosessuale e grande amante del leopardato in tutte le sue varianti.
"Non credo che sia cosi'", ha risposto ai giornalisti di Sarajevo, dove si trova per un concerto di James Blunt, che gli chiedevano se la moda sia dominata da couturier omosessuali.
"Credo che l'orientamento sessuale non abbia niente a che vedere con questo ne' possa influire con il lavoro degli stilisti", ha insistito. Cavalli pero' rivendica il suo di orientamento.
"Sono convinto al cento per cento che per me essere eterosessuale sia un bene", ha detto, "i miei disegni, le mie creazioni sono il riflesso di cio' che sono, della mia arte".
Arte che, ci tiene a precisare, e' lontana dalla volgarita' di alcuni suoi colleghi. "Mi rimproverano di esaltare troppo la sensualita', ma non e' vero", ha assicurato, "le mie creazioni il colore, il glamour. La linea tra la sensualita' e la volgarita' e' molto sottile e bisogna sapere come fare a non superarla".

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Unioni gay. Il comune di Firenze in giudizio contro coppia che vuole matrimonio.

(Agi) "La decisione del Comune di Firenze di costituirsi in giudizio contro di noi, con le motivazioni espresse dalla sua avvocatura, ci sconcerta" affermano Francesco Piomboni e Matteo Pegoraro. "Un comune che dovrebbe garantire diritti e doveri a ogni cittadino - che per altro contribuisce al progresso sociale come ogni altro - dovrebbe rappresentare lo spirito democratico di un Paese civile, non andare contro in un'aula di tribunale a chi come noi rivendica semplicemente i propri diritti, sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione". "L'asserzione del Comune di Firenze e' priva di fondamento" affermano i legali della coppia. "Tra i requisiti di validita' del matrimonio, all'articolo 84 del Codice Civile non c'e' alcuna traccia di un riferimento alla necessaria diversita' di sesso degli sposi, e tale circostanza non viene smentita ne' dal Tribunale di Firenze, ne' dal Comune. "Il Comune di Firenze si e' limitato a ribadire che le espressioni 'marito' e 'moglie' in alcune norme del Codice rinviano implicitamente alla diversita' di sesso dei contraenti. Queste norme sono del tutto inconferenti a desumere una diversita' di sesso dei coniugi", ribattono, "in quanto sono state scritte in un periodo in cui non era immaginabile dal punto di vista giuridico un matrimonio tra persone omosessuali, al contrario della societa' attuale, dove e' invece ben concepibile". "Il giudice non avrebbe alcuna difficolta' a operare un'interpretazione evolutiva delle norme che regolamentano l'istituto del matrimonio". "Nessun Paese al mondo, fino a qualche decennio fa, aveva creato norme che prevedevano l'unione di persone dello stesso sesso, e negli Stati che hanno ampliato il matrimonio agli omosessuali - o in quelli che hanno creato istituti equivalenti con il solo nome diverso - vi erano norme che usavano termini analoghi a quelli italiani di 'marito' e 'moglie'". Quanto alla circolare ministeriale che vieterebbe la trascrizione e la richiesta di pubblicazioni di un matrimonio omosessuale, i legali affermano che "una circolare ministeriale non si puo' assolutamente ritenere produttiva di norme: a fondare un divieto dev'essere una norma di legge, non un provvedimento amministrativo. Dunque "questa circolare non ha alcuna efficacia esterna". Infine, "visto che si parla di 'contrarieta' dell'ordine pubblico' nell'azione di Matteo e Francesco, ci si dovrebbe chiedere come sia possibile al giorno d'oggi che lo stare insieme di due persone omosessuali sia ritenuto una minaccia per la societa' italiana".

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Gay: coppie chiedono pubblicazione.

Associazione Certi Diritti: In sei hanno ricevuto un diniego.
(Ansa) Dieci coppie omosessuali del Centro-Nord hanno presentato nei Comuni di residenza la richiesta per la pubblicazione degli atti. Il passaggio che precede, secondo la legge, la celebrazione del matrimonio. Delle dieci coppie - ha reso noto la presidente nazionale dell'Associazione "Altri Diritti", Clara Comelli - sei hanno gia' ricevuto un certificato di diniego. "All'iniziativa - ha precisato - hanno aderito finora 28 coppie, residenti in Veneto, Lazio, Piemonte e Lombardia".

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Processo Mills, Berlusconi ricusa il giudice. E l’Anm insorge.

Processo Mills

(Panorama) Come annunciato ieri in una lettera al presidente del Senato, Silvio Berlusconi ha depositato nella cancelleria della quinta sezione della Corte d’appello di Milano l’istanza di ricusazione del presidente della decima sezione del Tribunale, Nicoletta Gandus. Il premier è imputato per corruzione in atti giudiziari nel processo, appunto davanti al collegio presieduto dal giudice Gandus, con il legale inglese David Mills. L’istanza di ricusazione è basata su alcune prese di posizione del giudice su alcuni siti Internet contro leggi varate dal precedente governo guidato da Berlusconi. La prossima udienza del processo Mills è prevista per venerdì.

Secondo l’istanza, da parte del presidente della decima sezione del Tribunale di Milano sarebbero state fatte “reiterate manifestazioni di pensiero che appalesano una inimicizia grave nei confronti dell’imputato Berlusconi”. Già nella lettera a Schifani, Berlusconi aveva scritto: “Ho preso visione della situazione processuale e ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in ciò supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria”. Per il presidente del Consiglio, in particolare, il giudice Gandus avrebbe “assunto posizioni pubbliche di netto e violento contrasto” contro il suo precedente governo.

Il procuratore della Repubblica di Milano, Manlio Minale, ha risposto con una nota, in cui spiega di dover “con forza respingere le illazioni” dopo aver letto “così come riportato sulla stampa” il testo della lettera di Silvio Berlusconi. Il capo della Procura aggiunge che “il procedimento per corruzione in atti giudiziari pendente dinanzi al Tribunale di Milano nei confronti dell’attuale presidente del Consiglio e dell’avvocato Mills, al quale evidentemente si fa riferimento nella lettera sopra ricordata, è stato iscritto a seguito di precise dichiarazioni rese dallo stesso avvocato Mills in data 18 luglio 2004, alla presenza del difensore nel corso di un interrogatorio quale persona indagata in altro procedimento. Le indagini sono state condotte nel più assoluto rispetto delle garanzie della difesa e nell’esclusiva ottica dell’accertamento della verità. All’esito delle indagini preliminari è stata esercitata l’azione penale e gli atti, superato positivamente il vaglio dell’udienza preliminare, sono pervenuti al Tribunale. All’esito di un dibattimento iniziato in data 13 marzo 2007 e prossimo alla conclusione”, conclude la nota, “il tribunale deciderà in ordine alla fondazione o meno delle accuse”.

I legali di Silvio Berlusconi, nel ricusare il giudice Gandus, sottolineano inoltre come la stessa Gandus, unitamente a uno dei due pm del processo Berlusconi-Mills, Sergio Spadaro, “è stata firmataria di un appello contro la decisione del governo Berlusconi di prorogare il procuratore nazionale antimafia. Infine”, si legge nell’istanza, “si deve porre in evidenza come la dottoressa Gandus appaia tra i soggetti potenzialmente danneggiati nel processo collegato (quello sui diritti televisivi, sempre in corso a Milano, ndr) da cui nasce il presente processo, avendo posseduto azioni Mediaset ed essendo quindi fra quei soggetti che potenzialmente avrebbero potuto costituirsi parte civile anche nei confronti dell’onorevole Berlusconi e che a tutt’oggi, anche dopo la declaratoria di prescrizione del reato possiedono legittimazione attiva per proporre azione civile contro il medesimo”.

Continuano gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo: “La personalizzazione dell’inimicizia non può essere negata sol con l’osservare che il giudice avrebbe contestato le leggi e non il presidente del Consiglio che le avrebbe ispirate o volute, perché in questi anni tutta l’opinione pubblica e tutti gli avversari politici hanno di questa personalizzazione fatto bandiera costantemente garrente. E allora la dottoressa Gandus non poteva non sapere, anche se avesse potuto diversamente divisare, che i suoi strali sarebbero stati, oggettivamente, indirizzati in via diretta alla persona di Silvio Berlusconi e che come tali sarebbero stati da tutti recepiti. La dottoressa Gandus quindi si trova in stato di grave inimicizia nei confronti della persona che dovrebbe giudicare. E se anche non lo fosse, certamente lo appare. E non occorre ricordare che per giurisprudenza costituzionale consolidata il giudice, a tacer di tutto, non deve apparire condizionato”.

“Chi governa il paese non può denigrare e delegittimare i giudici e l’istituzione giudiziaria quando è in discussione la sua posizione personale”. Così l’Associazione nazionale magistrati è intervenuta nel dibattito. L’Anm, che ha annunciato per domani pomeriggio una conferenza stampa sulle dichiarazioni del presidente del Consiglio, parla di “accuse gravissime rivolte da Silvio Berlusconi ai magistrati del processo Mills. “Questi comportamenti”, continua il sindacato delle toghe, “rischiano infatti di minare alla radice la credibilità delle istituzioni e di compromettere il delicato equilibrio tra funzioni e poteri dello Stato democratico di diritto”.

Quelle di Berlusconi sono “invettive tanto veementi quanto ingiustificate”, affermano il presidente Luca Palamara e il segretario dell’Anm Giuseppe Cascini, che esprimono al pm e al presidente del collegio giudicante del processo Mills “piena solidarietà e sostegno. In uno Stato democratico ogni imputato può difendersi con tutti gli strumenti del diritto e con la critica pubblica; ma chi governa il paese non può denigrare e delegittimare i giudici e l’istituzione giudiziaria quando è in discussione la sua posizione personale. Purtroppo è già accaduto in passato. Ma non è possibile assuefarsi”. Nel sottolineare che questi comportamenti rischiano di minare la credibilità delle istituzioni e di compromettere l’equilibrio tra poteri dello Stato, il sindacato delle toghe chiede “alla politica ed al governo di non imboccare questa strada, di rispettare l’indipendente esercizio della giurisdizione nello spirito di un confronto sui temi della giustizia franco ed aperto e perciò capace di individuare proposte e soluzioni efficaci per il funzionamento della giustizia italiana”.

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Patacche propagandistiche. Da ottobre Arcigay terrà un registro autogestito dei matrimoni gay. Violata la privacy?

Il 18-19 ottobre celebrazione di matrimoni gay in almeno 80 città.
(Ansa) Parte oggi la campagna di Arcigay per l'istituzione del primo 'Registro Autogestito' dei matrimoni gay e lesbici, che sara' inaugurato il 18-19 ottobre con la celebrazione, in contemporanea in almeno 80 citta', di nozze tra persone dello stesso sesso. Lo rende noto il presidente nazionale Aurelio Mancuso.

La nuova legge sui matrimoni gay in California, spiega Mancuso, 'ci induce a rafforzare ancor di piu' e a dare un ulteriore slancio alla nostra battaglia per il riconoscimento di pari diritti e doveri per le coppie omosessuali in Italia'. Il leader di Arcigay rende noto che 'dopo le prime celebrazioni di ieri nello stato americano, sono attese, tra oggi e domani, molte altre migliaia di coppie gay e lesbiche che si uniranno in matrimonio'. 'Dalle prime cronache delle funzioni civili - aggiunge - stanno emergendo storie commoventi come, ad esempio, quella di due donne di San Francisco che sposandosi ieri hanno potuto festeggiare i cinquant'anni della loro unione'.

Arcigay, quindi, 'portera' alla luce - afferma Mancuso - l'esistenza delle coppie omosessuali che non si e' mai voluto censire da alcun istituto di statistica, escludendole anche dalle griglie di risposte del Censimento. Da sole e da soli ci assumiamo la responsabilita' di fare cio' che la politica italiana ci ha, per ora, negato'.
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Ndr. Ma chi si fida a dare i propri dati all'Arcigay? E che dice l'Authority della privacy tenuto conto che un "matrimonio" per essere pubblico necessita di pubblicazioni? E questo sarebbe il "lobbysmo" dei gay italiani, Povera Italia.

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Un grave e pericoloso precedente giudiziario. Il blog è stampa clandestina (?!)

(Francesco Minciotti - Agenzia radicale) Quello di Carlo Ruta è un nome che non suona certamente nuovo a chi s'interessa di blog e di diritto: già nel lontano 2004, il signor Ruta ebbe primi screzi giudiziari per le sue indagini — sul cui merito non mi pronuncio in questa sede, trattando della mera libertà d'espressione, che come tale deve prescindere dai contenuti, già abbondantemente sorvegliati dal reato di diffamazione — che analizzavano la realtà ragusana sotto più punti di vista.
Ebbene, il suo nome torna oggi in auge per via di un'ulteriore vicenda giudiziaria che ha del grottesco: il signor Ruta è stato condannato al pagamento di 150€ di multa e al pagamento delle spese giudiziare per un totale di 5000€, perché ritenuto colpevole di violazione dell'art. 16 dell'arcaica legge sulla stampa (l. n. 47/1948), la cui rubrica recita «stampa clandestina». In pratica — si apprende da più fonti, fra cui il blog giuridico di Guido Scorza — al sig. Ruta sembra essere stata contestata l'irregolare periodicità della stampa (c. 2), o forse la fattispecie propria di stampa clandestina («Chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta», c. 1), da parte del Tribunale di Modica. Il punto nodale, contrastatissimo nella blogosfera ed anche a giudizio di chi scrive, è che la sentenza in questione sembra equiparare due forme di pubblicazione diverse in radice, e cioè stampa e blog; la prima, in tutte le sue manifestazioni (da quella cartacea a quella a mezzo Internet) prevede una struttura organizzata, un rapporto di lavoro economicamente retribuito, una registrazione di tipo burocratico presso i Tribunali; il secondo, al contrario, è simile solo nella forma, ma radicalmente diverso nella sostanza: tendenzialmente non retribuito (modesti ricavi pubblicitari a parte, peraltro marginalmente usati rispetto alla massa dei blogger), senza alcuna periodicità, senza necessità di registrazione burocratica presso i Tribunali o altro. Insomma, e per citare un lettore arguto: il blog è l'equivalente telematico dello Speakers' corner d Hyde Park, un luogo cioè dove chiunque può dire la sua, esprimere il suo pensiero (libertà costituzionalmente garantita dall'art. 21) in forma elettronica e con un'impaginazione che, al più, può ricordare quella di un giornale in linea, ma del quale viene meno tutta la struttura organizzativa che lo sostiene.
Ovviamente, inferire tutto questo dall'anacronistica normativa sulla stampa che, sinistramente, quest'anno compie sessant'anni, è quasi impossibile; e ridicola è stata l'idea del giudice di ricondurre l'idea del blog all'art. 16, redatto in un'epoca in cui esisteva a malapena la TV. La verità è che la legislazione di settore ignora a piè pari questo fenomeno — fenomeno in espansione vertiginosa: indipendentemente dalla qualità del contenuto, si valuta che vengano aperti 175.000 blog al giorno, nel mondo — che invece avrebbe bisogno non dico di una regolamentazione legislativa (la libertà d'espressione, bene costituzionalmente tutelato, non è già di per sé sufficiente?), ma quantomeno della sua comprensione da parte del legislatore, per far sì di «legiferargli attorno».

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Sesso, il "kamasutra cattolico" con orgasmi paradisiaci spiegato da un frate via web.

(TGCom) Un frate polacco, Ksawery Knotz, insegna come fare sesso grazie a un sito che è già conosciuto in rete come il "kamasutra cattolico". Padre Knotz promette orgasmi paradisiaci con qualche avvertenza: "Nella religione cattolica il sesso è una questione tra marito e moglie e tra una coppia sposata e Dio". Rimane il mistero di come un religioso possa spiegare le gioie della carne, ma i suoi consigli pare funzionino.

"Al contrario di quello che si crede generalmente - spiega Ksawery Knotz - la chiesa cattolica non mette al bando i piaceri della carne". Su szansaspotkania.net si fa riferimento al sesso esplicito anche con disegni e illustrazioni commentati in polacco. Nelle sezione in lingua inglese il materiale a disposizione dei navigatori è però meno ricca di immagini.

Rimane da svelare il mistero di come un religioso, che ha fatto voto di celibato e castità, possa spiegare a una coppia come avere super-orgasmi che "portano dritto in paradiso".

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Prostituzione, la Destra propone sesso a pagamento per anziani ma con la "ricetta".

(Asca) - ''In una societa' in cui prolificano i messaggi con espliciti richiami al sesso perche', anche una fascia socialmente debole come la terza eta', non puo' accedere facilmente alle gioie che la sessualita' puo' offrire?''.

A porre l'interrogativo e' Italia Nuova, l'associazione giovanile che fa capo a La Destra e che in particolare appoggia la proposta di Daniela Santanche' sulla riapertura dei 'casini'. Di piu' Italia nuova vuole proporre un referendum abrogativo della legge Merlin.

Con queste premesse, Italia nuova propone ''una regolamentazione chiara e funzionale della prostituzione'' in modo che ''le persone anziane avrebbero meno remore o paure ad usufruire delle prestazioni di operatrici od operatori di tale settore''. ''Inoltre, visto che l'attivita' sessuale porta indubbi benefici sotto il profilo fisico e psicologico, si potrebbe pensare -prosegue l'associazione- ad una sorta di prescrizione medica del sesso accompagnata da un 'certificato di sana e robusta costituzione'''

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California. Sono due ottantenni insieme da cinquant'anni i primi novelli sposi.

Entra oggi in vigore la sentenza che annulla il bando.
(Apcom) - Phyllis Lyon e la sua compagna Del Martin si innamorarono quando essere lesbiche comportava ancora l'arresto negli Stati Uniti, la perdita del posto di lavoro o addirittura il ricovero in un ospedale psichiatrico. Oggi ottantenni, e dopo una relazione durata oltre 50 anni, saranno la prima coppia gay a sposarsi a San Francisco nel giorno dell'entrata in vigore della sentenza che annulla il bando ai matrimoni tra persone omosessuali in California.

Furono proprio loro, vere icone della comunità gay dello Stato dopo anni di attivismo, a presentare la causa legale che ha portato alla storica decisione della Corte Suprema dello Stato con la quale le nozze tra omosessuali sono state ufficialmente legalizzate. Mentre a celebrare la cerimonia privata di fronte ad una cinquantina di invitati sarà il sindaco di San Francisco Gavin Newsom, che nel 2004 decise di sfidare apertamente la legge californiana iniziando ad emettere licenze matrimoniali per coppie dello stesso sesso. Lyon e Martin furono tra le prime a farne richiesta, per sostenere simbolicamente la scelta del sindaco, e furono presto seguite da altre 4.000 coppie, dando vita ad un acceso dibattito nazionale. La Corte Suprema annullò quelle prime nozze ma il loro ricorso portò successivamente alla storica sentenza dello scorso 15 maggio.

Il comune ha fatto sapere che la cerimonia sarà l'unica ad essere celebrata oggi, ma la città si prepara comunque ad intense settimane di lavoro dopo l'entrata in vigore della legge. Oggi la California diventa il secondo Stato dell'Unione a consentire le nozze tra gay insieme al Massachusetts. A San Francisco, almeno 200 impiegati comunali sono stati preparati per assistere le coppie dello stesso sesso nel processo burocratico, mentre nella contea di San Diego 50 persone si dedicheranno unicamente all'emissione delle licenze matrimoniali.Nella contea di Los Angeles, 100 persone sono state incaricate di celebrare i matrimoni. "Ci attendiamo un ondata di nozze" ha commentato il sindaco di West Hollywood Jeffrey Prang.
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Gay/Carfagna, “no alle discriminazioni normative”. E’ apertura?.

(River-blog) Stamattina mi capita tra le mani l’inserto allegato all’edizione odierna de Il Giornale: “Dossier Campania”. Lo apro solo perché in copertina c’è Mara Carfagna, che, all’interno, rilascia lunga intervista. Mi interessa una sola domanda: quella sui diritti sui gay. La risposta che il ministro delle Pari Opportunità dà mi stupisce.

Ha fatto discutere il suo rifiuto della richiesta ufficiale di patrocinio per il Gay Pride. Alla stampa lei si è detta convinta che manifestazioni del genere siano legittime, ma non rappresentino la strumento più adatto a sostenere i diritti degli omosessuali. Quali iniziative ritiene vadano intraprese? Credo sia necessario intervenire a livello legislativo per eliminare ogni eventuale discriminazione normativa. Bisogna, inoltre, colpire duramente chi commette violenze, di matrice omofobica e non. La condanna deve essere rivolta a ogni tipo di sopruso.

Ora: sarà che mi accontento di poco (!). Sarà che una frase del genere (”eliminare ogni discriminazione normativa), un deputato/senatore dell’ex Margherita non l’avrebbe mai pronunciata. Ma dalla Carfagna non me l’aspettavo.

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Una ricerca conferma che la scelta del partner non e' causata da fattori esterni.

(Agi) Omosessuali o eterosessuali? La scelta del proprio partner non e' influenzata dalla societa' e dalla famiglia. Gli individui scelgono liberamente con chi avere rapporti sessuali. O meglio sono influenzati piu' che altro da fattori ereditari o dall'esperienze passate personali. E questo vale sia per le persone che hanno rapporti con partner del sesso opposto (eterosessuali) che per coloro che hanno rapporti omosessuali (con un partner dello stesso sesso). Cio' significa che l'eterosessualita' e l'omosessualita' non sono determinate da fattori esterni. Questo e' quanto emerso da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Karolinska Institute e della Queen Mary University di Londra e pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior. Lo studio e' il piu' grande che sia mai stato fatto finora in tutto il mondo. Sono stati infatti coinvolti piu' di 7.600 gemelli svedesi (uomini e donne) di eta' compresa tra i 20 e i 47 anni. ''I risultati mostrano, che gli atteggiamenti familiari e della societa', sono meno influenti per il nostro comportamento sessuale rispetto a quanto pensato in passato'', ha detto Niklas Langstrom, uno dei ricercatori. ''Invece, il ruolo piu' importante e' svolto dai fattori genetici e dalle esperienze individuali''. In particolare, l'ambiente condiviso dai gemelli (compresi i familiari e gli atteggiamenti della societa') ha spiegato circa il 17 per cento delle scelte dei partner sessuali, i fattori genetici il 39 per cento e le esperienze uniche e personali il 66 per cento.

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Sicilia, un altro crollo del centrosinistra: 8-0 per il Pdl.

Un elettore al seggio

(Filippomaria Battaglia - Panorama) K.O. al primo round, e senza possibilità di riprese al ballottaggio. In Sicilia, il centrodestra conquista tutte le otto province in cui si votava per il rinnovo delle amministrazioni. Avendo la meglio anche sulle ultime roccaforti del Pd, e cioè Enna, Caltanissetta e Siracusa. La prova della disfatta della sinistra? Tutta in queste percentuali. Alla Provincia di Palermo, arriva Giuseppe Avanti, candidato del centrodestra eletto con 298.998 voti (il 72,3%), oltre 184mila in più rispetto il suo avversario, Giovanni Piro del centrosinistra. A Catania (roccaforte del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo e il cui presidente uscente della Provincia è lo stesso Lombardo, neogovernatore della Sicilia) vince Giuseppe Catiglione con più di 404mila voti, pari a oltre il 77% delle preferenze espresse nelle provincia etnea. I candidati per la presidenza della Provincia di Catania erano quattro, ma il principale sfidante di Castiglione, Salvatore Leotta del centrosinistra, si è fermato prima dei 95mila voti.

A Messina, dove erano quattro gli sfidanti, la vittoria è andata a Giovanni Ricevuto, sostenuto da tutte le sigle del centrodestra. Anche in questo caso una vittoria netta sugli altri sfidanti: più di 260mila voti per Ricevuto (76%), poco più di 73mila per il “secondo”, Paolo Siracusano del centrosinistra.
Anche gli elettori della Provincia di Caltanissetta hanno scelto: sulla poltrona di presidente andrà Giuseppe Federico del centrodestra (oltre 82mila voti pari al 63,5% del totale delle schede). Il principale sfidante, Salvatore Messana, attuale sindaco di Caltanissetta, ha conquistato solo 38mila voti. Il centrosinistra, dopo dieci anni di potere, perde così il suo fortino. Ma è caduto anche quello di Enna, dove la provincia è stata guidata da uomini della sinistra negli ultimi quindici anni. Qui, per “solo” 12mila voti, il centrodestra conquista la presidenza della Provincia con Giuseppe Monaco a cui sono andati 55.283 voti (pari al 53,87%). All’altro principale sfidante, Angelo Muratore sostenuto da Pd, Italia dei valori e socialisti, sono andate solo poco più di 42mila preferenze.
Ad Agrigento è Eugenio D’Orsi a conquistare la poltrona di presidente della Provincia con 153.717 voti, pari al 67,88% delle preferenze elettorali degli agrigentini. Qui, dove i candidati in corsa erano cinque, il centrosinistra si è presentato diviso alle urne con tre candidati. Corsa a due, invece, a Siracusa dove è uscito vincitore Nicola Bono, sostenuto da tutto il centrodestra (139.907 preferenze, il 68,55%). Al candidato del centrosinistra, Giuseppe Zappulla, sono andati 64mila voti, 75mila in meno del neopresidente della Provincia siracusana. Infine a Trapani, dove gli sfidanti erano tre, la vittoria è andata a Girolamo Turano, uomo del centrodestra, eletto con più di 130mila voti pari al 65,79% delle preferenze espresse dai trapanasi alle urne. Il suo principale sfidante, Camillo Oddo, sostenuto dal centrosinistra, si è fermato a 61mia voti, ovvero il 30,78%.
Con queste elezioni l’Udc ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, che ha corso insieme al Pdl così come aveva fatto nelle regionali e in controtendenza con le scelte fatte a livello nazionale, si conferma come il secondo partito della Sicilia, conquistando con i suoi due uomini Avanti e Turano le due province rispettivamente di Palermo e Trapani.

Alle comunali non è andata meglio per il centrosinistra: perfino Messina, guidata dal coordinatore regionale Francantonio Genovese, potrebbe cadere sotto il fuoco incrociato di Pdl e Udc (lo scrutinio è iniziato proprio in queste ore). A Siracusa Roberto Visentin (Pdl-Udc-Mpa) - 117 sezioni su 123 - è in vantaggio sul rivale del centrosinistra Roberto de Benedictis: 56,4% contro il 33,2%. Tutta “in casa” centrodestra la sfida a Catania del sindaco uscente Scapagnini, dove si andrà al ballottaggio tra Raffaele Stancanelli sostenuto da Mpa, Pdl e Udc e Nello Musumeci candidato in una propria lista civica.

Per i democratici isolani quindi ci sono solo ferite brucianti che non ammettono repliche, e che nel frattempo hanno scatenato una vera e propria resa dei conti.
A essere chiaro e netto è proprio uno dei candidati, Franco Piro, che guidava i democratici alla riconquista della provincia del capoluogo isolano: è lui a parlare di “sconfitta netta”, è lui - a scrutini conclusi - a dire che “c’è un problema di direzione politica e di quadri dirigenti nel Pd, oltre che complessivamente nel centrosinistra. All’interno del Partito democratico in Sicilia va ricostruita l’iniziativa politica e non si può fare con gli stessi uomini e la stessa classe dirigente”. Detto in altri termini: a casa.
Una richiesta forte, che potrebbe aumentare di intensità se il coordinatore regionale Francantonio Genovese non dovesse spuntarla per la riconferma di Messina. Il vortice potrebbe così persino farsi più grande, rischiando di contribuire al periodo non proprio felicissimo di Veltroni e del loft romano del Pd.

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Reazioni polemiche sul cervello dei gay. "E' una stupidaggine". E gli omosex si dividono.

Il mondo gay giudica la ricerca. Paola Concia (Pd): "Irrilevante un campione di 90 persone". Mancuso: si dimostra che non è contro natura.
(Paola Coppola - La Repubblica) "Ben felice di avere un cervello uguale a quello di una donna etero". Aurelio Mancuso scherza e confessa: "Mi fa sorridere tutto questo concentrarsi a spiegare le ragioni dell'omosessualità". Il presidente nazionale dell'Arcigay però vuole leggere lo studio pubblicato su Pnas in chiave positiva, "perché viene da Stoccolma e non da Roma", dice. Quindi, commenta: "Dimostrare che l'omosessualità deriva da differenze neurobiologiche innate forse servirà a far mettere l'anima in pace a qualcuno, perché significa dimostrare che anche l'omosessualità è in natura e non contro natura".

Stroncatura dalla deputata del Pd e militante del movimento dei diritti dei gay, Anna Paola Concia: "È una stupidaggine, un campione di 90 persone non dimostra nulla". Sulle differenze neurobiologiche individuate: "Non credo che l'omosessualità sia innata. L'orientamento sessuale è reversibile e nella vita può cambiare". E ancora: "Ha più a che fare con il desiderio: certo, dal punto di vista sociale, tranquillizza pensare che uno nasce gay, un po' come dire: "È nato malato", più difficile incardinare il desiderio sessuale".

Ride di quello che chiama "un accanimento a trovare una spiegazione scientifica dell'omosessualità", la presidente nazionale di Arci Lesbica, Francesca Polo: "Bella scoperta", dice, "mi ricorda quando hanno misurato le dita per vedere quanto erano lunghe quelle dei gay". E chiede: "I finanziamenti per le ricerche non potrebbero essere usati in modo più intelligente? Infine sui risultati: "Non mi cambia nulla sapere che ho il cervello più simile a quello di un uomo etero, semmai preferirei avere gli stessi soldi di un maschio bianco etero. Né questa scoperta cambia il quadro in termini di rivendicazione di diritti e lotta alla discriminazione".

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