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mercoledì 20 febbraio 2008

Dagli autori di Will&Grace un'altra serie gayfriendly.

David Kohan Max Mutchnick Will&Grace(Tvblog) La sit-com su cui gli autori di Will&Grace stavano lavorando dall’anno scorso diventerà realtà. Bella notizia per chi ha amato il primo show con protagonista un gay, ed ha riso grazie ai comportamenti di Karen (Megan Mullally) e le manie di Jack (Sean Hayes).
Quello che però mi lascia perplesso è il plot di questo nuovo progetto ancora senza titolo ma che andrà in onda sulla Abc (e non sulla Cbs come previsto lo scorso anno), che pare copiare molto del precedente successo dei due autori David Kohan e Max Mutchnick (i due nella foto), ispirato nuovamente dalla loro stessa amicizia, essendo il primo etero e l’altro gay. La storia è infatti quella di una coppia di amici e patner d’affari, composta da un gay ed un etero, il cui rapporto sarà messo alla prova nel momento in cui entrambi si fidanzeranno: gli episodi ruoteranno intorno alle difficoltà dei due protagonisti nel mantere l’equilibrio della loro amicizia nonostante i nuovi compagni.

Certamente non è la copia sputata di “Will&Grace”, ma forse ci si poteva aspettare una trama più originale ed innovativa da chi, nel 1998, face scalpore mettendo al centro di una storia una rappresentanza del mondo gay (che ai tempi era sicuramente meno “alla pari” di oggi).

Nell’attesa di avere più notizie sul cast e sulla trama, non ci resta che pensare che, se proprio di un gay e di un etero dovevano tornare a parlare, gli autori avrebbero potuto richiamare i mitici Jack e Karen, per uno spin-off sognato da molti.

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In Iran il sesso si cambia con il permesso dei mullah .

L'Iran perseguita i gay ma consente le operazioni. Per il Corano non è peccato: parola di Khomeini.

(Vanna Vannuccini - La Repubblica) "Per il Corano il cambiamento dell'ordine divino non è peccato" assicura il dottor Bahram Mir Jalali. "Non lo facciamo forse tutti i giorni? Tramutiamo il grano in farina e ne facciamo pane, tagliamo l'albero per farne legno, tavoli e sedie. Perché non dovrebbe essere possibile cambiare il genere di un uomo o di una donna? Non c'è nessun divieto".

Il dottor Mir Jalali è un chirurgo specializzato in interventi sui transessuali. A Teheran. Nel Mirdamad Surgical Center, una clinica privata nel centro della capitale iraniana. Chi potrebbe immaginare che nella Repubblica islamica dell'Iran, considerata in Occidente il paese oscurantista per eccellenza, esistano cliniche legalissime dove i transessuali vengono accolti rispettosamente e aiutati a cambiar sesso, in parte perfino a spese dello Stato? L'Iran, si sa, è un paese di paradossi. Solo qualche mese fa, alla Columbia University, il presidente Ahmadinejad affermò che "gli omosessuali in Iran non esistono". E di sicuro, se esistono non hanno vita facile. Sono costretti a incontrarsi nei parchi, nei garage, in una totale clandestinità. Se una festa gay viene all'orecchio di un gruppo di basiji, le conseguenze per loro sono molto più devastanti che nel caso di coppie eterosessuali. Non solo vengono frustati e arrestati, ma anche filmati per poter svergognare pubblicamente loro e le loro famiglie. Non di rado vengono condannati all'impiccagione. Per i mullah la diversità, ovviamente tanto più grave se riguarda la sfera sessuale, è il frutto avvelenato dell'occidentalizzazione.

La sala d'aspetto del Mirdamad Surgical Center è piena. Molti considerano l'operazione come la sola opportunità per tornare a far parte della società. Si sono fatti diagnosticare come transessuali in modo da poter legalmente cambiare sesso. Sono soprattutto di Teheran, ma alcuni vengono anche dalla provincia. Dicono che anche nelle campagne, dove la popolazione è più conservatrice e legata alle tradizioni e il controllo sociale più forte, quando un mullah con in mano il Corano accetta il cambiamento di sesso, la comunità non avrà nulla da ridire, e chi cambia sesso nulla da temere. Ma altri raccontano di casi in cui non è andata proprio così. Di uomini diventati donne che si sono trovati esclusi da tutto e da tutti. E non solo per ragioni religiose. Un uomo diventato donna deve imparare prima di tutto a dimenticare tutte le libertà che aveva conosciuto fino ad allora. Non è facile.

E' stato l'ayatollah Khomeini in persona a decidere questo trattamento incredibilmente liberale dei transessuali. Per merito della caparbietà di un tecnico della tv che lo convinse a pronunciare una fatwa che permetteva il cambiamento di sesso. Ormai diventato una donna, racconta volentieri, a chi va a trovarla nel suo appartamentino teheranese ricolmo di specchi e di cuscini, come sia riuscito a convincere il vecchio, burbero e carismatico imam. Lo aspettò per settimane davanti a casa sua per potergli parlare personalmente. Gli raccontò della sua vita. Khomeini capì. E ammise che nei suoi lunghi studi del Corano e dei hadith non aveva mai trovato niente che impedisse una fatwa per rendere possibile il cambiamento di sesso.

Tutti sappiamo che cos'è una fatwa, almeno da quando lo stesso Khomeini pronunciò quella famigerata contro Salmam Rushdie. Ma non molti sanno che una fatwa può anche essere a fin di bene. Ogni iraniano può chiederne una a un grandayatollah (l'istanza più alta della gerarchia sciita), spiegandogli il proprio caso, anche per e-mail, se necessario. La fatwa avrà da quel momento valore di legge.

Chi vuole cambiare sesso in Iran deve rivolgersi prima a una apposita commissione, formata da religiosi e da medici, che sembra sia piuttosto comprensiva perché le statistiche dicono che ci sono più cambiamenti di sesso in Iran che in tutta la regione mediorientale. Le operazioni vengono fatte in cliniche private e ognuno se le deve pagare, a caro prezzo per i livelli iraniani, costano circa 3000 dollari e ce ne vogliono sempre più di una. Ma i prezzi sono comunque molto più bassi di quelli vigenti sul mercato internazionale, e l'Iran ha fama di avere ottimi chirurghi plastici (la chirurgia plastica è diffusissima, e non solo per i rifacimenti del naso). Qualcosa poi il paziente ottiene indietro dalla mutua. Le sue "ragazze" sono sempre risultate ottime mogli, spesso migliori di quelle nate donna per natura, assicura sorridente il dottor Bahram.

La nostra ex tecnica tv dice di essere felice nei suoi panni femminili. Ha solo il rammarico di non potersi mai togliere il chador. Un rammarico appena accennato, per non offendere la memoria dell'imam. Ma tenere il chador stretto sotto il mento per non farlo scivolare all'indietro non è proprio il suo forte.

Truccata com'è, si capisce subito che non è una chadorì per tradizione o per convinzione religiosa. Perché allora non si copre semplicemente la testa con un foulard, come tante iraniane? Perché Khomeini volle una prova dal giovane tecnico che gli chiedeva aiuto, racconta. Quando sarai una donna - gli disse - dovrai vestirti sempre in modo appropriato, non dovrai andare in giro con un foulard ma con il chador. Senza toglierlo mai". Lui fece un voto per la vita di fronte all'imam, e oggi mantiene la promessa. Le dispiace solo di essere tanto ingrassata da quando lo porta.
Una decina di chili, dice. Poggiata su un tavolino, c'è la foto di un bruno ragazzo magro. La foto di un'altra vita.

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GF8. Ma Francesco e Christine hanno fatto sesso? Per scoprirlo ci si mette in mezzo anche Mario. Il video.

(Piacenzanight) Francesco e Christine hanno passato la notte insieme più di una volta, ma qualche sera fa sotto le coperte è capitato qualcosa... "Solo un bacio!" ha gridato lei, rossa in volto, bersagliata dalle domande di Alessia Marcuzzi durante la diretta.

Sarà, intanto oggi Mario si è avvicinato alla bionda e le ha chiesto senza mezzi termini: "Ma tu ti vergogneresti a fare sesso davanti alle telecamere?". Christine è andata subito a piagnucolare da Francesco, il quale però è sembrato più curioso che altro. "Tu cosa gli hai risposto?" le ha domandato.

"Non rispondo a domande come queste! Anche perché la sai la risposta." ha chiuso lei, scocciata. Cosa avrà voluto dire?

Noi vi proponiamo il video della nottata. A voi il giudizio.
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AGGIORNAMENTO

Grande Fratello 8. Pomeriggio di sesso tra Francesco e Christine.
Sospiri e frasi sussurrate non lasciano più dubbi.
(Piacenzanight) Dopo il pomeriggio di oggi non restano dubbi. Cosa hanno combinato Christine e Francesco sotto le coperte? A giudicare dai sospiri e dalle frasi sussurrate tipo "continua quello che stavi facendo...!" e simili, la bella Christine deve aver dato non poche soddisfazioni al romano.

Rumori, sospiri, versi primitivi hanno accompagnato movimenti inequivocabili sotto le coperte... Dopo dieci minuti di esercizi ginnici, i due sono riemersi da sotto la trapunta, senza nemmeno la forza di parlare. Stremati si sono addormentati in un abbraccio romantico.

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I figli di Sandra e Clemente (Mastella).

Storia di un giornale di partito e di una "bella famiglia come le altre", raccontata dal Direttore del Corriere d'Italia, Mauro Montanari.

(Mauro Montanari-Corriere d'Italia/News ITALIA PRESS) Il Ministro della Giustizia, Clemente Mastella e sua moglie Sandra Lonardo hanno due figli, Elio e Pellegrino. Pellegrino è sposato a sua volta con Alessia Camilleri.

Una bella famiglia come le altre, ma con qualcosa in più.
Per sapere cosa, partiamo dal partito di Clemente che, come i più informati sanno, si chiama Udeur. L'Udeur, in quanto partito votato dall'1,4% degli italiani adulti, ha diritto ad un giornale finanziato con denaro pubblico.
Si chiama "Il Campanile", con sede a Roma, in Largo Arenula 34. Il giornale tira circa cinquemila copie, ne distribuisce 1.500, che in realtà vanno quasi sempre buttate. Lo testimoniano al collega Marco Lillo dell'Espresso, che ha fatto un'inchiesta specifica, sia un edicolante di San Lorenzo in Lucina, a due passi dal parlamento, sia un'altro nei pressi di Largo Arenula. Dice ad esempio il primo: "Da anni ne ricevo qualche copia. Non ne ho mai venduta una, vanno tutte nella spazzatura!".
A che serve allora -direte voi- un giorna-le come quello? Serve soprattutto a prendere contributi per la stampa.
Ogni anno Il Campanile incassa un milione e 331mila euro
E che farà di tutti quei soldi, che una persona normale non vede in una vita in-tera di lavoro? insisterete ancora voi. Che fara? Anzitutto l'editore, Clemente Mastella, farà un contratto robusto con un giornalista di grido, un giornalista con le palle, uno di quelli capace di dare una direzione vigorosa al giornale, un opinionista, insomma. E così ha fatto.
Un contratto da 40mila euro all'anno. Sapete con chi? Con Mastella Clemente, iscritto regolarmente all'Ordine dei Giornalisti, opinionista e anche segretario del partito. Ma è sempre lui, penserete. Che c'entra? Se è bravo… non vogliamo mica fare discriminazioni antidemocratiche. Ma andiamo avanti.
Dunque, se si vuol fare del giornalismo serio, bisognerà essere presenti dove si svolgono i fatti, nel territorio, vicini alla gente.

Quindi sarà necessario spendere qualcosa per i viaggi.
Infatti Il Campanile ha speso, nel 2005, 98mila euro per viaggi aerei e trasferte. Hanno volato soprattutto Sandra Lonardo Mastella, Elio Mastella e Pellegrino Mastella, nell'ordine. Tra l'altro, Elio Mastella è appassionato di voli. Era quello che fu beccato mentre volava su un aereo di Stato al gran premio di Formula Uno di Monza, insieme al padre, Clemente Mastella, nella sua veste di amico del vicepresidente del Consiglio, Francesco Rutelli. Ed Elio Mastella, che ci faceva sull'aereo di Stato? L'esperto di pubbliche relazioni di Rutelli, quello ci faceva!
Quindi, tornando al giornale. Le destinazioni. Dove andranno a fare il loro lavoro i collaboratori de Il Campanile? Gli ultimi biglietti d'aereo (con allegato soggiorno) l'editore li ha finanziati per Pellegrino Mastella e sua moglie Alessia Camilleri Mastella, che andavano a raggiungere papà e mamma a Cortina, alla festa sulla neve dell'Udeur. Siamo nell'aprile del 2006.

Da allora -assicura l'editore- non ci sono più stati viaggi a carico del giornale.
Forse anche perché è cominciata la curiosità del magistrato Luigi De Magistris, sostituto procuratore della Repubblica a Catanzaro, il quale, con le inchieste Poseidon e Why Not, si avvicinava ai conti de Il Campanile.
Ve lo ricordate il magistrato De Magistris? Quello a cui il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, mandava tutti quei controlli, uno ogni settimana, fino a togliergli l'inchiesta? Ve lo ricordate? Bene, proprio lui! Infine, un giornale tanto rappresentativo deve curare la propria immagine.
Infatti Il Campanile ha speso 141mila euro per rappresentanza e 22 mila euro per liberalità, che vuol dire regali ai conoscenti.
Gli ordini sono andati tra gli altri alla Dolciaria Serio e al Torronificio del Casale, aziende di Summonte, il paese dei cognati del ministro: Antonietta Lonardo (sorella di Sandra) e suo marito, il deputato Udeur Pasquale Giuditta.

Ma torniamo un attimo agli spostamenti.
La Porsche Cayenne (4000 di cilindrata) di proprietà di Pellegrino Mastella fa benzina per duemila euro al mese, cioè una volta e mezzo quello che guadagna un metalmeccanico. Sapete dove?
Al distributore di San Giovanni di Ceppaloni, vicino a Benevento, che sta proprio dietro l'angolo della villa del Ministro, quella con il parco intorno e con la piscina a forma di cozza. E sapete a chi va il conto?
Al giornale Il Campanile, che sta a Roma. Miracoli dell'ubiquità.
La prossima volta vi racconto la favola della compravendita della sede del giornale.
A quanto è stata comprata dal vecchio proprietario, l'Inail, e a quanto è stata affittata all'editore, Clemente Mastella.
Chi l'ha comprata, chiedete? Due giovani immobiliaristi d'assalto: Pellegrino ed Elio Mastella.

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Grande fratello o grande bordello? In Usa tutti nudi in piscina, sesso a go-go, separazioni tra gay e baci tra uomini.

Ci risiamo, mentre nel GF8 Italia si chiacchera e ci si perde in elucubrazioni simil-intellettuali, nel Big Brother 9 made in usa al solito si passa ai fatti.
Guardate un pò qui... e con questa sono già due le scene di sesso viste (a dir la verità più che altro immaginate) nel corso di questa nuova serie.

C'è poi la scena del bagno nella piscina della casa dove tra giochi e "manipolazioni" varie, al grido di "nudi, nudi, nudi" alla fine i partecipanti qualcosa si tolgono e James si esibisce in un piccolo numero di acrobazia togliendosi le mutande e col "pisellone" ballonzolante (foto in alto).

E a proposito del superdotato James continua la caccia ai video ed alle sue foto porno sparse sul sito, ormai ne saltano fuori di nuove ogni giorno come queste dove bacia un uomo. e soprattutto la documentazione (tanta) relativa alla sua "occupazione" presso Dirtyboyvideo un noto sito porno gay. Insomma come nella migliore tradizione del Grande Fratello, la morbosità si sta alzando e l'attenzione sulla casa è alle massime temperature.

E poi loro, la coppia gay che si divide con tanto di clamorosa ed inattesa fuga dalla casa di Neil Garcia lasciando l'altra metà, appena conosciuta, a piangere dentro la casa. Ieri sera è andata in onda la puntata settimanale, ci sarà stata una spiegazione plausibile? Già perchè quella che ha rilasciato non convince. Vi faremo sapere.

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Elezioni Usa. Fermata la corsa di Hillary Rodham Clinton alla Casa Bianca.

(Anelli di fumo) Alla fine sono ben venti i punti percentuali in più presi da Obama in Wisconsin, e non i dieci-quindici che pensavo. (Sì, anche stavolta ho azzeccato la previsione,). La sconfitta della Clinton in Wisconsin è dunque molto più ampia e se al momento non sappiamo ancora i dati delle Hawai'i, non credo ci siano possibilità per Hillary nello stato in cui Obama è nato e cresciuto. L'unica incertezza riguarda il divario: sarà maggiore o minore di questi venti punti del Wisconsin? Lo sapremo tra poco.

Ma una sconfitta così forte in uno stato che pareva tagliato su misura per la Clinton (i sondaggi la davano perdente in Wisconsin solo negli ultimi 10 giorni, prima qui doveva essere una sua roccaforte) significa che Obama ha sfondato anche nell'elettorato tradizionalmente pro-Hillary. E i dati parlano chiaro: Obama prende il 50% del voto femminile, il 67% di quello maschile, raggiunge largamente la maggioranza assoluta non solo nelle città ma ora anche nei sobborghi e, riguardo alle classi di età, lascia a Hillary solo la maggioranza degli anziani over 60, prendendo percentuali bulgare tra gli elettori fino a 24 anni (il 76%), fino a 29 (il 66%), fino a 39 (il 63%).

Quello che non mi è per niente piaciuto della sconfitta di Hillary è il trend che ha ormai stabilito: per la quarta volta consecutiva la senatrice di New York non ha ritenuto di complimentarsi con Obama per la larga vittoria ottenuta. Chiaro, perdere non piace a nessuno. Ma piace meno di tutti a Hillary, abituata sempre e solo a vincere, e questo atteggiamento le è ormai rimproverato da tutti gli analisti. Questa mancanza di cortesia potrebbe costarle cara. Potrebbe addirittura essere la goccia che fa traboccare il vaso in favore di Obama, ora dato in grande rimonta in Texas e in Ohio, dove solo quindici giorni fa aveva 20-25 punti di svantaggio, ora sembra ridotti a 5-7.
Alla fine, Hillary forse vincerà ugualmente, di poco, i due grandi stati del 4 marzo, ma se ci riuscirà sarà un testa a testa e a quanto pare il sistema elettorale texano potrebbe anche riservare una sorpresa, nel caso appunto di una competizione all'ultimo voto: Obama potrebbe ottenere meno voti popolari e più delegati, per via del suo radicamento nelle zone urbane contro quello della Clinton nelle zone rurali.

Altro dato assai interessante: Obama ha stavolta vinto anche tra i superdelegati, ossia gli uomini dell'apparato del partito. Ne ha presi 4, contro i 2 della Clinton. Un segno che anche la nomenclatura del Dp ha deciso di cambiare cavallo. In totale, Obama ha ora 1301 delegati contro i 1239 della Clinton.

Alla luce di questi cambiamenti, anche AnelliDiFumo cambia il cavallo delle sue scommesse. Se fino a oggi ho detto che Hillary poteva vincere Texas e Ohio e dunque alla fine imporsi come candidata democratica, ora invito tutti ad aspettare qualche altro giorno e a vedere come andranno le primarie del 4 marzo, sebbene sembra proprio che la corsa di Hillary Rodham Clinton alla Casa Bianca si sia fermata in un freddo martedì di febbraio in Wisconsin. Il 4 marzo, sapremo se la corsa per la nomination democratica è ancora a due, o se invece il candidato democratico sarà per la prima volta nella storia un uomo mulatto.

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Irlanda del nord. Ministro dello sport denuncia forma di apartheid verso i giocatori etero da parte di un club di rugby gay.

Ma Ulster Titans respingono accuse: con noi anche etero.

(Ap) Polemiche in Irlanda del nord per una squadra di rugby che fa dell'omosessualità una bandiera: ieri il ministro dello Sport, il conservatore protestante Edwin Poots, ha accusato gli Ulster Titans (nella foto) di promuovere una nuova forma di discriminazione.

La squadra, sui campi da gioco dallo scorso anno, dà pubblicamente il benvenuto a tutti gli appassionati della palla ovale con preferenze gay. Secondo il ministro, dar vita a un gruppo sportivo sulla base di appartenenze sessuali o razziali significa favorire nuove forme di apartheid.

Declan Lavery, un proprietario di bar che è tra i fondatori dei Titans, non si è scomposto. Poots - ha detto - non sa di cosa parla. Tra i 25 membri della squadra ci sarebbe più di un eterosessuale: "Tutti sono benvenuti".

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Aldo Busi dice la sua su omosessualità e adozioni e inseminazione artificiale.

"La sessualità umana non deve essere pertinenza del legislatore e di giudici". "Se non fosse per gli omosex che fanno figli si sarebbe già estinta".

Aldo Busi per Antonio Faticati di GDSinforma, pubblicazione dei genitori adottivi: mi si chiede un’intervista su adozioni anche a distanza, su omosessualità e adozione, inseminazione artificiale ecc.; preferisco inviare un articolo a titolo gratuito con diritto di pubblicazione su GSDinforma e sul sito di Dagospia e su qualsivoglia sito; l’articolo è un po’ a braccio, oggi non mi sento di leccare niente

Non ci sono temi che mi interessino o no e non è vero che rilascio interviste malvolentieri: non mi interessa rilasciare interviste, non ne rilascio e basta, quando mi va bene devo sporgere querela. Tuttavia, Le posso a braccio dire alcune mie opinioni, che ritengo strettamente auspicabili ma non realizzabili né a breve né a lungo termine da un punto di vista legislativo, visto lo stato di arretratezza culturale e di civiltà dei diritti in cui versa l’Italia, tuttora mero luogo geografico per il saccheggio a piccolo punto da parte del cartello Vaticano/Parlamento, cioè dei governi italiani tutti, tutti indistintamente salmodianti a buco ritto le finalità superiori (leggi: di alta finanza) della Chiesa. E’ superfluo discettare di genitorialità di fatto o quale aspirazione di cittadini omosessuali e/o single intanto che viene considerata inaccettabile manifestazione anticlericale la richiesta che la Chiesa, scandaloso bacino di lavoro in nero legalizzato o non perseguito, paghi l’Ici e le tasse e l’Enpals (che io farei pagare, insieme ai diritti SIAE, anche per le rappresentazioni teatrali costituite da matrimoni, battesimi, funerali, cresime, processioni ecc.). Non accadrà mai niente in questo paese fino a che non vedrà la luce una concezione di Stato assolutamente aconfessionale e intellettualmente e illuministicamente di standard europeo, visto che dire laico non significa più niente. Laico lo è anche Mastella e, ci giurerei, anche Casini e Rutelli e Veltroni e Prodi e Bertinotti, o no?

Intanto sottolineo un principio: come penso che un uomo politico debba essere il rappresentante, una volta eletto, di tutta la popolazione sotto la sua giurisdizione, compresi quei cittadini che non lo hanno votato, così penso che un valoroso cittadino eletto, di fronte alla responsabilità di legiferare o di disporre provvedimenti anche solo comunali, debba non privilegiare le cosiddette proprie idee o valori o clan bensì debba farsi neutro traduttore delle nuove realtà sociali, individuali e collettive, senza opporvisi con i propri pregiudizi (che sarebbero gli stessi valori di prima una volta messi alla prova delle ragioni degli altri che non li condividono e che non per questo sono meno sacrosante e sonanti sul piano di riforme tempestive). Come già ebbi a scrivere non ricordo dove, “Per il ministero di Dio c’è tempo, per amministrare equamente la cosa pubblica no”. Quindi non mi si chieda se quanto vado ad esporre lo penso o meno e in che misura, non ha alcuna importanza; lo penso perché tale pensiero è come minimo una sintesi, tra ciò che penso io e ciò che pensa (o che sono per esperienza portato a pensare che pensi) la maggioranza dei miei concittadini italiani; quindi:

a) sulle adozioni: nessun bambino deve essere adottato da una coppia a pari merito istituzionale, nel senso che è meglio, per il bambino, che la patria potestà di due genitori adottivi spetti non a entrambi ma a solo uno dei due, perché le coppie, con o senza figli propri o adottivi, si rompono e l’adottato finirebbe per restare in balia di strascichi giudiziari ed emotivi senza fine come i figli naturali; se invece si sa già a chi spetta tenerlo e mantenerlo in caso di separazione (in caso di morte di uno dei due genitori è ovvio che la patria potestà dell’adottato passi all’altro), il trauma è di per sé dimezzato sin dal suo esordio; non sarà molto romantico nei riguardi della mitologia dell’indissolubilità del matrimonio o della coppia di fatto, ma tant’è;

b) genitorialità omosessuale (?) o eterosessuale (?): non vedo perché sia preso in considerazione l’aspetto sessuale degli aspiranti genitori adottivi, la sessualità umana non deve essere pertinenza del legislatore e del giudice in alcun modo e caso (sempre che sia rispettosa della legge sull’età del consenso, che io abbasserei a 14 anni, almeno gli adolescenti avrebbero dei consultori in cui andare a confidarsi e a curarsi le troppe infezioni da lue e da Hiv, che certo non prendono da me, perché intanto io sono sano e poi perché sotto i trent’anni mi fanno senso e, oramai, a libidine spenta da mo’, oltre i trenta anche di più) e pertanto in caso di richieste di adozione altri sono i parametri di indagine istituzionale da soddisfare, non certo fare il periplo dell’elastico delle mutande dei richiedenti; a2) visto che il garante istituzionale dell’adottato è/dovrebbe essere uno solo – e non due o tre o quattro -, è auspicabile che l’aspirante genitore dia garanzia di maturazione affettiva e di responsabilità economica, il che non significa che debba essere né ricco né benestante, basta che sia in grado di provvedere a una vita dignitosa e agli studi dell’adottato almeno fino al diploma superiore (non sarebbe male che l’aspirante genitore depositasse presso un apposito istituto rigorosamente statale la somma di almeno E 50.000,00 a tutela dell’educazione del bambino e nel caso il bambino dopo un po’ venisse respinto al mittente come spesso accade; è chiaro che il genitore adottivo che ha fallito una volta non sarà più idoneo ad adottarne un altro); b2) certamente i singles possono e dovrebbero adottare un bambino: ma il fatto che siano singles (e abbienti e affettivamente maturi e con tutti i capi o firmati o vintage ecc.) non basta a colmare lo standard di idoneità, poiché ci si fa il problema di cosa ne sarà del bambino di un genitore che oltre a essere single è anche solo o isolato, cioè senza alcun altro che possa accudire al bambino in sua assenza (per lavoro o di qualsivoglia tipo); sino a un dieci anni fa, un bambino (a essere sincero, una bambina) l’avrei adottato anch’io, omosessuale e single e strenuamente solitario non appaiato né appaiabile, per due semplici ragioni (a parte la terza, sulla quale si può discutere, ma qui vorrei essere preso in parola: la mia avvenuta maturazione affettiva, la quale naturalmente mi portava, allora e non prima, a mettere le mie esigenze in secondo piano rispetto a quelle di un piccolo essere umano bisognoso di tutto e innanzitutto di me): l’avrei adottato perché potevo contare sul mio nucleo famigliare d’origine, su mia madre, mia sorella, due nipoti esemplari per bontà e spirito svelto, due case, di cui una con giardino, e la possibilità di permettermi una tata fissa e una domestica a metà giornata; c) non si adottano bambini con madre e padre o uno dei due viventi se non si adotta al contempo i suoi genitori (almeno a distanza, fermo restando che l’adottato presto o tardi vorrà incontrarli e ne avrà ogni diritto, così come avrà il diritto di ricongiungersi a essi o al genitore sopravvissuto o rintracciato; si deve dire da subito all’adottato, fosse pure in fasce, che non è tuo figlio naturale, quindi ben vengano genitori ariani che adottano bambini neri gialli rossi e viceversa, così l’informazione è pressoché automatica);

c) un bambino non ha di per sé bisogno di un genitore o di due genitori (se le suore fossero umane, potrebbero benissimo restare in orfanotrofio: ma solo le suore tra di loro, mai i bambini con loro; al di là dello scherzo, quando un bambino ha la fortuna di essere orfano, dovrebbe essere educato ad appartenere al mondo e al mondo degli onesti e dei compassionevoli, non al piccolo mondo antico di chi lo ha allevato e accampa su di lui un possesso inalienabile che lo rende alienato a sé e agli altri), anche due genitori possono essere troppo o troppo poco: un bambino ha bisogno di un mondo di affetti e di riferimenti morali e pedagogici, ho bisogno di sentirsi parte di una collettività, non schiavo di un piccolo carcere domestico; di sicuro, una volta stabilità la patria potestà di un solo genitore adottivo, potrebbe fare richiesta di adozione anche una comunità, un gruppo di famiglie nello stesso borgo, rami diversi dello stesso parentado: la mia paura è che un bambino entri a far parte o di una famiglia – una coppia – tanto per bene all’apparenza quanto perversa nella sostanza (i pedofili sono tutti eterosessuali, non dimentichiamolo, e 999 casi di violenza sessuale su 1.000 avvengono in famiglia) o di una famiglia in cui si vive nella claustrofobia più castrante (paura degli altri), sicché vedo più pericoli in una coppia che in un gruppo di persone che si prendano cura del bambino e che si controllino l’un l’altro senza neppure avvedersene e senza essere di peso al bambino come potrebbero esserlo due genitori o uno solo che si impadronissero del bambino come se fosse una proprietà immobiliare da tenere sfitta a porte e finestre sbarrate;

d) io sono educatore nato, ho un debole per l’umanità in tutte le sue stagioni, sono per indole iperprotettivo, però abbastanza giocoso (severissimo circa la buona educazione da impartire), ho avuto anche una esperienza di mesi a Londra assistendo a titolo gratuito i bambini di un asilo gestito dalle suore del PIME; i miei fratelli – per il resto molto critici con me – mi hanno affidato i loro figli sin dalla più tenera età, in parte li ho allevati io; il mio principio guida è sempre stato uno e uno solo, sin da quando io ero poco più bambino dei miei nipoti: quando un bambino è affidato a me, ne rispondo con la mia vita; ero così attento a ogni loro minimo gesto, prevenivo i pericoli, ma non volevo per questo angosciarli; quando (per anni!) ho portato con me in vacanza i miei nipoti (di pochi anni), non ricordo di averli mai lasciati soli (anche per liberarli della mia presenza da sparviero volteggiante attorno alla loro incolumità) per più di dieci minuti anche per periodi di dieci giorni di fila; poiché a me nessuno aveva mai detto niente, io ho fornito ai miei nipoti tutte le informazioni necessarie sia a difendersi sia ad andare all’attacco, e non mi sembra di averli mai traumatizzati. Ho parlato con loro di sesso, di malattie sessuali, di aborto, di rispetto verso le istituzioni esigendo che esse ti rispettino e se no denunciarne i soprusi e gli abusi, di letteratura, di politica, di finanza, li ho portati a teatro, nelle città d’arte come a fare il giro dei barboni di strada, in spiagge naturiste (per drenare da loro la morbosità del sessismo cattolico e perché accettassero il corpo umano nella sua imperfezione, obesità, malformazione, vecchiaia e perché apprezzassero sia la sua bellezza sia la caducità della medesima, e perché imparassero a non giudicare e a non infliggere e a non lasciarsi infliggere dolore vano e cattivo); infine, ho parlato sempre di cultura del lavoro, di puntualità nel dare e nel ricevere, e che non esistono lavori alti o bassi, gratificanti o umilianti, ma lavori o giustamente o iniquamente retribuiti; gli ho insegnato a non accettare inviti a cena presso gente che si da grandi arie e poi tiene in nero la badante o la cameriera; la loro educazione in senso civico è eccellente: non bisogna né sfruttare né essere sfruttati, e che bisogna non atteggiarsi a vittime altrimenti è come invocare la necessità di un carnefice, che puntuale arriverà a compiere il tuo “destino” sacrificale. Un anno fa, un gruppo di genitori romani (della buona borghesia, ahimé), mi ha offerto di dirigere una scuola, pomeridiana, cui inviare i loro marmocchi: non che l’offerta non mi allettasse, ma è anche deprimente che si possa sempre e solo portare acqua al mare... questo l’ha già fatto Rousseau, che quando scriveva cose educazionali aveva in mente i Delfini di Francia: e ai figli delle periferie dormitorio chi ci pensa mai? Perché un bambino Rom, oggi analfabeta, non dovrebbe poter studiare da ingegnere? Se i bambini degli “altri” non diventano figli nostri, i nostri ci verranno tolti dallo stesso sistema che foraggiamo al fine di avere una corsia preferenziale.

Se oggi sarei ancora disposto ad adottare un bambino? No: mia madre è paralizzata su una sedia a rotelle (nel frattempo è anche morta), le mie nipoti hanno famiglia loro, mia sorella sta per diventare nonna (lo è già diventata), e io sono troppo bizzoso e preda a un bisogno crescente di vedere meno gente possibile e sto cercando il modo di sbarazzarmi di tutto e di andarmene via, non certo per rifarmi una vita, solo per non finirla qui, l’Italia, se non mi ha ancora vinto del tutto, mi ha stremato, anche se ho ancora tutte le domestiche e le rose fiorite anche d’inverno non ho più le stesse energie di allora e a un bambino non sarei emotivamente più in grado di provvedere, mi sono un po’ troppo intristito, e manca ogni struttura aconfessionale cui affidarlo quando mi dovessi assentare; si continua a dire che bisogna fare più figli (ma il Papa, che ha quel bel pancione natalizio, perché non ne fa un po’ lui?) e siamo già quasi 7 miliardi allorché la Terra ne reggerebbe 3,5 senza schiantare da un momento all’altro: ma non basta fare figli, quelli li fanno anche i cani (che di sicuro sono più affidabili e amorevoli degli umani in fatto di cura della prole), bisogna formare dei cittadini consapevoli che “io è un altro” e che pagare le tasse non è vergogna, anche se vergognoso è il canale che prendono; se non arrivano i figli in modo naturale, mai e poi mai si dovrebbero cercare artificialmente: si ha più bisogno di un genitore mancato assennato che di un genitore riuscito via di testa (ma quello che penso io, ripeto, non ha né avrebbe alcuna valenza di legge: vi sta bene l’inseminazione artificiale di massa mutuabile? e sia! io per me sarei più per legare gratuitamente le tube uterine - o trombe? o grancasse? non ricordo mai, non ho orecchio per certa musica – al secondo vagito); fare e crescere i figli è roba delle donne, gli uomini sono tuttora negati (e le ultime generazioni, poi...): una donna di valore che vuole e che fa un figlio deve prepararsi a essere una madre da sola sulle sue gambe; magari non lo sarà, ma meglio non si faccia illusioni da subito. Perché un padre faccia il padre, una donna dovrebbe sposare un uomo, non un bambino su con gli anni: ma a queste condizioni, sarebbero quasi tutte nubili...

Sulle coppie di fatto: se due stanno assieme e non hanno figli, né tra di loro né da relazioni precedenti, non dovrebbero godere di diritti particolari; io li toglierei anche alle coppie eterosessuali senza prole, i diritti, compresa la reversibilità della pensione: siccome non si può, questi diritti si devono dare anche alle coppie di persone dello stesso sesso; una volta dati a tutti, si tolgono a tutti, e amen, parità nel niente per nessuno; siccome penso che sia da assoluti cretini abbandonare un coniuge e relativa figliolanza per mettersi con un altro partner per fare altri figli, chi si macchia di una simile spregevole ingenuità (che costa fior di quattrini allo Stato e quindi a me, che quando mi va bene partorisco uno stronzo di nessun obolo per nessuno e che in fatto di lasciti reversibili finora ho ricevuto solo scoli) dovrebbe ricevere cento scudisciate sulla pubblica piazza; sono favorevole al divorzio, ma a patto che il divorziato non si possa più sposare un’altra volta: matrimoni e divorzi hanno costi sociali che ricadono su tutti, non sono disposto a pagare all’infinito per un errore che io non ho commesso nemmeno una volta.

Se fossi lesbica, farei mio quel detto della Bibbia che dice, “Avrai o la gioia o la gloria”: quindi sceglierei la gloria di andare fino in fondo alla mia essenza e di non contribuire anch’io allo scoppio demografico tanto per sentirmi chissà che; si può essere fertili in tanti modi, fare un figlio spesso è solo la prova di una incolmabile sterilità di fondo alla ricerca di quella approvazione sociale che non si nega nemmeno a una scimmia.
Conclusione finale: il numero di omosessuali sposati con prole cresce in modo esponenziale; un omosessuale su tre che conosco o che sia, se omosessuale della domenica, in vena di confidenze è sposato (per quieto vivere: l’inferno puro) e ha figli (e la moglie sa anche quando fa finta di non sapere, e le sta bene così); secondo me – che non ho mai avuto alcun mio mulino per attirarvi una certa acqua ideologica – il 40% della popolazione maschile occidentale è omosessuale, mentre un altro 40%, che si dichiara eterosessuale ha esperienze sessuali con travestiti o transessuali (non operati, perché, come dice nonna, la figa piace ai maschi, ma il cazzo piace a tutti), sicché sarebbe ora di finirla di essere pro o contro gli omosessuali per questo o quel diritto; non esiste, ormai, un uomo che sia omosessuale o uno che non lo sia: esiste un uomo che dice di esserlo e un altro che nega di esserlo, e spesso i due vanno a letto assieme.

Solito refrain di vecchio conio busiano: “Se non fosse per gli omosessuali che fanno figli, l’umanità si sarebbe già estinta”.
Saluti d’istinti.
Aldo Busi

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GF8. Il segreto di Alessia Marcuzzi. Conosce il nome del concorrente gay.

[Dagospia] UNO SPACE DA STAR - La Marcuzzi ha un suo spazio in MySpace. Chi gliel’ha creato? Laura Pausini, che passa le notti davanti al computer. E che spesso fa l’alba a chattare con i suoi fan.

ANONYMUS A METÀ - Alessia Marcuzzi è una patita di MySpace. Proprio qui ha conosciuto diversi ragazzi che hanno avuto incontri hot con un concorrente del Grande Fratello 8, uno che nella casa gioca a fare lo sciupafemmine. Chi sarà mai?

Baudo è sempre Baudo. Ha preso il testo di Anna Tatangelo e lo ha “ritoccato”: certe espressioni avrebbero fatto incazzare i gay. E Gigi D’Alessio è furioso con Pippo: non voleva assolutamente che il testo fosse manomesso.
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Liti, polemiche, abbandoni, cambi di location, paura del flop: dietro le quinte del nuovo programma del Trio, che segna il ritorno dei comici Marchesini-Lopez-Solenghi in Rai, non regnano la pace e l’armonia. Anzi.

(Alessandra Menzani - Libero) Mentre trapela il titolo provvisorio della trasmissione - “Non ci sono più le mezze stagioni” - sugli schermi di Raiuno a marzo dopo il Festival di Sanremo, ci sono state parecchie discussioni per la scelta del set dove ambientare il programma. Si cercava inizialmente l’Aula Magna di un’università, ma dopo infinite ricerche e tanti “no” di Anna Marchesini (pare che non lasci molto spazio al confronto), la scelta si è spostata sull’Istituto delle Belle Arti, con la presenza degli studenti.
Il plot del programma (ovvero l’obbiettivo) è infatti quello di fare conoscere ai giovani la comicità di un tempo del Trio, che si riunisce eccezionalmente per festeggiare i 25 anni della loro carriera.

È proprio su questo punto si concentrano molti dubbi, sia dei protagonisti che degli altri addetti ai lavori: avrà davvero appeal sui ragazzi questo ritorno al passato? In pratica: quali ascolti potrà fare un programma così? Se si pensa che il giorno di programmazione sarà il sabato sera e l’avversario è la tostissima “Corrida” su Canale 5, i timori sono comprensibilmente parecchi.

Altra nota dolente: il fatto che Anna Marchesini, particolarmente bizzosa, non abbia intenzione di promuovere la trasmissione.

A questo clima di incertezza e tensione, si aggiunge l’abbandono improvviso del regista Sergio Colabona - lo stesso di “Affari tuoi” e di prossime prime serate di Canale 5 - che ha litigato (pare in modo furibondo) con la Rai e ha deciso di piantare in asso il progetto.
La trasmissione si articolerà in tre puntate (alle quali se ne potrebbe aggiungere una quarta), prodotte dalla Ballandi Entertainment. La direzione artistica è di Giampiero Solari, mentre la scenografia è affidata a Gaetano Castelli. Quanto al regista, resta un mistero

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Il "ragazzo" baciato da Guti del Real Madrid è sua sorella.

Guti baciava la sorella (pare...)(Queerblog) Abbiamo parlato qui Guti e del suo bacio a un maschietto. Pare che, invece, non stesse baciando un uomo, ma sua sorella. Di seguito, una nostra traduzione di un articolo pubblicato da El País ieri, a firma di Mábel Galaz.

La rivista Cuore ha pubblicato la scorsa settimana alcune foto che ritraggono il calciatore del Real Madrid che bacia sulle labbra qualcuno. E questo qualcuno è stato identificato dalla rivista come un uomo. Stando alle informazioni, il fatto sarebbe avvenuto dopo una cena “intima”.

Zoean Vekic, agente del giocatore, ha spiegato a ElPais.com che si tratta della sorella del calciatore. “In effetti si trattava di una cena intima, familiare, nella quale si stava festeggiando il fatto che la sorella di Guti fosse nuovamente in dolce attesa”.

Le foto di Guti con un “presunto” uomo son state riprese dalla stampa italiana in questi giorni. La visita del Real Madrid a Roma per giocare questa sera una partita di Champions League [che, per la cronaca, ha visto la Roma vincere 2 a 1 contro il Real Madrid, ndt] ha solleticato l’interesse sulla vita del giocatore del Real Madrid.

Vari blog italiani hanno speculato apertamente su un’eventuale omosessualità del calciatore e sono giunti finanche ad affermare che sua moglie, Arancha de Benito, “si è presa un periodo di riflessione”. Ci si è anche riferiti al fatto che nella Spagna di Zapatero il matrimonio tra omosessuali è permesso.

Guti, sempre secondo il suo agente, si è molto innervosito per questa intromissione nella sua vita privata. Il giocatore, inoltre, ritiene che le foto sono state utilizzate in Italia per “vivacizzare” la partite di questa sera.

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Esclusivo! Gay VN Awards 2008. Gli Oscar del porno gay. Tutta la serata in video.

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

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Francesco Rutelli e l'incendio al "Coming out". Solidarietà sentita per l'"intollerabile attentato"?

Modesto consiglio.
(Il Riformista) Caro direttore, ha ragione Grillini a non fidarsi di Rutelli? Rutelli è ancora l’uomo che guarda al Vaticano o, come ci informano altre fonti, vuol tornare a occuparsi anche di diritti civili? E con Storace o altri candidati di destra, la comunità omosessuale sarebbe più tutelata? Il fuoco divampato al Coming Out è il risultato di una città dove l’odio verso gli omosessuali è spesso alimentato da una politica contraria ai diritti e alla tutela di ogni suo cittadino. È vero come si legge sul Riformista: Rutelli ha la possibilità di parlare agli omosessuali solidarizzando contro il vile atto compiuto ai danni del locale romano; ma anche uscendo una volta per tutte dall’imbarazzante ambiguità di cui Rutelli è maestro, da quando vestiva i panni di radicale a oggi, candidato a sindaco di Roma. Ha bravura da vendere il vicepremier e capacità per fare di Roma una città dell’accoglienza e del rispetto anche verso gli omosessuali. Un consiglio: contro gli eccessi polemici di Franco Grillini, accetti il gettone telefonico del Riformista e telefoni a Livia Turco. Noi di Babilonia siamo pronti a pagare il telegramma di solidarietà al Coming Out.

Mario Cirrito
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Caro Cirrito, mentre mandiamo il giornale in stampa, apprendiamo che Francesco Rutelli ha espresso al presidente dell’Arcigay di Roma, Fabrizio Marrazzo, la sua «solidarietà e ferma condanna per l’intollerabile attentato al Coming Out».

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La famiglia omosessuale? E' una famiglia come tante altre.

(Img press) Che famiglia è quella omosessuale? A spiegare la sua, partendo da quella genitoriale, è sul prossimo numero di Babilonia uno storico del movimento omosessuale e un giornalista affermato: Daniele Scalise (nella foto). «Quella genitoriale - racconta Scalise a Babilonia - è stata una famiglia dove c'era un coacervo di amore e rigore. Poi mi sono innamorato di una bellissima ragazza che è stata mia moglie e ci siamo dati molto amore e una figlia. Con Franco, oggi, siamo una famiglia come tante che vive insieme e si sostiene quando uno dei due sta male». Scalise racconta la sua passione politica giovanile: «Ero militante in una associazione che si chiamava "Soccorso Rosso". Venivano da noi dei militanti del Fuori che noi guardavamo con compatimento: questi parlavano di rivoluzione sessuale...». Anche sulle organizzazioni omosessuali, Scalise è netto: «Da noi - spiega a Babilonia - manca una politica seria dei movimenti omosessuali che in questa fase politica mi sembrano parecchio assenti. Non propongono, non riescono ad essere incisivi. C'è ancora un'idea di militanza obsoleta che non regge perché non stimola. Bisognerebbe tessere una tela di lobby politica. Ma chi lo fa? I nostri deputati è come non ci fossero.» Poi la stoccata finale sulle elezioni: «Stiamo vivendo uno dei peggiori periodi. La politica è inadeguata, incapace e inesistente. C'è anche una aggressività clericale smodata, intollerabile, inaccettabile che messa insieme alla mancanza di politica fa quello che siamo: un Paese smidollato senza alcuna prospettiva. In Italia la destra è clericale, fatta di divorziati, di gente dalla doppia morale e la sinistra è impotente e parolaia, in ginocchio anch'essa di fronte al papa». Cosa dovrebbero fare gli omosessuali, chiede Babilonia. «La mia posizione dal 1984 è chiara: non vado a votare! Mi rifiuto di votare per chi non mi ascolta, per coloro che hanno dimostrato disprezzo verso gli omosessuali». Tornando alla famiglia omosessuale, cosa direbbe Daniele Scalise, a un padre o una madre omosessuale che non sanno affrontare la situazione con figli, parenti e amici? «Ho incontrato un padre che non sapeva come dirlo alla figlia. Gli ho spiegato che era essenziale dirlo per salvare il loro rapporto. In un altro caso è stata la moglie a spingere il marito a uscire fuori da quel segreto terribile. Dirlo fa bene a noi e fa bene anche agli altri», conclude Scalise.

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Maurizia Paradiso entra in politica e sceglie il Partito per il Sud.

Maurizia Paradiso(Queerblog) Periodo di fermento nella politica italiana. La geografia politica nostrana, frammentata in partiti, partitini, coalizioni, associazioni, cerca con ogni mezzo di partecipare allo showbiz elettorale. Certo la visibilità fa bene ai partiti.

E Maurizia Paradiso, volto noto nell’ambiente glbt, era stata chiamata per candidarsi come capolista al Senato per il Partito per il Sud, sconosciuto ai più per l’appunto, forse proprio per sostenere con la propria immagine un partito che di riconoscimento e visibilità ne ha davvero bisogno. Tanto che ha chiesto alla nostra di farsi carico delle spese per la campagna elettorale nel collegio.

La candidatura, lungi dal diventare una possibile elezione, portava con sé il significato e i valori della lotta all’omofobia, al razzismo, e alla promozione dei diritti delle persone glbt.

Invece no. Il presidente del partito Domenico Iannantuoni dopo averla accolta, chiamandola “Il nuovo Masaniello del Sud”, la fa cacciare nel giro di 24 ore dal vicepresidente Luigi Cerritelli, candidato per il medesimo partito al Senato in Lombardia.

Non ci aspettavamo il contrario. Il suddetto partito, vicino alla destra, avrebbe potuto rispettare l’identità di una persona che con l’etica patriarcale e i valori Dio, Patria, Famiglia non ha proprio niente a che fare?

Una donna che ha combattuto tenacemente contro l’affermazione e il potere della normalità, pur essendo credente, sposata, donna omosessuale dal ’78, come lei ama definirsi, combattiva attivista, intrattenitrice e performer. Anche se lontana dalle gerarchie verticali della politica, Maurizia non se ne preoccupa, tanto “I travestiti vanno in paradiso”.

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Pubblicità. E' gara di muscoli tra David Beckham e Matthew McConaughey.

Dopo l'immenso ed "imbottito" David Beckham, testimonial dell'underwear di Emporio Armani, che ha fatto esclamare alla moglie Victoria, "Sono davvero orgogliosa di vedere il pene di David, alto 25 piedi (circa sette metri). È grande, smisurato, enorme, potente". E' ora la volta del bell' attore Matthew McConaughey, protagonista del video del profumo "The One" di Dolce & Gabbana, rispondere non a suon di "pacchi" ma bensì di muscoli in uno spot che sta già facendo sospirare tutti i suoi fans di entrambi i sessi in tutto il mondo e catturando nuovi adepti, anche se è da sempre accusato di atteggiarsi a "nuovo" Paul Newman nella recitazione e di eccellere più come playboy che come attore.
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Cassazione, sentenza borbonica: "Il sesso tra omosessuali è disonorevole". Dichiarazione di maniera dall'Arcigay, da resto Glbt silenzio.

(Asca) ''E' gravissimo che un organismo istituzionale come le sezioni riunite della Corte Suprema di Cassazione definiscano un 'fatto disonorevole un rapporto omosessuale' mettendolo nero su bianco su una sentenza. E' inaccettabile che in un dispositivo, come il 7280 del 14 febbraio scorso, in cui si ragione di tutela della testimonianza e di diritti del testimone si offra una definizione di omosessualita' come fatto disonorevole e lo si affianchi equiparandolo ad un rapporto incestuoso''. Lo afferma Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay commentando la sentenza 7280 del 29 novembre 2007, depositata il 14 febbraio scorso, dove si legge: ''E' da aggiungere che la tutela accordata dal primo comma riguarda non solo le dichiarazioni previste dall'art. 63 cpp ma anche tutte le altre dichiarazioni dalle quali potrebbero emergere fatti disonorevoli (un rapporto incestuoso; un rapporto omosessuale) per il testimone (richiesto ad esempio di indicare le ragioni per le quali era presente in un certo posto a una certa ora)''. ''L'omosessualita' - prosegue Mancuso - non puo' essere un fatto esposto come stigma sociale e l'omofobia dei giudici e anche della classe politica e' prodotta dal clima di omofobia dilagante nel nostro paese. Noi ci consideriamo assolutamente orgogliosi dei nostri amori e dei nostri rapporti. Disonorevole e' il pregiudizio sociale, disonorevole e' l'omofobia, disonorevole - conclude Mancuso - sono sentenze come questa''.

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Canale 5, a colpi di trash per risollevare l'audiene. Seni e baci lesbo, scende in campo Nina Moric. Video.

Il caso della doccia-lesbo e della maldestra fuoriuscita del seno (quasi certamente studiato) da un corpetto troppo piccolo e stretto dell'abito di Sara Varone, sempre a "Buona Domenica" in quegli orari cosi detti di fascia protetta, hanno certamente suscitato scalpore ed una certa perplessità non per il contenitore dove si sono visti ("Buona Domenica", dagli esperti e dai critici televisivi è considerato un vero e proprio cassonetto) ma per gli orari in cui passano. Non che abbiano giovato molto all'audience, Buona Domenica comunque resta sempre al palo e ben lontana dallo share di "Domenica In", comunque possiamo affermare che visioni del genere frenano la fuga dalla noia.

Un po meno meraviglia, perplessità e scandalo possono suscitare i sacchetti di spazzatura e propinati dal Bagaglino tramite le annuali patacche televisive e che quest'anno han chiamato "Gabbia di matti" soprattutto se ben conditi con balletti con scene pseudo-lesbo talmente falsi che, anzichè suscitare morbosità o eccitazione, provocano delle risate al pubblico televisivo. Questo è quello che, a parere di molti hanno provocato le acrobazie lesbo in similplastica della procace ed esotica Aida Yespica e di quella che ormai è diventata un feticcio della ricostruzione plastica Nina Moric. Dannatamente coreograficamente patetiche e che appunto per questo fanno vedere altro. Giudicate voi.
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Belli e impossibili. I 50 modelli più belli al mondo. Il più "caldo" è Mathias Lauridsen. David Gandy solo quindicesimo.

Clint Mauro, il preferito delle passerelle milanesi è solo decimo, Chad white al dodicesimo posto e la "bomba sexy" David Gandy quindicesimo.

Perfetti, bellissimi ed incredibilmente sexy. Models.com nella sua classifica sui modelli più votati e quindi più "hot" al mondo ha in prima posizione Mathias Lauridsen dagli occhi blu e famoso per la sua pubblicità di Gucci (vedi in alto). Il biondo testimonial di Gucci ha sbaragliato avversari del calibro di Clint Mauro (solo al decimo posto), il preferito degli stilisti milanesi per cui ha sfilato nelle ultime giornate di moda maschile, e di Evandro Soldati, classificata all'ottavo posto.

Tra i prime cinque compare anche il nome di Garret, testimonial di CKMan, mentre il bel David Gandy, considerata una vera bomba sexy ed artefice del Calendario Dolce & Gabbana è al 15 posto. Solo dodicesimo Chad White, il beniamino del pubblico gay.


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