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martedì 20 maggio 2008

Gaypride, da rivendicazione di diritti a manifestazione politica. Ferrero (Prc), sinistra scenda in piazza a fianco dei movimenti.

Carfagna demolisce decenni di battaglie per i diritti.
(Apcom) Rifondazione comunista sarà "come ogni anno al fianco dei movimenti gay, lesbo e transgender al corteo nazionale del Gay pride". "Cosa farà invece il Pd?". Lo chiede l'ex ministro Paolo Ferrero (Prc), secondo il quale "la ministra alle Pari Opportunità Barbara Carfagna oggi ha demolito, con poche, ma drammatiche, parole e prese di posizione, decenni di battaglie e di rivendicazioni del movimento femminista, omosessuale e transgender, battaglie e rivendicazioni appoggiate e condivise con coscienza ed entusiasmo dalla sinistra, storica e non, da tutti i democratici e da tutte le persone che semplicemente si battono per il riconoscimento pieno e sacrosanto dei più elementari diritti civili".

Prosegue Ferrero: "Negare il patrocinio al Gay Pride, come hanno fatto persino sindaci e istituzioni locali e nazionali dal diverso, e non certo 'sovversivo', colore politico, è la migliore esemplificazione di come le destre oggi al governo del Paese intendano affrontare il problema dei diritti civili e della stessa laicità dello Stato. La verità è che queste destre sono e resteranno ostaggio di una cultura razzista e omofoba".

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Gaypride/Carfagna. Boniver: I ministri del governo Prodi andavano in piazza al Gaypride a protestare invece di fare la loro parte in Parlamento

GAY PRIDE/ CARFAGNA,MEZZA RETROMARCIA MA NON SI TOCCHI LA FAMIGLIA
Critiche sul ministro che bolla parata come esibizionista.

(Apcom) L'Herald Tribune le dedica due colonne a pagina tre dal titolo non certo lusinghiero: "Un ministro della destra italiana attacca i gay". Mara Carfagna è da due giorni sotto il fuoco incrociato di tutta la sinistra, del Pd, delle associazioni di omosessuali e Glbt. Nel Pdl sono più i silenzi che le difese anche se oggi il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto ha bocciato come "illiberale" l'attacco al ministro. Tutto nasce dalla teoria illustrata dalla titolare delle Pari Opportunità secondo la quale "i gay non sono più discriminati" e dalla decisione di non concedere il patrocinio al Gay Pride, previsto per il 28 giugno a Bologna. Sulla prima parte dell'assunto oggi si è registrato un dietrofront.

Prima della marcia indietro è soprattutto il mondo cattolico a difendere la Carfagna: Avvenire giudica la sua scelta sul patrocinio "non solo legittima, ma opportuna" ricordando "i toni esasperati e gli insulti lanciati nelle edizioni passate". Sulla stessa linea anche il Forum delle Famiglie e i genitori del Moige. Ma per il resto è una pioggia di critiche. Tanto che a metà pomeriggio il ministro decide di dire la sua e con una nota del ministero fa sapere di essere impegnata contro ogni discriminazione ma anche di chiudere la porta sia a parate "esibizioniste" sia a qualsiasi tentativo di equiparare le unioni gay alla famiglia tradizionale.

"Mi corre l'obbligo di precisare - è la puntuta replica del ministro - che è intenzione del ministero che guido combattere ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali. Sono cosciente delle tante discriminazioni nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro e credo che l'Italia abbia il dovere di contrastarle con fermezza". Ma, "detto questo il movimento Glbt - prosegue - non può pretendere per le coppie omosessuali né riconoscimenti simili a quelli garantiti alla famiglia né il patrocinio del Governo a manifestazioni che rispondono più a logiche esibizionistiche". I diritti gay? La Carfagna si dice "pronta a discuterne se si tratta di negoziazioni privatistiche e non di riconoscimenti pubblicistici". Quindi disponibilità per combattere ogni discriminazione ma porte sbarrate "se qualcuno intende minare all'unicità della famiglia o dettare l'agenda politica del ministero non potrà che trovare porte chiuse".

Riconoscere che il rischio di discriminazioni esiste non basta a spegnere la polemica tanto che da Franco Grillini, guida storica dell'Arcigay alle deputate del Pd Paola Concia e Pina Picierno è tutto un rincorrersi di dichiarazioni contro il ministro "che fa un passo avanti e due indietro". C'è poi il tema più grande, che è quello di una legge quadro che riconosca i diritti delle coppie di fatto. Tentativo fallito dal governo Prodi sia nella versione, ministeriale, dei Dico sia in quella, parlamentare, dei 'Cus'. Sulla legge lancia la sfida la ministra ombra delle Pari Opportunità Vittoria Franco che promette di "dare battaglia in Parlamento affinché venga approvata una legge sui Contratti di Unione Civile, nella versione equilibrata messa a punto nella passata legislatura dalla commissione Giustizia del Senato".

A difendere la Carfagna, anche se da pulpito laico, la collega di partito Margherita Boniver secondo la quale il ministro "ha espresso un suo parere legittimo anche se non gradito". "E poi, vogliamo parlare veramente dei problemi? Combattere questo tipo di discriminazioni poco ha a che vedere con dare il patrocinio a una parata - insiste la Boniver - e sempre mi hanno stupito i ministri del governo Prodi che andavano in piazza al Gay Pride a protestare invece di fare la loro parte in Parlamento. Della legge sui Dico ho sempre pensato tutto il peggio possibile, era fatta con i piedi...".

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A proposito dei gay di destra. Il pollo della libertà.


(Triangolo rosa)
Opera buffa in tre atti.
Atto primo:


Dire, 9 apr 08
OLIARI (GayLib) A CARFAGNA: AFFRONTI QUESTIONE COPPIE FATTO.
L'INVITO DELL'ASSOCIAZIONE OMOSESSUALE DI CENTRODESTRA.

Roma, 9 mag. - "La invitiamo sin d'ora a tenere aperta la 'Commissione per i Diritti e le pari opportunita' delle persone omosessuali' in forze al suo ministero, peraltro gia' mantenuta attiva dal suo predecessore, Stefania Prestigiacomo". Enrico Oliari, presidente dell'associazione GayLib, scrive al nuovo ministro delle Pari opportunita', Mara Carfagna.
Il nodo della lettera e' "il problema urgente, sentito anche dall'elettorato di destra, che riguarda la legislazione in materia di diritti e doveri delle persone e delle coppie omoaffettive italiane". Mai come in questa tornata elettorale, sottolinea Oliari, "l'affermazione delle forze laiche del centrodestra e' stata netta e indiscutibile. Pertanto- conclude- mai come questa volta riteniamo necessario e urgente aprire un confronto franco quanto sereno e produttivo col governo del Popolo della liberta'".

Alla Cortese Attenzione
MARA CARFAGNA
Ministro delle Pari Opportunità

Gentile Ministro;
Sono Enrico Oliari, presidente dell’associazione GayLib, unico gruppo gay nazionale di centrodestra. Le scrivo questa lettera aperta per portare alla Sua conoscenza e sottoporre alla Sua attenzione il problema urgente, sentito anche dall’elettorato di destra, che riguarda la legislazione in materia di diritti e doveri delle persone e delle coppie omoaffettive italiane.
Sono oltre undici anni che la nostra Associazione produce, in ambito nazionale e non solo, saggi di cultura e militanza praticamente inediti nella storia del movimento gay italiano.
Da oltre un decennio facciamo politica nel modo più serio, autentico e nobile della parola difendendo, in seno alle forze liberali di centrodestra, le istanze di quella gran parte di cittadini omosessuali, oltre il 35% di essi, che si identifica nell’area culturale oggi rappresentata dal Popolo della Libertà e che negli anni ha continuato a dare fiducia alle idee e all’azione del presidente Silvio Berlusconi.
Mai come in questa tornata elettorale, va detto, l’affermazione delle forze laiche del centrodestra è stata netta e indiscutibile. Pertanto mai come questa volta riteniamo necessario e urgente aprire un confronto franco quanto sereno e produttivo col Governo del Popolo della Libertà da oggi al servizio dell’intera nazione italiana.
Al riguardo, porgendo dunque a Lei e al suo staff i migliori auguri di buon lavoro, chiediamo con la presente, formalmente, un incontro tra Lei e la nostra Associazione, la quale si propone per essere autorevole referente presso il Governo delle istanze dell’intero movimento gay italiano.
Altresì la invitiamo sin d’ora, pronti a discuterne di persona, a tenere aperta la “Commissione per i Diritti e le Pari Opportunità delle persone omosessuali” in forze al suo ministero, peraltro già mantenuta attiva dal suo predecessore, Stefania Prestigiacomo.
A tal proposito, mi permetto di sottolinearglielo ulteriormente, mai come ora GayLib è pronta a entrare operativamente in un gruppo di lavoro a fianco al Governo espressione dei propri voti e della propria cultura liberale, di destra, per il buon governo del Paese, fornendo proposte alternative a quelle confuse della sinistra, rispettose dei nostri valori.
Confidando, dunque, nella sua preparazione, nella sua giovane età e nell’onestà intellettuale e politica che Le permettono da oggi di ricoprire un ruolo tanto delicato e decisivo per la maturazione della società italiana nei suoi più differenti strati, e in attesa di un cenno da parte sua le giungano i miei saluti più rispettosi.
Enrico Oliari, Presidente GayLib

(forze laaaiche???)



Atto secondo:

Il Corriere della Sera, 19 mag 08 (via GayLib)
«Gay Pride, niente patrocinio».
Carfagna: per il governo gli omosessuali non sono discriminati. Si prepara un forte scontro politico.

Il ministro: cortei inutili, non condivido il riconoscimento ufficiale delle coppie.

Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità, non esita: «Il patrocinio al Gay Pride? Non sono orientata a darlo. Non servono, i Gay Pride». Ne sono stati organizzati ben cinque quest'anno di Gay Pride e per quello nazionale (ci sarà il 28 giugno a Bologna) la richiesta ufficiale di patrocinio approderà oggi sulla scrivania di Mara Carfagna. Inutilmente.
Il nuovo ministro per le Pari opportunità non ne vuole sapere delle manifestazioni degli omosessuali: «Hanno obiettivi che non condivido. Io sono pronta ad occuparmi di contrasto alle forme di discriminazione e di violenza. Sono pronta a dare patrocini a seminari e convegni che si occupano di questi problemi». E invece, i Gay Pride, che obiettivo hanno? «Penso che l'unico obiettivo dei Gay Pride sia quello di arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali, magari equiparate ai matrimoni. E su questo certo non posso esser d'accordo ».
I primi due cortei del Gay Pride ci saranno a Roma e a Milano in contemporanea il 7 giugno e per questi gli organizzatori stanno cercando patrocini locali e non del ministero. Ma Mara Carfagna è stata invitata a partecipare un po' a tutti quanti i cortei. Ovviamente non andrà a nessuno.
«Io credo che l'omosessualità non sia più un problema. Perlomeno così come ce lo vorrebbero far credere gli organizzatori di queste manifestazioni. Sono sepolti i tempi in cui gli omosessuali venivano dichiarati malati di mente. Oggi l'integrazione nella società esiste. Sono pronta a ricredermi. Ma qualcuno me lo deve dimostrare».
È convinta il ministro Carfagna: «Sono pronta ad agire su casi concreti e reali. Qualcuno che mi venga a dire che un omosessuale non è stato assunto per via della sua tendenza. O che sempre per tendenze sessuali venga negato un affitto o qualsiasi altro diritto. Allora sì che intervengo».
Parla anche dei suoi amici il ministro Carfagna: «Sì, i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra per gli omosessuali del nostro Paese. Per questo, invece, sono pronta a sollecitare il nostro ambasciatore italiano presso le Nazioni Unite perché si faccia portavoce della richiesta della depenalizzazione universale dell'omosessualità».
Non è, dunque, orientata ad occuparsi dei gay nostrani Mara Carfagna. Nemmeno di quella commissione per i diritti dei gay, delle lesbiche e dei transgender che pure alberga proprio dentro il suo ministero.
«Non ho ancora preso bene visione di cosa sia e a cosa possa servire», dice. E poi spiega: «La verità è che una volta verificato a cosa serve credo che la userò per occuparmi anche di altro. Ci sono molti problemi di Pari opportunità. Un esempio? Nei luoghi di lavoro ancora oggi le donne guadagnano il 30% in meno dei loro colleghi pari grado. E questo è o non è un problema serio?».
Non soltanto gay. «Disabili. Anziani. Bambini: ce ne è di problemi di pari opportunità nel nostro Paese», rilancia il ministro Carfagna. E spiega: le associazioni nazionali dei gay dicono che in due anni ci sono stati 12 casi di vittime di violenza omosessuale? Ma hanno presente i dati della violenza e della molestia sessuale sulle donne? Almeno 6-7 milioni ogni anno

Atto terzo:

Oliari, GayLib: “Carfagna contraria al riconoscimento delle coppie gay? Allora era meglio la Mussolini”

“Sono stupito dell’annunciata e pregiudiziale chiusura del Ministro Mara Carfagna al riconoscimento dei diritti e dei doveri delle coppie omosessuali, cosa che rappresenterebbe la prima libertà negata di quel Popolo delle Libertà pure sostenuto centinaia di migliaia di gay”. Lo afferma Enrico Oliari, presidente di GayLib (gay di centro-destra), il quale sostiene che “Recentemente Alessandra Mussolini aveva dimostrato assai più lungimiranza politica inserendo nel suo ‘governo penombra’ un omosessuale per le Pari Opportunità, segno che i tempi sono maturi per affrontare sobriamente la questione anche in un’Italia che se ne infischia delle Risoluzioni del Parlamento di Strasburgo e che in materia di diritti civili delle persone omosessuali è stata superata persino dalla Colombia e dal Sud Africa”.
“Noi di GayLib - conclude la nota – abbiamo pronte le nostre proposte alternative al mondo culturale ed al movimento omosessuale di sinistra ed in particolare il Riconoscimento delle Unioni Omoaffettive; mi auguro che il Governo, forte di una ritrovata laicità, sappia seguire fino in fondo la via del liberalismo: non è negando un diritto che se ne conserva un altro”.

Finale, sipario.

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Film porno da McDonald's. Scene di sesso tra gli hamburgers. Arrestata la troupe.

(Notizie Tiscali) Scelgono come set per il loro film porno un ristorante della catena di Mcdonald's, e fin qui niente di strano; ciò che sorprende invece è che nel locale, al momento delle riprese, ci fossero dei clienti. La vicenda è accaduta nel gennaio scorso a Saitama in Giappone ma la notizia è stata diffusa solo ora.
Scene di sesso tra gli hamburger - Un cliente insospettito dagli strani movimenti e soprattutto da alcune scene tanto inusuali quanto inequivocabili, ha pensato di chiamare le forze dell'ordine e segnalare ciò che stava accadendo.
Gli attori finiscono in carcere - Così gli agenti intervenuti, hanno arrestato quattro persone: si tratta del regista, un'attrice e due attori non professionisti, che sono finiti in carcere con l'accusa di atti osceni in luogo pubblico e ostruzione di attività commerciale.

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Morgan shock: "Asia mi ha ucciso". E' per questo che si trucca più della Ventura?

"Ora vorrei flirtare un po' di più".
(TGCom) E' la star del programma musicale "X-Factor", ha sancito la reunion con i Bluvertigo di cui uscirà un live registrato ad Mtv, ma soprattutto Morgan è solo dopo la fine della tormentata storia con Asia Argento. "Morgan è morto. Anzi, è stato ucciso", così il cantautore a Vanity Fair sulla sua ex. Assicura di non essere fidanzato: "Le donne non entrano a casa mia. Ma vorrei flirtare un po' di più. Ultimamente flirto troppo con la mia libreria".

I flirt che le attribuiscono sono veri? “Quello con Lucilla Agosti? Falso”. E l’altro? “Quello con Ilaria (concorrente di X Factor, ndr)? Magari fosse: purtroppo non è vero". Lo stato d'animo di Morgan però non è tranquillo: "Non sono felice. Sono allegro, piuttosto. Il mio tormento è antico. La mia esistenza non credo sia risolta, però ora sono un uomo libero”.

Al di là degli impegni televisivi, del prossimo tour con i Bluvertigo e della sua raccolta cd che sta per pubblicare ha altri progetti? “Riuscire a sopravvivere”. Dopo Asia, intende? “Certo. Sono passato attraverso una cosa mortale. È una nuova vita questa, perché quell’altro Morgan è morto. Anzi, è stato ucciso. Quella persona con tanta speranza, tanta buona volontà, tanta voglia di essere anche un padre, è stato assassinato, quindi non c’è più, io sono un altro oggi, non so che cosa mi succederà”.

In che rapporti è, adesso, con Asia? “Mi incupisco se mi fa parlare di queste cose, mi viene immediatamente una cappa nera di tristezza”. Non va un po’ meglio ora? Tra voi due da qualche mese è finita. “Lavoro molto, e aiuta. Ma anche se è finita dentro di me, mi ritorna la tristezza: abbiamo una figlia”.

In questi anni, leggendo le vostre interviste, era difficile capire. Lei diceva di essere innamorato, Asia intanto raccontava di avere più uomini. “Era così: lei sosteneva di essere insieme a me, ma poi aveva vite parallele”. Come si sentiva quando leggeva quelle interviste? “Bastonato. Tentavo di non leggerle, cercavo di rimuovere, occhio non vede cuore non duole. Purtroppo me le sbattevano davanti al muso”. Quando ha deciso che era finita? “Quando lo scorso agosto diceva di essere innamoratissima e poi mi arrivavano sms che lei sbagliava a mandare a me e che invece erano destinati a qualcun altro, dove si vedeva la sua infedeltà assoluta. Lì mi sono cadute le braccia”.

Riguardo al suo attuale impegno in televisione, la Ventura le ha detto che deve smetterla di prendersi così sul serio se vuole essere un personaggio televisivo. “E io le ho risposto che non ho tempo per queste cazzate. Sono una persona, non un personaggio. E non mi rendo conto del successo o dell’insuccesso che Simona mi attribuisce”. Aldo Grasso dice: Non guardo X Factor perché non riesco a guardare la pettinatura di Morgan. “Perché lui guarda solo quella. Aldo Grasso rappresenta la categoria degli amanti del trash. Lui sopporterebbe la mia capigliatura se io fossi stupido, anzi la difenderebbe e gli piacerebbe tanto. Se io fossi ignobile come il 99% dei personaggi televisivi, gli piacerei. Che cosa fa Aldo Grasso tutta la vita? Guarda la televisione, non legge più Don Chisciotte. Gli consiglio di rileggerselo, anziché guardare le videocassette registrate di Non è la Rai”.

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Cannes. Monica Bellucci incanta la Croisette, "Gomorra" in odore di premio.

Successo di pubblico e critica per "Sanguepazzo" fuori concorso. L'Italia sogna la Palma d'oro grazie al film di Matteo Garrone.
(La7) Peccato che sia stato presentato fuori concorso, visti i consensi ricevuti. Parliamo di "Sanguepazzo" il film di Marco Tullio Giordana che ieri sera ha conquistato pubblico e critica al Festival di Cannes. Standing ovation e vari minuti di applausi al termine della proiezione. La pellicola narra la storia della coppia di attori più popolari del Ventennio fascista, Luisa Ferida e Osvaldo Valenti, trucidati dai partigiani nel 1945 perché accusati di collaborazionismo. Ad incantare la Croisette però è stata soprattutto Monica Bellucci. Popolarissima in Francia, sua seconda patria, Monica è l'interprete del film insieme a Luca Zingaretti e Alessio Boni (nel ruolo di un omosessuale ndr) ma sopratutto protagonista, in una scena, di un bacio saffico che ieri è stato praticamente l'argomento del giorno. Quanto al concorso l'Italia sogna la Palma d'oro, grazie a "Gomorra" di Matteo Garrone: il film ispirato al best seller di Roberto Saviano ha ricevuto giudizi entusiastici e per la stampa francese è già in odore di premio.
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La risposta del Mario Mieli di Roma a Mara Carfagna.

Mara Carfagna al Ministero della Fantascienza.
Dopo la minestra riscaldata dell'ostentazione e della sobrietà che ricorda molto le assurdità sulla violenza sessuale alle donne da condannare ma che "se si sono messe la minigonna, allora se la sono cercata", la Ministro delle Pari Opportunità Mara Carfagna torna a parlare del Pride dimostrando approssimazione e poca sensibilità.

Preme innanzitutto chiarire che il patrocinio ai Pride non viene certo richiesto per la manifestazione ma per le iniziative culturali che lo accompagnano, in piena linea con quanto la Ministro si direbbe pronta a fare. Mentre le richieste politiche e legislative non possono essere certo ridotte al riconoscimento delle coppie omosessuali, pur centrale, ma vanno da normative antidiscriminazione in linea con gli altri Paesi europei a norme contro la violenza omofoba e transofoba, a norme che rendano meno traumatico e più agevole il cambio di identità anagrafica per le persone trans, al diritto di asilo per le persone perseguitate in altri paesi, al ricongiungimento anche delle coppie dello stesso sesso come previsto dalla normativa comunitaria, al contrasto a ogni forma di discriminazione, razzismo, sessismo, violenza contro le donne. Tutte richieste che un Ministro delle pari opportunità dovrebbe valutare e studiare con attenzione e impegno prima di bollarle dicendosi frettolosamente in disaccordo.

Con tutto il rispetto per la fortunata cerchia di amicizie gay della Carfagna, gli strumenti di cui si avvale un Ministro per valutare la presenza o meno di violenze o discriminazioni per le persone glbt dovrebbero essere un po' diverse dalle chiacchiere in libertà con qualche conoscenza personale, e basarsi piuttosto su ricerche, studi e, non da ultimo, proprio sull'esperienza delle associazioni che si confrontano quotidianamente con questi problemi sul territorio.

Del resto negli ultimi anni si è registrato un incredibile e preoccupante aumento delle violenze psicologiche, verbali ,fisiche e politiche di cui solo una piccola parte viene in realtà denunciata e ancora meno diffusa dai media. Solo qualche settimana fa un gruppo di oltre dieci giovani ha attaccato la nostra sede al grido di Froci Raus, e invocando fascismo e campi di concentramento. La Ministro è smentita persino da numerosi esponenti politici del suo stesso schieramento, che non si sono risparmiati dichiarazioni o comportamenti pesantemente e violentemente discriminatori (es: Calderoli, Prosperini, Ciarrapico, Gentilini, Fini, Alemanno, Giovanardi).

Di fronte a questo quadro fosco la cosa ancora più preoccupante è il pressapochismo di chi dovrebbe occuparsi seriamente di questi problemi, evitando offensivi ideologismi e inutili paralleli tra categorie di persone colpite da discriminazioni come se si potesse istituire una graduatoria o una guerra tra vittime e discriminati. Discriminare tra discriminati non è decisamente una buona partenza per il neo ministro della Pari Opportunità!

Andrea Maccarrone
Direttivo Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.
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Ndr. Al solito ci arriva dal Circolo Mario Mieli un'analisi lucida e profonda di tutta la faccenda.

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A Berlino è in fiamme la sede dei Berliner Philharmoniker.

(Il Giornale) Un gigantesco incendio si è sviluppato nel primo pomeriggio nella sede dei Berliner Philharmoniker. Le fiamme si levano dal tetto dell’edificio situato nella zona occidentale della capitale tedesca. Dalle 14 ventuno automezzi dei pompieri con 110 uomini sono al lavoro. Secondo un portavoce dei vigili del fuoco la struttura dell’edificio non è seriamente a rischio, ma gli effetti combinati dell’incendio e dell’acqua necessaria per spegnerlo potrebbero causare danni considerevoli.

L'incendio durante un concerto Le fiamme sono divampate durante un concerto, ma fortunatamente tutti gli spettatori sono riusciti a mettersi in salvo. Lo stabile, progettato dall’architetto Hans Scharoun, fu completato nel 1963 e la sala da concerto è considerata dal punto di vista dell’acustica tra le migliori al mondo.

Telefonata anonima I vigili del fuoco sono stati allertati da una telefonata anonima partita dall’interno dell’edificio. "Non avevano idea di che cosa esattamente stesse bruciando", ha riferito la fonte. Sede naturale della prestigiosa orchestra l’edificio, di colore giallo e con una copertura a forma d’ala di pipistrello, è situato non distante dalla Potsdamer Platz ed è uno dei luoghi simbolo della capitale. Su quel podio si sono avvicendati i più grandi direttori d’orchestra, tra cui Herbert von Karajan. L’attuale è è Simon Rattle.
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Nozze gay a Star Trek. Takei-Sulu sposa il suo Brad.

(Leggo online) Nei puritanissimi Stati Uniti i diritti degli omosessuali fanno passi da gigante. La Corte Suprema della California, stato repubblicano, ha sentenziato pochi giorni fa con il voto di 4 giudici su 3: «L'orientamento sessuale, come la razza o il genere, non costituisce base legittima per negare un diritto». Molte coppie, vip e comuni, sono pronte a sposarsi appena sarà legale, a 30 giorni dalla sentenza. Tra queste quelle di un mito della fantascienza: George Takei, il tenente Sulu di "Star Trek" ha ufficializzato il matrimonio con il proprio compagno Brad Altman. Le nozze si terranno in agosto.

CHI E' IL CAPITANO SULU Hikaru Sulu è un personaggio delle serie televisiva di fantascienza Star Trek interpretato da George Takei. Originariamente era un componente del gruppo di fisica, ma venne trasferito sul ponte di comando, divenendo il famoso timoniere della serie classica. Venne infine promosso a capitano e gli venne affidata un'astronave (Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto).
Ha una figlia, Demora Sulu, che è apparsa in Generazioni. Gli ultimi avvenimenti della sua vita non sono ben documentati. Si presume che si sia ritirato dal comando dell'USS Excelsion dopo i fatti narrati nel film Star Trek VI: Rotta verso l'ignoto. Nel 2350 Chakotay, primo ufficiale della USS Voyager, afferma di essere stato spinto proprio dal Capitano Sulu a entrare nell'Accademia della Flotta Stellare. Alcuni hanno interpretato questa affermazione come una prova che Sulu stesse ancora comandando un'astronave, ma questo è improbabile dato che erano passati più di 100 anni e Hikaru Sulu, anche avvantaggiandosi degli avanzati trattamenti medici della Federazione, sarebbe stato molto vecchio; Chakotay poteva anche riferirsi a Demora Sulu o ad un altro capitano Sulu.

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Cristiana Alicata: Mara Carfagna fa bene.

Ovviamente la Rodotà mi ha già smentito qui. E’ che ieri ero proprio incazzata.

L’intervento della Pollastrini a nostro favore si annulla con quello di Follini. Per il Pd sempre palla al centro. Appunto.

Mara Carfagna fa bene a contrapporre le donne incinte agli omosessuali perché questa è l’eredità politica lasciata dal precedente governo con l’affaire Pacs-Dico-Cus sintetizzato così bene da Cesare Salvi in quei giorni: né accelerare, né insabbiare.
Mara Carfagna fa bene perché dall’ambiente in cui proviene conoscerà omosessuali che si guardano bene dal fare coming out sul luogo di lavoro (lo showbusiness), anche se tutti certamente lo sanno, ma nell’Italia del si fa ma non si dice, siamo tutti più tranquilli.
Mara Carfagna fa bene perché domani Eugenio Scaflari e Gianni Riotta, Ezio Mauro e Giulio Anselmi e Paolo Mieli, staranno zitti. Staranno zitti perché la vita di Matteo, il ragazzino torinese che l’anno scorso a torino si è ucciso non conta nulla. Non conta nulla nemmeno il ragazzino cacciato da scuola a Gela perché effeminato. Non conta nulla la lesbica accoltellata qualche giorno fa e nemmeno quella stuprata a Viareggio l’estate scorsa.
Se la Carfagna lo avesse detto della lotta all’ antisemitismo, che era una cosa inutile perché non è che esistono più le camere a gas!, un’autentica orgia di intellettuali ed ex combattenti si sarebbe sollevata
Forse qualche estremista di sinistra scriverà un’amaca e qualche Concita o Maria Laura lancerà un forum radical-chic sull’argomento guardandosi bene dal pronunciarsi. Se ne guarderanno bene perché abbiamo tutti tanti amici gay, ma tutto qui.
Fa bene perché la questione gay è roba da estrema sinistra. Nemmeno progressista, nemmeno socialdemocratica. Guardi il silenzio dei pezzi grossi del PD. Tolto il ministro ombra delle pari opportunità e Paola Concia, non ho sentito grande indignazione, tanto è vero che nemmeno i telegiornali ne hanno parlato
Fa bene perché le associazioni gay e lesbiche e transessuali sono divise e se ne stanno nel fortino della sinistra - ancora increduli siamo! - di essere stati così traditi.
Fa bene perché il partito che si definisce il più progressista del parlamento ha una deputata che sostiene che siamo malati e che siamo stati derubricati dalle malattie solo perché siamo una potentissima lobby. Perchè dentro quel partito uno dei suoi massimi leader ha definito il matrimonio gay un offesa al sentimento religioso, confondendo il matrimonio civile con un istituto religioso. E meno male che ha fatto il 1968, Massimo D’Alema. Ma la vedete questa lobby? Riuscite a vederla nel silenzio dei media e dei grandi direttori e dei grandi intellettuali e dei leader politici?
Fa bene Mara Carfagna. Ma non ha ragione.
Non ha ragione quando ci pensa come altro dalla società perchè noi lesbiche noi gay e noi transessuali siamo prima donne, madri, padri, fratelli, figli prima che essere gay. Noi siamo voi. Non ha ragione a dire che non siamo discriminati perché non conosce il silenzio e i muri che un giovane gay o una giovane lesbica deve affrontare per accettarsi e farsi accettare. Non conosce delitti perché l’ omofobia passa per il suicidio.
Ma nessuna pietà, beninteso, non abbia pietà. Noi non ne abbiamo.
Noi siamo felici perché siamo una grande famiglia e voglio dirlo a tutti quegli omosessuali che oggi, per l’ennesima volta (è risuccesso anche a me) si sono sentiti dannatamente soli.
Noi siamo felici e sfileremo al Pride senza i vostri patrocini, senza bandiere - mi risulta infatti che ancora nessun partito, nemmeno il mio abbia aderito al Gay Pride, cosa che almeno oggi poteva accadere come risposta (ma forse si teme una scissione). Sfileremo e sfilieremo e sfileremo finché anche a noi sarà concessa la festa che c’è stata in California. Perchè semplicemente lo meritiamo.

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Cicchitto: Illiberale pretendere patrocinio ministero per gay pride.

(Dire) "Manifestazioni, quelle dei gay, che suscitano consensi e dissensi anche da parte di gay che le hanno giudicate controproducenti e tali da dare della comunita' gay una visione sbagliata". Quindi, afferma Cicchitto, "fermo l'impegno del ministro e del ministero delle Pari opportunita' di assicurare una determinazione sostanziale contro tutte le discriminazioni, non si giustificano gli attacchi a Carfagna che e' libera di non aderire ad una manifestazione che a sua volta si sviluppa nella piu' totale liberta' di scelta di mezzi espressivi che possono essere condivisi o non". E boccia "la pretesa che un ministro della repubblica debba a tutti i costi partecipare ad una manifestazione: ci sembra francamente sopra le righe, e anche illiberale".

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A L'Aquila una piazza dedicata a Karl Heinrich Ulrichs.

Il Centro Studi Ulrichs, comunica che è stata posta la targa in pietra del “Piazzale Karl Heinrich Ulrichs” adiacente l’ingresso del Castello Spagnolo di L’Aquila. La richiesta di intitolazione di un'area urbana allo studioso tedesco, considerato il "nonno" del movimento di liberazione omosessuale, era stata avanzata fin dal 2001 e dopo un percorso di otto anni ha positivamente raggiunto il traguardo conclusivo.

Ndr. Ovviamente nella targa non si alcun cenno alla sua omosessualità e del suo impegno per la libertà... ovviamente.

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Da Bologna l'organizzazione del Gaypride lancia una campagna di boicottaggio del Tg1.

(Dire) Il Gay Pride invita a spegnere "la tv della violenza: sabato sera chi ha cuore la democrazia boicotti il Tg1". Il perche' lo spiega una furente Marcella Di Folco, storica rappresentante del Movimento transessuale (Mit) e portavoce del Pride: "Il servizio andato in onda sul Tg1 delle 20 di ieri e' stato indegno per il servizio pubblico. Il racconto di un linciaggio, un accanimento mascherato da giustizia privata, nello quale lo Stato, cioe' le sue divise, sospende leggi e diritti e abdica le sue funzioni alla folla inferocita. Una grave legittimazione della furia di strada. Riprese e tono del servizio degne di un filmato amatoriale di Forza Nuova".

Per questo, dice Di Folco in una nota, "invitiamo tutti coloro che non condividono questo tipo di informazione a boicottare un servizio pubblico che non corrisponde piu' a tale caratteristica ma che e' piuttosto propaganda di Stato, uno Stato sull'onda di una deriva fascista, verso il quale e' bene reagire subito". Dal direttore del Tg1, Gianni Riotta, vengono invece pretese scuse pubbliche "in particolar modo con la comunita' trans per l'indegno spettacolo". Intanto, Di Folco, getta altra benzina sul fuoco: "E' gia' da un po' di tempo che anche l'informazione, anche quella che dice di non aver colore, si e' piegata alle logiche dello strillone senza esercitare alcuna razionalita' critica contro questa strategia dell'odio verso tutto cio' che e' diverso, verso tutto cio' che 'non puo' stare nel mio giardino'".

In questo contesto, "i soggetti sociali piu' deboli diventano un fastidio da eliminare, la violenza contro di essi legittima" e, protesta Di Folco, "questo clima d'odio, di violenza ed intolleranza transfobica, omofobica, e razzista sta divenendo un mefitico veleno che traspira dalla politica, passa attraverso l'informazione e sta corrodendo democrazia, senso civico e vivere comune. Le forze democratiche di questo paese debbono ribellarsi a tutto cio'".

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Carfagna, combatterò ogni discriminazione.

(Agi) "E' intenzione del ministero che guido combattere ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali". Il ministro per le Pari Opportunita', Mara Carfagna, torna con una nota sulle "polemiche sollevate dai movimenti che tutelano Gay, Lesbiche, Bisessuali e Transgender". "Sono cosciente - scrive - delle tante discriminazioni nelle scuole, nelle universita' e nei luoghi di lavoro e credo che l'Italia abbia il dovere di contrastarle con fermezza. Detto questo, pero', il movimento GLBT non puo' pretendere per le coppie omosessuali ne' riconoscimenti simili a quelli garantiti alla famiglia ne' il patrocinio del governo a manifestazioni che rispondono piu' a logiche esibizionistiche che ad altro". "Quanto alle sollecitazioni di chi rivendica alcuni diritti per i gay - aggiunge il ministro -, sono pronta a discuterne se si tratta di negoziazioni privatistiche e non di riconoscimenti pubblicistici. Per permettere a un gay di andare a trovare il compagno o la compagna in ospedale puo' bastare una dichiarazione all'Asl, cosi' come va assicurato il subentro nel contratto di affitto dell'abitazione o la visita in carcere attraverso un semplice atto amministrativo. Se c'e' la volonta' di discutere per combattere le discriminazioni ed evitare le disparita', il ministero per le Pari Opportunita' e' pronto a trovare soluzioni immediate, ma se qualcuno intende minare all'unicita' della famiglia o dettare l'agenda politica del ministero non potra' che trovare porte chiuse".
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Le singolari Pari Opportunità della politica italiana.

(Visti da lontano) Tratta di Mara Carfagna ma soprattutto del ruolo femminile nella politica italiana ai tempi di Silvio Berlusconi l'articolo apparso ieri sulle pagine del quotidiano Le Figaro, mentre nel weekend, dalla Spagna, il ministro delle Pari Opportunità, Bibiana Aido, ha suggerito al Presidente del Consiglio le visite da uno psichiatra dopo le sue battute sulla maggioranza rosa del governo Zapatero, pur riservandosi dei dubbi sulla loro efficacia.

Archiviate velocemente le osservazioni su Mara Carfagna, il quotidiano francese osserva come "la composizione del governo italiano e il numero ristretto di donne siano rivelatrici. Con solo quattro donne, e la prima nell'ordine protocollare, Stefania Prestigiacomo, in nona posizione come ministro dell'Ambiente, l'Italia appare come un'isola di machismo in un'Europa che fa sempre più spazio alle donne nella vita politica".

Nessuna possibilità di nominare una donna agli Interni o alla Difesa, "nell'Italia sotto il regno berlusconiano, il sovrano rimane maschio. E la donna vi entra per le sue qualità estetiche più che per le sue competenze". "Berlusconi", continua Le Figaro, "mantiene senza complessi la sua visione riduttiva delle donne. Come se stesse vantando la qualità dei suoi animali alla fiera del bestiame, ha recentemente assicurato che le candidate della sua coalizione non sono solo belle ma anche superdiplomate".

Accusando il Cavaliere di "machismo", il quotidiano francese osserva come "abbia scelto di andare contro la tendenza attuale verso un governo con una quota femminile significativa, e in posizione sempre più elevate". Niente a che vedere con il premier spagnolo Zapatero che "ha fatto della parità uomo-donna in politica e nel mondo del lavoro uno dei suoi cavalli di battaglia".

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E fu così che il Ministro Carfagna tirò fuori le unghie.

(Falco destro) Basterebbe dare un’occhiata alle schede personali del Ministro Mara Carfagna e dell’ex parlamentare Valdimiro Guadagno, detto Luxuria, per capire da quale parte stia la serietà e la professionalità. Questo è chiaro.

Certo che, però, la giornata di ieri ha segnato veramente un momento storico a suo modo: finalmente il Ministero delle pari opportunità ha finito di essere un luogo di propaganda radicale e femminista (nel senso più deleterio del termine) per diventare qualcosa di diverso, di equilibrato. Di serio, vivaddio.

La Carfagna ha dichiarato di non voler patrocinare il gay pride di Roma del Giugno prossimo, quella stessa manifestazione della quale già il Sindaco di Roma, Alemanno, ha parlato in termini pacati ma fermi. Conseguenza logica e prevedibile: le associaizoni gay, lesbiche, trans e quant’altro, supportate dall’opposizione di sinistra (quella che è stata catapultata fuori dal Parlamento, per intenderci), sono insorte parlando di fascismo, di omofobia, di discriminazioni.

Alte grida sono giunte dal socialista gay Grillini, dalla Pollastrini, ex ministra, e, ovviamente, dal suddetto Vladimiro Guadagno, il quale affermava: “un ministero delle Pari opportunità con a capo Mara Carfagna non intende assolvere al compito di dare e garantire pari opportunita” ed è quindi ”un ministero inutile”.

Risposta della Carfagna: ”Il signor Vladimiro Guadagno confonde il Ministero per le Pari opportunità con l’ufficio stampa e propaganda del movimento lgbt”. Constatiamo con grande giubilo che la Carfagna ha posto la parola fine su un incubo, e non smetteremo mai di ringraziarla.

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Le pari opportunità di Mara Carfagna, eccole finalmente.

(Pollicino) Finalmente Mara Carfagna esce allo scoperto, scusate la battuta non intendevo quello che state pensando, non si spoglia più, almeno per adesso.

Intendevo che dopo due uscite in cui diceva che gli altri avevano detto le cose giuste, dice la sua su chi vuole o non vuole sostenere in materia di pari opportunità.

No al gay pride, ma non solo, non ci sono discriminazioni per gli omosessuali infatti la povera ragazza accoltellata dalla madre perchè ha dichiarato la propria passione per un'altra donna è un'invenzione dei comunisti culattoni.

Potrebbe infatti prendere in prestito il linguaggio del suo capo, ma ormai questo sembra un ricordo del passato, perchè l'unto del signore vuole fare lo statista e quindi la sua velina deve riaggiustarsi il trucco.

Leggendo qua e là si trovano cose divertenti come quella di Giordano Bruno Guerri sul "Il giornale" di oggi "I Gay Pride potevano essere utili fino a trent'anni fa, quando gli omosessuali venivano guardati con sospetto, discriminati e a volte addirittura perseguitati. Oggi l'omosessualità è comunemente accettata e addirittura esibita. Non ha senso, dunque, sfoderare l'orgoglio gay in parate carnevalesche che sembrano - sono - fatte apposta per provocare. Le abbiamo viste, negli anni scorsi, con esibizioni di lustrini, tutù, scosciamenti e gran dispendio di sbaciucchi: sembrano la manifestazione di una comunità che vive con lutto il fatto di non dare più scandalo, e che lo vuole dare a ogni costo. Oltretutto rendono un'immagine falsata del mondo gay, che per lo più è composto da gente normale (e sottolineo normale), che vive o vorrebbe vivere normalmente." (leggi tutto l'articolo)

Mara Carfagna, non è sola, è davvero in buona compagnia, salvo che poi Giordano Bruno Guerri, con un opinione del tutto personale, bontà sua che ne abbia e la possa esprimere, dice che un problema di diritti per le coppie di fatto in effetti esiste ma non è un problema di omosessuali bensì molto di più per gli eterosessuali.

Eh già forse trenta anni fa l'Italia era quella oggi no, del resto se in Parlamento abbiamo veline, cantanti di cabaret, imbonitori televisivi, attricette hard un passo avanti l'abbiamo fatto, le prossime elezioni le faremo direttamente con gli sms, chi vuoi eleggere?

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Gambia. Ventiquattrore di tempo ai gay per lasciare il paese.

(River-blog) I gay, uomini e donne, hanno 24 ore di tempo per lasciare il Gambia. L’ultimatum è stato lanciato dallo stesso presidente dello stato africano, Yahya Jammeh. L’invito perentorio a lasciare il paese è stato esteso a “spacciatori, ladri e altri criminali”. Nei prossimi giorni saranno organizzate ronde, a cura del dipartimento dell’immigrazione, per stanare le persone da espellere. “Ogni hotel che ospita persone di questo genere - ha detto il presidente - sarà chiuso. Questo è un paese musulmano e non accetterò mai di avere questo tipo di gente”. La pena prevista per chi commette “atti omosessuali”, anche tra le pareti domestiche, è di 7 anni di carcere. Il presidente Jammeh è stato protagonista di un’altra boutade, nel 2007: aveva annunciato di aver trovato una cura per l’Aids. Bastava strofinare una pasta a base di erbe sul malato, che veniva anche invitato ad assumere una bibita gialla e due banane (nella foto il presidente “cura” un malato). Il trattamento, spiegò in quell’occasione, “debellava il virus in un periodo compreso fra 3 e 30 giorni”.

In confronto la Carfagna è Miss Stonewall.

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La Carfagna e il gaypride. Giordano Bruno Guerri e i "Provocatori con la patente".

I Gay Pride potevano essere utili fino a trent’anni fa, quando gli omosessuali venivano guardati con sospetto, discriminati e a volte addirittura perseguitati. Oggi l’omosessualità è comunemente accettata e addirittura esibita. Non ha senso, dunque, sfoderare l’orgoglio gay in parate carnevalesche che sembrano – sono – fatte apposta per provocare. Le abbiamo viste, negli anni scorsi, con esibizioni di lustrini, tutù, scosciamenti e gran dispendio di sbaciucchi: sembrano la manifestazione di una comunità che vive con lutto il fatto di non dare più scandalo, e che lo vuole dare a ogni costo. Oltretutto rendono un’immagine falsata del mondo gay, che per lo più è composto da gente normale (e sottolineo normale), che vive o vorrebbe vivere normalmente.
Ma poi, che senso ha – se non provocatorio – chiedere il patrocinio del ministero per le Pari Opportunità? La pari opportunità di sfilare ce l’hanno già, e non occorre proprio nessun patrocinio: si tratta, ancora, di voler essere riconosciuti a tutti i costi come diversi, invece che come uguali. Mara Carfagna ha fatto bene a negare il patrocinio, aggiungendo di essere pronta a combattere le forme di discriminazione e violenza, a dare patrocini a seminari e convegni che si occupino di questi problemi.
Il ministro delle Pari Opportunità, però, ha aggiunto di non voler arrivare al riconoscimento ufficiale delle coppie omosessuali. So di entrare in un terreno minato, quindi sia chiaro che quanto segue è una mia opinione personale su un problema che deve essere discusso, non accantonato.
Il problema delle coppie di fatto va risolto. Ognuno deve essere libero di creare un’unione come meglio crede, e godere della tutela dello Stato, soprattutto di uno Stato liberale con un governo liberale: matrimonio o no. Le coppie omosessuali non sono, e non possono essere, uguali alle altre. Specialmente in un’istituzione come il matrimonio, tradizionalmente fondata sul diritto naturale. Ma questo non significa che non debbano venire tutelate civilmente. Non è giusto, eticamente e socialmente, che chi non vuole – o non può – legalizzare la propria unione di fronte allo Stato venga privato di alcuni diritti fondamentali: come quello di ricevere l’eredità dal convivente; o di poterlo assistere in ospedale in caso di malattia. E si noti bene che questi e altri gravi problemi riguardano molte più coppie eterosessuali che omosessuali.

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