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venerdì 16 novembre 2007

Shopping da Abercrombie and Fitch: come attentare alla propria autostima.

(Così è se vi pare) Noi italiani siamo sfortunati a non avere un negozio di Abercrombie and Fitch. Per fortuna, in quanto europei (servirà pure a qualcosa questa Unione Europea), ha da poco aperto a Londra il primo store del vecchio continente.

Per dare l’idea di che cosa sia, provate ad aprire un catologo di A&F (che vende vestiti, per chi ancora non lo sapesse). All’interno troverete solo ragazze e ragazzi nudi. Che è un po’ quello che ti capita di vedere entrando nello store della Fifth Avenue, quando appena varcata la soglia dopo aver atteso pazientemente in coda, ti trovi davanti a una modella (bardata da testa a piedi come se fossimo al Polo Nord) e ad un modello rigorosamente a petto nudo. [Un giorno sarebbe bello parlare anche della discriminazione messa in atto nei negozi ai danni del genere maschile].

Tra l’altro, una volta entrati, è difficile distinguere tra modelli di professione e commessi. Anzi, non c’è proprio differenza. Se si vuole dare un colpo definitivo alla propria autostima basta soffermarsi a guardare i commessi di Abercrombie. Che poi ho scoperto leggendo sul sito che per diventare modello di Abercrombie devi prima fare il commesso. Mi piacerebbe tanto aprire uno store in Italia e dirigere l’ufficio risorse umane. Sicuramente meglio che lavorare in miniera.

L’ambiente è altrettanto interessante. Completamente semi-buio, inondato della fragranza che viene venduta alle casse e musica (spiccatamente gay) a tutto volume. Tant’è che appena tornato da New York ti trovi a scaricare tutte le canzoni che hai sentito nella tua lunga permanenza all’interno del negozio di Abercrombie.
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