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venerdì 16 novembre 2007

Chiesa: La fede dovrebbe condizionare il voto, affermano i vescovi statunitensi.

L'episcopato USA approva un documento sulla cittadinanza.

(Zenit.org) I Vescovi statunitensi incoraggiano le persone a a farsi guidare nelle scelte politiche dalla propria fede e da una coscienza ben formata.
La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha approvato questo mercoledì una dichiarazione intitolata: “Cittadinanza fedele: un appello alla responsabilità politica”. I Vescovi si sono riuniti a Baltimora, nel Maryland, dal 12 al 15 novembre, per la loro Assemblea generale autunnale.“In questa dichiarazione, noi Vescovi non intendiamo dire ai cattolici per chi o contro chi votare”. “Il nostro scopo è aiutare i cattolici a formare la propria coscienza conformemente alla verità di Dio”, avvertono.

“Riconosciamo che la responsabilità di compiere scelte nella vita politica spetta a ogni individuo alla luce di una coscienza formata in modo appropriato, e che la partecipazione va ben oltre il fatto di dare il proprio voto in occasione di una particolare elezione”, aggiungono poi.
Il ruolo della Chiesa nell’aiutare i cattolici a formare la loro coscienza è un tema centrale del documento.
“Con questa base - spiegano i Vescovi - i cattolici sono più capaci di valutare le posizioni politiche, le piattaforme di partito e le promesse e l’azione dei candidati alla luce del Vangelo e dell’insegnamento morale e sociale della Chiesa per aiutare a costruire un mondo migliore”.
I Vescovi hanno affermato il loro ruolo legittimo nella vita pubblica. “L’obbligo di fornire insegnamenti sui valori morali che dovrebbero modellare la nostra vita, compresa la nostra vita pubblica, è fondamentale per la missione”, hanno dichiarato.
“La tradizione pluralistica della nostra Nazione è valorizzata, non minacciata, quando i gruppi religiosi e le persone di fede portano le loro convinzioni e preoccupazioni nella vita pubblica”, hanno aggiunto.
Il documento ricorda che il rispetto per la dignità di ogni essere umano è la base dell’insegnamento cattolico sulla “cittadinanza fedele”.
La dichiarazione afferma quindi che la gente deve opporsi ad azioni intrinsecamente sbagliate, come l’aborto e l’eutanasia, perché queste azioni implicano direttamente e intenzionalmente il fatto di porre fine a una vita umana innocente.
Si afferma anche il dovere di promuovere il bene comune combattendo minacce alla vita e alla dignità umana come fame, povertà, razzismo, politiche di immigrazione e guerre ingiuste. “Opporsi al male e fare il bene sono doveri essenziali”, sostiene il documento.
I Vescovi mettono poi in guardia contro due tentazioni per i cattolici nella vita pubblica.
“La prima è un’equivalenza morale che non fa distinzioni etiche tra vari tipi di questioni che coinvolgono la vita e la dignità umana”, afferma la dichiarazione. “La distruzione diretta e intenzionale di vite umane innocenti […] è sempre sbagliata e non è solo un argomento tra i tanti. Bisogna sempre opporsi ad essa”.

Una seconda tentazione, spiegano i presuli, implica il fatto di “accantonare o ignorare altre serie minacce alla vita e alla dignità umana. Il razzismo così come altre ingiuste discriminazioni, la tortura, l’uso della pena di morte, il ricorso alla guerra ingiusta, i crimini di guerra, il fallimento a rispondere a quanti soffrono la fame o la mancanza di assistenza sanitaria, le politiche di immigrazione ingiuste sono tutte questioni morali serie che sfidano la nostra coscienza e ci chiedono di agire”.
I Vescovi esortano i cattolici a un diverso tipo di impegno politico centrato sulla dignità di ogni essere umano, il perseguimento del bene comune e la protezione dei più deboli.
“La partecipazione alla vita politica alla luce dei principi morali fondamentali è un dovere fondamentale per ogni cattolico e per tutte le persone di buona volontà”, affermano.
I Vescovi riconoscono anche le sfide che interpellano gli elettori cattolici: “I cattolici possono sentirsi politicamente privati dei diritti pensando che nessun partito e pochissimi candidati condividano pienamente l’impegno globale della Chiesa a favore della dignità della persona umana”.
“Come cattolici non siamo elettori su singole questioni. La posizione di un candidato su un problema non è sufficiente a garantire il sostegno di un elettore – sostengono i presuli –. La posizione di un candidato su una singola questione che implica un male intrinseco, come il sostegno all’aborto legale o la promozione del razzismo, può tuttavia legittimamente portare l’elettore a scegliere di non sostenere un candidato”.

La dichiarazione esorta quindi i cattolici “a un maggiore coinvolgimento: attraverso la candidatura, il lavoro all’interno dei partiti politici e comunicando le proprie preoccupazioni alle persone elette”.
I Vescovi suggeriscono che i cattolici dovrebbero essere guidati più dalle “convinzioni morali” che dall' “attaccamento a un partito politico o gruppo di interesse”.
In vista delle elezioni, la dichiarazione afferma che “gli elettori cattolici dovrebbero usare l’insegnamento cattolico per esaminare le posizioni dei candidati sulle varie questioni e considerare l’integrità, la filosofia e l’azione dei candidati”.

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