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martedì 22 gennaio 2008

No adozioni agli omosessuali: la Corte europea condanna la Francia.

Rifiutare l'adozione a una donna omosessuale è una discriminazione che viola la Convenzione europea dei diritti dell'uomo.

(Sara De Carli - vita.it) Rifiutare l'adozione a una donna omosessuale è una discriminazione. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'Uomo, che ha condannato la Francia. Due sono gli articoli della Convenzione europea dei diritti dell'uomo che secondo la Corte sono stati violati: l'articolo 14 (divieto di discriminazione) e l'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare).

La protagonista della vicenda è un'insegnante di scuola materna di 45 anni (E.B.), che dal 1990 convive stabilmente con una donna, psicologa. E.B. dal 1998 sta conducendo una complessa battaglia legale per ottenere una adozione che le viene ripetutamente rifiutata, a suo dire, a causa di una discriminazione sessuale. Per i giudici il rifiuto è dovuto alla "mancanza di una figura paterna" nel quadro familiare. Nella sua sentenza la Corte europea dei diritti dell'Uomo afferma che "la ricorrente è stata oggetto di un trattamento diverso" e sottolinea che questa diversità dato che si riferisce unicamente al suo orientamento sessuale "costituisce una discriminazione sulla base della Convenzione sui diritti dell'uomo". "L'influenza della sua omosessualità sulla valutazione della sua domanda è provata", continua la Corte: la legge francese infatti consente anche ai single di adottare.

I giudici hanno stabilito che la Francia dovrà versare un indennizzo di 10mila euro a favore di E.B. per i danni morali subiti, più 14,528 euro di spese processuali.
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