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giovedì 3 luglio 2008

Francia. La destra che marcia al passo della realta'. Non sembrerebbe...

(Queerway) Siamo talmente abituati ad una destra nazionale conservatrice che quasi non ci stupisce più niente di quanto il dibattito politico possa partorire.
Siamo anche talmente abituati a vedere l'enorme differenza che c'è tra la destra conservatrice italiana e le altre formazioni di destra europee che nemmeno ci poniamo più il problema di quanto sia ampio il divario che separa le nostre forze politiche da quelle degli altri paesi membri dell'Unione.
Il discorso vale sicuramente in generale ma diventa quasi paradossale se l'ambito del confronto diventa quello dei riconoscimenti dei diritti civili delle coppie formate da persone dello stesso sesso.

Un esempio lampante del divario intellettuale, politico e sociale che c'è tra l'Italia e il resto del mondo progredito è proprio il raffronto delle dichiarazioni e dell'operato tra la destra di governo italiana e quella dei cugini francesi.
Italia e Francia, da sempre storiche rivali ma fortemente unite da storia, fondamenta di diritto e politica, sono governate da maggioranze di destra.
Dichiaratamente di destra e liberiste.
Per molti aspetti, economici, sociali e politici, i programmi dei due premier sono addirittura sovrapponibili. Molte idee del programma del PdL erano parte del programma di Sarkozy così come visioni forziste del precedente governo sono state riprese dal Presidente francese (fatte le dovute distinzioni ovviamente e i dovuti adeguamenti alle differenti realtà socio-economiche!).

Inoltre entrambe le forze di governo fanno della fede cattolica una sorta di vessillo da sbandierare.
La situazione, quindi, è quanto mai paragonabile.
Bene: tra i primi atti del governo Sarkozy c'è stata una legge di tutela delle persone omosessuali. Non leggi o decreti contro l'omofobia (la Francia ne è ben fornita da anni) ma direttamente per le coppie di conviventi.
Là, dove le coppie composte da persone dello stesso sesso possono accedere ai PACS, il Presidente ha ritenuto fosse un obbligo morale per il proprio governo di ispirazione liberale estendere l'esenzione tributaria sulla successione a chi avesse contratto proprio i PACS.

Nel programma dello stesso Sarkozy poi c'era l'esplicita promessa di una legislazione che permettesse di superare i PACS e di equiparare le coppie omosessuali a quelle eterosessuali sposate. Il tutto, ovviamente, senza intaccare le conquiste già raggiunte.
Inutile paragonare i provvedimenti presenti e futuri del governo Berlusconi e le promesse in tal senso nel programma elettorale: erano semplicemente brutalmente assenti!
Ad ogni modo in questi giorni il Presidente della Repubblica Francese sta mettendo mano proprio a quella promessa elettorale fatta alle coppie gay e lesbiche e ha preparato la bozza di una legge che permetterà la nascita di un istituto parallelo al matrimonio, del tutto simile al matrimonio civile ma esplicitamente dedicato alle coppie omosessuali sul modello della Civil Partnership anglosassone.

E' evidente che, anche da destra, non ci si può che rendere conto di quello che succede nella realtà sociale e che la società stessa già vive situazioni delle quali va preso atto e che la politica non può ignorare certe realtà.
Il dibattito interno francese, quindi, si è acceso sulla proposta del Governo di "contrats d'union civile" e sulla necessità di eguaglianza dei cittadini GLBT. D'altronde la Francia ha nei geni stessi della propria democrazia i principi libertà, fratellanza e uguaglianza.
Lo scontro politico, quindi, si è spostato dal triste piano della necessità di una legislazione (necessità ormai data per scontata da tutte le forze in campo) al piano più strettamente costituzionale/giuridico.
A sostenere la proposta di Sarkozy le forze di destra (quelle che in Italia invocano garrote e pulizie etniche!) mentre contrari alla stessa proposta sono le forze più progressiste e le stesse associazioni GLBT.

Il motivo del dissenso è semplice: sarebbe in contrasto con i "valori universali della Repubblica". L'istituto delle unioni civili, infatti, creerebbe un istituto giuridico riservato ad una sola fetta della popolazione escludendo, da una parte, tutti gli altri e formando una sorta di "contratto ghetto" per chi possa accedervi.
L'unica soluzione, secondo le associazioni GLBT e le forze socialiste, sarebbe quella di aprire l'accesso all'istituto matrimoniale civile a tutte le coppie senza distinzione e senza preclusioni per le coppie formate da due uomini o due donne.
Il progetto del Governo, secondo la federazione delle associazioni GLBT (anche questo sarebbe un modello da imitare in Italia, ma questa è un'altra storia...), non rispetta il principio di uguaglianza tra tutte le coppie che, oltre ad essere sancito dalla Repubblica, era proprio la promessa fatta dal ex candidato alla presidenza Sarkozy.
Nicolas Sarkozy, infatti, durante la campagna elettorale, dall'emittente TF1, aveva dichiarato in maniera inequivocabile di voler "garantire l'eguaglianza dei diritti di successione, sociali e fiscali" della coppie omosessuali.
Al di la delle diverse formule in gioco nel dibattito c'è da rilevare un dato: presto il governo di destra francese varerà una legge che o darà la luce ad un istituto in tutto simile al matrimonio civile ma riservato alle coppie omosessuali o, se le associazioni GLBT riusciranno nella loro battaglia, aprirà le porte delle Meries alle coppie gay e lesbiche per la celebrazione dei matrimoni civili.

La conquista, al di la della formula, per i francesi sembra ormai dietro l'angolo.
A questa importantissima conquista si sta affiancando anche un'altra importantissima discussione politica.
Dopo una sentenza della Corte Europea che dovrebbe obbligare lo Stato Francese a dare in adozione dei figli anche alle coppie gay e lesbiche, i single in Francia già possono adottare, sembra pronto anche il dibattito per l'inseminazione artificiale e, soprattutto, per la Surrogacy.
Il fenomeno delle coppie che vanno in Ucraina, all'est, o in Canada per affittare un utero è ormai talmente vasto che la Francia sta pensando ad una legge per regolamentare una simile pratica e consentire questo particolare metodo di "filiazione".
A quanto pare, infatti, sono sempre di più le coppie europee che vanno a Kiev, o nella Repubblica Ceca, o in Polonia dove la maternità surrogata non è illegale e si è ormai trasformata in un business potentissimo. Alcune ricerche stimano in 300/400 coppie all'anno quelle che dalla Francia vanno all'estero per cercare una soluzione ai propri problemi d'infertilità. Le coppie, ovviamente, sono tanto eterosessuali che anche gay.
La pratica della surrogacy è illegale dal 1994 in Francia ma ora si sta pensando di rivedere quella norma proprio perchè ormai sono molte le coppie francesi che, dopo aver trovato una soluzione all'estero, tornano in patria e scoprono di non poter registrare il neonato come figlio proprio.

A far meditare la politica sulla possibilità di cambiare la legge ed abolire il divieto, oltre al numero crescente di casi, è stato anche uno studio dell'Agence de la biomédicine, pubblicato nel 2007, che ha rivelato che 53% dei cittadini francesi è favorevole alla legalizzazione della maternità surrogata.
Così, dopo un'analisi durata sei mesi, un gruppo di lavoro del Senato di Parigi (una sorta di commissione parlamentare) ha proposto all'Assemblea Parlamentare una proposta di legge per la legalizzazione regolamentata della maternità surrogata. Decisione presa anche in vista della futura revisione della legge bioetica nazionale prevista per il 2009.
Al gruppo ristretto di lavoro hanno partecipato senatori, medici e avvocati capeggiati dalla socialista Michèle André ed hanno prodotto un testo che approderà presto alla discussione delle parti politiche.
L'obiettivo principale era quello di evitare la commercializzazione della pratica, cosa che, purtroppo, sta invece accadendo proprio nei paesi dell'Est. "Sempre più paesi autorizzano la maternità surrogata, situazione che genera un vero e proprio turismo procreativo. Se non andiamo verso la legalizzazione, lasceremo spazio a pratiche lucrative", ha spiegato la stessa André.
A questo punto la palla passerà alla politica, propriamente detta, e c'è già chi avanza pareri contrari.
Veltroni Berlusconi In ogni caso, quello che c'è da notare, tanto per la controversia sui contrats d'union civile che sulla surrogacy è che sono ipotesi avallate anche dalla destra francese, la prima addirittura dal "conservatore" presidente Sarkozy mentre in Italia sono soluzioni impensabili perfino dal PD che è la forza più prograssista del Parlamento Italiano. E' tutto dire!
In buona sostanza si può tranquillamente sostenere, con la prova provata dei fatti che il partito più progressista italiano è assai più conservatore di un partito convintamente di destra d'Oltralpe. Se continuiamo così va a finire che anche i partiti xenofobi superano le nostre forze politiche e si ritrovano a sinistra di Veltroni!
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E' evidente che all'amico che ha scritto questo articolo è sfuggito qualcosa della Francia di destra di Napoleon- Sarkozy. Vi invitiamo, e con voi anche lui, a leggere questi articoli:

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