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sabato 13 ottobre 2007

Giallo sull'outing tv del monsignore. "L'ho fatto per smascherare i veri gay".

In una lettera padre Tommaso Stenico finito nella bufera dopo un'intervista smentisce di essere omosessuale.
Sospeso dal suo incarico da una settimana.
Il prelato aveva detto di "non sentirsi in peccato".
Padre Lombardi aveva annunciato "Severità per un comportamento non compatibile con sacerdozio e Santa Sede".

(La Repubblica) "Mi sono dichiarato gay per smascherare chi lo è realmente". Smentisce di essere omosessuale l'alto prelato della Congregazione per il Clero, sospeso dalla Santa Sede dagli incarichi ormai da una settimana per avere confessato in tv i propri orientamenti sessuali.

Monsignor Tommaso Stenico (nella foto) , questo il nome del sacerdote finito nella bufera per una confessione sotto forma anonima per la trasmissione de "La 7" Exit, in una lunga lettera spiega di avere simulato la parte del prete gay e avrebbe fatto, in base alla sua definizione il "ladro tra ladri", per smascherare i veri omosessuali nel tentativo di "redimere le vittime" e, soprattutto, per dare il proprio contributo contro la campagna montante sull'omosessualità dei preti nella Chiesa cattolica.

L'alto prelato in questione, nei confronti del quale oggi il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi ha confermato che si interverrà "con la decisione e la severità richiesta da un comportamento non compatibile con il servizio sacerdotale e con la Santa Sede", ha confidato di avere messo nero su bianco la sua difesa, condita di "racconti dettagliati" per controbattere alle accuse,da trasmettere ai diretti superiori della Congregazione del Clero.

Nello specifico, l'alto prelato, nella lettera conferma "punto per punto" le accuse che gli sono state mosse e che lo hanno portato alla sospensione nell'attesa che l'inchiesta faccia luce sulle reali responsabilità, precisando di "non essere gay" e di avere simulato di esserlo per dare il suo aiuto alla Chiesa. L'alto prelato, comunque, da una settimana non è più nel suo ufficio, è stato sospeso, e, se le accuse troveranno conferma, rischia di tornare alla diocesi di appartenenza.

Padre Lombardi non ha voluto rivelare il nome del monsignore, anche se a fare nome e cognome di monsignor Stenico ci ha pensato il cattolico 'Petrus', sito nato e legato al pontificato di Ratzinger, che pubblica anche la foto del sacerdote. Il presule era un collaboratore di 'Petrus' ed il direttore responsabile del sito, Gianluca Barile, afferma di averlo licenziato già da martedì scorso (9 ottobre).

Secondo il direttore di Petrus, "è oltremodo scandaloso, vergognoso, ignobile, blasfemo, demoniaco che un sacerdote tenti di consumare un rapporto sessuale - lui che ha fatto voto di castità - non solo tra le pareti che lo hanno chiamato a santificarsi per il bene della Chiesa, ma addirittura nel luogo simbolo della Cristianità, il Vaticano, laddove Pietro è andato incontro al martirio e da dove continua a parlarci ogni giorno per bocca dei suoi sommi successori".

Il monsignore finito nella bufera ha sessanta anni ben portati e oltre a ricoprire l'incarico di capo ufficio della Congregazione del Clero è stato anche un volto dell'emittente cattolica "Telepace". Anche se era membro della Commissione speciale per la trattazione delle cause di dispensa dei sacerdoti e della Peregrinatio "Ad Petri sedem", l'organismo che cura l'accoglienza dei pellegrinaggi, non era certamente in ascesa: contro di lui giocavano l'esuberanza del carattere e una punta di esibizionismo che lo spingeva, ad esempio, a indossare un cappello a larghe tese al posto di quello da sacerdote o del semplice basco ormai prediletto da quasi tutti i preti.

Nell'intervista trasmessa da "La 7" (che ha raccolto le testimonianze di quattro persone che si presentavano come sacerdoti, ripresi con volti e voci contraffatte, con alle spalle edifici religiosi) il prelato aveva ammesso di essere gay, aggiungendo perfino di "non sentirsi in peccato" e di aver scelto l'anonimato "per non essere richiamato dai superiori vista l'attuale ferma opposizione della dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale ed omosessualità".

Nel filmato però erano riconoscibili l'ascensore di accesso alla Congregazione del Clero e la porta di ingresso del dicastero, ripresi dalle telecamere mentre il monsignore faceva accomodare l'intervistatore. Dopo una veloce inchiesta interna al dicastero diretto dal cardinale Claudio Hummes, facilitata anche dal fatto che Tommaso Stenico era l'unico a tenere la chiave dell'ufficio, sono arrivati i provvedimenti disciplinari.

Il sacerdote abita in un edificio di proprietà della Santa Sede proprio di fronte alle Mura Leonine, dove da tre giorni la porta dell'appartamento è chiusa e il telefono squilla a vuoto. Presto dovrà lasciare anche l'immobile. Dopo la sospensione sembra infatti certo che in tempi brevi arriverà anche il licenziamento, che dovrà essere deciso dal Tribunale Vaticano. Ma sulla sentenza ci sono pochi dubbi: con Benedetto XVI la linea è quella della "tolleranza zero" nei riguardi di tutti i sacerdoti che non rispettano il voto di castità, come hanno potuto sperimentare già diversi altri prelati allontanati dopo l'elezione di Ratzinger.

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