(Panorama) “Vorrei diventare una ragazza”. La confessione che il piccolo Parinya aveva fatto alla madre risale a quando aveva soli sette anni. Oggi, di anni, ne ha 26, si appresta a tornare sul ring a Stoccolma e il suo sogno di diventare donna è riuscito a coronarlo. In Thailandia la chiamano Nong Toom (foto). Ma il suo vero nome è Parinya Jaroenphon. Nota come l’unico pugile transessuale del Paese, acclamata come una star dai media nazionali, la sua storia diventa pubblica nel 2003, quando il regista, Ekachai Uekrongtham la scrittura per Beautiful Boxer (presentato al 18° Festival del cinema Gay-Lesbo di Milano), un film biografico dove la protagonista è proprio un giovane e talentuoso boxer che sale sul ring truccato come una fanciulla. Nong Toom si guarda indietro e racconta con garbo quelli che sono i suoi primi passi nella vita: “La mia famiglia è di origini umili” racconta timidamente. “Ho il ricordo di un’infanzia colma d’amore ma priva di mezzi. Mia madre è stata sempre il mio grande modello e la mia più forte sostenitrice. Ha deciso di mandarmi a studiare al Wat Si Soda Temple, nel nord della Thailandia. Era l’unica possibilità per farmi avere un’educazione”.
I primi passi nella boxe. Cresce lì insieme ai coetanei, ma capisce subito di essere diversa, di non percepire come propria l’identità di genere che la natura le ha cucito addosso. “Ho ricevuto il mio primo bacio da un ragazzo a scuola. Mi desiderava perché, a suo dire, ero bello come una donna”. All’età di undici anni diventa monaco. Ed è lì, all’interno del Tempio, che scopre la boxe tailandese mostrando da subito le sue doti sportive. Nonostante gli sfottò di amici e parenti, non si scoraggia e la Muay Thai, la boxe tailandese, diventa la sua unica ragione di vita. Ma nel frattempo, quando ha soli 13 anni, inizia a truccarsi, a prendere ormoni e ad indossare abiti femminili. A 17, racconta, ha il suo primo rapporto sessuale. “Volevo essere come le altre donne ed avere anch’io un vero fidanzato”, spiega.
L’operazione. “Il mio primo ragazzo era molto innamorato” prosegue. “Ma ho deciso di lasciarlo perché entrambi eravamo pugili ed io mi sentivo più forte. Non potevo avere un fidanzato più debole di me”. A soli 16 anni Nong Toom era già un pugile professionista noto a livello internazionale ma era anche pronto a sottoporsi all’operazione per cambiare sesso. “Ho voluto portare i miei genitori in ospedale. Hanno parlato con i dottori e, nonostante tutto, hanno dato il loro consenso affinché mi operassero”, racconta con un misto di sollievo e tenerezza. Sei ore d’intervento, tre giorni di dolore acutissimo e 90.000 BHT, circa 2 mila euro, da pagare (sette anni fa) accumulati grazie alla boxe.
Boxeur, transgender e anche madre. Una scelta, quella di Nong Toom, che ha cambiato radicalmente anche la sua carriera pugilistica tanto che oggi sul ring combatte solo con le donne. Il prossimo incontro lo farà proprio domani, il 31 maggio, a Stoccolma. La sua carriera sportiva si alterna a quella di attrice e di fotomodella di successo, ma anche di “mamma”, complice la cultura tollerante thailandese nei confronti del terzo sesso, che qui chiamano katoey. “Nutsalah ha 5 anni. La madre naturale è in prigione per droga e io ho deciso di adottarla quando aveva quattro giorni. Ora legalmente sono io sua madre”, continua orgogliosa. “La Muay Thai mi ha dato tutto: i mezzi per aiutare la famiglia, il denaro per affrontare questa operazione e la forza fisica per sopportarla, la fama, il successo ed infine la maternità. Mi manca solo il ‘grande amore’” confessa con un filo di amarezza. “E ora ho solo un sogno: un bravo padre per mia figlia”.
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