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lunedì 21 aprile 2008

Luciano Moggi contro tutti, da Ilaria D'Amico ai gay nel calcio.

(Leggo online) Ogni tanto parla. E quando lo fa, si fa sentire. Ancora una volta è Moggi contro tutti. Contro i calciatori («Vogliono comandare»), Cairo («Meglio che cambi mestiere»), la Sinistra («Sono felice che li abbiano spazzati via»), Ilaria d'Amico («Ha usato il nome Moggi per farsi pubblicità») e i giocatori omossesuali («Sono contrario ai gay in squadra, il mondo del calcio non è fatto per loro»). L'ex direttore generale della Juventus ne ha avute per tutti intervistato da Klaus Davi per «KlausCondicio», il primo contenitore di approfondimento in Rete, in onda su YouTube: -

CALCIATORI SEMPRE PIÙ COLTI MA AVIDI «Il livello intellettuale dei calciatori è molto aumentato, non è più quello di prima. Del Piero è molto colto, Ibrahimovic, Vieira, Nedved e molti altri sono divoratori di libri. Però hanno un difetto: vogliono un sacco di soldi, e vogliono essere anche padroni della società, e questo non è possibile. Se non gli dai quello che vogliono, e certe volte non glielo puoi dare, se capita l'occasione, ti sparano addosso. Vogliono comandare, ma i giocatori devono essere dipendenti. Nella gestione di questo aspetto psicologico, l'Inter sarebbe ultima in classifica».

ERO ARROGANTE MA PER DIFENDERE LA JUVENTUS «Ero arrogante, ma essere arroganti non è mica un reato... Cercavo di difendere un'azienda che in pratica non aveva un padre. Morti Umberto e Gianni Agnelli la Juventus era senza padre e senza madre, non avevamo i fondi perchè gli azionisti non mettevano i soldi, non avevamo televisioni e quindi eravamo al di sotto rispetto agli altri, perchè la Rai era con i tifosi romani e laziali, per non parlare di Mediaset e Sky... Dovevamo arrangiarci, fare la parte di quelli forti e forti non eravamo». «Nel calcio io non ho mai avuto un padrino. Ho conosciuto Allodi e questa conoscenza mi ha portato a imparare cose importanti che poi mi sono servite per arrivare in determinati luoghi. Però non ho mai avuto un angelo custode, e neppure me lo sono cercato. Diciamo che ero un naif che cresceva... Quando sono arrivato a una certa altezza, hanno cominciato a spararmi da tutte le parti, perchè evidentemente avevano paura. Io di questo non me ne sono reso conto. Avevano paura che crescessi ancora e, nonostante tutto, sono cresciuto probabilmente a dismisura».

È UN BENE CHE IL CENTROSINISTRA SIA STATO SPAZZATO VIA «Io operaio, figlio di operai, credo di essere stato una vittima del centrosinistra. Su questo non c'è dubbio. Non ritengo che sia una colpa parteggiare per Berlusconi. Io dico tranquillamente che ho votato per lui e ne sono felice. Berlusconi voleva che io andassi a fare il dirigente del Milan. La notizia, anche se vaga, è trapelata così improvvisamente nel mondo del calcio che può darsi abbia creato del malumore in certe persone». Sulla sinistra e il risultato delle recenti elezioni, Moggi ha commentato: «Sono felice che li abbiano spazzati via. Ma non faccio di tutta l'erba un fascio. Stimo Veltroni, per esempio».

PRODI UNA VITTIMA DEI POTERI FORTI DELLA SINISTRA «Romano Prodi, secondo me, è stato una vittima. È sicuramente una persona intelligente, ma è stato mandato avanti a bruciarsi dai poteri forti della sinistra. Era successo già un'altra volta, e adesso si è ripetuto in maniera catastrofica. Si è spenta intorno a Prodi quella luce che qualcuno voleva si spegnesse. Personalmente non ho mai considerato il governo di Prodi un governo che potesse dare all'Italia quel benessere che l'Italia deve avere. Non so se sia facile darlo. Sarà difficile anche per Berlusconi. Però mi sembra che Berlusconi abbia altre aperture, mi sembra che abbia una certa simpatia che attira le persone, e quando uno è simpatico è anche fortunato. Mentre le persone tetre sono sempre sfigate».

I CALCIATORI A PROSTITUTE PER INGENUITÀ «Oggi i calciatori vogliono provare cose nuove, vogliono provare di tutto. Io sotto questo profilo li tenevo a bada, volevo evitare per quanto possibile che andassero nei locali notturni. A Torino è molto facile, diciamo che è un grande paese: basta che facciano una mossa sbagliata e la si conosce immediatamente. Però ci sono città grandi, come Milano, ed è lì che bisogna fare la massima attenzione perchè i calciatori possono incontrare anche donne adulatrici... Peccano più che altro di ingenuità». «Noi alla Juventus offrivamo il modo di lavorare divertendosi e, in più, anche il divertimento, ma il divertimento giusto. Ho sempre detto ai miei ragazzi: 'Attenzione, io non vengo a cercarvi, ma se vi trovo...'. Sapevano che io non scherzavo. E ho sempre avuto un rapporto bellissimo con tutti. Ero per loro come un fratello».

LE VELINE FANNO DEL BENE AI CALCIATORI «Le veline? Certamente non hanno mai fatto del male ai calciatori, anzi fanno loro del bene. Io non ho mai frenato nessun calciatore nelle sue relazioni, però ho fatto presente ad alcuni che dovevano comportarsi in una certa maniera». E sulle relazioni sentimentali degli assi del pallone, l'ex direttore generale della Juventus ha aggiunto: «Quello del calciatore e della velina è un sistema che fa comodo a tutti. Le veline approfittano del nome del partner per mettersi in evidenza e fare anche di più di quello che possono fare. I giornali hanno tutto l'interesse che ciò avvenga perchè così vendono di più. Fa comodo soprattutto a quanti criticano questo stato di cose, perchè sono loro i primi a giovarne. In ogni caso è difficile trovare nelle giovani di oggi buone mogli. Io per esempio sono stato fortunato sotto questo profilo».

ILARIA D'AMICO BRAVA, MA HA SFRUTTATO MIO FIGLIO «Non è vero che mio figlio voleva conquistare Ilaria D'Amico. Per lei questa storia è stata un'occasione e l'ha sfruttata, penso che abbia usato il nome Moggi per farsi pubblicità. Comunque si è sempre comportata bene, non l'ho mai sentita straparlare. Ha approfittato solo di un'occasione, e credo sia umano da parte sua, anche se non corretto».

BOCCIO I GAY IN SQUADRA, MEGLIO NON ASSUMERLI «Non so se i calciatori siano contrari ai gay in squadra, io sicuramente lo sono. Posso tranquillamente affermare che, nelle società dove sono stato, non ne ho mai avuti, mai. Non avrei mai voluto un giocatore omosessuale. E anche oggi non lo prenderei. Supposto che dovessi sbagliare e ne scoprissi uno, farebbe prima ad andare che a venire. Sono un pò all'antica, ma conosco l'ambiente del calcio e, al suo interno, non può vivere uno che è gay. Un omosessuale non può fare il mestiere del calciatore. Nel calcio non ci sono gay, nè tra i calciatori nè tra i dirigenti. Non è razzismo, è un fatto di ambiente. Il calcio è un ambiente particolare, si sta nudi negli spogliatoi... Non ho amici omosessuali, frequento altre persone. Ma devo dire che gli omosessuali sono persone molto intelligenti, hanno la capacità di vedere le cose molto più di altri... Un gay non è certo da lapidare, ma il mondo del calcio non è fatto per loro».

CAIRO UN FLOP, MEGLIO CHE CAMBI MESTIERE «Cairo? Il calcio non è il suo mestiere. Il presidente del Torino ha fatto degli sforzi, ma ha fatto degli sforzi perchè doveva rendere più visibile la Cairo Editore. In quello è riuscito pienamente, nel Torino meno. Cairo si è accompagnato purtroppo con persone che non hanno titolo a stare nel calcio a quel livello, ma d'altra parte il calcio non è il suo mestiere».
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