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sabato 22 marzo 2008

I 70 anni di Nureyev. Biografia del genio rivoluzionario del balletto.

(Giuseppe Distefano - Il sole 24ore) Rudolf Hametovic Nureyev nasce il 17 marzo del 1938. Dopo una formazione a Ufa con l'insegnante Anna Udeltsova, passa un'audizione a Mosca, ma rifiuta l'ammissione alla scuola del Bolshoi per entrare, a 17 anni, all'Accademia Vaganova di Leningrado. Vincitore assoluto al Concorso nazionale di Mosca accede, nel 1955, nella prestigiosa scuola di ballo del Kirov di Leningrado. E l'anno dopo entra nella compagnia con la quale danza alcuni balletti del repertorio quali "Il lago dei Cigni", "Esmeralda", "Il papavero rosso". Qui è protagonista insieme con partners famose quali Natalia Dudinskaya, Alla Shelest Irina Kolpakova, Alla Sizova nei balletti "Don Chischiotte", "La Bayadère", "Raimonda". E, nel 1959, per la prima volta in "Giselle".
Ben presto il suo nome sarà conosciuto in tutto il mondo dopo che il 17 giugno del 1961, in tournée a Parigi col Kirov, invece di rientrare in Russia scappa dall'aeroporto e chiede asilo politico in Francia. Inizia così la sua carriera in Occidente. Subito dopo alcuni giorni si esibisce ne "La Bella Addormentata" allestito dall'International Ballet del Marquis De Cuevas, danzando in seguito anche "La Sylphide" e "Infiorata a Genzano" di Auguste Bournonville. A Parigi dà vita successivamente a un piccolo gruppo di ballerini formato da Erik Bruhn, Rosella Hightower e Sonia Arova, col quale ben presto ottengono grande successo e un invito a New York. Lo stesso anno viene insignito del Premio Nijinsky.
Dopo Copenaghen, dove studia con Vera Volkova, debutta a Londra nel "Cigno nero"; si esibisce nel 1962 negli Stati Uniti con il Chicago Opera Ballet; e, su invito di Margot Fonteyn, danza con il Royal Ballet "Poème Tragique", "Antigone" di John Cranko, "Giselle", "Il Principe lgor", "Il Lago dei Cigni". Da lì in avanti, a 24 anni, diventa principale "guest artist" della prestigiosa compagnia inglese e, soprattutto, formerà con la Fonteyn la leggendaria coppia per cui numerosi coreografi, tra i quali Frederic Ashton, Kenneth MacMillan, Martha Graham, creano nuovi ruoli. Debutta negli Stati Uniti con il Chicago Opera Ballet, e partecipa allo spettacolo "The bell telephone hour" per la televisione tedesca.
Oltre che grande danzatore classico Nureyev fu anche coreografo per quella voglia di sperimentare che lo ha sempre animato. Crea così, nel 1963, la sua versione di "La Bayadère, e lo stesso anno è a Spoleto, dove, su commissione del Festival dei Due Mondi cura la ripresa coreografica di "Raymonda". L'anno dopo è la volta del suo "Il lago dei cigni" che allestisce e interpreta allo Staatsoper di Vienna insieme a Margot Fonteyen. Successivamente sarà la volta della coreografia "Tancredi", sempre per l'Opera di Stato di Vienna, e de "La Bella Addormentata" per il Teatro alla Scala di Milano.
Ma Nureyev volle cimentarsi anche con altri stili e coreografi innovativi. Il primo a creare su di lui fu Roland Petit che realizza "Paradise Lost" con accanto Margot Fonteyn, e "L'estasi". L'anno dopo, nel 1970, sarà Rudy van Dantzig a creare per lui "The ropes of time", cui seguiranno "Dances at a gathering" di Jerome Robbins, "Big Berta" di Paul Taylor, "Chant du compagnon errant" e "Le Sacre du Printemps" di Béjart, "Field figures" di Glen Tetley , "Aftermoon of a faune" di Robbins, "Sideshow" di MacMillan, "Laborintus" di Paul Taylor.
Nei primi anni Settanta danza ne "Il Figliol Prodigo" di Balanchine e "La Pavana del Moro" di Josè Limon, il "Don Giovanni" di John Neumeier, e , per la prima volta, con Natalia Makarova – anche lei fuggita dal Kirov di Leningrado - ne "La Bella Addormentata". Non si contano i numerosi premi e riconoscimenti. I primi importanti furono, nel 1973, il Dance Magazine Award a New York e il Prix Marius Petipa a Parigi.
Continuano, nel 1974, le sue incursioni nella danza moderna, ed eccolo a fianco di Carolyn Carlson in "Tristano" di Glen Tetley, e in "Lucifero" con la Martha Graham Dance Company. Continua anche la furia creativa, ed ecco nascere "La Bella Addormentata" per il London Festival Ballet, e un'altra nuova coreografia di "Romeo e Giulietta".
Nel 1977 nasce, con sedi a New York e Londra, un "Comitato per sostenere Nureyev" con lo scopo di promuovere delle petizioni che sollecitino le autorità sovietiche a dare un permesso alla famiglia del grande ballerino per lasciare l'URSS. L'anno dopo forma una propria compagnia chiamata "Nureyev and Friends" con la quale si esibisce in Europa con coreografie prevalentemente moderne. Nutrendo una grande passione per il cinema, non resiste al fascino della Settima Arte, e debutta sul grande schermo interpretando la parte di Rodolfo Valentino nel film "Valentino" con la regia di Ken Russell. A questo faranno seguito, nel 1981, un film per la televisione "Venezia, carnevale, un amore" di Mario Lanfranchi, accanto a Carla Fracci; e il ruolo di violinista in un film drammatico dal titolo "Exposed" di James Tobak accanto a Natassja Kinsky. Approdò anche nel musical americano "The King and I", nel 1989, in coppia con Liz Robertson. Tra i partners celebri c'è ancora da segnalare Mikhail Baryshnikov col quale danza nel 1981 in "From the sea to shining sea" di Paul Taylor.
Dopo essere diventato cittadino austriaco nel 1982, l'anno successivo viene nominato direttore artistico della Compagnia di Balletto dell'Opéra di Parigi, che guiderà fino al 1987. Nei fruttuosi anni della sua direzione rimonterà e creerà molti balletti fra cui "Washington Square" e "Cendrillon".

Data storica è il suo ritorno in Russia nel 1987, che avverrà grazie a Michail Gorbaciov e alla sua glasnost, per poter riabbracciare la madre morente. Successivamente, nel 1989, invitato dal governo russo, tornerà a danzare sul palcoscenico del Kirov ne "La Sylphide".
La Francia gli tributa varie onorificenze quali la nomina di Cavaliere della Légion d'Honneur dal Presidente della Repubblica Mitterand nel 1989, e due anni dopo il titolo di "Commandeur de l'Ordre des Arts et des Lettres". Nonostante la malattia, la sua inesauribile curiosità lo vedrà cimentarsi con la direzione d'orchestra. Alla fine del 1990 inizia a studiare per poi deuttare sul podio come direttore a Vienna, Ravello, Atene, Budapest. Fino ad arrivare al Metropolitan di New York, nel 1992, con la bacchetta in mano per "Romeo e Giulietta". E, due mesi dopo, a San Francisco. Fu il suo ultimo concerto. A cui seguì l'ultima apparizione, trasportato su una poltrona, all'Opèra di Parigi per la quale aveva creato la sua versione finale dell'intero balletto "La Bayadère".
Muore di Aids il 6 gennaio del 1993. Il suo corpo è sepolto nel piccolo cimitero russo di Saint Gènevieve Des Bois a Parigi.

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