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mercoledì 20 agosto 2008

Milano, a scuola un decalogo anti-pedofili.

Darà agli insegnanti le regole per riconoscere le vittime di abusi. Sarà studiato da psicologi in una elementare di Quarto Oggiaro dove l´anno scorso fu arrestato un maestro accusato di violenza.

(Franco Vanni - La Repubblica, edizione di Milano) Combattere la pedofilia sui banchi di scuola. Fare un elenco dei segni di disagio che manifestano i bambini vittime di abusi sessuali, affinché le maestre possano riconoscerli e intervenire subito. Questo lo scopo del progetto che partirà alle elementari di Quarto Oggiaro dove l´anno scorso un maestro fu arrestato con l´accusa di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti di nove bambini di una quarta, fra cui una ragazzina disabile.
Da settembre un gruppo di psicologi della Asl lavorerà nella classe, con le maestre e con i bimbi (se autorizzati dai genitori), per poi stilare un decalogo dei comportamenti che possono assumere i ragazzini vittime di abusi. E delle possibili risposte che può dare l´insegnante. Un documento sintetico, che dopo l´approvazione del consiglio d´istituto sarà inviato alla Direzione scolastica regionale. Il direttore Annamaria Dominici annuncia: «Il decalogo sarà messo a conoscenza di tutte le maestre della regione, attraverso il nostro sito internet e tramite i provveditorati. Il progetto è utile e intelligente, bisogna impedire che episodi simili si ripetano». Dominici prevede anche un secondo passo: una serie di incontri rivolti ai presidi con psicologi preparati, che indichino alla scuola come attrezzarsi per intervenire in caso i bambini subiscano o abbiano subito abusi.
Nella scuola elementare di Quarto Oggiaro, sarebbero passate diverse settimane fra l´inizio delle presunte molestie da parte dell´insegnante e quando la scuola se ne è accorta. La maestra che per prima venne a conoscenza dei racconti dei bambini, riportati da una mamma, è convinta dell´utilità del progetto con la Asl: «Noi insegnanti abbiamo bisogno di strumenti per capire cosa vivono i ragazzi. Il nostro cruccio è di non esserci accorti subito di quello che stava succedendo. I segnali di disagio c´erano: i bambini erano diventati nervosi, a volte violenti, avevano un comportamento scostante. Tutti indicatori che non siamo riusciti a cogliere, perché nessuno ci ha mai insegnato a farlo».
Il maestro accusato, un 42enne arrivato a scuola nel settembre scorso per una supplenza, da dicembre è agli arresti domiciliari nel Napoletano, sua terra di origine. E´ indagato anche il preside, con l´accusa di non avere subito fatto denuncia dopo essere venuto a conoscenza della situazione, e anche per truffa ai danni dello Stato, in quanto avrebbe consigliato al maestro di mettersi in malattia dopo l´accaduto. Oggi il preside, mai sospeso dal suo incarico, sostiene l´utilità dell´intervento degli psicologi: «Se la scuola imparerà a riconoscere nei comportamenti dei bambini un possibile disagio, si potranno evitare storie tristi come quella che ha riguardato il nostro istituto». Il pm Marco Ghezzi ha formulato nei confronti del maestro e del preside la richiesta di rinvio a giudizio, l´udienza preliminare è fissata per il 18 settembre.

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