“Quo Vadis” racconta Andreotti nel film “è la pellicola che per Roma ha fatto più del piano Marshall”. Grande appassionato della settima arte, Andreotti nel dopoguerra è stato Sottosegretario con delega allo spettacolo e responsabile della censura (”Il lavoro mi piaceva. La censura evolve. Ora van forte le endovaginoscopie e la monta taurina del Grande Fratello. Questo mi secca più di altro nella tv di Berlusconi” racconta sempre nel film). Dal ‘47 al ‘53 Andreotti si occupa attivamente di cinema “e quando lascia, nel 1953, gli incassi del prodotto nazionale sono arrivati alla cifra record del 56 per cento” scrive Sanguinati su Ciak. “A Andreotti si devono lo sgombero di Cinecittà occupata dagli sfollati, la ripresa del lavoro negli studi, il ritorno degli americani, l’incremento delle sale parrocchiali. Dal suo archivio segreto emergono lettere in difesa di Roberto Rossellini attaccato dalla Legion of Decency americana e scontri duri con Washington per far sbarcare i nostri film nell’America del senatore McCarthy”. Un ritratto inedito, che ora attende il via libera per il montaggio e la messa in onda. Polemico Sanguineti: “Come direbbe Giulio Andreotti, che di anni ne ha 89 e mezzo, Istituto Luce e Rai hanno fatto aspettare questo progetto solo qualche anno. Tre per l’esattezza”.
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