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mercoledì 5 dicembre 2007

Il chierichetto gay e le nostalgie repubblichine. Vanity-osità/ Con la foto del duce in camera.

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(River-blog) Vanity Fair ha il potere di tirare fuori il meglio e il peggio delle persone. Accade in questo numero con Alberto Ruggin. Di lui si è ormai scritto di tutto. Nessuno, però, era andato a casa sua, a curiosare per una giornata nella sua vita. Ne esce fuori il racconto di un ragazzo che conosce poco la politica italiana, parla per frasi fatte, e dice che da cattolico non sposerebbe mai un uomo. E, soprattutto, vota Forza Italia. La sorpresa più grande, però, arriva dalla sua cameretta. Mentre la sorella si accontenta dei poster di Brad Pitt, lui ha scelto un manifesto con Mussolini e la scritta “Salutate nel duce il fondatore dell’impero”, e una sciarpa con lo slogan “Boia chi molla”. Il ragazzo, confessa, faceva parte di un gruppo di estrema destra. Ora è referente dell’associazione dei gay di destra, Gaylib.
Tra i gay, spesso, domina la sindrome del tafazzismo.
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Ndr. Ma faceva parte o fà parte?. E se ne faceva parte perchè non se nè liberato di tutta la paccottiglia cara all'estrema destra ed ai naziskin. Forse le sue preferenze sessuali gay vanno verso i naziskin? Masochista? Il chierichetto sorprende sempre, chissà cosa ci riserverà ancora. (Aspis)

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