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giovedì 20 dicembre 2007

Cuperlo Pd: distinguiamo i diritti civili dai temi eticamente sensibili.

(Angela Mauro - Liberazione) «Discutere fa sempre bene». Ma bisogna «chiarirsi su quali siano i temi eticamente sensibili e quali siano invece i diritti dei cittadini». Senza questa distinzione basilare, anche l’idea di un “forum etico permanente” del Pd, pensata all’indomani dello scontro tra il partito di Veltroni e la sinistra sulle unioni civili in Campidoglio, rischia di non risolvere i problemi di fondo. I quali, per Gianni Cuperlo, deputato del Pd particolarmente impegnato sui temi della laicità, vanno affrontati senza ulteriori ritardi. «Veltroni ha interesse legittimo a tenere insieme il nuovo partito. Ma tutti noi siamo responsabili di aver evitato il chiarimento su certi temi...».

Cominciamo dalla risposta di Veltroni a Miriam Mafai che denuncia un certo arretramento culturale nel Paese. Concordi con lui: non c’è arretramento?
La Mafai pone una questione vera. Non so se oggi la società italiana sia più o meno laica di trent’anni fa, ma il bilancio non è confortante se guardiamo alla legislazione degli ultimi anni: non siamo riusciti ad approvare i Dico, nè la legislazione del governo sulla violenza di genere e le norme antiomofobia che contiene. Mi auguro che Veltroni abbia ragione, che il Parlamento approvi subito la legislazione sullo “stalking” e l’omofobia, visto che la commissione Giustizia della Camera ne ha completato l’esame, e che riconosca presto le coppie di fatto. Ma non posso non vedere alcune difficoltà che riguardano anche il Partito Democratico. Il problema non è la presenza all’interno del Pd di culture che la pensano diversamente sulle coppie di fatto, la fecondazione assistita, la ricerca sulle staminali, il testamento biologico... Il pluralismo è parte dell’operazione Partito Democratico, è una risorsa. Il punto è rivendicare nel Pd e nel Paese l’autonomia della politica e la laicità delle istituzioni. Non va accettata l’idea che la politica non sia abilitata a decidere su alcuni temi per via di una verità superiore, anche di ordine anche religioso, che la inibisce.

Il “forum etico permanente”, pensato da alcuni esponenti del Pd, può aiutare a sciogliere questi nodi?
Discutere fa sempre bene. Ma bisogna chiarirsi su questioni di fondo ed evitare di usare la categoria “temi eticamente sensibili” secondo una logica di convenienza. Bisogna mettersi d’accordo su cosa rientra in questa sfera etica e cosa invece rientra nel campo dei diritti civili. La regolamentazione delle coppie di fatto non è tema eticamente sensibile, ma un diritto di cittadinanza. I temi eticamente sensibili riguardano lo scorrere della vita: eutanasia, testamento biologico, fecondazione assistita... Faccio l’esempio della norma antiomofobia del ddl espulsioni (contestata dalla Binetti, ndr.): cosa c’è di eticamente sensibile nella tutela dei diritti fondamentali della persona? E’ su questo che il Pd deve dire una parola chiara. Io non penso che la religione sia un fatto privato che debba stare ai margini della vita pubblica, della politica. La Chiesa ha il diritto di entrare nel dibattito pubblico. Ma se è legittimo che monsignor Sgreccia si compiaccia dello stop del Campidoglio alle unioni di fatto, penso allo stesso tempo che una cultura politica progressista abbia il dovere di dirgli che è sbagliato affermare che gli omosessuali vanno aiutati con un supporto psicologico.

Veltroni sta garantendo bene una distinzione tra diritti civili e temi etici?
Non mi interessa polemizzare con Veltroni, ma ragionare nel merito. Veltroni ha interesse a tenere insieme un’operazione, il Pd, nata con molta accelerazione. Se ci sono nodi da sciogliere la responsabilità non è sua, ma di tutti noi che abbiamo sospeso la discussione su questi argomenti, anche durante la campagna per le primarie. Ora vanno affrontati, non con l’obiettivo di espellere chi nel Pd la pensa in un certo modo. Avere i teo-dem, la Binetti, è un dato fisiologico del Pd e anche una ricchezza, ma io vorrei appartenere ad un partito che dica con chiarezza quello che pensa.

Ha ragione Scalfari, quando scrive che in Italia è difficile esercitare la laicità per via della presenza del Vaticano?
Siamo un Paese che è riuscito a riconoscere il diritto al divorzio e all’aborto negli anni ’70, ma non c’è dubbio che la Chiesa di Ratzinger abbia scelto di svolgere un ruolo molto presente nella dimensione pubblica e politica: bisognerebbe riflettere sul perchè la Chiesa, dall’11 settembre in poi, si senta più assediata. E’ chiaro che per questa Chiesa l’Italia sia un palcoscenico privilegiato, non è così in Francia o Spagna. Ma il problema non è chiamare i laici contro un nuovo clericalismo. Il problema è riuscire a favorire il dialogo, la mescolanza. Un partito come il Pd deve investire nella responsabilità delle persone. Il divorzio non ha distrutto le famiglie, l’aborto non ha prodotto un aumento delle interruzioni di gravidanza. Non bisogna avere paura di una società con più diritti perchè può solo produrre più responsabilità.

Ultimo punto: non “accontentare” la Binetti significa rischiare l’esodo dei teo-dem verso nuove aree centriste...
La discussione aperta sulla legge elettorale può avere ripercussioni. Ma se il Pd si garantisce compattezza, eviterà le fughe verso un centro che ora non esiste. Mi auguro si rafforzi il bipolarismo, con una competizione tra due schieramenti.

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