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mercoledì 3 ottobre 2007

Danza/Rivoluzione bisex, l'uomo sulle punte.

L'ultima provocazione di Lock: il coreografo canadese rilegge «Il lago dei cigni» e «La bella addormentata».

(Paolo Cervone - Il Corriere della Sera) Ballettomani sull'orlo di una crisi di nervi. Edouard Lock, il coreografo canadese di origine marocchina che ha rivoluzionato la danza contemporanea dall'inizio degli anni 80, ha deciso di svelare il suo animo romantico. E con la sua compagnia La La La Human Steps affronta due dei più celebri balletti classici, «Il lago dei cigni» e «La bella addormentata nel bosco», due monumenti ottocenteschi coreografati al loro tempo da Marius Petipa, con le musiche di Ciaicovski. Il nuovo spettacolo, che si intitola «Amjad», dopo il debutto mondiale in Canada, inizia ora una tournée in tutto il mondo. Arriverà a Roma il 7 novembre al teatro Olimpico per l'apertura del Romaeuropa Festival, in collaborazione con l'Accademia Filarmonica. «Sono sempre stato affascinato dall'idea di lavorare con dei ricordi, e questa volta i ricordi sono legati alla storia della danza — sembra giustificarsi Lock —. Del resto, molti temi di questi due balletti si possono applicare all'oggi».

Così, mentre toglie la polvere dal mondo romantico
delle fanciulle in tutù bianco, si lascia alle spalle il perbenismo di una società in decadenza e si avventura nella foresta, nell'inconscio, affronta il versante oscuro dell'animo umano, il lato animalesco, per mettere a nudo tabù e desideri repressi. «Il tema più intrigante per me è il conscio e l'inconscio, il contrasto fra le scene che si svolgono nel palazzo e quelle nel bosco. Nella società romantica c'erano cose che si potevano accettare, altre — agli estremi opposti — assolutamente no. Così, in molte opere, quello che non era accettabile, era simbolizzato in forme animali o trasposto in mondi fantastici. Ecco, io avverto delle risonanze ideologiche tra quella epoca e la nostra, nel corso degli ultimi anni quella rigidità ha ripreso possesso della cultura». «Amjad» si rivela un'opera sovversiva già nella scelta del titolo: «Nel balletto romantico le suggestioni orientali, l'esotismo, rappresentavano tutto quello che era diverso, non accettabile. Amjad è un nome che viene dalla mia terra, dal Maghreb, e che portano sia le donne che gli uomini».

Al centro dello spettacolo c'è l'androginia, come quando in passato era Louise Lecavalier — sua musa per tanti anni — a sollevare i partner maschili. Anche ora in scena sono le donne, glaciali, sexy e guerriere (a qualcuno sono sembrate degli angeli sterminatori), a portare gli uomini. E, nella loro fragilità esibita, sono gli uomini — principi charmant e schizofrenici — che ballano sulle punte: passi a due e a tre, tutti al maschile («Trois Grâces au masculin», hanno scritto). L'ambiguità, per Edouard Lock, è un territorio dove non esiste alcuna certezza, dove tutto è possibile, velocità e contemplazione, dolcezza e brutalità. Lock destruttura e ricompone «Il lago dei cigni» e «La bella addormentata nel bosco», che non sono proposti in maniera distinta, ma sono intrecciati in una coreografia completamente nuova, modernissima, con lo stile inconfondibile dei La La La Human Steps: la velocità leggendaria dei suoi ballerini, una danza all'insegna dell'eccesso, un'esplosione spericolata di energia, un'estetica ai limiti del corpo umano. Le famosissime musiche di Ciaicovski, emotive fino allo sfinimento, qui sono rielaborate con lo stesso processo — perfino oltraggioso — di destrutturazione da due compositori contemporanei, l'inglese Gavin Bryars e l'americano David Lang, ed eseguite dal vivo da una piccola orchestra da camera. «Non mi interessa la perfezione — spiega Lock —. Occorre sempre rischiare, spingersi sul confine del proprio ego, per giustificare il fatto di essere sulla scena».

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