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mercoledì 19 settembre 2007

Gentilini: I gay io non li voglio per le strade».

(Marco Bonet - Il Corriere veneto ) TREVISO – «I gay io non li voglio per le strade». E due. E' trascorso a malapena un mese da quando Giancarlo Gentilini, auspicando una «pulizia etnica per i culattoni», scatenò un putiferio finendo sulle prime pagine di mezza Italia ed ecco che domenica il prosindaco di Treviso ha sentito nuovamente l'esigenza impellente di tornare sull'argomento, stavolta dal palco allestito dal popolo leghista in Riva degli Schiavoni per il tradizionale raduno veneziano del Carroccio. E però stavolta l'ossessione di Gentilini per l'orientamento sessuale di chi passeggia per le vie della «sua» Treviso rischia di portarlo direttamente dal palco al banco (degli imputati): «Daremo mandato ai nostri legali di agire in giudizio contro di lui – spiega Alessandro Zan, presidente di Arcigay Veneto – se sarà necessario siamo pronti ad arrivare fino alla Corte di giustizia europea». Intanto il Circolo Mario Mieli di Roma ha già raccolto oltre 50 querele per istigazione a delinquere, alcune delle quali provenienti dalla Germania e dalla Gran Bretagna. Da sempre in prima linea contro «luxurie, gay e lesbiche», Giancarlo Gentilini pare voler chiarire ad ogni occasione utile (per chi ancora nutrisse qualche dubbio al riguardo) che cosa pensa degli omosessuali. Tra i suoi sostenitori sono per lo più risa sguaiate e mezze ovazioni (anche se in privato, specie tra i colonnelli, non mancano i leghisti che si dicono stufi di sentire certe boutade) e però il variegato mondo delle associazioni gay non sembra intenzionato a sopportare oltre. Spiega Alessandro Zan di Arcigay Veneto: «Daremo mandato ai nostri legali di denunciare Gentilini per reato d'odio e, se sarà necessario, siamo pronti ad arrivare fino alla Corte di giustizia europea. Dopo le manifestazioni di piazza, dunque, perseguiremo ora le vie giudiziarie perché non è possibile tollerare oltre affermazioni xenofobe che ricordano le leggi razziali ed i momenti più bui della storia italiana».

A detta di Zan l'alibi secondo il quale «Gentilini è fatto così, che ci vuoi fare», non regge più: «O questo signore dimostra d'essere vittima dell'Alzeheimer oppure, se è capace d'intendere di volere, deve rispondere di quel che dice, come tutte le persone di questo mondo. Mi chiedo come potrebbe sentirsi suo figlio, se fosse omosessuale, ad aver un padre di questo genere, lui sì contro natura ». Un'iniziativa analoga è stata avviata anche dal Circolo Mario Mieli di Roma, che ha inserito tra le pagine del proprio sito web una querela contro Gentilini da scaricare, compilare con i propri dati ed inviare alla procura della Repubblica o, in alternativa, al commissariato di polizia o alla caserma dei carabinieri più vicini. Il reato contestato è quello di cui all'art. 414 del codice penale, ossia l'istigazione a delinquere, perché le affermazioni del prosindaco «sono di per sé idonee a provocare un eccitamento, una suggestione o, comunque, essere da sprone per far sorgere o rafforzare da parte di chi ascolta un progetto criminoso nei confronti delle persone omosessuali».

«Soltanto tra i soci del Circolo abbiamo già depositato oltre 50 querele – spiega Andrea Berardi Curti della segreteria politica – ma quelle scaricate sono molte di più, abbiamo notizia di moduli consegnati ai consolati di Londra e della Germania. E c'è tempo fino al 7 novembre».

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