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venerdì 27 giugno 2008

Gestisce sito porno di prostitute, indagato per favoreggiamento.

Nei guai un webmaster 33enne di Farneta finito nell’indagine che ha portato al sequestro del residence a luci rosse frequentato da professionisti.
(Luca Tronchetti - Il Tirreno) Per la prima volta in Italia in un’inchiesta sulla prostituzione finisce nei guai anche il webmaster. Viene indagato un esperto di internet di 33 anni residente a Farneta, che curava gran parte dei siti delle lucciole che esercitavano il mestiere nella palazzina hard ad Altopascio messa sotto sequestro due giorni fa. Si tratta dell’ideatore di una rivista di annunci hard collegata a un sito.
Per i carabinieri del reparto operativo è lui che, attraverso un servizio porta a porta, oltre a inserire nomi, messaggi e foto sulla rivista crea per ogni lucciola siti con immagini osé, annunci piccanti e numeri telefonici delle ragazze e dei viados da contattare. Un’attività, stando alla procura, equiparabile a quella del «procacciatore d’affari» e quindi in grado di favorire la prostituzione. Ieri mattina il sostituto procuratore Fiorenza Marrara, che cura l’inchiesta, ha inviato ai legali degli inquisiti l’avviso di conclusione dell’indagine. Assieme a Gianfranco e Franca Nelli, padre e figlia di 75 e 51 anni, i proprietari del residence «La Meridiana» posto sotto sequestro preventivo dal gip, e Rita Marti Do Couto, 43 anni, brasiliana, in arte «Bocca di peperoncino» - tutti agli arresti domiciliari - risultano indagati il gestore dei siti delle prostitute e un transessuale brasiliano di 33 anni che con la connazionale aveva il compito di riscuotere gli affitti - parte a nero e parte in regola, secondo l’accusa - per conto dei proprietari dell’albergo. Il trans, però, è latitante. Inizialmente era stato coinvolto nell’indagine anche il fornitore ufficiale di preservativi, creme vaginali e profumi afrodisiaci: un quarantenne residente a Siena che una volta alla settimana suonava il campanello del residence e vendeva i suoi prodotti alle prostitute. L’uomo era già finito nei guai per gli stessi motivi dalla procura di Firenze.
GIRO D’AFFARI Ragazze e soprattutto viados - richiesti soprattutto da imprenditori dell’hinterland fiorentino o del comprensorio del Cuoio - erano in grado di portarsi a casa anche 5mila euro al mese. Con punte di 300-400 euro al giorno, almeno stando a quanto ricostruito dall’inchiesta. Da fine maggio tuttavia anche il settore aveva iniziato a mostrare segnali di crisi e molte lucciole avevano deciso di cambiare zona. I militari hanno appurato che Gianfranco e Franca Nelli - difesi dall’avvocato Iacopetti - si facevano consegnare da ogni prostituta circa mille euro al mese.
GLI ESATTORI. Le lucciole brasiliane indagate, stando all’accusa, venivano usate come «esattori» nei confronti delle altre ospiti della palazzina dell’amore. «Bocca di peperoncino» è accusata anche di estorsione nei confronti di un trans che aveva minacciato perché non pagava l’affitto in maniera regolare. Una delle lucciole, stanca di pagare quello che lei riteneva una sorta di pizzo, se n’era andata dal residence mettendosi in proprio. Rintracciata telefonicamente dalla maitresse era stata invitata a versare una somma di 5mila euro. Una sorta di «buonuscita» per aver usufruito nel momento in cui si era messa in proprio dell’«avviamento» dell’affermato residence delle squillo. A un giovane viado di 18 anni era andata anche peggio. Allontanatosi dalla casa del sesso per raggiungere un collega era stato fatto oggetto di una spedizione punitiva. Alcuni marocchini, istigati dai viados del residence altopascese, lo avevano scovato - sostiene l’accusa - colpendolo con pugni e calci e costringendolo, di fatto, a ritornare in Brasile.

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