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venerdì 22 febbraio 2008

Lettera a Rutelli scritta con il cuore. Caro Francesco, sono lesbica e non mi convinci...

(Cristiana Alicata) Chi ti scrive è lesbica, fa parte del tuo partito e tutte le volte che ti sei candidato a sindaco di Roma, ti ha votato.

Sei arrivato a Roma, quasi venti anni fa, giovane e con una forte coscienza ambientalista. Il 7 luglio del 2000 revocavi il patrocinio alla più grande manifestazione per i diritti delle persone omosessuali e transessuali che la storia italiana ricordi. Lo stesso giorno, Walter Veltroni sfilava con noi.

Quel giorno, caro Francesco, la comunità gay più grande d’Italia, quella romana, interrompeva con il proprio sindaco, tu, un rapporto bello, sereno, di reciproco rispetto.

Oggi, più vecchio (consentimelo) e meno laico ti ripresenti a Roma. Sei diverso tu, è diversa la città. Nelle precedenti tornate elettorali in cui tu e Walter vi siete presentati alla città, Roma ha premiato una coalizione che oltre ad avere una forte ambizione programmatica e votata al cambiamento (avete rivoltato Roma come un pedalino come si dice a Roma e lo dico in senso buono) era una coalizione che aveva nelle sue corde la rappresentatività della città in tutte le sue diverse anime.

Roma vantava un’integrazione razziale che solo oggi ha cominciato a scricchiolare a differenza di altre città, accoglieva decine di migliaia di studenti fuori sede da tutto il sud, abbracciava San Pietro nella storica ospitalità alla Chiesa Cattolica e cresceva materna una forte comunità gay che in questi venti anni dalle feste e dal buio, dall’amato Pasolini, è riuscita ad uscire allo scoperto, ha messo su famiglia, ha comprato case, ha messo radici, ha animato luoghi. Insomma, Roma, era davvero la Capitale d’Italia, tenera e aperta, tollerante e spirituale.

Non ti nascondo che oggi, la comunità gay e transessuale e non solo, guarda con perplessità alla tua candidatura, dopo averti amato come sindaco. E’ necessario, Francesco, che tu dialoghi con questa comunità ferita e vilipesa, che ha visto tradita l’aspirazione al Registro delle Unioni Civili, che legge sui muri sempre più scritte omofobe e che, in ultimo, in questi giorni ha visto bruciare uno dei locali di ritrovo più frequentati, il Coming Out. Vedi, Francesco, come ho scritto anche al nostro caro Walter, le parole di persone come te e lui, sulla questione omosessuale hanno un peso incredibile. A volte anche il silenzio lo ha.

Il riconoscimento, anche da parte di un comune come quello di Roma (non mi dire che è una questione da risolvere in parlamento) ha importanza per mettere dei paletti contro il dilagare dell’omofobia. Dire che le famiglie sono la priorità, come hai detto in questi anni, come se noi non fossimo famiglie, ha contribuito a creare contrapposizione tra famiglie eterosessuali e omosessuali, come se il fatto che io possa lasciare la mia casa, le mie cose alla mia compagna senza dovere discutere di legittima ( e non vado oltre a raccontarti tutte le cose che NON posso fare per lei), tolga qualcosa ai miei vicini di casa eterosessuali.

Francesco, è necessario organizzare un incontro sulla laicità della città di Roma, è necessario che ti riabbracci con i rappresentati della comunità GLBT romana, attraverso la promessa che sarai anche il nostro sindaco supportando iniziative che ostacolino l’omofobia nelle scuole e per le strade, impegnandoti ad inserire ufficialmente nella giornata e nei viaggi della memoria anche la memoria dell’olocausto omosessuale, e garantendo fin d’ora il patrocinio e la tua presenza (pensa lo ha fatto anche Giuliani a New York!) ai GayPride che si svolgeranno a Roma. Sappi che ad oggi il voto omosessuale alla tua carica di sindaco non è scontato. Dacci la possibilità di fare campagna elettorale per te.

Cristiana Alicata.

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