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lunedì 3 dicembre 2007

I gay italiani, in balia di politici voltagabbana e colonnelli del movimento gay inadeguati. E... tanto per cambiare, Aurelio Mancuso contro Veltroni.

GAY: VELTRONI ALLA PROVA DEI FATTI.

(Aurelio Mancuso) Veltroni si trova finalmente davanti ad una scelta: dovrà decidere se far votare l'istituzione del registro delle coppie di fatto oppure no. E' in atto un tentativo terzista da parte di esponenti del Pd di risolvere tutto con una mozione rivolta al Parlamento italiano che solleciti l'approvazione di una legge. Ma si tratta di una mossa puerile, che tenta maldestramente di togliere castagne, che dal fuoco non possono essere sottratte. Infatti, il sindaco di Roma non se la può cavare con un rinvio politico, eppoi la sinistra della sua maggioranza ha già detto, che della mozione non vuol sentir parlare. Cosa farà allora il nostro leader carismatico del nuovo partitone democratico? Si sa, come abbiamo potuto leggere, che vi è stato in incontro tra il Walter e il segretrario di Stato vaticano Bertone, avranno parlato di quanto è bella Roma? E poi subito sono arrivate le imperiose minaccie dalle colonne di Avvenire: il PD non può far approvare a Roma, città santa, il Registro delle Unioni Civili. Con buona pace per i diritti delle persone, vinceranno sempre i teocratici vaticanini? Vedremo. Comunque questa volta Veltroni con se la potrà cavare facilmente: ogni sua scelta sarà comunque un segnale preciso. Le associazioni romane lgbt giustamente finora sono state zitte, perché non vogliono cadere nella trappola, più volte tesa, per cui alla fine è sempre colpa dei gay rompiscatole che fanno casino. Si attende silenti e guardinghi, ma Veltroni ne stia certo, quello che accadrà non ha avrà ripercussioni solo dentro ai confini dell'Urbe.

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